(10: La forza dell'amore)

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Fede poteva uscire solo come spirito. Andò da Flor e la vide distesa per terra, rossa di febbre e immobile. Il pallore della pelle, infatti, era stato sostituito da quella febbre. Si avvicinò e le sfiorò una mano.
"Oh mio Dio tesoro, no!" esclamò terrorizzato, vedendola ridotta in quel modo. Voleva gridare ai presenti, rimasti congelati dal terrore, di chiamare un dottore, ma sapeva che non l'avrebbero sentito, per cui prese una foglia con la quale Flor lo aveva curato tempo prima, una foglia che teneva sempre con sé e che conservava il suo intenso verde, nonostante il tempo.
Si chinò sulla ragazza e le diede un bacio sulla fronte, poi la coprì con la foglia. "Questa me l'hai portata tu il giorno in cui mi sono ammalato, Flor, e mi è stata molto utile. Se questo non dovesse bastare ti porterò sotto il tuo albero, te lo prometto!"
La foglia cominciò a brillare sulla fronte della ragazza e lei sbatté gli occhi. I ragazzi erano intorno a lei.
"Da dove è arrivata quella foglia?" chiese Dominick, avvicinandosi a Flor.
"Io... io credo di saperlo" disse Thomas. E aveva capito benissimo! Raccontò tutto a Roberta, Dominick e Martin, che  furono molto sorpresi da quell'idea, ma al contempo si sentirono sollevati. La foglia continuava a brillare e vibrava appena.
Flor stavolta aprì gli occhi e alzò una mano. "Ragazzi..." riuscì a malapena a biascicare.
"Non sforzarti, non sforzarti" diceva Fede, tenendo stretta la mano di Flor.
"Amore mio..." continuò la ragazza.
"Che dici? Amore mio?" chiese Martin.
"Sta parlando di Fede. Lei può sentirlo" spiegò Thomas, "e lui è qui!"
Flor continuò ad agitarsi, non avendo più la forza necessaria per dire altro.
Fede non poté rimanere a lungo lì, a tenerle la mano, perché una raffica di vento lo riportò nella caverna. La foglia volò via dalla fronte della ragazza e cadde sul pavimento. Lei aveva le vertigini, ma cercò ugualmente di alzarsi e Thomas, accorgendosene, la trattenne. "Stai giù" disse, "non c'è fretta!"
Flor restò distesa per qualche minuto. Dopo un po' le vertigini cessarono e la ragazza si tirò lentamente su a sedere.
Thomas e Roberta sedettero dietro di lei per sostenerla. Martin e Dominick, invece, presero le sue mani tremanti.
Reina si mise di fronte a lei e le tenne la testa alzata, con delicatezza.
"È stato molto bello quello che hai fatto per lui, sai? Io non credo che avrei avuto il coraggio di fare la stessa cosa" le disse, "e anche se il risultato non è quello che speravi sono certa che quello che hai fatto l'abbia aiutato."
"Come sta, adesso?" chiese Flor.
"Non lo sappiamo ancora" rispose Reina.
Aveva appena finito di dirlo quando si udirono dei trilli preoccupanti provenire dai macchinari che Fede aveva attaccati sul petto.
"Oh no, no!" gridò Flor, agitata.
"Calma, stai calma." le disse Reina. I suoi occhi si colmarono di lacrime, ma lei si trattenne, anche se a fatica. "Andrà tutto bene, piccola... andrà tutto bene."
Afferrò una campanella e chiamò il dottore. Quest'ultimo non perse tempo: appena entrato controllò le macchine e portò via Fede con una barella. Flor era terrorizzata. Aveva già perso il suo amore una volta e ora sentiva più che mai una voce malvagia sussurrarle all'orecchio: "È finita, e stavolta per sempre, piccolo cardo!"
La voce malvagia era quella della strega.
"No, non può essere, non è vero, non è vero!" continuava a ripetere la ragazza.
Scattò in piedi e tutti si strinsero intorno a quel letto vuoto e scoppiarono in lacrime. Non potevano più resistere.
La strega aveva fatto sentire a Flor i suoi pensieri e li ripeteva di continuo al solo scopo di darle il tormento, inoltre andava e veniva da quella casa, sperando di ritrovarvi i bambini, che avevano subito più di tutti le conseguenze del suo sadismo. Avevano già sofferto una volta per quella cosa.
Di solito trovava i bambini, ma quel giorno si stupì di non trovare proprio nessuno in casa. Non sapendo dove cercare andò in ospedale per dare a Flor, Fede, Reina e gli altri quanta più energia negativa possibile.
Entrò nella stanza del ricovero dove ora si trovava l'intero nucleo abitativo-familiare di casa Fritzenwalden, i cui membri erano stretti gli uni agli altri e con gli occhi pieni di lacrime. Visto che loro si stringevano a quel modo, la realizzazione del piano della strega risultava molto più difficile del previsto. Loro non si separavano nemmeno per un secondo e pensavano e speravano con tutte le forze che le cose andassero per il verso giusto. Gli apparecchi ai quali Fede era attaccato davano di matto e la strega cercava in ogni modo di risvegliare in loro il timore che lui non ne sarebbe uscito, ma le risultò impossibile farli crollare. Aveva provato a colpire tutti, ma le sue forze ne avevano risentito, quindi tentò di colpire quelli che in un dato momento le apparivano più fragili, ma appena uno di loro iniziava a vacillare, gli altri lo aiutavano a riprendersi. Continuarono a stringersi le mani formando un cerchio perfetto e alzarono le braccia, puntando le dita verso il soffitto, come per cercare qualche aiuto anche dal cielo. Quell'aiuto non tardò ad arrivare. Un'ondata di energia li investì in pieno e, alzando lo sguardo, videro tre figure muoversi sopra di loro e continuare a ripetere: "Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene."
"È inutile che continuiate a darvi le mani in questo modo! Sembrate degli idioti!"
"Meglio così! Gli idioti sono felici e a quelle come te questo non fa bene..."
"Fede non ce la farà. Il suo destino è segnato, lo era già dalla prima volta."
"Il tuo non sarà migliore, strega! Carcere, solitudine, e... niente soldi che possano salvarti la faccia!"
Flor non ebbe difficoltà a contrastarla perché l'aveva sempre detestata, anche da prima che tutti acquisissero poteri.
Chi invece era dubbiosa era Reina, e sua madre, accorgendosene, si concentrò su di lei.
"E tu, bambina mia? Anche tu fai parte dei soldatini del piccolo cardo, ora?"
"Non chiamarla mai più in questo modo!"
"Una volta anche tu la chiamavi così!"
"Infatti, ma ora l'ho conosciuta e so che il "piccolo cardo", come hai detto tu, nel cuore ha solo le spine che "io" le ho rivolto contro. E nonostante questo lei non si è tirata indietro quando le ho chiesto aiuto: anzi, è stata la prima a perdonarmi e ad accogliermi in questa famiglia, la prima! Io a loro ho fatto solo male, tanto, troppo male!"
"No, non è vero!" intervenne Dominick.
"Tu sei stata vicina a tutti noi in questi giorni, Reina, ci hai dato tanto amore, tanto coraggio, ci hai portati qui! Non ci hai fatto solo del male!" aggiunse Martin.
"Hai sentito?" disse Flor. "Il bene, presto o tardi, trionfa sempre, arpia!"
La strega li guardò, un po' sorpresa.
"Forse ti stai confondendo, piccolo cardo, perché è il male che presto o tardi trionfa sempre!"
"Non sono mai stata più sicura in tutta la mia vita!"
Loro si strinsero più forte le mani e per un po' l'amore e la forza di quella famiglia sembrarono funzionare davvero.
Però c'era l'altra parte, quella della strega, che faceva il possibile e l'impossibile per farli cedere alla disperazione.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora