I~ Cocaina [pt. 1/5]

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"Le grandi passioni sono
malattie senza speranza.
Ciò che potrebbe guarirle, è proprio
ciò che le rende pericolose."

-Johann Wolfgang Goethe

-Johann Wolfgang Goethe

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[10 Settembre 1995]

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[10 Settembre 1995]



NARRATORE ESTERNO

"Devo solo incontrare un vecchio amico", le disse in tono celere e vago.
Che stupido.
Sapeva stesse sbagliando, ne venne a conoscenza dal preciso istante in cui pronunciò quelle parole. Non sapendo come altro agire, però, le diede un bacio e uscì dal bagno, lasciandola sola in quella vasca dopo ciò che si erano appena scambiati.
E mentre avvolgeva il foulard attorno al collo per dirigersi nella scura limousine che lo attendeva, si estraniò dalle grida di qualche paparazzo che si sporgeva frenetico per racimolare anche una singola fotografia.
La loro star in quel momento non era presente: ogni metro che aggiungeva alla distanza tra lui e l'ingresso del Plaza Hotel lo convinceva sempre di più a voltarsi e tornare indietro, dire la verità e fare la cosa giusta.
Un passo, due, tre... Non lo fece.
E non seppe il perché, semplicemente si limitò a entrare nell'auto e chiudere lo sportello, sperando così che in quel modo si chiudesse anche il turbinio di pensieri che adesso non gli davano tregua.
Sapeva che la fiducia nei suoi confronti era pericolosamente appesa a un filo, sapeva quanto quest'ultimo fosse fragile e continuamente annodato per far sì che egli potesse avere un'ulteriore possibilità.
Ma nonostante quei nodi, ne sopravvalutò la resistenza. Non riuscì a parlare neanche quando gli venne porta una domanda alla quale sarebbe stato semplicissimo rispondere.
"Cosa provi per me, Michael?"
Che stupido.
Stupido, stupido, stupido... Era questa l'unica parola che albergava la sua mente anche ora che, seduto nella semioscurità, si rigirava tra le mani un piccolo pezzo di carta.

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora