90: È davvero un principe!

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Prima di raggiungere l'ingresso, Fede prese un respiro profondo.
"Mamma, papà, Margarita, aiutatemi o mi verrà un infarto!" sussurrò, agitato.
"Ehm... salve!"
"Scusi l'ora, signor Fritzenwalden."
"No, prego, ispettore... mi dica: c'è qualche problema?"
"Vede, la madre superiora dell'istituto di carità La Mansueta Provvidenza è venuta a sporgere denuncia per la scomparsa di due bambini... e stiamo girando casa per casa per cercarli..."
"Ah... capisco! Dev'essere terribile."
Vide il volto della suora spuntare da dietro le spalle del poliziotto.
Quella non si preoccupava affatto di quelle povere creature, ma del fatto che loro non le portassero più la colazione a letto, da quello che diceva Matias!
"Prego, entrate" disse lui, tranquillamente.
Scivolò alle spalle dei due e aspettò che arrivassero dall'altra parte del corridoio prima di uscire, girare attorno alla casa e trasformarsi. Batté qualche colpo alla finestra della soffitta e Flor si affacciò.
"Shhh... non farti vedere, non dire una parola, piccola! Attenta ad ascoltare i passi: quando l'ispettore e la suora saliranno le scale dovrai aprire la botola e calarti giù con i bambini!" sussurrò per poi chiudere di nuovo la finestra e tornare a terra.
Flor, da dietro il vetro, mosse le labbra in un: "Grazie!" e tese l'orecchio. Non avrebbe mai creduto che il suo Freezer potesse fare una cosa del genere.
Lui, così fissato con il controllo, così legato ai valori della giustizia, ora si stava mettendo contro la polizia!
"Bambini" sussurrò a fior di labbra, "se lui sarà il vostro papà sarete molto fortunati."
Agostina, che lo sapeva già, fece un cenno d'assenso.
Intanto Fede raggiunse l'ispettore e la suora, che erano al secondo piano.
"Vi prego solo di non fare troppo rumore... ci sono molti ragazzi, qui, e potrebbero sentirsi minacciati... sa come sono i bambini: si fanno certi film, a volte!" disse con un tono così pacato da sorprendersi di se stesso. Evidentemente i suoi genitori e Margarita lo stavano aiutando davvero.
"Stia tranquillo, faremo del nostro meglio" disse l'ispettore, in buona fede. La suora, dal canto suo, se ne fregava altamente dei bambini della casa e voleva Agostina e Santiago, subito!
I gattini, che dovevano aver sentito la sua cattiveria in qualche modo, si buttarono contro di lei e presero a graffiarle le caviglie.
"Aah! Toglietemi QUESTI MOSTRI DI DOSSOOO!" urlò disperata.
"Agata! Tecito! Ma che state facendo?"
Fede si chinò sui due gatti, che si ritrassero e con un miagolio dissero: "Quella è una strega!" Lui fece loro l'occhiolino, ma poi disse: "Andiamo... ora fate i bravi. Va tutto bene."
La suora, esagitata, se ne fregò del rumore che faceva con le porte.
Lei e l'ispettore entrarono in tutte le stanze, e, come previsto, i ragazzi iniziarono a fare confusione.
"Ragazzi, ragazzi, è tutto a posto!" cercò di tranquillizzarli Fede. "Stanno facendo un controllo perché sono spariti due bambini e li stanno cercando casa per casa!"
"Noi non abbiamo preso nessuno!" protestò Thomas.
"Tommy, calmati, nessuno dice che li abbiamo presi noi, stai tranquillo" disse Fede posandogli le mani sulle spalle, affettuoso. Thomas gli arrivava appena sopra la vita e il suo panico lo rendeva tenero.
Maya guardò interrogativa il fratello, che si voltò e si limitò ad annuire. La ragazza prese ad agitarsi: se avessero beccato i bambini qualcuno sarebbe finito in prigione!
"Maya, ti prego, non dire niente" disse piano, stringendole le mani, visto che l'ispettore, per fortuna, aveva lasciato le stanze dei ragazzi. "È tutto okay."
Maya sospirò, tesa, ma non obiettò. Non aveva mai visto Fede così disposto a proteggere dei bambini che non fossero loro da una vecchia tiranna che si nascondeva dietro la sua veste da monaca.
"Ti aiuterò" sussurrò lei.
Quando i due finirono di esplorare le stanze, salirono in soffitta, un po' troppo silenziosamente.
"Aspetti, aspetti!" cercò di dire Maya all'ispettore. "È mattina presto: non vuole un caffè?"
"No, signorina. Sono abituato" rispose l'ispettore.
"Ma la prego, è ospite, sia bravo!" disse Reina, che aveva sentito tutto e cercava di aiutarli.
"Basta, per favore!" disse Fede, simulando tranquillità. Prese delicatamente Maya per un braccio e le sussurrò: "Canta qualcosa!"
"Che cosa?"
"Quello che ti pare, ma canta!"
"Ehm... canta il gallo innamorato, sospirando nel suo angolino, e sognando con la luna di conquistare una gallina!"
Le parole successive della canzone Maya se le dovette inventare perché era così agitata che la memoria le fece dei brutti scherzi.
"Ma che fai?" domandò il poliziotto, più che stupito.
"Niente, queste cose mi rendono nervosa e allora mi metto a cantare" buttò là Maya.
Flor, sentendo quelle voci, prese per mano Agostina e Santiago e disse: "Venite! Venite, presto!"
Provò ad aprire la botola, ma non ci riusciva.
"Come può essere?" sussurrò sorpresa.
Poteva eccome: la strega aveva bloccato l'unica via di fuga per Flor e i due bambini.
"Oh mio Dio... fatine delle botole, vi prego, fate qualcosa!" supplicò Flor. Anche Agostina incrociò le manine a preghiera, ripensando alla lavagnetta, ma sperò che le sue silenziose preghiere potessero servire ugualmente.
Cercò di mettersi in contatto con Fede telepaticamente.
"Signor Freezer... signor Freezer..."
"Si sente male, signor Fritzenwalden?"
"Non è nulla... soffro di emicrania..."
E in effetti quei contatti telepatici gli provocavano un terribile mal di testa.
"Sì... sta arrivando l'inverno e il cambio di temperatura, gli fa quest'effetto!" improvvisò Matias, facendogli l'occhiolino. Fede lo ringraziò con lo sguardo.
"La botola non si apre!" esclamò Flor.
"Cercate di rendervi invisibili!" disse Fede.
Flor ci provò, mentre Fede e Matias cercavano di prendere tempo con il colpo improvviso che aveva abbattuto Fede... ma sembrava che nulla funzionasse: come aveva spiegato Emma, il panico che Flor provava non le permetteva di rendere invisibile se stessa e i bambini. Emma, che aveva sentito tutto, provò a farle l'incantesimo da lontano, ma questo tipo di magia, per essere rapida, richiedeva un contatto ravvicinato... in caso contrario richiedeva molto tempo, e d'improvviso, stremata, crollò sul pavimento.
"Sorellina, tutto bene?" sussurrò Bella.
"Sì... cercavo di aiutare Flor, ma..."
Ma purtroppo la suora e l'ispettore non tardarono ad insospettirsi, giunsero in soffitta e lì trovarono Flor, accasciata a terra, che accarezzava il visino di Agostina e Santiago che montava la guardia.
"Oh, santo cielo!" sussurrò la ragazza.
"Signorina, lei è in arresto per sequestro di minore!" disse l'ispettore.
Agostina si aggrappò disperatamente a Flor e scosse energicamente la testa.
"NO, NO, NO!" urlò Santiago. "È STATA LA SIGNORINA A SALVARCC!"
"Questa qui ha mentito per portare via i bambini!" s'infervorò la suora.
"No! Giuro che non è così, ispettore!"
Flor provò a difendersi e Agostina si scoprì le braccia, mostrando i lividi.
"Glieli avrà fatti quella donna!" gridò la suora, in un atteggiamento che non aveva nulla di ecclesiastico.
L'ispettore estrasse le manette e stava per metterle a Flor, tra le grida dei ragazzi, ma Fede si mise prontamente in mezzo.
"NO!" gridò. "Florencia, smettila di mentire!"
Flor lo guardò interrogativa, ma lui si diresse a passo sicuro verso l'ispettore.
"Sono stato io" disse. "Ho preso io i bambini, perché li ho visti coperti di graffi sulle braccia e ho pensato che la signora facesse un po' troppo per educarli..."
"E perché erano con la signorina?" gli chiese l'ispettore.
"Ho chiesto a Florencia di badare a loro e tenerli al sicuro. Lei non sapeva che li avessi sequestrati." rispose prontamente Fede. Flor era già finita nei guai una volta per una ragione simile e ce l'aveva messa lui... non poteva permettere che accadesse di nuovo, e poiché non c'era modo di far capire all'ispettore che i bambini non erano stati prelevati con la forza, Fede aveva deciso di raccontare mezza verità.
"Beh, faccia arrestare il signor Fritzenwalden!"
La suora urlava come una forsennata e, di fronte a quella dichiarazione, non ci fu molto da dire o fare.
"Oh no, signor Freezer!" supplicò Flor, mentre le lacrime spingevano per uscire.
"Ma che hai fatto?" sussurrò Matias al suo migliore amico.
"Portala via!" sussurrò Fede. "Non voglio che mi veda... andrà tutto bene."
"Sì... magari dopo vi raggiungo per l'interrogatorio." disse Matias. "Vieni, Flor!"
"LASCIAMI, LASCIAMI! NON POSSO PERMETTERLO!" gridò Flor, sconvolta.
"Smettila! C'è Bonilla qui fuori: se scopre che fai così ti fa nera!" sussurrò Matias.
Reina intervenne, scambiando i loro corpi agli occhi di estranei, e Flor, pur soffrendo, evitò di usare parole come: "Principe" o: "Signor Freezer"!
Matias, intanto, la chiamava Reina pur vedendo Flor poiché era uno dei buoni.
"Vieni... andrà tutto bene, tranquilla" disse cercando di trattenerla, ma lei si agitava così tanto da sembrare un'anguilla.
"Non posso crederci!" sussurrò Flor.
"Beh... i bambini verranno con me, no?"
"Sì, signora." rispose l'ispettore.
"Cosa? Quella donna è un'arpia: mio marito ha preso i bambini per questo! Cioè, non è mio marito, ma..." provò a intervenire Flor, ma Matias le fece segno di smetterla.
"Verificheremo, signorina. Per ora, da bravi, bambini, andate con la signora."
Agostina si girò verso il poliziotto, cercando di comunicare con uno sguardo. Flor provò ad allungarle la lavagnetta, ma la suora disse: "No, stia tranquilla. Io e Agostina dobbiamo fare un discorsetto... non devi seguire gli estranei, amore mio." blaterò la suora con voce zuccherosa.
"Andiamo, Ago! Tanto questi idioti non capiscono che con la signorina Flor e il signor Fritz... Fri... il signore del parco staremmo molto meglio" disse arrabbiato Santiago, cingendo le spalle della sorellina per confortarla.
"Come ti permetti, Santiago?" sputò la suora. "Chiedi scusa!"
"NO!" urlò lui, che era sempre stato un tipo ribelle.
La suora lo guardò con una faccia da: "Dopo io e te facciamo i conti.", e Flor, intercettando lo sguardo, provò a limitare i danni.
"Tesoro, fai il bravo. Ti faremo uscire, promesso!" disse, cercando di tranquillizzarlo.
Agostina spostò i suoi occhioni dolci da Flor a Fede, e visto che lui era il più vicino, scattò in avanti e si avvinghiò all'orlo della sua maglietta.
"Ago! Attenta, sirenetta, rischi di farti male!" disse Fede, cercando di accarezzarle i capelli nonostante le manette gli bloccassero i polsi, nel tentativo di rassicurarla.
Aveva preso a chiamarla "sirenetta" perché, com'era successo ad Ariel, in un certo senso la strega cattiva aveva rubato la voce di quella splendida bimba.
La piccola piangeva in silenzio e si aggrappava a lui, cercando d'impedire ai poliziotti di portarlo via. Fede, commosso, si chinò a darle un bacio.
"Eri bella anche con quegli stracci, ma così sei ancora più bella, sirenetta... il tuo angelo del parco e la fatina dei bambini non vi dimenticheranno, capito? Né te, né tuo fratello. Vedrai che andrà tutto bene."
Agostina si sforzò di parlare, ma non le uscì la voce, e questo, ammesso che fosse possibile, la fece piangere ancora più intensamente. Lei non emetteva un gemito, ma le sue lacrime silenziose avrebbero straziato qualunque persona disponesse di un briciolo di umanità, di buon cuore... cosa che a quella monaca, probabilmente, mancava da troppo tempo.
"Coraggio, Agostina! Dobbiamo andare" disse la suora con finto tono affabile.
Guardò in tralice la bimba e la tirò indietro, dovendo strattonarla un po' perché si staccasse dall'uomo con le manette ai polsi. Lui camminava autonomamente, con le guance morbide della bambina ancora impresse nella memoria e gli occhi dispiaciuti di Santiago, che pure si sentiva in colpa.
Lanciò uno sguardo alla sua Flor, che era lontana, trattenuta a stento da Matias, prima di varcare la soglia di casa sua, ma per uscirne.
Quando i due indesiderati ospiti se ne andarono, Flor si rifugiò nella sua stanza. Scavò nelle sue cose: aveva bisogno del suo libro di Cenerentola, che era stato toccato anche da lui, molto tempo prima. Quando lo afferrò, però, nell'aprirlo le scivolò qualcosa sul petto. Aveva preso un bigliettino e avvicinandolo al volto riconobbe la calligrafia elegante di Fede. C'era un indirizzo, e sotto di esso una frase: "Se vuoi fare la principessa moderna e andarci da sola, ecco l'indirizzo della serra in cui è la foto di tua madre. Ti amo, mia magica Floricienta..."
"Oh santo cielo!" sussurrò Flor, e altre lacrime le bruciarono le guance. "Principino mio, come potrei odiarti?"
Poi si ricordò: "Oggi è il compleanno della mia mamma!" esclamò, affrettandosi verso le scale.
Uscì rapidamente di casa e chiamò un taxi, perché a piedi ci avrebbe messo molto ad arrivare e aveva molta paura di mettere a rischio la vita dei suoi figli... dei figli del suo amato Freezer, che questa volta era finito in prigione solo per salvarla.
Quando arrivò a destinazione, Flor si guardò intorno, cercando Christian con lo sguardo.
"Oh... la cara Florenica!" esclamò lui dirigendosi verso la ragazza. Posò entrambe le mani sulle spalle di Flor e la guardò negli occhi. "Oh, bambina... che succede?"
Quel giorno sembrava che la grande forza d'animo di Floricienta si fosse esaurita del tutto, perché la ragazza scoppiò in lacrime ancora una volta tra le braccia del guardiano.
"Avete litigato?" chiese Christian.
"No... ma sarebbe stato molto meglio." rispose Flor, singhiozzando sul petto dell'uomo.
"Che è successo, Flor?" domandò Chris con dolcezza, conducendola nella serra.
Flor gli raccontò tutta la storia.
"L'hanno arrestato!" sospirò concludendo, con gli occhi rossi di pianto.
"Oh, povero caro... andrò a trovarlo... tu stai un po' qui con la tua mamma. È il suo compleanno, se non ricordo male. Credimi: Fede è un ragazzo coraggioso e se ha voluto proteggerti c'è un motivo. Se vuoi ti posso aiutare anch'io. Posso testimoniare a suo favore: lo conosco da quand'era piccolo, cara."
"Grazie Chris" sussurrò Flor.
Una volta rimasta da sola nella serra, Flor si chinò e prese ad accarezzare le margherite una ad una, con delicatezza.
"Mamma... il mio principino è in prigione ed è tutta colpa mia!" sospirò.
La foto di Margarita parve flettersi leggermente in avanti e il suo sorriso parve illuminare Flor, fin nel cuore. Lei chiuse gli occhi, cercando d'immaginare le braccia di sua madre che la stringevano, ma insieme a lei sentì anche le braccia di Fede stringerla. I due sembravano vicini... così vicini... e Flor sentiva sua madre sfiorando i fiori che la circondavano e Fede tramite il contatto con la sua giacca, che doveva mettere in lavatrice spesso perché la indossava quasi ogni giorno... quanto avrebbe voluto che lui fosse lì, per farle da interprete con sua madre e per abbracciarla veramente in quel momento!
"Dovrei farti gli auguri per il tuo compleanno, mamma, lo so... ma oggi sono così triste... l'altra volta il mio principe era con me, ma ora l'hanno arrestato, e io ne ho la colpa!"
"Oh, poveri i miei ragazzi!" sospirò Margarita. "Non è affatto giusto che debbano soffrire così!" Ma loro non potevano sentirla... o almeno: non poteva Flor... allora Margarita la baciò sulla fronte, la indusse a sdraiarsi e le accarezzò il viso dolcemente, fino a farla addormentare in mezzo ai fiori, con la giacca che condivideva con lui come coperta. Flor non poteva sapere che era lei ad infonderle quel senso di pace, ma vi si lasciò scivolare lo stesso, contenta.
Chris, intanto, era giunto in carcere.
"Salve, chi cerca?" domandò un poliziotto.
"Il signor Fritzenwalden."
"Benissimo! Ora glielo chiamo" disse il poliziotto, facendolo accomodare in parlatorio.
Si diresse in una cella. Fede non aveva ancora un compagno di cella, quindi non aveva modo per non pensare.
"Fritzenwalden!" tuonò il poliziotto, e lui, tranquillamente, si alzò da terra.
Guardò l'uomo, che, vedendolo così tranquillo, addolcì i toni. Non gli era mai capitato, ma sentiva un affetto speciale per quel detenuto appena arrivato.
"Hai una visita" disse in modo meno rude.
Fede gli tenne dietro fino al parlatorio e fu contento di vedere il guardiano della serra.
"Ciao Christian!" disse sorridendogli.
"Florencia è alla serra... mi ha detto quello che è successo" disse Christian, battendogli amichevolmente una mano sulla spalla. Per fortuna, se il detenuto non si mostrava pericoloso, non c'erano restrizioni sul contatto fisico, anche perché quelli pericolosi venivano tenuti in cella e non ne uscivano quasi mai. "Come stai?"
"Bene... almeno non hanno potuto prendersela con lei" rispose lui, pacato.
"Era molto abbattuta, povera ragazza... si vede che ti vuole bene veramente..."
"Ah, povera la mia Flor... mi dispiace tanto!"
"Sei stato molto coraggioso, invece" lo rassicurò Chris. "Lo sei sempre stato a dire il vero, ma l'hai capito adesso. Vedrai che tutto andrà per il meglio."
"Oggi è il compleanno della sua mamma e io avrei voluto accompagnarla alla serra, a salutarla" sospirò Fede, portandosi entrambe le mani in vita e gettando la testa all'indietro. Chiuse gli occhi, cercando d'immaginare i suoi caldi e dolcissimi abbracci!
"Sì, ma l'hai lasciata libera di venire da sola, se fosse servito. Vedrai che anche questo le farà bene. Mi ha mostrato anche il tuo biglietto, sai?"
"Quello che ho messo nel libro di Cenerentola("
"Sì, quello!" rispose Chris. "Quella ragazza ti ama davvero, figliolo, te l'ho detto."
"Chris... ti scongiuro, proteggila!" lo supplicò Fede.
"Ma certo che lo farò, ragazzo mio!" lo rassicurò Chris. "Anzi: adesso la vado a recuperare... vedrai: ti tireremo fuori!"

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora