II~ Il prezzo della fama [pt. 2/3]

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"La realtà non è all'altezza della fantasia
Certe idee che mi accarezzano
e che scaccio via
Un brivido che faccia breccia
nella mia apatia."

Marracash

[10 Gennaio 1996]

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[10 Gennaio 1996]

NARRATORE ESTERNO

Una volta udito il campanello della porta trillare, e dopo aver sistemato tutto l'occorrente necessario, Talìka si diresse verso l'ingresso oltre il quale la persona che avrebbe dovuto vedere l'aspettava pazientemente, poggiato allo stipite in muratura e con le mani congiunte sul ventre.
Guardò attraverso l'occhiello, poi abbassò la maniglia e fece capolino con un tenero sorriso di accoglienza sul volto.
"Norman, buongiorno!" Esclamò entusiasta mentre il freddo vento mattutino le sfiorava la pelle del volto. D'altro canto, l'uomo ricambiò la gentilezza e la cortese espressione, prendendole una mano tra le sue e avvicinandovi le labbra con galanteria.
"Sempre più bella..." Le sussurrò lasciandole poi una lieve pacca sulla spalla. Meyer avvertì le gote arrossarsi e abbassò il capo in segno di timidezza e ringraziamento. Infine, spostandosi di lato, consentì all'altro l'ingresso in casa.
"Prego, accomodati."

"È questo ginocchio." Scosse il capo. "L'età si fa sentire... Sessantacinque anni, chi l'avrebbe mai detto?" Guardò il più giovane sorridendo tra l'espressione di dolore. "
"Vuoi che-" Iniziò Michael.
"Ah, lascia stare ragazzo..."
"No sul serio, vuoi che chieda a Diana di aiutarti?"
Beck ci pensò su un po'.
"Non penso sia il caso."
"Sei come un padre per me, lei lo sa. E poi ti farei aiutare da una persona che conosco e che so potrebbe farti veramente del bene. Lei ti ammira molto, non penso avrebbe qualcosa in contrario..."
Beck prese un respiro, si rimise in piedi quando il dolore diminuì e gli puntò un indice contro.
"Sei diventato più convincente di quanto pensassi. E va bene, chiediglielo. Grazie ragazzo...."

Quella fu la prima volta in cui il manager di una delle più grandi celebrità del pianeta, se non la più grande, varcò la soglia di casa della donna che la sua star tanto amava. Beck si guardò attorno con lentezza, annuendo con le mani nelle tasche del suo pantalone grigio. Quella fu l'unica volta, fino a quel momento, in cui Talìka lo vide vestito in abiti informali: sopra un semplice pantalone era adagiato un pesante maglione rosso e una giacca, niente di più.
"Questa casa l'hai arredata benissimo." Constatò annuendo sinceramente. "È moderna ma non... Noiosa, diciamo così."
L'altra fece spallucce. "Grazie Nor."
L'altro si voltò continuando ad ascoltarla.
"E... Grazie per essere venuto fin qui, avevo proposto a Michael di venire io da te ma-"
"Oh no, non esiste. Una signorina non dovrebbe muoversi, la galanteria me lo impone." Terminò l'altro ridacchiando. "E poi non abito molto lontano da qui, sai? Mezz'ora in auto e sono arrivato, forse anche meno."
Talìka congiunse le mani. "Meglio così..." Poi si raschiò la gola e continuò a parlare, camminando verso un'altra stanza adibita al lavoro.
Beck la seguì.

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