(41: L'angelo dei sogni)

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"Tesoro... e se quell'uomo si presentasse a casa nostra?" Flor era turbata, continuava a torturarsi nervosamente le mani e sembrava che il mondo le stesse crollando addosso. E Fede, dal canto suo, era in difficoltà perché sentiva anche la rabbia di Franco.
"Dovremmo cercare di scoprire chi è."
"Sì... ma come? Come facciamo? Insomma... non abbiamo il loro cognome, non sappiamo da dove vengono, niente!"
"Lo so... spero solo che una volta finito tutto riusciremo a chiedere alle ragazze di dirci qualcosa!"
"Non so se ho fatto bene a dirtelo... sei peggio di me per le questioni di giustizia e forse, non so, ti ho fatto del male, ma ho paura, mi sento oppressa: Franco è stato aggredito, le ragazze potrebbero essere figlie di una bestia, io..."
A Flor non faceva di certo bene sottoporsi ad un simile stress data la sua gravidanza che accentuava la sua già marcata sensibilità.
"Ehi! Credimi: ne verremo a capo!" la rassicurò lui... ma stava nascendo un altro problema.
Nico aveva sentito tutto ed era andato a cercare Bella. La solita storia: la strega aveva fatto di tutto perché Nico sentisse.
Andò da Bella e la vide china sul lettino della sorella, che era stata subito alimentata con delle flebo dai medici.
"Oh, Nico... ciao..." sussurrò Bella.
"Come sta?" chiese Nicolas.
"Sembra sempre che dorma... ma è un torpore finto, e..."
"Papà... non farmi male... ti prego..."
"Bella" sussurrò Nico, "posso chiederti una cosa?"
"S-sì.. certo" rispose Bella.
"Ho sentito Flor e Fede che parlavano di questi... deliri, ecco, che hanno colpito tua sorella da quando Franco è stato aggredito. Sono preoccupati... e io volevo sapere... per caso vostro padre..."
"Io e mia sorella non abbiamo un padre, e nemmeno una madre!" rispose Bella, con la voce rotta dal pianto. Il suo tono venne fuori un po' più duro di quanto lei volesse.
"Perdonami, io..." balbettò Nicolas.
"No... perdonami tu" sussurrò Bella, deludendo le aspettative della strega. "Vedi... per colpa di mio padre, mia madre ha iniziato a condurre una vita dissoluta... ad esempio... ha tradito mio padre con... con un conte, se ben ricordo..."
"Un conte?" chiese Nicolas.
"Sì, un conte."
Franco era lì e ascoltava tutto.
"Tuo padre se la prendeva più con tua sorella,  vero?"
"Sì... vedi, mia sorella ha un dono..."
"Lo so... come quello di Flor" rispose Nicolas.
"Sì. Se solo sapessi cos'ha passato la mia piccola per colpa di quei due!"
Nico non disse niente di quello che temeva. Non voleva che Bella pensasse che suo padre fosse anche un assassino.
"Papà... lasciami... non sono... una fattucchiera..."
Emma si agitava e sembrava che la febbre la stesse consumando.
"Franco... dove sei? Dove sei finito?"
Franco era lì, con lei: vedeva che stava male e cercò di svegliarsi per aiutarla, ma era ancora impossibile e Margarita le tentò tutte per aiutarlo.
"Maledizione! La mia piccola sta male, e se quello che penso è vero io giuro che lo distruggo!"
"Franco, smettila!" lo rimproverò Margarita.
"Ma ha quasi ammazzato mio fratello, quell'animale: lo faccio nero!"
"Non lo sai con certezza, fermati!"
"E di Emma? Neanche di lei lo so con certezza?"
"Ascoltami, farò in modo che Emma riesca a vederti! Ma lei sarà l'unica in grado di farlo!"
"Sì, va bene anche così! Io devo vederla e spero di poterla curare!"
"Tu sei l'unico in grado di curarla! Ora però devi passare per la Grande Porta!" disse Margarita accompagnando Franco verso una porta con la scritta: "Angeli dei sogni".
Franco varcò quella porta e si trovò proprio accanto al lettino di Emma. Anche lei era stata ricoverata ed era in preda ad un attacco di convulsioni.
Non faceva altro che dire: "Franco, aiutami! Non mi lascia!"
"Piccola mia, stai calma, sono qui!" disse lui avvicinandosi e appoggiando le labbra sulla sua tempia sinistra. Si preoccupò nel sentire che la tempia scottava e batteva. "Tuo padre non c'è. Devi stare tranquilla."
Le sentì la fronte con una mano e scompigliò i suoi riccioli castani con l'altra.
"Chiudi gli occhi e riposa, piccola mia!"
"No! Se chiudo gli occhi tu te ne vai via!"
Lei gli strinse le mani e respinse le lacrime che salivano verso i suoi occhi.
Lui la baciò con dolcezza e disse: "Io ti amo ed è per questo che non andrò da nessuna parte!"
"Dillo ancora ti prego! Dillo ancora!"
"Ti amo e resterò qui con te." disse Franco baciandola dolcemente. "Ora però calmati, hai la febbre alta, riposati!"
All'improvviso la strega gettò sulla porta di quella stanza un fuoco magico.
Emma alzò una mano per cercare di tirarsi su, ma la ritrasse un attimo dopo.
"Ahi!" disse assumendo un'espressione di dolore.
"Che cos'hai piccola(" chiese Franco.
"M-mi sono scottata, Franco!" rispose lei.
"Accidenti non di nuovo! Un incendio!"
Franco le staccò di dosso tutti i fili, la prese in braccio e disse: "Ora metti la faccia in questa veste così  potrai respirare meglio! Usciamo di qui!"
La ragazza era terrorizzata, ma obbedì.
Uscirono dalla stanza senza problemi poiché Franco era immune ai pericoli ed Emma, avvolta nella sua veste di fantasma, era protetta. Franco colpì con forza la porta e incredibilmente il fuoco si spense.
Emma ricominciò a tremare come una foglia.
"Oh maledizione, ti sta salendo la febbre!" disse Franco stringendosela al petto.
All'improvviso Flor la vide ed esclamò: "Emma, ma stai volando!"
"N-no Flor! Flor! C'è F-Franco!"
"Che?" La ragazza si avvicinò e sentì qualcuno che le scompigliava i capelli.
"Ehi, Flor! Flor, mi senti?" le chiese una voce.
"Franco!" La ragazza era incredula. "Ma cosa..."
"Mi sei mancata Flor!" disse Franco.
"Anche tu mi sei mancato eroe! Ma... dimmi la verità... dovremo parlare così ancora per molto?" chiese Flor.
"Flor, io..." All'improvviso Franco fu respinto violentemente ed Emma stava per cadere a terra ma Flor la prese in tempo.
"Oh santo cielo! Franco! Franco!" disse la poverina scuotendosi e tremando.
"Emma, devi calmarti... così starai peggio e né Franco né tutti noi lo vogliamo, cerca di stare tranquilla!" disse Flor accarezzandole la testa nel disperato tentativo di farla sentire più tranquilla.
"Me l'hanno portato via, Flor! Me l'hanno portato via!" disse lei tremando e singhiozzando.
"Shhh, adesso calmati, non ti agitare!"
"Flor, non lo vedrò mai più!" continuò Emma senza riuscire a smettere di piangere. "E mio padre verrà a prendermi, mi porterà via!"
"No! Tesoro, calmati: nessuno ti porterà da nessuna parte, te lo prometto!"
"Hai ragione, piccola! Purtroppo non rivedrai mai più il tuo bel biondo! A proposito: credo che presto tuo padre verrà a farti visita."
"Ma perché non te ne vai, strega? Da quando ti conosco non hai fatto altro che sputare il tuo veleno, vattene via!"
Flor era davvero carica di grinta e la strega decise di allontanarsi.
"Emma, stai calma: Franco starà bene!"
Proprio in quel momento arrivò Fede.
"Ci sono delle novità!" disse. "E per farvi stare più tranquille sono buone!"
Franco era con Margarita e vedeva l'uscita aprirsi davanti ai suoi occhi.
C'era un masso che gli bloccava il passaggio, ma Franco, dopo aver visto Emma così piccola e fragile trovò dentro di sé una nuova forza e lo spinse così forte da farlo precipitare nel covo della strega che capì subito cos'era successo. Alla fine riuscì ad uscire e dopo un vorticoso giro tornò nel suo corpo.
Erano tutti in camera sua e lo guardavano sperando che si svegliasse.
All'improvviso lui si riscosse, aprì prima un occhio, poi l'altro, e infine parlò.
"Sono tornato a c-casa!" disse con voce confusa.
"Ah, allora mi hai ascoltato, fratellino!" disse Fede.
"Sono... un... tipo... t-testardo... lo sai..." balbettò Franco.
"Franco! Non ci posso credere!" disse Emma. "Non ci posso credere, sei qui!"

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora