146: Effetti collaterali

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Attirata dalle grida della nipote, Nilda accorse in suo aiuto.
"Santo cielo, piccola... che succede?" chiese preoccupata.
"Nonna, aiutami, per favore... non capisco, sta male!" singhiozzò Flor.
"Ehi... tesoro, guardami!" disse Nilda, rivolgendosi a Fede. "Guardati attorno! Sei a casa... qui le auto non possono entrare... lì ci sono i tuoi figli... sono solo un po' preoccupati per te, ma staranno meglio... e starai meglio anche tu."
"Ha... ha la febbre..." balbettò Flor, terrorizzata. "Amore, ti prego... ti prego, ascoltami! Sei a casa... con la tua famiglia... va tutto bene!"
"Dimmi, tesoro: riesci a legger l'ora?" chiese Nilda, rivolta a Flor.
"Mezzanotte e cinque minuti." rispose Flor. "E lui... lui sta così da..."
"Cinque minuti" la interruppe Nilda. "Tranquilla, è normale... vedi, questa, per chi è stato dall'altra parte per poi tornare, è un po' come un'influenza stagionale... soprattutto se ce n'è voluto per convincere chi di dovere a lasciarti tornare." spiegò pazientemente Nilda. "Dovresti farlo mettere a letto... sarà una lunga notte, e unalunga giornata per lui."
"Non gli succederà niente, vero?" chiese Flor. "Io... io..."
"Amore, tranquilla... ti ho detto che sarà una lunga notte per la febbre e le allucinazioni... ma se ti stai chiedendo se rischia la vita, no, tranquilla. Lascia che passi questa giornata... dopo starà meglio di prima... il primo anno è il peggiore... anche perché lui ha fatto di tutto per non farti notare quanto questa storia sia stata un trauma anche per lui..."
"Gli ho riempito la testa di chiacchier su questa storia... è colpa mia..."
"Assolutamente no, piccola... tu non avresti potuto impedire che accadesse... lui ha sofferto moltissimo, nella situazione in cui vi ha visti vivere e ha fatto il possibile perché quel trauma, al suo ritorno, non pesasse troppo su di voi... per questoè esploso in questa forma. Coraggio, aiutalo a mettersi a letto... ti darò una mano anch'io." E, appoggiandosi al suo bastone con una mano, aiutò Flor a tirare su il giovane con l'altra. Lui stesso cercò di collaborare, riconoscendole, e arrivarono al letto.
"Vieni, amore... mettiti giù, stai tranquillo" disse Flor, coprendolo con un lenzuolo fresco. Prese un asciugamano di lino, per non fargli male, e gli asciugò il sudore dalla fronte, per dargli un po' di sollievo, poi si chinò a dargli un bacio, sempre in quel punto, e disse: "Ora tocca a me, dirtelo... io sono qui, tesoro... sono qui. Mi senti?"
Lui tese la mano e gliela strinse. "Flor... mi dispiace..."
"Non hai niente di cui scusarti, amore. Se vuoi, guardami... io non mi muoverò di qui finché non starai meglio."
Lui respirava affannosamente. Aveva gli occhi fissi su di lei, come per implorarla di non andarsene, e lei, al contrario, si fece più vicina.
"Nonna, io... io non posso muovermi di qua" balbettò Flor.
"Tranquilla. Ci penso io ai gemellini... e domani avvertirò gli altri, così riusciremo a curare i bambini e a dare gli ultimi ritocchi alla casa."
"L'aiuto io, signora" disse Sandra, entrando nella stanza. "Con i bambini posso aiutarla io... devo molto ai ragazzi, perché si sono presi cura di Robertina... e anche di me..."
"Grazie, Sandra" disse Nilda. Prese le carrozzine e le agganciò l'una all'altra, poi Sandra le diede una mano a portarle. Andarono nella vecchia camera dei signori Fritzenwalden per prendersi cura dei bambini.
"Poveri ragazzi" disse Sandra, prendendo in braccio Margarita e cominciando a cullare Margarita. "Sembra che non trovino mai un attimo di pace."
"Eh, sì... sono sfortunati, in quel senso... ma hanno cambiato la vita in meglio a un bel po' di persone."
"Oh, sì, lo so. Con tutto i lrispetto, ma mi ero accorta del fatto che prima sua nipote... fosse, ecco..."
"Oh, sì! Ma non parlo soltanto di lei" spiegò Nilda. "È una fortuna che tu ti sia innamorata di Pedro adesso, Sandra... cioè, mi dispiace che il tuo compagno abbia fatto quello che ha fatto, però... credimi: se un anno fa avessi iniziato a frequentare Pedro, te l'avrei sconsigliato..."
"Pedro? Oh, no... no, io..."
"Cara, non ti sentire in imbarazzo. Anch'io sono stata giovane come te... so che sta nascendo qualcosa... vedo che avete una forte complicità... andateci un po' cauti, però... come state facendo... insomma, per Roberta. Sai, non scorreva buon sangue, tra loro, un po' di tempo fa."
"Sì... è questo che mi preoccupa, in realtà... e poi, sono già rimasta scottata una volta..."
"Lui è molto diverso dall'uomo che era, cara... ltrimenti non avrebbe aiutato mia nipote, quando era in pericolo."
Sandra sospirò, continuando a coccolare Margarita e prendendo in braccio anche Derick.
Nel frattempo, Ariel, che aveva sentito le grida, si era diretto verso la stanzk
"Flor, ma cos'è successo?" chiese preoccupato.
"Sta male, Ariel!" rispose la ragazza. "È il giorno peggiore di sempre... eppure dovremmo essere felici: i nostri figli compiono un mese, ma è passato esattamente un anno da... da quel giorno maledetto!" Con la mano libera dalla stretta di Fede, Flor si asciugò il viso ricoperto di lacrime.
"Ehi! Scout, mi riconosci?" chiese Ariel, avvicinandosi al giovane. "Sono Ariel. La tua più grande spina nel fianco."
"A... riel..." balbettò il povero Fede. "Prenditi... cura... di.. . di Flor... ti prego... puoi sentirmi, vero?"
"Sì... tranquillo, sei vivo... sei a casa tua.."
"No... Massimo, la strada... guarda la strada... guarda la strada..." ripeteva Fede, agitando una mano come per far segno a qualcuno.
"Massimo sta bene... è merito tuo" singhiozzò Flor. "Tu hai salvato la vita al Conte Minimo, tesoro! E il Capo ti ha fatto tornare da me.. sono la tua Flor... la tua Floricienta..."
Lui allungò la mano e le accarezzò il viso. "Non piangere..." le disse sottovoce.
"Flor, ascolta: vado a preparare un caffè... so che non vorrai riposarti, quindi, magari, così riuscirai a stare sveglia."
"Grazie, Ariel... ma non serve. Ho tanta adrenalina dentro... ho tanta ansia che potrei produrlo con le mie lacrime, il caffè" scherzò lei, singhiozzando. Ariel rise leggermente, si voltò e lasciò la stanza. Rosita lo stava aspettando fuori.
"Amore, non ti preoccupare. Rimango io qui con lei... tu va' a preparare quel beverone per la febbre... quello che conosce anche Greta... non so come si chiama, ma mi hai capito, insomma" disse a bassa voce.
"Oh, certo... la ricetta bavarese, credo si chiami" disse Ariel, che, quando si era rimesso in forze, si era fatto insegnare come preparare tisane o beveroni per i malanni da Greta... questo perché Rosita era di salute cagionevole. Il fatto che in campagna fossero tutti sani e forti era infatti una leggenda metropolitana: Rosita era piccola e gracile e si ammalava spesso.
Quando Ariel fu andato via, Rosita entrò nella stanza di Flor e si mise a sedere sul letto in cui, tempo prima, dormiva Roberta.
"Chi c'è?" chiese Flor, preoccupata.
"Rosita" rispose Flor. "Sono venuta a farti compagnia. Ehi, Fede... non sono mia cugina vecchio stile, non guardarmi così!"
Per un momento, infatti, Fede l'aveva guardata in tralice, scambiandola per Reina, (all'epoca Delfina), ma poiché l'unica cosa che distingueva le due era la voce, il giovane si rasserenò. "Lei non è più così. I tuoi fratelli vanno molto d'accordo con lei, adesso. E, cosa più importante, tu puoi parlare con loro quando vuoi... loro possono sentirti."
"Come sai che..." balbettò Flor.
"Mio padre" rispose Rosita, "mio padre ha vissuto qualcosa di nlto simile... solo che lui non ha imparato a gestirlo, perché in realtà non voleva... sai quei padri stile Seicento, che pensavano che le donne fossero oggetti? Mio padre era esattamente così... in ogni caso, un giorno ha avuto un incidente... sembrava tutto perduto, ma poi lui è tornato... solo che, non essendo proprio buono per natura, diventava violento con la mamma una volta all'anno... con le mani, nel suo caso... nel mio diventava violento a parole... finché non l'abbiamo mandato via di casa."
"Mi dispiace tanto" disse Flor.
"Tranquilla, lui non diventerà cattivo... mio padre lo era. Lui si beccherà le allucinazioni e la preoccupazione."
"Ma... Mas... Mas-si-mo..." balbettò Fede, guardando il soffitto. "Chia-ma-te-lo."
"Sì... sì, amore mio, tranquillo. Non preoccuparti, lo faremo venire qui... non preoccuparti..."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora