V~ Fugaci Istanti [pt. 5/5]

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"Quando i begli occhi di una donna
sono velati di lacrime, è l'uomo
a  non vederci più chiaro."

-Delphine Gay De Girardin

-Delphine Gay De Girardin

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Irvine - California

[7 Novembre 1988]

Era rosso bordeaux, la scollatura a cuore lasciava le mie spalle nude, prive di alcun indumento. Il corpetto in raso rendeva il tutto più fine, le maniche erano in pizzo e il resto della veste arrivava fino alle caviglie. Vi era uno spacco lungo uno dei lembi laterali che metteva in risalto la mia gamba destra, ma ciò che decorava il tutto dandogli quel qualcosa in più, a parer mio, era la schiena scoperta. Sin da subito trovai questa caratteristica estremamente sensuale, senza eccedere ovviamente nel volgare, e mi aveva immediatamente colpita in quel negozio distante non molto dall'albero californiano nel quale avremmo alloggiato per tre giorni.
Il negozio si chiamava Dress&Dress, nome non particolarmente originale, ma i vestiti in vendita lo erano eccome. Davanti alla vetrina rimasi completamente imbambolata dinanzi a quel vestito, e già immaginavo me stessa con quell'abito addosso intenta a giocare a fare l'adulta. Lo comprai con il primo stipendio che ricevetti per quel lavoro, e appena acquistato chiamai Grace per condividere con lei quella gioia. Descrivendoglielo nei minimi particolari, mi disse che un giorno o l'altro gliel'avrei dovuto prestare. Ridendo e scherzando mi disse che le me mancavo molto, che le mancavano le serate passate a raccontarci segreti vicino al camino scoppiettante, con una bollente tazza di tisana tra le mani. Vivevamo assieme, i suoi genitori si erano trasferiti in un altro paese e la ragazza, pur di non perdere il lavoro, venne a vivere da me. Non mi dava fastidio, in realtà ero sola. Le mancavano anche i momenti trascorsi come delle bambine spensierate, quando io in realtà io potevo essere tutto tranne che quello. Perché le ferite inflitte non se ne vanno, tornano sempre a bruciare nei momenti meno opportuni. Tornano sempre a fare visita.
Avevo raggiunto il centro di Irvine, la città californiana, servendomi della metropolitana. Mi resi conto di quanto la mia vita fosse cambiata radicalmente in così poco tempo quando, istintivamente, incrociai lo sguardo di un uomo e mi strinsi nelle spalle, come a proteggermi quando l'intero cast veniva assalito dai paparazzi. Ma fortunatamente il mio volto non era conosciuto. Durante l'intero tragitto impiegato a raggiungere il centro della città ci riflettei sù, e quasi mi inquietai al solo pensiero che quasi due mesi prima svolgevo una vita che, ero convinta, avrei svolto fino alla fine dei miei giorni. Invece mi trovai in un negozio di abiti eleganti, a pagare un vestito con lo stipendio che ricevetti da una prestazione svolta per Michael Jackson, per il suo Bad World Tour. Avevo acquistato quell'elegantissimo abito in occasione di una lussuosa cena alla quale fu invitato anche il cast di Jackson, una serata organizzata a fine beneficente. Giravano voci che avrebbero partecipato altre star di alto livello, ma ancora non si sapeva chi fossero, ed ero per questo molto emozionata.
Oh, che stupida mi sentii al pensiero che mi stessi comportando come una bambina.
Per quella cerimonia avevo comprato tutto e forse spendendo anche troppo, ma ero così eccitata all'idea che non diedi troppo peso a tutto ciò.

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