"FERMATEVI, VI PREGO!" gridò Flor, in preda agli spasmi.
"Signorina, si sposti di lì e ci lasci fare il nostro lavoro!"
"No! Quest'albero non si tocca, non ve lo permetterò!"
"Cara Flor, da brava, rifletti un attimo" sussurrò la strega con voce praticamente smielata, "l'albero è cresciuto troppo, bisogna toglierlo!"
"Tu vuoi uccidermi, vecchia megera!"
"Ma che dici, piccola? Io ti voglio bene, lo sai!" disse piano la strega.
"Oh santo cielo!" esclamò Reina, raggiungendo la sorella con la sua sedia a rotelle. "Flor, che cos'hai? Che ti prende, piccola?"
"Ti prego, aiutami... vogliono buttare giù il mio albero, aiutami" supplicò la ragazza, sulla soglia delle lacrime.
"Tranquilla, ci penso io!" disse Reina sporgendosi dalla sedia per aiutare Flor ad alzarsi, ma lei la fermò con un cenno della mano, si mise in piedi a fatica e si avvicinò all'albero. "Non c'è un modo per chiudere le aperture che hanno creato le radici e rallentare la crescita dell'albero? Vi prego, potrebbe essere pericoloso sradicarlo!" continuò Reina, rivolgendosi ai boscaioli con fare supplichevole.
"Ma per favore, bambina mia!" disse la strega.
"Signorina, scenda di lì!" ripeté il boscaiolo più vicino, rivolto a Flor, che nel frattempo si era arrampicata sull'albero.
"No! Io da qui non mi muovo! Se uccidete l'albero ucciderete anche me!"
"Vieni via di lì, Florencia!"
"NON SE NE PARLA! NON TOCCARMI, STREGA!" gridò Flor. "Reina, portami delle corde, ti prego!"
"Tesoro, sei sicura?" domandò Reina.
"Sì. C'è solo un modo per fermarli e io... Conte Minimo!" esclamò Flor, voltandosi di scatto e vedendo il Conte sotto l'albero, in piedi. I suoi occhi sembravano spenti, vuoti, e Flor rabbrividì quando se ne accorse. Non poteva essere!
"Cos'hai da gridare tanto, Flor?" chiese il Conte con fare preoccupato. Anche sotto ipnosi, teneva comunque a Flor.
"Hai chiamato tu queste persone per il mio albero?" chiese la ragazza, e la delusione non tardò a colpirla.
"Sì... eravamo d'accordo con... con la signora" e indicò la strega, "che non sarebbe stato così presto, però..."
"Che volevi che facessi?" chiese quest'ultima. "Dovevo aspettare che la casa si sfasciasse per colpa dell'albero?"
"Non è colpa dell'albero! Chissà che gli hai fatto per metterlo in allarme, strega che non sei altro!" esclamò Flor stringendo i denti per non piangere. Se aveva pensato di perdonare il Conte per il fatto che aveva quasi perso Fede a causa della sua tresca con la moglie di un pazzo, ora era tutto finito e non voleva neanche guardarlo in faccia.
"Flor, da brava, scendi e parliamo come persone civili e adulte!" esclamò il Conte, che sembrava risoluto... e in parte lo era. In fondo a lui importava degli abitanti di quella casa, non di quell'albero gigante che a lui sembrava volesse strozzarla, non proteggerla.
"Mi hai presa per stupida, Conte Minimo?"
Flor si girò e vide Lorenzo che stringeva tra le mani un fascio di corde.
"Lorenzo, legami all'albero!" disse decisa.
"Flor, sei sicura di volerlo fare?" le chiese lui. "Dev'esserci un altro modo! Possiamo salvare l'albero senza mettere in pericolo te!"
"Grazie Lorenzo, ma io sono già in pericolo se succede qualcosa al mio albero!"
Lorenzo si limitò ad annuire e aiutò Flor a legarsi all'albero.
"Sai cosa, Conte dei miei stivali? Questa non è casa tua, e ho capito che tu vuoi fare del mio albero un fascio di legna da ardere! Io non scendo, perché tu vuoi ucciderlo senza problemi di coscienza, e sai una cosa? Mi sono fatta legare all'albero, e resterò incatenata qui!"
"Metti in pericolo i tuoi figli, così!"
"I miei bambini sono già in pericolo se qualcuno prova a tagliare l'albero!" esclamò Flor.
In quel momento uscirono Nico, Maya, Martin e i bambini.
"Flor, che è successo?" chiese Martin.
"Flor, che ci fai legata all'albero?" chiese Nicolas.
"Ragazzi, ragazzi, vogliono abbatterlo" rispose Flor. "Chiamate la Società della Protezione Natura, presto!"
"Sì... sì, andiamo!" esclamò Martin.
"Bene! Tutti su Internet! Dobbiamo trovare quel numero!" saltò su Nicolas.
I ragazzi corsero in casa.
Lì, Franco, Matias e Sofia circondavano il letto di Flor, su cui ora era Fede, che aveva aperto gli occhi, ma non riusciva a muoversi.
"Ti prego, Sofia... aiutami... lì fuori sta succedendo qualcosa..." cercò di dire per poi provare a tirarsi su, ma ricadde miseramente all'indietro. Sofia lo aiutò a girarsi e premette una mano sul cerchio che Fede aveva dietro la spalla.
"Tranquillo, tranquillo... sto cercando di toglierlo" disse con dolcezza.
In quel mentre, fuori, Flor continuava ad inveire contro il Conte, la strega ed i boscaioli.
"È inutile che mi guardate! L'albero non verrà tagliato!"
"Andiamo, Flor, non essere testarda... se quest'albero cresce ancora a breve sfascerà la casa con i bambini dentro e se questo dovesse accadere di chi sarà la colpa?" sussurrò la strega, smielata.
"Come puoi dire una cosa del genere, vecchia canaglia? E poi parli tu, che i bambini li hai rinchiusi, a momenti li picchiavi... ah, tu non sai niente, Conte Minimo, vero?"
"Flor, calmati. È solo un albero, nient'altro."
"Sai che c'è? Per un momento ho pensato di poter passare sopra a quello che è successo, perché credevo che tu avessi un cuore. Piccolo, povero, ma almeno un cuore. Invece sei proprio come questa maledetta strega!" esclamò Flor, risentita, stringendosi di più all'albero.
"Ma che c'entra il cuore, adesso? Ti prego, cerca di ragionare: se l'albero continua a crescere solleverà tutta la casa."
"Beh, quando ho deciso che sarei rimasta qui ho seppellito la noce di mia madre e l'albero è nato da quella..." E mostrò la mano nella quale stringeva la noce. "E dopo un po' la noce è tornata. Quest'albero si prende cura di me. È magico, non lo capisci?"
"Dai, non essere superstiziosa. Sciogli le corde e vieni giù, ti prego" le disse il Conte, conciliante. Non poteva sapere quanto dolore questo arrecasse a quella ragazza.
"Sarò pure come dici, ma tu sei un vero idiota, perché non vuoi vedere quello che succede!" gli disse, seccata e colpita. "Ah, e ti dirò di più: il mio albero, prima, ha salvato la vita al Free... a Fede, e io non lo lascerò."
Flor, infatti, aveva visto il suo albero tirare su il povero giovane privo di sensi e coprirlo con le sue radici. Nessun "semplice albero" sarebbe stato in grado di fare una cosa simile.
Ma probabilmente il Conte non poteva vedere niente del genere.
Lui rientrò in casa, sconfitto, e intanto Reina, aiutata da Lorenzo, portò un po' d'acqua a Flor.
"Sorellina, bevi... fallo almeno per i bambini, ti prego!" le disse con dolcezza tendendo il bicchiere verso di lei.
"Grazie Reina, ma sto bene, davvero."
"Flor, dalle retta. Noi saremo sempre con te, fidati!"
E mentre Lorenzo diceva questo, suonarono alla porta. Il Conte andò ad aprire e si trovò davanti un uomo che indossava una maglietta con il logo di Greenpeace.
"Dov'è la vittima?" chiese risoluto.
"Vittima? Di che cosa parla?"
"Ah, non sa di che parlo? Dov'è l'albero vittima di questo sopruso?"
"Ma che dice, è impazzito?"
"Dove si trova l'albero?" Poi vide le radici sbucare da sotto una porta.
"Venite! Venite, presto" disse Nicolas.
La strega maggiore provò a bloccare il passaggio all'uomo, ma sua figlia, girandole attorno con la sua sedia, glielo impedì, e Nicolas portò il volontario verso l'albero al quale era legata Flor.
"Coraggio! Che aspettate? Tagliatemi" diceva Flor in tono provocatorio ai taglialegna che si scambiavano sguardi perplessi. "È facile prendersela con un albero!"
"FLOR! FLOR, SONO IO!" gridò una voce.
Flor voltò la testa e vide Franco che si dirigeva di corsa verso di lei.
"Ho saputo... ehi! Tranquilla, andrà tutto bene!" cercò di rassicurarla.
"Franco... Franco, come sta tuo fratello?" chiese Flor, agitata.
"Sta bene, si è ripreso, ma la strega l'ha immobilizzato." rispose Franco.
"Oh santo cielo... solo lui può aiutarmi con l'albero!" singhiozzò Flor stringendosi al tronco. "Non posso permettere che questi uomini taglino i rami: sono parte di me... sono il mio cuore, i miei occhi, la mia bocca... tutto!"
"No, no, no!" la interruppe Franco. "Ti prego, non fare così, non piangere..."
E voltandosi vide il volontario di Greenpeace scortato da Nico.
"Oh, grazie al cielo!" esclamò.
"Che ci fai tu qui?" chiese il capomastro dei taglialegna.
"Quest'albero non dev'essere toccato!" rispose semplicemente il volontario.
"Non hai visto cos'ha fatto alla casa("
"E questo è un motivo valido per ucciderlo? Non credo che spareresti a tuo figlio se rompesse un vaso!" esclamò il volontario di Greenpeace.
"Mi scusi... non è un po' eccessivo?" chiese titubante Nicolas.
"Con questi tipi ci vogliono le maniere forti!" affermò il volontario. "L'albero, cari signori, è parte della natura... è un essere vivente!"
"Oh, grazie fatine, grazie!"
All'interno della casa, finalmente, Fede era riuscito a liberarsi dall'incantesimo grazie all'aiuto di Sofia.
"Grazie, tesoro mio, grazie!" le disse Fede.
Intanto il Conte e la strega si misero d'accordo per tagliare le radici dell'albero che avevano attraversato il salotto di casa Fritzenwalden.
"FLORICIENTA!"
Greta uscì di casa di gran carriera e raggiunse la ragazza. Aveva sentito tutto e voleva avvertirla.
"Che è successo?" chiese Franco.
"Taglialegna volere tagliare subito radici di tuo albero dentro casa!" esclamò la governante.
"Che? No, non può essere!" esclamò Flor. "Aiutatemi a staccarmi di qui, presto!"
E così Greta, Nicolas e Lorenzo, che era appena sopraggiunto, sciolsero le corde che la tenevano ancorata all'albero, mentre Franco andò a cercare Fede. Quando lo vide in piedi, tirò un sospiro di sollievo.
"Fede! Fa' presto, vogliono tagliare l'albero di Flor e lei è in traiettoria!" esclamò agitato.
"Che? Oh santo cielo, no!" saltò su lui, più agitato che mai. In quel momento lui, Franco e Matias sentirono sbattere una porta.
"Maledetta strega!" disse Matias tra i denti. "Ci ha chiusi in casa!"
I tre corsero di sotto e udirono Flor, a poca distanza da loro, che gridava cercando di sovrastare il rumore di una motosega.
"NO! NESSUNO FARÀ DEL MALE AL MIO ALBERO! PRIMA DOVRETE ELIMINARE ME, PERCHÉ IO NON MI MUOVO DI QUI! QUEST'ALBERO È LA MIA VITA, CAPITO?" gridò disperata, mentre sentiva che il suo petto veniva trafitto da un dolore atloce e agitava le braccia per cercare di fermare i taglialegna inferociti che si accanivano disperatamente contro l'albero.
"Flor, no!"
Il Conte, in preda ad una lotta interiore, afferrò la ragazza stringendola in un abbraccio per trattenerla. Anche se la voce della strega gli sussurrava di lasciarla lì, qualcosa gli era scattato dentro quando aveva visto che lei voleva gettarsi contro la motosega.
"NO! Massimo, lasciami! Lasciami andare!"
"Flor, calmati, andrà tutto bene."
"No..."
"Ti farai male, vieni via!"
"No... il mio albero, no..."
"Bisogna farlo, piccola... te lo direbbe anche lui..." disse il Conte, riferendosi a Fede.
"No! No, ti prego, fermali!"
"Andrà tutto bene, Flor!"
"No, no, basta! TI PREGO, BASTA!"
Il dolore al petto era diventato insopportabile e, senza neanche accorgersene, prese a tirare gomitate al Conte, che la teneva stretta nel tentativo di calmarla.
"VI PREGO, BASTA!"
Quella voce arrivò come uno schiaffo ai due Fritzenwalden e al giovane avvocato che lottavano per liberarsi dalla loro stessa casa.
"FLOOOOR!" gridarono all'unisono i due fratelli.
La ragazza piangeva più forte, contorcendosi spasmodicamente in preda a un attacco d'isteria dovuto al dolore che sembrava trapassarla da parte a parte.
"FLOOOR!" insisteva Fede, tirando colpi alla porta che però non ne voleva sapere di spostarsi.
Flor riconobbe quella voce e gridò a sua volta: "AMORE, TI prego, AIUTAMI... AIUTOOO!"
"RESISTI! RESISTI!" gridò lui, in risposta, dall'interno della casa.
"Più forte, ragazzi!" ordinò il capomastro e i boscaioli insistettero con la motosega.
"NO, NO, VI SCONGIURO, BASTA!"
"Maledizione! Perché questa stupida porta non si apre?" saltò su Fede.
"Tu sei un mezzo fantasma... trasformati, Fede! Solo se uno di noi riesce ad uscire saremo liberi!"
In quel momento, come se un fulmine l'avesse colpito, Fede realizzò che Matias aveva ragione. "Grazie." disse velocemente, poi si mutò in fantasma e tornò normale solo quando fu accanto a Flor, che continuava a implorare pietà.
"Piccola! Ehi, guardami!" disse prendendole le mani.
"Fede, ti prego, aiutami!"
Flor, stremata, riuscì a dire solo questo. Lui la guardò soltanto, nel suo solito modo rassicurante, mentre il Conte continuava a dirle: "Ci sono io, andrà tutto bene!", poi si mutò di nuovo in fantasma, afferrò la motosega e la strappò dalle mani del boscaiolo. Questi, non capendo quale forza avesse afferrato l'oggetto, tentò di riprenderlo, ma Fede lo trattenne e scagliò a terra l'arnese così forte da farlo in mille pezzi.
Quando tornò di nuovo normale Flor gli crollò tra le braccia, sfinita, e continuò a piangere.
"Va tutto bene, angelo mio... va tutto bene, tranquilla" le diceva lui, accarezzandole la schiena e baciandole dolcemente una guancia. "Dai... non piangere più, ti prego! Risolveremo tutto..."
"Resta... resta con me... ti prego, amore mio..." sussurrò lei, spaventata come non mai.
"Non aver paura... finché avrai bisogno di me, io resterò con te, sempre!"
Sapeva che non era finita, ma non voleva sconvolgerla ulteriormente. Per fortuna il dolore al petto era passato appena Fede l'aveva stretta in quell'abbraccio.
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Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||
FanfictionA Fede viene concesso di tornare sulla Terra, ma dovrà superare alcune prove. La prima ad incontrarlo sarà Flor, attraverso una visione. Infatti l'incontro con Fede della prima serie non sarà l'ultimo. Dopo il ritorno, poiché le leggi della natura s...