(38: Scontro)

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Franco ed Emma erano seduti sul letto di lei, l'uno accanto all'altra, e lei aveva la testa appoggiata sulla spalla di lui.
"Ce la siamo cavata alla grande, oggi."
"Decisamente, Franco. Ti giuro: ho avuto una paura tremenda... beh, perlomeno ora che sia Flor che Fede si sono ripresi... i ragazzi non se ne dovranno andare via..."
"Sì, ma tu sei pensierosa. Che ti prende, Emma?"
"Non lo so... io... non lo so. Ho paura che qualcuno entri da quella finestra e venga a prendermi. Sto bene qui con voi e non voglio che mi portino via."
"Se qualcuno ci prova soltanto, tesoro, giuro che lo trasformo in una frittata umana!" disse Franco, facendola ridere.
"Per curiosità: è un vizio di famiglia quello delle metafore?"
"In che senso?"
"Insomma, sento spesso metafore strampalate dalla si... da Flor, e... e da tuo fratello."
"Quale dei quattro maschi?"
"Il si... Fede! Accidenti, mi ci abituerò mai?"
"Diciamo che è una moda che ha portato Flor."
"Ah... wow, forte!"
"Senti... se vuoi posso stare qui con te, per stanotte."
"Ma no, Franco, tranquillo! Se dormi di nuovo con me il povero Nico chiamerà la polizia perché ti darà per disperso" rispose lei, facendolo ridere.
"Ma guarda! La moda delle metafore sta prendendo anche te!" disse Franco, premendo le sue labbra su quelle candide di lei.
"Dai, adesso va'" disse Emma.
"D'accordo. Allora a domani, principessa!"
"Sogni d'oro, Franco!"
Forse Emma avrebbe fatto meglio ad accettare, perché la strega le stava preparando una brutta sorpresa.
Durante la notte aveva ideato un piano e aveva detto a Gonzalo, il ragazzo che stava con Maya tempo prima, di entrare in casa Fritzenwalden e rapire Emma.
"Così facendo ci guadagneremo entrambi" disse. "Tu riavrai la tua piccolina e il tuo padrone sarà contento, ed io avrò in pugno quegli stupidi!"
Proprio quella notte Emma non riusciva a dormire. Era come se sentisse che stava per accaderle qualcosa di brutto.
Era seduta sul letto quando udì battere alla finestra. Si avvicinò con cautela e quando vide la sagoma di quell'uomo fece un salto indietro per lo spavento.
"Apri la finestra, piccola!" disse lui.
"Che cosa vuole? Che cosa vuole da me?"
"Apri questa maledetta finestra, Emma! Che tu lo voglia o no verrai con me!"
"AIUTOOO! QUALCUNO MI AIUTI... PER FAVORE!"
Si udì uno scatto, la finestra si aprì e una mano afferrò il polso della ragazza. Gonzalo stava per tirarla su, quando apparve Franco.
"Lasciala stare! Lasciala, maledetto!"
"Ah, tu sei il fratellino di Maya!"
"Fratellino o no sono cose che non ti riguardano! Lasciale il braccio!"
"Questa piccola furbetta è venuta ad abitare qui, ma non è questa la sua casa e io devo portarla con me, ragazzino!"
Il ragazzo si avvicinò e liberò Emma.
La piccola tremava e si agitava tra le sue braccia.
"Ehi! Tranquilla, va tutto bene!" le disse cercando di calmarla.
Gonzalo si avvicinò e afferrò in modo brusco le spalle di Emma, stringendole a tal punto da farla gridare dal dolore.
Franco si fece avanti e lo colpì. Da lì partì uno scontro che Emma non sapeva come frenare.
"VI PREGO, SMETTETELA!" gridava correndo da una parte all'altra per trattenere la furia dei due litiganti. "CORRETE! CORRETE! PRESTO!"
Fede e Maya la raggiunsero e si accorsero che era terrorizzata.
"Cos'è successo, Emma?" chiese Maya.
"V-venite! Sono n-nella mia s-stanza!"
"Emma, cerca di calmarti! Cos'è successo?" chiese Fede prendendo una mano della ragazza, che tremava come una foglia.
La ragazza non riusciva a parlare, quindi indicò la porta e la aprì con le mani che tremavano.
Maya rimase scioccata da quello che vide.
"Che ci fai tu qui?" gridò avventandosi su quel mostro e tirandolo indietro. Si voltò a guardare suo fratello e vide che aveva il volto completamente imbrattato di sangue.
"TU SEI UN MOSTRO!" gridò Maya.
"Ma davvero, Maya(" disse lui. "Una volta non la pensavi così!"
"Prova a ripeterlo!" disse Fede tirando verso di sé la sorella per proteggerla. Nessuno poteva permettersi d'insultare il suo diavoletto o chiunque altro della sua famiglia: era una delle poche cose che lo facevano tornare il buon vecchio Freezer capace di far vibrare i vetri solo gridando. "Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio, idiota!"
"Fede... mi dispiace..." singhiozzò lei da dietro di lui. "Se ti avessi dato ascolto all'epoca..." Ripensava a tutte le volte in cui lui l'aveva sgridata perché frequentava quell'uomo e in quel momento rimproverò se stessa per non averlo ascoltato... ma questa volta lui reagì in modo completamente diverso... in fondo sua sorella era una creatura innocente, un'adolescente in crisi, e non aveva colpa della cattiveria di quel mostro.
"Piccola, tranquilla... va' via, adesso, fa' presto! Dobbiamo chiamare un'ambulanza!" le disse con tenerezza.
"Come faccio a lasciarti qui?"
"Tranquilla... vai, diavoletto! Io me la caverò."
Maya rivolse uno sguardo all'aggressore: quell'uomo era con le spalle al muro, Fede l'aveva bloccato dopo averla lasciata e lo guardava come se avesse tentato di incenerirlo.
Emma si avvicinò a Franco e cadde in ginocchio scoppiando in lacrime.
"Piccola, non piangere!" le disse lui.
Gonzalo diede una violenta spinta a Fede e Maya, che non era riuscita ad andarsene e si era aggrappata al fratello, perse l'equilibrio e cadde a terra. Lui si voltò per soccorrerla, ma quel mostro gli sferrò un pugno in pieno volto. Il poveretto cadde a terra con il volto sanguinante e il mostro continuò a colpirlo.
"Maledetto!" gridò Maya gettandosi contro di lui con la furia di una tigre.
"I vostri protettori sono fuori gioco!"
Maya non gli lasciò il tempo di dire altro e, come se una grandissima forza si fosse impossessata del suo corpo, lo prese a pugni continuando a gridargli contro... ma lui era troppo forte e la bloccò contro il muro.
Fede non poteva permettere che quel verme che in passato aveva provato a circuire sua sorella mettesse le sue mani, che si erano macchiate del sangue di suo fratello, su di lei. Si trasformò in fantasma, lo afferrò per il colletto della camicia e lo scaraventò per terra. Lui non poté reagire, perché nom lo vedeva più.
"Ti piace giocare sporco e questo è quello che ti meriti!"
Poi ci pensò Margarita a portarselo via da svenuto e a chiudere la finestra.
Emma era terrorizzata e Maya, notando il modo in cui tremava, si avvicinò e la strinse forte a sé per tranquillizzarla.
"Emma, ti prego, non devi piangere!" le disse. "Adesso dobbiamo occuparci di loro. Su, coraggio! È tutto passato!"
Infatti Franco era svenuto e Fede, che era stremato per l'aggressione e la trasformazione, era praticamente sulla buona strada per raggiungerlo.
"È tutta colpa mia!" disse Emma. "È colpa mia se si sono scontrati con lui!"
"Ehi! Ascoltami, tu non c'entri nulla! È stato lui a venire qui, o sbaglio?"
Proprio in quel momento entrarono Flor, Bella e Nico.
"Ragazze, cos'è successo?" chiese Flor correndo verso di loro.
Emma, con le lacrime agli occhi, raccontò tutta la storia.
"Mi occupo io di mia sorella" disse Bella prendendo per mano la ragazza.
"Maya, tu vai a chiamare un'ambulanza" disse Nico, "io cercherò di curare Franco."
Flor corse a prendere dell'acqua e il materiale per disinfettare le ferite di Fede. Tornò nella stanza e s'inginocchiò accanto al suo principe e facendosi coraggio gli disinfettò le ferite.Lui si era ripreso da poco e ogni tanto stringeva i denti per un piccolo dolore che gli procuravano quelle ferite.
"Scusami" disse Flor sottovoce. "Non volevo farti male, tesoro..."
"No, non preoccuparti" rispose lui. "Anzi, grazie per quello che stai facendo per me, Flor! E poi... per la prima volta in vita mia ho giocato sporco con uno che non è un cavaliere!"
"Lo faccio perché ti amo" disse Flor. "E poi lo dovevi fare per forza!"
"Anch'io ti amo" disse lui cercando di tirarsi su per baciarla, ma ricadde all'indietro a causa del forte dolore provocato dalle ferite.
"Non ti agitare" gli disse Flor chinandosi verso di lui e offrendogli le sue labbra perché lui la baciasse.
All'improvviso Flor si portò una mano sul ventre.
"Che cos'hai?" le chiese Fede.
"Ha... ha scalciato!" balbettò la ragazza al culmine dell'emozione.
"Posso toccarlo?" chiese Fede.
"Sì, d'accordo" rispose la ragazza sdraiandosi accanto a lui. "No, fermo... ti raggiungo io, calmati!" Gli si avvicinò il più possibile.
Fede tese il braccio e posò una mano sul ventre della ragazza. La piccola creatura dentro di lei continuava a scalciare con insistenza e lui sentiva quei movimenti sotto le mani e non poteva credere che fosse vero. Una volta Flor gli aveva detto: "Avrei voluto essere la madre del tuo primo figlio... ma questo non sarà possibile!"
Quel desiderio si era realizzato e loro non potevano che esserne contenti.
Ma qualcosa parve farlo innervosire.
"Tesoro, che hai?" chiese Flor.
"Franco... quel deficiente l'ha conciato per le feste e io non ho... fatto im tempo... ah, accidenti!"
"No! No, resta tranquillo, che se t'innervosisci poi ti fa male tutta la faccia" disse con dolcezza la ragazza. "Andrà tutto bene, mio Freezer!"
All'improvviso, però, si udì il suono delle sirene. Flor aiutò Fede a rialzassi e si diressero verso l'ambulanza. In quel momento Fede vide Franco, era ancora privo di sensi e le sue ferite continuavano a sanguinare. Il poveretto sentì che da un momento all'altro sarebbe crollato e strinse tra le sue la mano di Flor, che con una grande prontezza di riflessi gli prese anche l'altra e lo sostenne.
"Perché tutto questo? Perché quel mostro ha deciso di rovinare la vita di mio fratello e di Emma? Che diavolo gli hanno fatto?"
"Stai calmo, ti prego! Il problema con la sua coscienza ce l'avrà lui e poi tuo fratello è forte e se la caverà!"
Ma non era solo Fede ad essere scosso: Emma si sentiva soffocare a causa delle emozioni peggiori che potesse provare, che tra l'altro si erano manifestate tutte insieme: paura, dolore, senso di colpa, che messe insieme erano una bomba ad orologeria. Bella cercò in ogni modo di calmarla, ma era tutto inutile: Emma non riusciva a fare nulla, non faceva altro che piangere e dire che quel disastro era avvenuto per colpa sua.
Nell'udire le sirene dell'ambulanza, poi, il mondo parve crollarle addosso: corse via e raggiunse Flor e Fede.
"Perdonatemi, vi prego!" disse tra i singhiozzi. "È tutta colpa mia!"
Flor e Fede lasciarono che lei si unisse all'abbraccio e lui disse: "Tu non c'entri, piccola! È stato quel mostro a venire qui per rapirti, è lui che ha scatenato tutto questo! Chiaro?"
Emma rimase sorpresa: se si fosse trattato di suo padre non sarebbe stato così gentile e sua madre non avrebbe direttamente fatto una piega.
Flor, invece, non faceva altro che asciugarle il viso e Fede le aveva detto tutte quelle cose...
Tutti e tre salirono su quel veicolo insieme a Nico e Bella e si diressero verso l'ospedale. Una volta arrivati i medici visitarono sia Fede che Franco.
Il primo non aveva ferite molto profonde, ma il secondo era in pericolo.
Emma non voleva che accadesse niente alla famiglia che l'aveva salvata. Si mise seduta in sala d'attesa, si coprì il volto con le mani e pianse in silenzio con lo sguardo fisso sul pavimento. All'improvviso si sentì toccare una spalla, si voltò e vide Nico, pallido e stravolto almeno quanto lei.
"Povera piccola!" le disse. "Ti senti in colpa al posto del vero responsabile di tutto questo! È lui che dovrebbe piangere, chiedere perdono e dire: "È tutta colpa mia!", ma visto che il suo cuore è fatto di granito non lo farà mai e sei tu a farne le spese! Ora capisco perché mio fratello tiene tanto a te!"
"Chi potrebbe tenere a me dopo quello che vi sto facendo passare?" chiese Emma soffocando un singhiozzo.
"Come si può non volerti bene? Tu sei troppo buona perché accada il contrario! Solo un insensibile può avercela con un angelo come te!" le disse Nicolas.
Emma si alzò e andò ad abbracciarlo. Il ragazzo ricambiò e disse: "Andrà tutto bene!"
Proprio in quel momento il dottore uscì dalla stanza. Emma non aveva la forza di parlare, quindi fu Nico ad avvicinarsi al dottore e gli chiese: "Come sta mio fratello?"

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora