"Ci siamo detti parole che non abbiamo
mai detto a nessun altro.
Abbiamo fatto scintille.
Illuminato certe notti.
Ci siamo amati.
E un altro amore, un'altra vita
non sarà mai abbastanza.
La meraviglia, è guardarti e capire che in nessun altro posto
in nessun altro momento
ci sarà qualcuno che avrà il mio cuore
ed i miei occhi.-Francesco Piscitelli
Se guardi il cielo e fissi una stella,
se senti dei brividi sotto la pelle,
non coprirti, non cercare calore,
non è freddo ma è solo amore.-Khalil Gibran
[8 Marzo 1996]NARRATORE ESTERNO
"Ecco fatto!" Esclamò Grace una volta che sua figlia, la piccola Riley di due anni e poco più, si lasciò prendere in braccio dal seggiolino dell'auto per essere posata poi goffamente a terra. Le prese la manina paffuta e si rivolse al compagno Andrew che, nel frattempo, aveva aperto il bagagliaio e da lì aveva tirato fuori una grande scatolone. "Ce la fai?" Gli domandò.
"Sì, non ti preoccupare." Rispose lui sorridendo lievemente, spegnendo l'auto e iniziando a raggiungere le due. Silenziosamente si incamminarono lungo il breve viale in mattonelle che avrebbe portato alla residenza di Diana.
"Sei sicura sia in casa?" Iniziò l'uomo.
"Sì, l'ho chiamata mezz'ora fa con una scusa e mi ha detto di aver lavorato stamattina. A pranzo è tornata." Guardò l'orologio da polso: segnava fossero le due del pomeriggio.
Riley si sciolse dalla presa della madre e corse impacciata verso una piccola siepe per coglierne una foglia. Quando si voltò verso Hamilton per mostrargliela, con entusiasmo lasciò che un acuto gridolino le uscisse dalla gola. Così, immediatamente, la madre la raggiunse e si abbassò alla sua altezza.
"Amore, ma è bellissima questa foglia!" Sussurrò appena. "Però ora non facciamo rumore, okay? Zia Diana non sa che siamo qui, è una sorpresa."
"E pecchè?" Domandò la piccola rigirandosi la foglia tra le manine paffute.
"Perché anche lei ora porta un bambino nella pancia... Proprio come lo eri tu."
Grace sorrise, si voltò verso Andrew e notò che anche lui aveva mostrato un ghigno divertito. Le riprese la manina e raggiunsero il padre. Una volta davanti al campanello, suonarono. Si spostarono dall'occhiello affinché Talìka non potesse vedere chi fosse, poi Andrew parlò storcendo la voce. "Chi è?"
"La posta."
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𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚
Fanfiction[IN REVISIONE] Era nei momenti di solitudine che i flashback del suo passato facevano ritorno, intrappolandola in un'asfissiante morsa che la costringeva a chiudere gli occhi, a piangere e a cercare di dimenticare. Un passato turbolento, un padre co...