94: Il ritorno dell'angelo del parco

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Di quella protesta, purtroppo, non ci volle un solo evento. I manifestanti dovettero ripetersi per tre settimane di fila, prima che gli effetti dell'ipnosi smettessero di farsi sentire su quei poliziotti che avevano portato via Fede diverso tempo prima. Flor, ormai, aveva il fisico affaticato, la gravidanza l'aveva modellata e i suoi ormoni, fino ad allora pressocché silenti, erano letteralmente esplosi. Si metteva a piangere spesso, non riusciva a dormire e le voglie la facevano diventare matta.
I ragazzi l'aiutavano a soddisfarle, il padre e Greta le offrivano conforto in ogni momento e Nilda si occupava della sua insonnia. Ma queste erano tutte le cose che Fede avrebbe voluto fare: avrebbe voluto asciugarle le lacrime, farle passare tutte le voglie possibili... persino le prove pre-parto avrebbe fatto, a ripetizione! E invece di quelle non ce n'erano state affatto, tra una cosa e l'altra.
Una mattina di fine giugno, però, ci fu un cambiamento.
"Fritzenwalden, l'ispettore ti cerca." gli disse tranquillamente la solita guardia.
Fede si diresse verso la sala del parlatorio e vide l'ispettore seduto ad una scrivania. Era rilassato, finalmente, e guardandolo gli sembrava di vedere qualcosa di diverso sul suo volto e nei suoi occhi.
"Devo darle un'ottima notizia, signore" disse l'ispettore tranquillamente.
"Davvero? Di cosa si tratta?"
"Le accuse contro di lei sono cadute" rispose l'ispettore, rivolgendogli un sorriso. "E il giudice ha deciso di risarcirla con una somma di..."
"No! No, per favore!" disse lui, per poi alzarsi dalla sedia. "Per favore... posso chiedere qualcosa che non sia denaro?"
"Lei dica a me: io mi occuperò di sottoporre le sue richieste al giudice." rispose l'ispettore.
"Ecco... vorrei richiedere una riduzione della condanna per Alélie: la mia compagna di cella... e... e poi, se fosse possibile... potreste riaprire il caso del signor... Eduardo Fazarino?"
L'ispettore, non sapendo nemmeno perché lo stava facendo, girò attorno alla scrivania, lo raggiunse e gli diede un colpetto affettuoso sulla spalla. Quel ragazzo doveva avere davvero un cuore enorme: era da tempo che non vedeva una protesta protrarsi per così tanto tempo.
"Torni dai suoi figli e dalla sua compagna, che è stata così in pena." gli disse gentilmente. "E anche i suoi fratelli saranno contenti quando tornerà a casa. Mi creda, signor Fritzenwalden."
Lui rivolse un sorriso all'ispettore.
"Mi perdoni per tutto." continuò questi.
"Non c'è nulla da perdonare, davvero... non si preoccupi" ribatté il giovane.
"No, io... devo chiederle scusa per..."
"Per aver fatto il suo dovere."
Fede accennò un sorriso. "Va tutto bene, ispettore. Dico davvero."
Purtroppo non gli fu permesso di andare a salutare i suoi compagni, ma loro furono contenti quando lo videro per strada. Applaudirono e lo salutarono dalla finestra, augurandogli buona fortuna.
"Ah, meno male! Quel povero ragazzo si merita la libertà!" dicevano tra loro.
Mentre camminava per tornare a casa, decise di fare una sorpresa a tutti. In particolar modo alla sua Flor. Da tanto non l'abbracciava, non le sfiorava la pelle candida, non sentiva la sua voce da vicino, (perché nelle proteste i cori la ricoprivano completamente). Chissà com'era diventata, se la gravidanza si faceva sentire oppure no.
Entrò dalla porta di servizio, ma fu visto subito da Thomas, che gli saltò in braccio urlando: "FEEEDEEEE!"
"Tommy! Tesoro, per favore, non gridare..." sussurrò lui, stringendo al petto il fratellino. Era sempre uguale, ma il suo calore gli era mancato molto.
"Perché no? Sono così contento, Fede" disse Thomas, al settimo cielo.
"Shhh, ti prego! Anch'io sono strafelice di vederti... ma ti prego, aiutami! Vorrei fare una sorpresa a Flor..."
"Ah, allora sì! Però ti devo dire una cosa." disse Thomas, con un sorriso.
"Dimmi, fratellino" sussurrò lui, teso.
"Mi sei mancato un sacco, fratellone!"
"Anche tu mi sei mancato... fratellino" disse in risposta Fede, schioccandogli un bacio sulla fronte.
"Flor è sotto il suo albero" disse Thomas.
"Benissimo! Grazie, piccolo gnomo!" E detto questo gli scompigliò i capelli.
Lui si diresse fuori e, come aveva detto Thomas, la trovò vicino all'albero magico. Ne stringeva il tronco e piangeva come una disperata... gli straziava il cuore vederla così. La guardò: era più bella che mai, nonostante la tristezza nei suoi occhi. Il suo ventre era più pronunciato, finalmente, e i boccoli le ricadevano in disordine sulle spalle baciate dal vento non troppo freddo. Da quella parte del mondo era inverno, ma in casa Fritzenwalden il Sole splendeva lo stesso, soprattutto quel giorno.
"Come sei diventata bella, amore mio... più bella del solito!" pensò il giovane nascondendosi in mezzo alle radici. Trattenne persino il respiro, sperando, in parte, che lei non lo notasse... erano vicini, e lui sentiva quasi le lacrime di lei bagnare la sua pelle.
"Alberello, alberello, per favore..." supplicò Flor. "Aiutami, non ne posso più... non ce la faccio più... io non... non riesco più a stare lontana da lui."
Fede sentiva il cuore esplodergli nel petto. Non poteva sopportare di vederla così, ma gli era venuta in mente un'occasione in cui aveva chiesto al suo albero di farla apparire. Lei alla fine era apparsa, ma lui non lo sapeva.
"Ti prego, alberello... tu sei magico e mi puoi aiutare. Fallo apparire qui... ora... ti scongiuro!" supplicò Flor. Sapeva che il suo Freezer era uscito da situazioni ben peggiori, da una di esse rischiava di non tornare per nulla, ma alla fine ce l'aveva fatta eccome! "Se mi vuoi bene, fallo apparire ora."
A quel punto Fede sgusciò lentamente fuori dalla grotta di radici e scivolò alle spalle di Flor. La sua fronte le sfiorò la massa di capelli ribelli, e lui chiuse gli occhi, beandosi di quella sensazione di calore, di quel contatto.
Con un braccio la strinse a sé, mentre con l'altra mano le coprì gli occhi. I loro corpi erano vicini, così vicini che i cuori dei due parvero fondersi in uno solo.
Quando quella mano morbida le sfiorò la pelle, Flor avvertì un senso di calma, di benessere, e smise subito di piangere stretta in quell'abbraccio.
"È un sogno?" chiese esitante.
"Non lo so, amore mio, non lo so... ti sento, ti tocco, ti guardo e non ci credo!" esclamò in risposta lui, lasciando che i capelli della sua Flor, mossi dal vento, gli solleticassero il volto. La guardava incantato, premeva l'orecchio contro la sua spalla per sentire il suo cuore e aveva preso a toccarle il volto, come se non riuscisse a credere a quello che percepiva.
"Sono orribile, signor Freezer... sono ingrassata, tutta lacrime e..."
"Mi piace tanto il suono della tua voce, ma se dici ancora una sciocchezza del genere dovrò mangiarti la bocca, così dovrai smetterla per forza!" le lasciò intendere lui con un sorriso, premendo il corpo della ragazza contro il suo, timoroso di sentirla scivolare via da un momento all'altro. Lei chiuse gli occhi e lui riprese a toccarle delicatamente il viso. "Sei così calda, così morbida..." disse sottovoce mentre continuava ad abbracciarla e a far scorrere la mano su e giù per la sua guancia delicata da bambina.
"Oh... amore... c'è un'altra sorpresa!"
"Davvero? Di cosa si tratta?"
Flor si voltò lentamente e vide i due bambini dell'istituto un po' più lontani da dove si trovavano loro. "Guarda chi c'è lì!" esclamò, indicandoglieli.
"No! Non ci posso credere!" esclamò il giovane, più elettrizzato che mai.
Santiago corse incontro ai due, abbracciandoli. "Sono contento che sia tornato anche lei, signor... signor..."
"Santiago! Giovanotto, come stai? Ti vedo meglio di come ti ho lasciato!"
"La signorina Flor si è presa cura di me e di Agostina." rispose il bambino.
"Ma guarda!" esclamò lui, sorridendo.
Agostina si avvicinò ai tre, con la lavagnetta stretta tra le mani, e si gettò sul suo "angelo del parco"!
"Aaaah, la mia sirenetta!" esclamò lui.
"Mi sei mancato tanto, Angelo del Parco! Ora ho una mamma... ma mi manca il papà... vuoi essere il mio papà?" scrisse Agostina, e quando lui lesse la frase gli vennero gli occhi a cuoricino.
"Se fa piacere anche a tuo fratello, io sono d'accordo. Ma chi è la tua mamma, sirenetta?" le chiese scompigliandole i capelli.
La ragazzina cancellò a malincuore la frase precedente e scrisse: "Floricienta... la Fata dei Bambini."
"Davvero? Beh, allora siamo a posto!" disse lui sorridendo. "Tu sei d'accordo, Santiago?"
"Io ne sarei felicissimo!" rispose lui.
"Bene, allora è deciso!" esclamò Flor.
"Quindi vi possiamo chiamare "mamma e papà"?" domandò loro Santiago.
"Per noi sarà un piacere!" rispose Flor, cingendo le spalle del ragazzino.
"Che bello? E... per stanotte potremmo dormire con voi?" li supplicò Santiago facendo la faccia da koala.
"Bene... ma... credo che dovremo metterci nel letto dei tuoi genitori..."
Tutti e quattro erano pieni di gioia... in un certo qual modo si erano ritrovati e questo li rendeva felici. Flor si chiedeva come si fosse sentita quando lei era venuta al mondo.
Forse le sensazioni erano le stesse, perché Flor sentiva uno strano calore invaderle il petto. Il cuore le batteva fortissimo e le sue membra erano scosse da un leggero tremito.
Era mamma... mamma biologica, mamma adottiva, mamma del cuore dei ragazzi Fritzenwaldon... era mamma e non poteva crederci!

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora