II~ Cuore e Psiche [pt. 2/5]

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"I bambini, con i loro sorrisi giocosi,  mostrano il divino che c'è
in ognuno di noi."

-Michael Jackson

[14 Ottobre 1989]

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[14 Ottobre 1989]

"Avanti, alza quel culo." Si sforzava cercando di tirarmi sù dal divano, afferrandomi con forza prima dalle le caviglie, poi dalle braccia, mentre io divertita ridacchiavo alla vista del suo non farcela.
"Grace, ti ho detto che non mi va..." Mugugnai sprofondando la testa in un cuscino. Sentii si fermò e salì le scale, forse andando da mia madre nella sua camera da letto. Ed io quasi mi addormentai, quando il telefono fisso squillò svegliandomi di soprassalto.
La ragazza scese nuovamente le scale, di corsa, e rispose con nonchalance.
"Pronto? Sì è qui. Sta dormendo Michael, non vuole essere svegliata." Diceva sussurrando. Non appena udii quel nome balzai velocemente dal divano, cercando in tutti i modi di raggiungere la cornetta il prima possibile.
"No, no..." iniziavo correndo "Sono sveglia, passamelo!" Afferrai il telefono con forza strappandolo dalle mani di Grace, ma quando lo portai all'orecchio avvertii non la voce del ragazzo, la stessa che con ardore desideravo ascoltare, ma solo degli stordenti bip.
Mi voltai con aria di sfida verso la ragazza che, ora, rideva a crepapelle.
"Ho avuto davvero una bella chiacchierata con Michael!" Esclami ironica mentre anche mia madre scendeva le scale, anche se zoppicando un poco a causa della riabilitazione che, ancora, era destinata delle volte a svolgere.
"Mossa molto astuta Grace, mi congratulo."
"Almeno ti sei alzata dal divano, si è messa d'accordo con me." Affermava mamma andando verso la cucina. Ma nonostante tutto notai camminasse meglio, ogni tanto aveva ancora bisogno delle stampelle ma la trovavo fortunatamente in ottima forma fisica.

"Ma io ho sonno." Constatai raggiungendo nuovamente il divano, ma la mia amica mi afferrò per i fianchi attraendomi al suo corpo.
Mi fece voltare e mi diede delle leggere pacche sulle guance.
"Svegliati." Ripeteva continuamente.
"Svegliati." Ora mi aveva presa per i fianchi e mi stava scuotendo, mentre io la ignoravo facendo finta di dormire.
"Ti ho detto di svegliarti!"
"Sì, sì! Ho capito."
"Bene." Mi allontanai sbuffando dalla sua figura mentre mi dirigevo in cucina, afferrai una mela e iniziai a mangiarla un po' controvoglia poggiandomi al lavello. In realtà non avevo fame, solo non sapevo cosa fare.
Grace mi seguì con uno smagliante sorriso sul volto, trotterellava da una parte all'altra della stanza canticchiando qualcosa.
"Cos'hai?" Mi domandò con estrema tranquillità, mentre io intanto buttavo nel secchio ciò che ormai rimaneva del frutto.
"Oggi a lavoro una cliente mi ha trattata male, una nuova ragazza -sempre fisioterapista- è in continua competizione con me e per di più ho dormito pochissime ore. Come sempre ho avuto un altro incubo."
"Capito. Oh povera Diana, come farà ora a dormire senza il suo Michael che la stringe forte forte al suo fantastico corpo degno del Re del Pop?" Domandò ironicamente mentre posava una mano sul fianco. Risi imbarazzata, sentii le gote rosse ed in quel momento mi resi conto avesse ragione. Mi mancava, dovevo ammetterlo. Ma la cosa positiva era che ci sentivamo due o tre volte al giorno, rimanendo ore intere al telefono e parlando del più e del meno.
"Smettila..." Esordii incrociando gli avambracci.
Mi raggiunse scuotendo la testa e posandomi le mani sulle spalle, poi incontrò i miei occhi.
I suoi erano lucidi e perfettamente abbinati al colore dei capelli, raccolti in un alto e disordinato chignon.
"Senti, che ne dici di passare un po' di tempo insieme?" Propose ad un certo punto.
"Mh?"
"Tu stai proprio dormendo, ti ho chiesto se ti va di passare un po' di tempo insieme. È da tanto che non dedichiamo un po' di tempo alla nostra amicizia."
Vedendo che non rispondevo ed assumevo un'espressione pensierosa, mi richiamò.
"Diana, io e te andremo a fare shopping.
Te gusta?"
La guardai.
"Parli anche spagnolo adesso?"
"Dai, sono seria! Ci stai?" Mi domandò euforica, ed istintivamente sorrisi compiaciuta.
"Ah! Lo so che ti va piccola Meyer."

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