II~ Fiore d'inverno [pt. 2/3]

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"Voglio star con te
Ma questi fantasmi ancora in noi
Sono più vecchi di ogni età
E hanno poca fantasia
Ingabbiano senza logica
E tu, mia piccola virtù
Tocchi il più alto punto in me..."

-Biagio Antonacci

"Perché se ne vale davvero la pena, l'ultima volta è sempre la penultima

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"Perché se ne vale davvero la pena,
l'ultima volta è sempre la penultima."

-Anonimo

[18 Gennaio 1996]

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[18 Gennaio 1996]


NARRATORE ESTERNO

<Diana? Diana, rispondimi!
Vuoi che tra noi finisca così? Accetterò tutto quello che vuoi ma ho bisogno che tu me lo dica, ho bisogno di sentire la tua voce! È passato più di un anno, io ti scongiuro di farmi avere tue notizie.
Non ti ho più visto dopo quella volta che io...>
Ricordò le urla di aiuto della giovane mentre tentava di farlo tornare in sé, di impedire che le morisse tra le braccia a causa di una pillola di troppo. O forse più di una.
Si bloccò, guardando il telefono che teneva tra le mani mentre registrava l'ennesimo messaggio che avrebbe lasciato in segreteria e al quale, sicuramente, non avrebbe ottenuto risposta: la ragazza da tempo non voleva più saperne di lui.
<Ho sbagliato, d'accordo? Lo so. So che ti sei spaventata, sapevo anche che avresti tenuto fede a tutte le parole che mi dissi, ma cazzo!> Continuò piangendo.
<Nessuna notizia né da parte tua, né di nessun altro attorno a te! Non mi risponde neanche tua madre, neanche Grace... La casa dove abitavi è vuota, te ne sei andata vero? Perché non mi hai detto neanche addio? Non ho ricevuto niente di niente da parte tua, come se non fossi mai esistito per te...
Non so se il bambino che tanto desideravamo alla fine è arrivato o meno, non mi hai detto nulla... Potrei essere padre e neanche saperlo. Sei sparita senza lasciare traccia... Sarebbe anche mio figlio, Diana... E non so se tu l'abbia dato alla luce o meno. Non so neanche se esista effettivamente. Non so come stai, se sei viva o morta... Dio santo... >
Rimase col telefono posato sulle ginocchia per un tempo così lungo che quasi dimenticò stesse ancora registrando. Non poté reprimere che le lacrime sgorgassero dai suoi occhi.
Fece per dire le ultime parole, quando il silenzio venne interrotto da qualche rumore: qualcuno dall'altra parte della cornetta aveva finalmente risposto, ma restava in silenzio.
<Diana?> Sgranò gli occhi. <Diana sei tu? Ti prego dammi un cenno, dimmi qualcosa->
Si immobilizzò, quella voce lo colpì come un getto d'acqua gelida.
<Ti prego di non farti più sentire, Michael. Per il bene mio e di mio figlio. Ti avevo avvertito del fatto che non avrei mai lasciato che provasse la delusione di avere un genitore che avrebbe desiderato non aver mai avuto. Ti sono state date due scelte, ma hai preso ancora una volta quella sbagliata e io ho mantenuto la parola.
Non so che altro dirti, ti prego di dimenticarmi una volta per tutte. Dimentica tutto come ho fatto io. Addio...>

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora