II~ Oblio [pt. 2/8]

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"Tutto andrà bene un giorno, ecco
la nostra speranza.
Tutto va già bene adesso,
ecco l'illusione."

-Voltaire

[30 Giugno 1993]

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[30 Giugno 1993]

NARRATORE ESTERNO

"Michael..." Una flebile voce era vicino all'orecchio dell'uomo, la cui spalla veniva scossa con delicatezza nel tentativo di svegliarlo, ma in realtà non ce n'era alcun bisogno. "Sono già sveglio, Jordan." Rispose l'altro mentre, lentamente, si girava su un fianco. "Diamine, le tapparelle..." Farfugliò coprendosi gli occhi con le mani a causa della forte luce del mattino quando questa, violentemente, gli finì in pieno volto.
"Avevi detto di essere sveglio."
"Lo sono, ma stavo ad occhi chiusi per cercare di addormentarmi."
"Non ci sei riuscito?"
Jackson lo guardò sorridente.
"Secondo te?" Domandò ridacchiando.
Sbuffando e strofinandosi i palmi delle mani sugli occhi, l'uomo si mise seduto a gambe incrociate.
"Mal di schiena?" Gli domandò il giovane vedendo il cantante che si massaggiava i reni con espressione sofferente.
"Beh, il pavimento non è proprio comodissimo."
"Così mi fai sentire in colpa, se fossi andato di là dalla mamma tu avresti dormito comodo."
"Non preoccuparti."
"Sicuro?"
"Sicuro."
"Giura."
Michael lo guardò con una buffa espressione e, alzando il capo, mise una mano sul cuore.
"Io, Michael Joseph Jackson, giuro che va tutto bene e che il qui presente Jordan non deve preoccuparsi per avermi fatto sloggiare dal mio letto e avermi fatto dormire sul pavimento... Di nuovo."
"Ehi!" Il ragazzino si sporse ancor di più dal materasso e gli saltò addosso abbracciandolo. "Così non vale!"
L'adolescente in questione si chiamava Jordan Chandler, aveva a malapena quattordici anni e dall'anno precedente divenne, in poco tempo, uno dei più grandi amici di Michael. Era davvero molto bello: mulatto di carnagione, volto dai lineamenti delicati e due grandi occhi scuri. [1*] Quella notte, come tante altre prima, il ragazzo insistette per dormire assieme alla madre a Neverland. Ogni volta che i due ospiti restavano, dato che Jordan amava la compagnia del cantante, pur di farlo dormire con lui e quindi accontentare quel desiderio, la star si apprestava a dormire sul pavimento per cedere il suo letto al ragazzo.

"Jordy, così mi fai male!" Esclamò Michael mentre l'altro si era appoggiato come un peso morto, schiacciando il cantante nuovamente al suolo.
"Mike ma quanti anni hai? Trentacinque o novantacinque?"
"Sei tu che pesi tanto, peste." Continuò "E ora... Scollati." Terminò mentre tra le risa cercava di divincolarsi.
Non appena riuscì a liberarsi, di scatto si alzò in piedi e si stirò il largo pigiama con le mani. "Mi hai sgualcito tutto." Disse borbottando.
"I tuoi capelli sembrano la criniera di un leone stamattina."
Michael corse verso lo specchio che si trovava sopra il comò, avvicinandosi e portando le dita sulla chioma.
"Cavolo..." Si voltò ridendo per osservare il ragazzo. "È vero." Cercò invano di sistemarsi qualche ciocca, poi stufo dei suoi ricci ribelli aprì un cassetto e, cercando freneticamente tra i milioni di oggetti inutili che erano presenti lì dentro, finalmente riuscì ad afferrare un elastico con il quale legò le ciocche corvine in un piccolo chignon che gli ricadeva alla base del collo.
"Molto meglio." Constatò alla fine.
"Sei più vanitoso di una donna."
Jackson sgranò gli occhi raggiungendo il ragazzo. Afferrò un cuscino.
"Cosa?" Jordan iniziò a ridere e a indietreggiare.
"No, niente!"
"Eppure credo di aver sentito qualcosa."
"Sbagli."
"Sbaglio eh..." Il cantante salì sul letto.
"Prendi questo allora!" E gli lanciò quel cuscino in pieno petto mentre il ragazzo si contorceva dalle risate, poi anche quest'ultimo si alzò iniziando a rincorrere Michael. Continuando la loro lotta con i cuscini, uscirono dalla camera da letto di Jackson facendo avanti e indietro per corridoi.
"Okay, okay..." Disse affannosamente la star per riprendere fiato, fermandosi e poggiandosi con una mano sul ginocchio. "Io propongo una tregua."

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora