III~ Oblio [pt. 3/8]

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"Il sospetto ha il potere di inquietare e gettare il dubbio su tutto, finché lo
si lascia agire nel suo ambiente
naturale che è l'incertezza,
il vago, la penombra."

-Raniero Cantalamessa

-Raniero Cantalamessa

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[15 Luglio 1993]

NARRATORE ESTERNO

"Okay, allora..." Il giovane si rigirava una mappa tra le mani in modo frenetico.
"Non trovo il verso giusto, non ci capisco niente. Eppure ci dovrebbero essere delle traduzioni in inglese da qualche parte, no?"
Constatava mentre, ridacchiando, alzava lo sguardo e raggiungeva la donna che si trovava a pochi passi di distanza. Le prese la mano e la intrecciò nella sua: quel giorno Diana era radiosa, sorridente. Sembrava che fosse lei ad illuminare la giornata. I lunghi capelli castani le ricadevano lisci sulle spalle, la canottiera blu le fasciava il corpo esile, i pantaloncini mettevano in risalto le sue sinuose forme e una leggera giacca scura le avvolgeva il bacino. La pelle sembrava quasi ambrata, gli occhi grandi non facevano che scrutare il cielo privo di nuvole. Brandon prese un respiro profondo, chiuse gli occhi per riaprirli subito dopo.
Diana ricambiò lo sguardo e gli sorrise stringendo ancor più le loro dita, poi allungò il braccio verso la mappa.
"Dai a me amore, ci penso io." Afferrò il pezzo di carta, ruotò un paio di volte su se stessa e riuscì a trovare il giusto percorso da fare leggendo e traducendo a mente le frasi che vi erano scritte sopra.
-Der Platz von Römerberg ist der wichtigste und bekannteste Punkt in Frankfurt
Es ist ein idealer Ausgangspunkt für einen Besuch der Stadt...
-La piazza di Römemberg è la più importante e famosa di Francoforte. È un punto di partenza ideale per visitare la città...
"Okay, da questa parte... Almeno spero." Afferrò nuovamente la mano dell'uomo e, insieme, si diressero verso il luogo che Diana aveva deciso, passando tra vie caratteristiche spesso rallegrate da artisti di strada che suonavano e cantavano.
Da quando durante la sua infanzia andò via da quella città, non ci rimise più piede e da tempo il desiderio di tornarci e di visitare il luogo delle sue origini divenne molto forte.
In questo era cambiata: negli anni passati non avrebbe mai fatto quel passo, perché quella città fu anche luogo di molte violenze che subì, ma ora era maturata e finalmente se la sentiva.

Una sera, mentre la giovane tornava a casa dal lavoro, stanca si tolse le scarpe e si buttò sul letto. "Ben tornata." Le disse l'uomo non appena la vide, avvicinandosi a lei per darle un casto bacio in fronte. Si piegò poi sulle gambe e, osservando la ragazza che accanto a sé era rimasta supina, aprì un cassetto del comodino.
"Ho una sorpresa per te."
Tirò fuori da lì una piccola busta, la porse a Talìka e lei l'aprì. Sgranò gli occhi.
"Due settimane a Francoforte?" Balzò in piedi sul letto mentre leggeva le carte.
"Non ci credo!" Gridò per scendere poi dal materasso e buttare le braccia al collo del giovane.
"Grazie, grazie! Oh Dio!"
'Come è bella quando ride', pensò lui vedendola serena e felice, quasi infantile mentre saltellava allegra dinnanzi a sé.
Non potendone fare a meno, Brandon si fece forza sulle gambe: inaspettatamente la sollevò da terra e la baciò, mentre lei avvinghiava le gambe attorno al suo bacino.
"Ti amo, lo sai?" Gli sussurrò.

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