II~ Dietro la maschera [pt. 2/9]

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"Quando si tratta di grandi somme di denaro, è consigliabile non fidarsi di nessuno."

-Agatha Christie

"Il più solido piacere di questa vita è il vano piacere delle illusioni

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"Il più solido piacere di questa vita è il vano piacere delle illusioni."

-Giacomo Leopardi

-Giacomo Leopardi

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[12 Marzo 1996]


NARRATORE ESTERNO

Quando si svegliò, la prima cosa che notò fu la sensazione di un calore assente dietro di sé, un peso e una presenza che non avvertì più.
Così Talìka prese un profondo respiro, portò la mano accanto a sé e, quando constatò che effettivamente non ci fosse nessuno, si stiracchiò. Sbadigliò e pian piano socchiuse gli occhi, dirigendo il suo sguardo verso la sveglia: segnava fossero quasi le undici del mattino. La luce filtrava attraverso le tende e la porta della camera da letto del cantante era rimasta semichiusa, probabilmente non abbassò del tutto la maniglia per il timore che ella lo udisse e si svegliasse, voleva lasciarla dormire ancora un po'. Si sfiorò il grembo qualche istante, sorrise e si issò lentamente a sedere. Infine, scalza, camminò verso il bagno. Si sciacquò il viso, lo asciugò e raggiunse la porta, varcandone la soglia mentre si pettinava la chioma con le dita.

Si affacciò giù dalle scale ma non udì la presenza di nessuno, controllò in un piccolo studiolo ma niente.
"Michael?" Domandò aspettando una risposta che non tardò a giungere.
"Sono qui." Si udì non molto distante: proveniva dalla camera degli ospiti e che, per gli ospiti, più non sarebbe stata.

Quando la raggiunse si affacciò alla soglia, si posò con una spalla allo stipite e sorrise incrociando le braccia.
Il moro era lì, a pochi metri da sé, e stava lucidando con un panno alcune delle stecche della culla consegnata mezz'ora prima e che, freneticamente e con molta più facilità del previsto, egli era riuscito a piazzare al centro di quella camera che in futuro, proprio come a casa di Diana, sarebbe stata adibita al piccolo che sarebbe arrivato.

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