II~ Estensione di te [pt. 2/7]

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"Ero così vicino a te che avevo freddo
vicino agli altri."

-Paul Eluard

[22 Ottobre 1995]

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[22 Ottobre 1995]


NARRATORE ESTERNO

"Amore..."
Sussurrò lieve ma non ottenne alcuna risposta. Arrivò con la mano all'altezza di una coscia della ragazza e la accarezzò, ripetendo la stessa parola. "Amore... Siamo arrivati."
E nel momento in cui lei sorrise e aprì gli occhi, egli la seguì.
"Lo so."
"Credevo ti fossi addormentata." Ella alzò il capo dalla spalla del cantante, sulla quale si era posata durante tutto il tragitto, e lo guardò negli occhi.
"Con il tuo continuo canticchiare sarebbe stato impossibile." Punzecchiò avvicinandosi al volto di lui per attrarlo a sé e lasciargli un prolungato bacio sulla guancia.
"Stavo solo inventando qualche nuova armonia."
"Momento di ispirazione?"
"Sempre."

Si voltò poi a destra, dove un cancello era sovrastato da una grande insegna dalle diciture «MJJ Studios».
Così infilò le braccia nel cappotto e si strinse in esso, tornando a indossare i soliti occhiali scuri e sorridendo alla ragazza che ora, guardandolo come una bambina incantata e impaziente, non aspettava altro che un bacio che non tardò ad arrivare.
Posarono le fronti una sull'altra, chiudendo gli occhi.
Sorrisero.
"Ricordati quello che dobbiamo fare."
Ella sospirò. "Va bene..."
"Ehy..." Continuò il cantante prendendole il volto tra le mani e compiendo lenti e rotatori movimenti circolari lungo i suoi zigomi, guardandola attraverso le lenti dei suoi Ray-Ban con dolcezza.
"Non piace neanche a me fingere, lo sai..."
"Sì, lo so."
"È per il nostro bene. Non per il tuo o per il mio. Per il nostro. Tutto ciò che ora abbiamo io voglio proteggerlo." Le lasciò un altro bacio, un gesto dopo il quale ella sorrise e aspettò che l'uomo uscisse dalla vettura.

"Bruce, vieni con me." Asserì inspirando e osservando poi l'altra guardia del corpo dallo specchietto retrovisore.
"Gregor, voi-"
"Io e Diana scenderemo dopo di voi Signore, non si preoccupi."
L'altro accennò un sorriso di ringraziamento e aprì lo sportello, silenzioso.
Attese che i raggi solari risultassero essere più caldi del previsto sulla sua pelle chiara, sfilò quindi la giacca precedentemente indossata e si liberò del foulard avvolto attorno al collo. A passo svelto, la star e il suo bodyguard pian piano scomparvero dalla vista dei due rimasti nella spaziosa automobile sorpassando un paio giornalisti e ignorando i flash di alcuni paparazzi, che presto liberarono lo stretto marciapiede.

"Agitata?" Talìka alzò il capo con sveltezza, incontrando presto gli occhi attenti e studiosi di Gregor. Egli, con un braccio posato sul volante e l'altro sulle gambe, aveva rivolto il busto alla giovane per poterla guardare meglio. La sua espressione sembrava apprensiva, quasi fraterna.
"No." Continuò lei con una decisione che andò via via scemando, sostituendosi ad un sentimento di frustrazione. "È solo che-" Sospirò. "Non lo so, tutto questo è così brutto."
"Cosa è brutto?" Domandò prontamente l'altro, corrugando le sopracciglia.
"Questo... Dover fingere di non essere nessuno accanto a chi lo circonda, fingere di non amarsi, dover aspettare per scendere da un'auto affinché nessuno creda che siamo venuti qui insieme... È brutto."

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora