(62: Quattro chiacchiere con i signori Fritzenwalden)

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Visto che l'auto era rimasta in ospedale e Flor non avrebbe dovuto fare sforzi, Bella prese in braccio Emma e Flor si limitò a seguirla, perché non ne voleva sapere di aspettare a casa.
Quando i medici portarono via la ragazza Fede si avvicinò a Flor, sorpreso.
"Amore mio, che cosa fai qui?" chiese prendendole le mani.
"Si tratta di Emma, la sorellina di Bella... non so cosa le sia successo, ma ho visto che aveva le mani sugli occhi, ripeteva: "Fallo smettere, fallo smettere!", e a un certo punto è crollata a terra per il dolore..."
Al sentire questo Franco scattò in piedi, raggiunse Flor e chiese: "Come? Hai detto che... che aveva male agli occhi, Flor?"
"Sì, ma... perché?"
"Quella vecchia strega ha colpito ancora!"
"Franco! Franco, no, aspetta!" cercò di trattenerlo Fede, visto che Franco si era messo a correre.
"Va' da lui" sussurrò Flor. "Noi staremo bene, promesso!"
E lui lo fece: corse dietro al fratello e quando l'ebbe raggiunto lo prese per un braccio e lo costrinse a girarsi. Franco aveva gli occhi pieni di lacrime e non osava alzare lo sguardo verso il fratello, che dal canto suo non osava mollarlo.
"Franco! Guardami in faccia, ti prego" disse Fede mettendogli due dita sotto il mento.
"Quando quel dannato ladro ha cercato di fare del male ad Emma... cioè, dopo... per un po' lei ha detto che le facevano male gli occhi, che non vedeva più niente... non vedeva più niente! La mia piccola si vergogna già tanto di se stessa, e anche se non c'è nulla di male starebbe persino peggio se perdesse la vista, e io non voglio... ha già sofferto a sufficienza per colpa di quell'animale di suo padre e dei suoi sequestratori!"
"Ehi! Ehi!" lo riscosse il fratello, mettendogli entrambe le mani sulle spalle. "Non è detto, e se anche fosse, Franco, adesso Bella ed Emma hanno una famiglia... e se quella povera creatura dovesse vergognarsi di se stessa, l'aiuteremo a volersi bene. Se necessario impareremo a vivere sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi... in fondo abbiamo avuto un'imitatrice in casa che ha interpretato proprio quel ruolo... non può essere così diverso..."
"Aiutami, ti prego! Aiutami" sussurrò, tra un singhiozzo e l'altro, il povero Franco.
"Vieni qui, fratellino." gli disse Fede attirandolo a sé e stringendolo in un abbraccio.
Franco lo lasciò fare e dopo l'abbraccio si sentì più tranquillo. Da quando Fede era tornato dall'altro mondo preferiva quella tattica alle discussioni, che tra parentesi avrebbe molto volentieri evitato da sempre, ma per sopravvivere si ostinava a fare la faccia da duro. Ora che aveva scoperto un altro modo, però, evitava di scontrarsi con i ragazzi, cosa che faceva bene tanto a lui quanto a loro, che adesso erano più propensi a confidargli le loro pene.
Quando Franco si fu calmato i due fratelli rientrarono. Flor era seduta su una sedia, pallida come un cencio.
"Fede... è venuto il dottore" disse Flor. "Quello che si è occupato di me, ti ricordi?"
"Sì..." rispose lui, e Franco, come se avesse capito chi riguardava la notizia che Flor stava per dare, strinse il braccio del fratello cercando di mantenere il controllo, e Fede, per tutta risposta, gli passò una mano sul polso, rigido e teso.
"È lui che ha visitato Emma."
"No! No, ti prego!" sussurrò Franco.
"Tranquillo... tranquillo... respira."
"Il... il dottore... ha detto che... che non è in pericolo di vita, ma... m-ma potrebbe diventare cieca." sussurrò Flor.
Franco si slanciò in avanti, cercando di tirare un pugno al muro, ma Fede lo trattenne.
"Cosa credi di risolvere con l'autolesionismo, Franco?" gli disse, ma non con rabbia: con dolcezza. "Vieni qui... siediti. Ascolta: ora lei avrà bisogno che tu le stia vicino... non sarà facile convivere con questo quando si sveglierà... come abbiamo imparato a convivere con queste stranezze che ci capitano ogni benedetto giorno, ti giuro che impareremo a convivere anche con una cosa diversa, ma normale... è una cosa normale, chiaro?"
Franco gettò la testa all'indietro. Sembrava così stanco.
"C'è dell'altro" disse Maya. "Reina ha bisogno di una trasfusione, ma né Flor né Sofia sono compatibili... gli unici che possono fare qualcosa..."
"Siamo sua madre ed io..." disse Fede.
"Che cosa? Potresti farlo davvero, Freezer?" chiese Flor, speranzosa.
"Sì, posso farlo io, piccola." rispose lui. "Ho un gruppo sanguigno che può essere donato universalmente e posso darle il mio sangue!"
"Amore, sei sicuro?" chiese Flor.
"È tua sorella, e le voglio bene. Come se fosse MIA sorella... e l'aiuterò a svegliarsi, te lo prometto!"
Ora c'è da dire che lui non sapeva quanto bene avrebbe fatto a Reina: era un ex fantasma, un uomo con una parte soprannaturale, (come tutti gli abitanti di casa Fritzenwalden), ma il sangue di un ex fantasma dava molte più possibilità di sopravvivenza. Lui si rivolse al medico di turno, entrò in una stanza sterilizzata e il medico lo fece sdraiare su un lettino.
"Ce ne vorrà molto. È sicuro di sentirsela?"
"Quella ragazza sta rischiando la vita, e le assicuro che sua madre è assolutamente da scartare!" rispose Fede, senza entrare nello specifico.
A quel punto gli fu attaccata una boccetta al braccio e questo venne stretto da un laccio emostatico. Fede non volle guardare il percorso del suo sangue dal braccio alla boccetta. Chiuse gli occhi, passandosi l'altra mano sulla fronte. Capiva perché Franco fosse così stremato: stavano accadendo decisamente troppe cose... ora la sua ragazza, senza sapere né come né perché, sarebbe diventata cieca.
Reina, che fino a poche ore prima progettava di formare una famiglia con Lorenzo, ora rischiava di non arrivare al giorno dopo.
Anche lui avrebbe desiderato fare del male a quella vecchia megera della sua madrina... era sempre stato buono, ma questo era decisamente troppo... persino per lui.
"Non ci devi pensare, amore mio" gli disse con un'infinita dolcezza una voce che non avrebbe mai potuto dimenticare.
"Mamma..." sussurrò Fede, stupito. "Cos'è, un sogno?"
"No, tesoro" gli rispose lei.
"Come... come fai a..."
"Tesoro mio, te ne sei dimenticato? Solo tu ci puoi sentire, perché sei stato qui."
"Che devo fare, mamma? Reina è in bilico, Sofia è sconvolta, Flor non sta certo meglio e questo non fa bene ai nostri figli, e adesso quella povera ragazza, Emma... che non c'entra niente, per gli sporchi piani di quella strega... scusami: di quella donna, ci sta praticamente perdendo gli occhi! Ah, ciliegina sulla torta: Maya ha visto Reina con la tempia sanguinante e Franco è distrutto!"
"Sì... ma tutto questo non deve far sentire in colpa né te né Flor. Voi vi state gestendo bene, anche se questa è una situazione difficile, strana... e state facendo di tutto per proteggere i ragazzi, ma non riuscirete a farlo sempre. Ora però stacca la spina, cerca di stare tranquillo, che, fantasma o non fantasma, dare il tuo sangue a qualcuno t'indebolirà comunque e i ragazzi hanno bisogno di te."
"Mi vergogno tanto, mamma..."
"Di che cosa, tesoro mio("
"Ho desiderato fare del male a quella donna..."
"Ehi! È normale: sei esasperato, mio povero Fede. Anzi: se non ti è venuta voglia di prenderla a calci fino ad oggi ora ho la conferma che tu sei un miracolo della natura... e il Capo evidentemente lo sapeva, altrimenti non ti avrebbe lasciato andare. Basta che tu non ti faccia sopraffare dalla voglia di fare del male a quella donna. Fintanto che riuscirai a mantenerti puro di cuore, fintanto che la tua Flor e i ragazzi ci riusciranno, lei non l'avrà vinta. Non permetterle di cambiarti, capito?"
"Non glielo permetterò mai!"
"Bravo, così va bene! Mi raccomando: ora più che mai devi rimanere vigile, e soprattutto non perdere la speranza, d'accordo? Flor ha bisogno di te... tutti hanno bisogno di te... e noi siamo orgogliosi dell'uomo che sei diventato: lo siamo da sempre... ma non far sapere a tuo padre che te l'ho detto, sennò si arrabbia. Sii sempre l'uomo buono che sei, amore mio. Non permettere a nessuna strega di cambiarti... me lo prometti?" ripeté Maria.
"Te lo prometto." rispose risoluto Fede.
"Parola di scout?"
"Parola di scout."
Maria premette delicatamente le labbra sulla fronte del figlio cresciuto troppo presto e gli rivolse un sorriso dolce... accanto a lei c'era suo marito.
"Oh, ma guarda! Finalmente hai deciso di farti vedere, bricconcello!" disse stuzzicando il marito. Questi, con la solita espressione truce, cercò di fulminarla con lo sguardo, ma poi scoppiò a ridere.
"Aspetta, ragazzo!" disse, rivolgendosi a Fede.
"Papà... mi dispiace, io..."
"E per cosa ti dispiace? Sei diventato davvero un uomo spettacolare! Molto meglio di come t'immaginavo. E il meglio è che sai da chi farti influenzare... magari ci avessi pensato io... magari avessi dato retta a tua madre e avessi cercato di salvare quella povera Del... cioè, Reina... adesso si chiama così... da sua madre!"
"Aspetta: che parte mi sono perso? Tu non eri furioso come... come direbbe la mia Flor, un Freezer congelato?"
"Ti ho detto un mucchio di sciocchezze, la volta scorsa. Quando hai preso la scossa, ricordi? Cioè: volevo che scegliessi l'amore e non il dovere, ma sono sempre stato fiero di te. È che... volevo aiutarti, te lo giuro! Volevo solo aiutarti... stavi così male con la tua promessa, e quella ragazza che ti fa girare la testa mi piaceva, anche se il me terrestre forse l'avrebbe trattata malissimo. Ti assicuro che se non ti avessi avuto, avrei pagato oro per avere un figlio come te... ho fatto il duro... mi conosci, ragazzo: ti ho fatto diventare come me dopo che la mamma mi ha preceduto qua... sai, i Freezer sono orgogliosi e duri e speravo che ti ricordassi di quello che ti avevo detto. Ma qualcuno mi ha punito per questo... provocandoti un bel po' di grattacapi."
"Stai parlando sul serio, papà?" chiese Fede. "E poi... hai davvero detto Freezer?"
"Ma certo, ragazzo! Perdonami... ti ho buttato addosso un macigno... ah: per la cronaca devi sapere che anche tua madre mi chiama così!"
E fece per andarsene.
"No, no... aspetta... aspetta, ti prego!"
"Ehi! Signore, apra gli occhi. Abbiamo finito." disse un medico.
"Perdonami, ragazzo... perdonami... sono orgoglioso di te" continuò ad insistere Fritzenwalden Senior, mentre un vento lo portava via.
"Fede! Fede, tesoro!" Flor gli corse incontro.
"Ehi... ciao!" la salutò lui, prendendole la mano.
"Come ti senti, tesoro?" chiese Flor.
"Ti sembrarà strano, ma... non sono mai stato meglio!"
"Come? Ma se ti hanno appena dissanguato!"
"Piano, piano... ti devo dire una cosa, piccola... una cosa bellissima" le disse lui, accennando un sorriso.
"Beva, intanto" disse il medico mettendogli tra le mani una tazza di latte e miele. "Le reintegrerà gli zuccheri."
Lui prese la tazza, ma gli tremavano leggermente le mani.
"Aspetta, ti aiuto io" gli disse Flor.
"Vi lascio, eh? È meglio che lei resti qui per un po'." disse il medico.
Quando questi fu uscito, Flor chiese: "Dimmi: cos'hai visto?"
"I miei genitori, Flor! Ho visto i miei genitori!"
"Tutti e due?" chiese lei.
"Sì, tutti e due! Sai: di solito mio padre non si fa vedere, ma sembra che stavolta avesse urgenza di parlarmi..."
"E di che? Cosa ti ha detto?" chiese Flor. "Se ti ha urlato contro giuro che mi sente! Con tutto il rispetto, eh?"
"Ma no, non ti preoccupare! Anzi: tutt'altro! Gli è dispiaciuto di essere stato così duro... quando ho preso la scossa e sono svenuto... era furioso, quel giorno... e ora ricordo: ma all'epoca non riuscivo a mettere i pezzi dal puzzle al posto giusto! Voleva che stessi con te... era nervoso e mi ha detto delle cose... ora mi ha spiegato che voleva aiutarmi e basta, ma che l'hanno punito facendomi dimenticare tutto... sembra che lui non dovesse interferire..."
"Ma guarda! Il Grande Capo è pentito per averti rimproverato, amore mio!"
"Sembra di sì e ti assicuro cbe è un evento che lui chieda scusa a qualcuno di noi. Era molto più orgoglioso di me, sai? Però mi mancano le sue grida e la sua faccia scura..."
"Davvero? Ehi, Freezer padre, sia buono, faccia la faccia da orco, che al mio Fede manca tanto persino quella..."
Flor rivolse la supplica al soffitto in mancanza di finestre che mostrassero il cielo, e il signor Fritzenwalden, tanto per dar soddisfazione a quel ragazzo che adolescente non lo era mai stato del tutto, fece la faccia cattiva.
"Ti ha sentita, amore mio!" disse Fede prendendo la ragazza dai fianchi e avvicinandosi a lei. Le loro labbra si sfiorarono e Derick, Maria e Margarita osservarono incantati i loro figli, che, anche quando c'era il buio, riuscivano ad illuminarsi a vicenda.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora