(29: I bambini sentono tutto!)

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Flor, che fino a poco prima sembrava stare meglio, di colpo avvertì dei dolori atroci al ventre e iniziò ad agitarsi. Fede si avvicinò, le sfiorò la fronte e sentì che bruciava di febbre.
"Amore mio, che ti succede?" le chiese.
"Ho paura di non farcela" disse Flor, "ma non voglio lasciarti né compromettere la vita dei miei bambini!"
"Perché dici così?"
"Perché stanno scalciando, Fede!"
Fede ricordò che Reina aveva detto la stessa cosa tanto tempo prima, ma non gli aveva permesso di toccarle il ventre per sentire i movimenti del "bambino".
"Flor... posso toccarli?" chiese.
La ragazza non disse nulla. Sollevò quanto bastava la maglietta e gli prese la mano, facendogliela poggiare dove in quel momento avvertiva le fitte.
"Li senti? Li senti come si agitano?"
Nel dire quelle parole la ragazza scoppiò in un pianto incontrollabile. "È così bello e al tempo stesso così... così doloroso!"
"Non piangere, picccola! Vedrai che tornerai a stare bene, andrà tutto bene!" disse accarezzando quelle guance rosse di febbre per calmare la ragazza. Il pianto gli spezzò la voce. "Sarai... u-una mamma splendida... e li vedrai crescere... li porterai a... a scuola, ti confideranno le loro pene d'amore!"
Fede amava tantissimo Flor e vederla in quel modo per lui era devastante. Il dolore di lei si rifletteva in lui e gli cadeva addosso come una valanga. Flor gli era stata sempre accanto nei momenti di dolore e lui giurò silenziosamente a se stesso che le sarebbe stato vicino sempre e sarebbe stato lui a portarla sull'altare, a darle la mano nel momento del dolore, a ricordarle che sarebbe stata davvero la madre del suo primo figlio, anzi, dei suoi primi figli! E se la immaginava coccolare i bambini, vederli crescere, accompagnarli a scuola insieme a lui... ascoltare le loro confidenze!
La baciò con tenerezza e cercò dell'acqua fresca. Erano rimasti soli in cantina, i bambini non potevano stare a lungo là sotto e Reina doveva stare attenta a sua madre, che già una volta aveva messo fuori combattimento i tutori.
Infatti la strega aveva legato i bambini e aveva detto loro che mai e poi mai sarebbero riusciti ad essere felici.
?Tu, piccola Roberta, ora non hai più la tua fatina qui a proteggerti!" disse.
"Non puoi essere così cattiva da farle del male!" le gridò contro Martin, sconvolto.
"Ah, piccolo Freud, davvero interessante quello che mi dici! Solo che la vostra Floricienta è troppo debole e impertinente per i miei gusti!"
"Debole e impertinente? Perché, tu non sei una strega senza cuore? Eppure noi non ti facciamo ammalare!" urlò Thomas tentando di slegarsi.
La strega tentò di dargli uno schiaffo, ma Reina l'afferrò con forza per il polso, impedendole di avvicinarsi a lui.
"Tu non toccherai questi poveri ragazzi!" disse senza lasciarla andare.
"Ah, davvero? E chi me lo impedisce?"
"Io" disse Reina. "Non sarò chissà chi ma t'impedirò di fare del male a queste povere creature innocenti!"
"Beh, intanto i ragazzini verranno con me!" disse la strega in tono maligno.
I ragazzi furono slegati, ma dovettero andare in soffitta trascinati di peso dalla strega, uno per uno.
Reina non aveva potuto fare nulla, quindi andò ad avvertire Nico e Bella.
"Ragazzi, dobbiamo fare qualcosa" disse molto scossa da ciò che aveva visto. "Ma come ho fatto a non accorgermi che mia madre era così? Come ho potuto non capire e diventare anch'io una strega?"
"Reina, cerca di calmarti" disse Nico.
"Perdono" riuscì a dire la povera ragazza portandosi entrambe le mani sul volto. Le lacrime bruciavano il suo viso come gocce d'acido e il suo cuore era ferito. Si sentiva tradita dalla sua stessa madre che l'aveva usata per i suoi subdoli scopi per circa vent'anni.
Vent'anni di bugie, piani, macchinazioni, cattiverie. E adesso che l'aveva capito il senso di colpa non la lasciava in pace. Specie in quel momento perché Flor stava male.
"Come ho potuto essere tanto malvagia?"
Bella si avvicinò a Reina e la strinse forte. "Non importa cos'hai fatto prima, conta solo quello che stai facendo adesso" disse con affetto sincero.
Reina non si era mai sentita amata da qualcuno prima di cambiare vita. Adesso che aveva ricominciato tutto da zero, anche se la sua strada era piena di spine che le graffiavano il cuore di continuo, lei aaveva intenzione di andare avanti fino all'ultimo e occuparsi della sua anima in ogni modo.
Nico, Bella e Reina attesero che la strega si distraesse e andarono in soffitta per liberare i bambini.
Nel frattempo Maya scese in cantina e vide che per Flor non c'erano stati miglioramenti di nessun tipo.
"Fede, ho paura" sussurrò la ragazza. "Flor per me è stata tutto fin dall'inizio, una sorella, un'amica, una confidente, tutto! E adesso sta così!"
Lui capiva benissimo sua sorella. Flor era arrivata quando la povera Maya stava attraversando un momento difficile e lui non aveva saputo come comportarsi. In quei momenti era stata Flor a cercare di andare più a fondo e di mettersi nei panni della ragazza.
Fede si avvicinò a sua sorella e la strinse forte per tranquillizzarla.
"Non è vero che sei un Freezer." disse Maya. "Scusami per averlo pensato, Fede."
"Ma no, piccola! Io sono stato un Freezer, il Polo Nord, ma ora tutto quel ghiaccio che mi bloccava il cuore non esiste più." disse lui con dolcezza.
"Quante cose dovevano succedere perché ci trovassimo così, abbracciati, a parlare da fratello a sorella, senza gridare, aggredirci.." disse tristemente Maya.
"Dovevamo conoscere Flor" rispose lui.
Si voltarono entrambi verso Flor. Lei ascoltava, ma non aveva la forza di parlare. C'erano tante cose che voleva dire, ma quella febbre l'aveva stremata.
Di colpo, però, la strega entrò in cantina e vide la ragazza sdraiata a terra, sofferente e febbricitante. Per un istante provò qualcosa di strano lì, al petto, ma subito ritornò in sé, prese la ragazza e se la portò via sotto gli occhi di Fede e di Maya.
"Aspettami qui, tesoro" disse Fede a Maya stringendole la mano e lasciandole un bacio sulla guancia.
"No! Non andare da lei, fratellino, ti farà del male, ti prego!"
"Andrà tutto bene!" le disse lui. Le lasciò un altro bacio sulla fronte e aggiunse: "Sarai sempre il mio diavoletto!" Poi raggiunse la strega.
"Che cosa vuoi fare? Sei fuori di testa per caso?" le chiese, infuriato.
"Questa ragazzina.." iniziò la strega, ma non poté proseguire perché Fede la bloccò e disse: "Non provare a ripetere mai più questa cosa, maledetta strega!"
Flor avvertì ancora quel dolore al ventre e disse: "I bambini sentono tutto!" Fede si avvicinò e la tolse dalle braccia della strega.
"Maledetta febbre!" disse dopo aver poggiato per un attimo le labbra su quel viso stremato e sofferente. Sentiva che lei scottava tantissimo, forse persino più di prima.
"Ho tanta paura..." sussurrò Flor, "non voglio che i miei figli soffrano con me, né i ragazzi, né tu!"
"Non ti agitare, tesoro! Ora devi solo pensare a stare bene! Hai capito? Non devi pensare agli altri, ma a te stessa... solo per stare bene!"
"Non ci riesco" disse Flor. "Ho paura per i nostri piccoli, per i ragazzi, e ho paura anche per te! Quando questa cosa del proiettile finirà lei se la prenderà anche con te, e io non voglio!"
Lui non se la sentiva di dirle che quel tremendo incantesimo era già finito da quando era andato a riprenderla.
Il conte aveva saputo che Flor stava male e la cosa lo tormentava, anche se a dirla tutta non sapeva nemmeno perché.
Era da quando l'aveva incontrata che nutriva quel nonsocché di speciale per quella ragazza così pura e trasparente.
Proprio come aveva detto Fede il giorno dell'incendio mentre Flor era in coma e aveva avuto una crisi che le era quasi costata la vita. Ora stava male come quella volta, se non peggio, anche perché percepiva dolore fisico e morale.
Il conte andò in casa Fritzenwalden e si stupì nel vedere che ad aprirgli era Fede.
"Ma allora lei diceva la verità!" pensò tra sé, ma evitò di dirlo ad alta voce.
Credeva che Flor parlasse in quel modo solo a causa del dolore. Ma adesso gli interessava poco quella faccenda. Ora voleva soltanto vedere come stava Flor.
"Vieni" disse Fede accompagnandolo al piano superiore, "lei è nella sua camera di sempre! Adesso c'è mia sorella con lei!"
Infatti Fede era andato a chiedere a Maya di restare insieme a Flor per un po'.
Andarono al piano superiore e giunsero nella stanza di Flor.
"Fede! Signor conte!" disse Maya girandosi verso di loro. "Venite dentro senza problemi! È meglio che lei non resti sola, è molto debole e la strega potrebbe approfittarne."
"La strega?" Il conte non capiva.
"È una storia complicata" disse Fede, "e dubito che tu possa crederci perché se non ci credo io che la sto vivendo tu come potresti sentendola raccontare?"
Entrarono nella stanza. Il conte si avvicinò alla ragazza e la guardò con dolcezza.
"Signor conte! Che cosa ci fa qui?"
"Ho saputo che non stai bene. Volevo vederti, piccola!" rispose il conte.
Guardò Fede con espressione interrogativa. "Posso toccarla?" chiese rivolgendosi a Fede.
"Dipende da quello che vuoi dire" disse Fede e riuscì a strappare un sorriso all'amore della sua vita... e anche eterno.
"Niente di malvagio, non preoccuparti."
"Allora vai tranquillo."
Il conte prese la mano della ragazza e le baciò la fronte.
"Povera piccola! Non avrei mai creduto di vederla così" disse sottovoce. "Ha il viso stravolto ed è bollente."
Per lui le donne non erano mai state importanti fino a quel punto... Forse una sì, la madre, ma le altre proprio no. Solo Flor era riuscita a far nascere qualcosa dentro di lui. E quando Flor disse poche parole il conte comprese quanto ggrande fosse l'amore che nutriva per Fede.. e lui per lei.
"Le avevo detto che lui era vivo" disse sforzandosi di mettersi seduta.
"È incredibile quanto sei coraggiosa" disse il conte stringendo la mano della ragazza.
"Io invece sono sempre stato un codardo cronico" disse Fede, ricordando i momenti in cui non era riuscito a dire a Reina di essere innamorato di Flor.
"Non è vero che sei codardo!" disse Flor. "Sei solo troppo buono!"

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora