(72: Milagros)

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Quella notte il Conte mandò a chiamare il suo maggiordomo, Evaristo... era uno dei pochi con cui si confidava. Era fuori dalla camera di Flor e non osava entrare, non voleva disturbare Fede e Flor. I suoi occhi erano rossi per quanto aveva pianto e gli avevano ceduto le gambe: infatti era seduto per terra.
"Non posso crederci!" disse a mezza voce. "Alla fine aveva ragione lei... è successo davvero... magari per una questione psicologica, ma è successo..."
Dispiaciuto per il Conte, nonostante tutto, Fede si allontanò per qualche minuto dal letto e chiese a Greta di dargli il cambio, anche se solo per poco.
"Massimo, vieni... ti farà bene uscire di qui" disse gentilmente.
Il Conte si soffermò per qualche attimo sul suo viso stanco e vide che il povero Fede si sforzava di sorridere.
"Grazie, Fritzenwalden."
Si recarono insieme in giardino. L'albero era ancora in bilico e Lorenzo l'aveva osservato tutto il tempo. Quell'albero lottava, e Flor faceva altrettanto.
"Mi dispiace così tanto... non credevo che Florencia tenesse tanto a quell'albero..."
"È più complicato di così, Massimo."
"In che senso?"
"Ah, caro Massimo, io per primo stento ancora a credere a quello che sta vivendo la mia famiglia, a quello che sto vivendo io, quindi non te lo so spiegare, ma ti assicuro che la psicologia c'entra poco o nulla con questa storia."
Il Conte sembrava incredulo.
"Devi volerle davvero un gran bene." si lasciò sfuggire.
"La amo, Conte Mi... scusami, Massimo" disse Fede, sfregandosi le tempie con vigore. Era così pallido da far compassione, ma nonostante questo era ancora lì, cercava di occuparsi di tutto come aveva sempre fatto, anche se si sentiva sfinito.
Vide gli occhi del Conte velati di lacrime.
"Perdonami, Fritzenwalden."
"Non mi devi chiedere perdono, non c'è bisogno... fino a qualche tempo fa avrei agito esattamente come te. È normale non credere a cose più grandi di noi, ma ti assicuro che se sono tornato indietro da un punto di non ritorno, allora posso credere a tutto quello che vivrò d'ora in poi... non adesso, ma un giorno ci crederò e lo racconterò ai miei figli... ai figli di Flor."
Il Conte abbozzò un sorriso.
"Va' a casa, Massimo... sei a pezzi." gli consigliò il capofamiglia. "Non sei abituato a questi ritmi, ti farà bene."
Il Capo, da dove si trovava, sorrise. Il "ragazzo" era più buono del pane appena fatto, così avrebbe detto Flor, per dire che il suo Freezer aveva un cuore enorme.
"Grazie..." ripeté il Conte, e il maggiordomo gli fu subito accanto.
"Prenditi cura di lui, ti prego." disse l'ex Freezer, premuroso.
"Lei è molto buono, signor Fritzenwalden."
Detto questo Evaristo gli fece una sorta d'inchino per poi tornare a rivolgersi al suo "padrone": "Venga, mio signore... il signor Fritzenwalden ha ragione: lei è distrutto."
"Va bene. Fammi sapere come va, d'accordo?" supplicò Massimo.
"Contaci, ma ora va' e riprenditi." ripeté Fede per poi rientrare in casa.
Tornò nella stanza e vide la sua Greta con gli occhi rossi, che stringeva la mano della "piccola Flor", come a volerla proteggere... come se quell'angelo di ragazza fosse stata figlia sua.
"Ehi..." disse posandole le mani sulle spalle. "Andrà tutto bene. La nostra Flor è molto forte. Vedrai che presto tornerà a stare bene... e anche l'albero magico si riprenderà presto."
A quelle parole l'albero parve fare un piccolissimo movimento e anche le labbra di Flor, che era caduta in un torpore senza sogni, sembrarono muoversi.
"Lei molto coraggioso, Mein Her. Molto più di qvanto lei credere." disse la buona governante, dando un bacio sulla fronte del suo "piccolo grande uomo".
"Quante volte te lo devo dire di non darmi del lei?" la riprese affettuosamente lui. "Sei una di famiglia, ormai... anche se non porti il nostro cognome."
La governante strinse il giovane in un abbraccio, e fu allora che lui cedette, stremato, e si lasciò andare alle lacrime. Rivolse lo sguardo al soffitto e, con il cuore in trepidazione, pregò: "Capo, la prego... non me la porti via... lei ha tanti angeli, lassù, al suo servizio... lasci che il mio piccolo angelo resti qui, la prego... la salvi! Le giuro... che... che se fa questo io farò di tutto per farla stare bene, lo giuro!" E il Capo sapeva che diceva sul serio. Non poteva parlare direttamente a lui, quindi decise di parlargli attraverso l'albero.
"L'amore... un amore come il vostro lascia il segno..."
Fede si voltò di scatto, senza però allontanarsi dalla governante. Guardò la macchia sulla fronte della sua Flor.
"Oh, no... non un segno fisico. Ti resta dentro... nella pelle..." disse l'albero.
"Io... io andare a vedere ragazzi, Mein Her" gli disse con dolcezza Greta, sciogliendo l'abbraccio.
"Grazie..." sussurrò in risposta il giovane.
Quando i due rimasero soli, si avvicinò a Flor.
"Buongiorno, piccolo miracolo." disse dandole un bacio sulla fronte. Era ancora bollente, ma non gl'importava. Recuperò un altro straccio, perché ogni tanto preferiva cambiarlo, e lo immerse nel secchio d'acqua fresca per poi adagiarglielo sulla fronte.
"Sei molto stanca, vero?" le chiese con tenerezza. "Non ti ho mai vista dormire tanto a lungo... beh, forse solo quando eri in coma, ma quello è diverso perché quella volta non potevi dire proprio niente."
Le premette lo straccio sulla fronte e, portandosi una mano sul cuore, disse: "La vuoi sapere una cosa?"
Flor riuscì ad accennare un sorriso.
"Sei bellissima... anche così, con tutti i riccioli scomposti, gli occhi lucidi e il viso così pallido... sei sempre bellissima..."
Per un po' il fatto che lui le parlasse sembrò funzionare, ma d'improvviso qualcosa la riscosse.
"Ragazzi... strega... ragazzi..." disse agitata. Lui si affrettò ad afferrarle la mano: il suo cuore batteva così forte che sembrava che i colpi potessero sfondarle il polso.
"Tranquilla, stai tranquilla, va tutto bene."
"I nostri ragazzi... la strega... smettila, non trattarli male!"
In quel momento lui fu fulminato da un ricordo: la strega che gli diceva: "Se dovesse succederle qualcosa sarebbe una situazione terribile. Tutti piangeremmo e le faremmo una bella lapide proprio lì..."
"I... i miei... ragazzi..." sussurrò Flor. "Proteggili... per me... mio Freezer..."
"Oh mio Dio!" esclamò lui, sentendo la voce della strega.
"Fede!" esclamò Sofia, correndo dentro e dirigendosi verso il letto. "Mia madre è qui... è venuta qui..."
"Lo so, l'ho sentita." disse rapidamente Fede. "Sofia, tesoro, resta qui con Flor, ti prego. Io devo mandare via una strega." E stavolta non fu pentito di averla chiamata così. Nessuno doveva permettersi di toccargli i bambini!
Infatti, uscita dalla stanza, la povera Greta aveva trovato una brutta sorpresa: Franco e Nicolas stavano cercando di calmare i bambini, che erano più agitati che mai, perché la strega aveva detto loro con cattiveria che Flor stava male.
"È una situazione davvero terribile e disperata... piccoli miei, ho il doloroso compito di dirvi che il piccolo cardo sta molto male... e che può darsi che voi non la rivediate mai più... o almeno: può darsi che non la rivediate più viva... capito?"
"Vattene, strega, vattene!" urlò Thomas.
"Flor starà bene, vecchio mostro!" gridò Roberta, e lei, Thomas, Martin e Dominick si abbracciarono piangendo mentre Bella ed Emma giravano tra loro, per calmarli. Roberta, che era la più tesa, quasi non respirava a forza di piangere, allora Emma la fece alzare e se la strinse al petto. Lei, con il suo dono, riusciva a calmare le persone.
"Andrà tutto bene, amore mio. Non piangere."
"Oh, cara... hai quasi perso gli occhi e pensi a questi mocciosi?" le sussurrò la strega, ma ormai la ragazza aveva imparato a memoria i suoi trucchi e finse di non sentirla.
"Vieni, Robertina. Siediti qui, eh?" disse, recuperando la sua sedia e conducendovela senza problemi. Le s'inginocchiò accanto e le strinse le mani.
"Oh, anch'io sono dispiaciuta, bambini!" disse con enfasi la strega.
"Tranquilli, non è detto. L'abbiamo fatta stare qui, vicino all'albero, e Fede sta con lei. In caso di peggioramento ci avvertirà lui." cercò di calmarli Franco.
"Sì, ci dirà che Flor non ce l'ha fat..."
"No, Roberta!"
Fede fece il suo ingresso proprio in quel momento.
"Flor non è proprio nella sua forma migliore, ma è viva."
"Per quanto, mio caro?"
"La vuoi smettere?" le gridò esasperato Franco. "Ci stai prendendo gusto, eh? Si vede, perché sei una strega!"
"Franco, non sprecarti per lei" disse Fede, afferrandogli il braccio.
"Beh, la vita è così, caro Franco. A volte il Signore separa la gente presto, altre la unisce per tutta la vita."
"Non mettere in mezzo il Capo" le disse tranquillo Fede. "Dubito che gli piacerà."
"Lasciatela stare: è malata! Sa bene che se Flor stesse bene a quest'ora l'avrebbe mandata a gambe all'aria!" esclamò Nicolas.
"Flor lo farà presto, perché si ristabilirà."
E mai come in quel momento, Fede ne era convinto per davvero.
"Non credo... che la piccola cardo riposi in pace, caro!" esclamò la strega.
"Perché non ci vai tu, piuttosto?" urlò Thomas.
"Thomas, questo no!" disse Fede. "Lo sai: da quando ho scoperto chi è la detesto, ma una cosa del genere non si augura a nessuno... ci sono passato e non è facile." Gli posò una mano sulla spalla con fare paterno.
"Il padrone ha ragione, bambini." intervenne Beba. "Andrà tutto bene..."
"Stammi a sentire, vecchia strega" saltò su Franco, afferrando per un braccio la donna e stringendoglielo forte. "Azzardati a ridere di Flor un'altra volta e io ti giuro che tutte le carognate che hai fatto ti chiederanno il conto. Te lo giuro."
"Franco, lasciala!" disse Fede, per poi trasformarsi e portarla via di peso.
Lei, abituata com'era ad usare gli occhi, non poté reagire perché non lo vedeva, e questo fece ridere Emma.
"Beh, dopotutto non è così male sapere che presto questi problemi non ce li avrò più... o no, sorellina?"
"Ah, questa è la mia piccola!"
E Bella l'abbracciò forte: fiera di lei.
"E io t'insegnerò il Braille, così potrai leggere!"
Flor riuscì a percepire quell'ondata di benessere, che le alleviò un po' i sintomi, e Sofia, guardandola, sorrise.
Fede, intanto, si rivolse ai ragazzi: "Volete vedere Flor?"
I quattro annuirono.
"Venite." disse risoluto il giovane, e loro, senza protestare, lo seguirono.
Fede li portò nella cameretta di Flor, dove si trovava Sofia, che, seduta vicino al letto, le frizionava la fronte.
"Venite, ragazzi..." sussurrò, facendosi da parte. "Io vado da Reina, intanto..."
Fede si avvicinò al letto e, come da rituale, diede un leggero bacio sulla fronte alla sua ragazza.
"Ciao, amore mio." le disse semplicemente. "Guarda chi ti ho portato?"
"Poverina... guardate come sta!" sussurrò Thomas.
"È così pallida che sembra..." iniziò Dominick, ma Roberta la fermò.
"No... non dire queste cose di lei..."
"Avviciniamoci" propose Martin facendo qualche passo verso il letto.
Poco dopo entrarono anche tutti gli altri, compresa Reina, che era stata portata lì da Sofia perché le fosse chiaro che Flor non ce l'aveva con lei.
"Floricienta... cosa sentire tu, piccolo uccellino, eh?" le chiese teneramente la buona Greta, con gli occhi gonfi di pianto.
"Flor... cosa senti, eh?" chiese a sua volta Nico. "Come stai?"
"Se te succedere qualcosa io seguire te tra angioletti, piccola!" sussurrò ancora la governante, e il giovane Fritzenwalden dagli occhi buoni, l'uomo con quel carico più grande di lui sulle spalle, le rivolse un sorriso gentile, cingendole la vita e dicendole piano: "Non dire così, dai... nessuna delle due dovrà andare da nessuna parte, promesso!"
"Fede... mettiamole gli amuleti!" disse Roberta.
"Sì... sì, prendili pure, piccolina..."
"Credete... credete che questo funzionerà?" chiese Martin, incerto.
"Non lo so, Martin. Io non ci conterei troppo: è magia." intervenne Dominick, dubbiosa.
"Però è magia buona." affermò sicura Roberta.
"Io... io c-ci credo" balbettò Thomas.
"Io pure ci credo" assentì Dominick.
"Il... il mio albero..." balbettò Flor. "Se lo lasciate... io... non..."
Maya scoppiò in lacrime e Matias, premuroso, le cinse le spalle.
"No, non dirlo, ti prego!" la supplicò Fede, baciandole dolcemente la fronte. "Parla, continua a parlare... ma non essere negativa, ti prego... non lo sei mai stata, non iniziare ora..."
"Mio... m-mio Freezer..."
"Sì... sì, sono io!"
"Forse c'è speranza... ti riconosce!" esclamò Franco.
"Tu... tu sei forte, Flor! Noi abbiamo bisogno di te, non te ne andare" la supplicò Nicolas.
Flor prese la mano di Fede e la strinse... ed in quel momento lui si accorse della noce che le era tanto cara e le era caduta in mezzo al groviglio di fili.
"Tieni, amore mio... tienila, stringila forte come solo tu sai fare... eh?"
I ragazzi cominciarono a metterle addosso amuleti, immagini di angeli e fate e conclusero con un chiama-angeli attaccato sul petto.
"Flor... ti prometto che starai bene." disse Roberta, legandole ad un braccio un ciondolo a forma di cuore.
"Il mio albero... salvatelo, vi prego!"
Flor pronunciò quelle parole aggrappandosi alla mano dell'uomo che tanto amava e che, a sua volta, l'amava.
"Ragazzi... venite qui." disse di punto in bianco Fede. "Forse mi è venuta un'idea."
Si avvicinarono tutti e Fede, risoluto, disse: "Prendetevi tutti per mano!"
Afferrò la mano di sua sorella, stringendola forte nella sua, e questo sembrò calmare la ragazza, che smise di piangere.
"Flor... Flor, guardaci! Ti prego, ti scongiuro, risali dal baratro... e dopo ti prometto che ti porterò dove vuoi... dove siamo stati felici..."
"Isola..." sussurrò Flor. "Isola... incantata..."
"Che sta dicendo?" chiese Nicolas.
"Parla dell'isola deserta che non era deserta, quella dove siamo stati quando mi ha regalato un elicottero." spiegò lui.
"Sì... mio Freezer..." affermò lei.
"D'accordo, principessa... ma prima ti devi riprendere, capito?" le disse lui. "Fallo... fallo per me... per i ragazzi... per i nostri figli... e per le fatine! Sì, anche per le fatine che ti proteggono, che ti vogliono bene!"
"Fatina..." sussurrò Flor, guardando il cielo, e una piccola luce parve accarezzare la sua pelle pallida.
"Flor, piccola! Coraggio, devi tornare adesso" le disse la fatina.
"Non so come si fa... sono in un tunnel e..." sussurrò Flor.
"Hai ancora molto da fare, piccola!"
"Flor! Flor, ti prego... non farmi questo! Non voglio rischiare di perderti per sempre, ti prego, amore mio! Io... ti... ti amo..." sussurrò Fede, portando la mano bollente di Flor sul suo cuore. "Senti? Mi senti?"
"Amore mio..." sussurrò Flor.
"Sì... lui e la tua famiglia ti stanno aiutando... e ora ascolta... ascolta la sua voce... la voce del tuo principe..."
"Fede... la vostra canzone!"
"Che vuoi dire, sorellina?"
"Cantale la vostra canzone!"
Maya sembrava essere stata fulminata da qualcosa... da un'illuminazione...
Lui, esitante, strinse la mano di Flor e iniziò a cantare sottovoce: "Sarà così, uniti, infine. Sarà così, per me e per te. Sarà così, un grande amore... sarà così.."
"E... e sarà... così..." sussurrò Flor e in quel momento Fede sentì la pelle della sua mano rinfrescarsi e la vide riprendere colore.
"Flor, piccola, come stai? Come ti senti?"
"Mi sento bene..." rispose Flor.
"Miracolo! MIRACOLO!" esclamò Greta, ridendo.
"Freezer... mi staccheresti questa roba di dosso? Non la sopporto, è fastidiosa!" si lamentò Flor.
"Ah, amore mio! Sei tornata!" esclamò, al settimo cielo, il suo principe.
Prese a staccarle i fili di dosso, uno per uno, e a ricoprirla di baci.
"Però! Sembra che tu non mi veda da secoli!"
Flor gli saltò in braccio, cingendogli la vita, e attaccò le loro labbra.
Il Conte ed Evaristo erano arrivati proprio in quel momento."Oh mio Dio... Evaristo, guarda! L'albero sta tornando!" esclamò il Conte, toccando il tronco, incredulo.
L'albero, infatti, si era ricoperto di fiori ed era più forte che mai.
"Questo significa che..." sussurrò il Conte.
Si voltò e in quel preciso istante vide Flor, tenuta in braccio dal suo principe, che rideva contenta.
"Che bella che sei! Soprattutto quando ridi!" esclamò lui, baciandole le palpebre. "Non sai che paura ho avuto!"
"Oh, anch'io, anch'io!" esclamò Flor. "Sono così contenta, così felice, Fede!"
"Anch'io lo sono.. sono così felice..."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora