(59: In gita con la Fritzenwalden Family)

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Quando arrivarono sulla spiaggia, Flor si misa a sedere sotto una roccia. Gli altri la circondarono e lei, seduta lì, chiuse gli occhi e cercò d'immaginare come sarebbe stato stringere tra le braccia i suoi figli.
"Ehi, tesoro... ti piacerebbe vedere il Mare da vicino?" le propose Fede.
"Vorrei, ma non so nuotare!" rispose Flor.
"Tu non ti preoccupare: di questo mi occupo io." la rassicurò lui. "Sbaglio o hai detto più volte che avresti voluto vederlo?"
"Sì... certo... e poi farà bene ai nostri angioletti. Se somigliano solo un po' a mio padre, ameranno stare in acqua e se sono come te tra qualche anno li troverò su un elicottero." gli disse lei, con la solita faccia sognante.
Lui le prese la mano e insieme si diressero verso la riva.
"Pronta?" le chiese lui a bassa voce.
"Dobbiamo correre?" chiese lei agitata.
"Ovviamente no! Non voglio creare problemi agli angioletti" rispose lui. "Camminiamo e basta... ti tengo io, fidati!" Poi si voltò per vedere gli altri avvicinarsi. "Anche Martin ha paura dell'acqua alta, ma non fargli sapere che te l'ho detto!"
Infatti Pas ci stava mettendo l'anima, ma faceva fatica a convincere Martin a entrare in acqua con lei, mentre Thomas, Roberta e Domimick avevano preso a correre verso l'acqua e si stavano schizzando.
"Che bello! Era da un secolo che non li vedevo... così spensierati, così contenti."
Flor sorrideva dicendo questo: anche quei ragazzi erano come figli per lei, più che come cognati, e, anche se non lo diceva apertamente, anche Fede li sentiva più come figli che come fratelli o amici, e vederli giocare e divertirsi così gli riempiva il cuore di gioia. Si girò da un lato e vide Franco, che faceva letteralmente volteggiare Emma, mentre Bella aveva preso a ballare con Nico, essendo la meno timida tra i due.
"Sai cosa? Se sei ancora disposto a tenermi, voglio aggregarmi anch'io!" gli disse Flor, e Fede le strinse la mano.
Entrarono finalmente in acqua: il freddo ed il sale pizzicavano la loro pelle. Con la mano libera, lui prese un po' d'acqua e con delicatezza le tracciò un cuore sulla fronte. Questo parve prendere forma davvero, e lei rise contenta: non le era dispiaciuto.
"Questo di solito non capita, ma la nostra è una famiglia stravagante!" le disse Fede.
"Non mi sembra vero, lo sai?" gli disse Flor.
"Cos'è che non ti sembra vero?"
"Sai... non mi sembra vero che siamo qui, a stringerci la mano, senza che qualche serpente gigante spunti dall'acqua o senza che ci sia qualche incidente di mezzo... sai, ho scritto una canzone mentre non c'eri... e quando mi mettevo sul tuo letto di nascosto la cantavo sempre."
"La conosco. Non facevo altro che guardarvi quando stavo lì" disse Fede.
E le ripeté la canzone sottovoce, all'orecchio. "Come diavolo ti vengono certe cose non lo capirò mai, ma fa lo stesso" le disse piano.
"Ehi! Guarda là" disse Flor.
Thomas cercava di tirare su Roberta per farle fare un tuffo, ma puntualmente finivano per cadere in acqua tutti e due.
"Fratellino, guarda che non si fa così" gli disse Fede. "Le devi dare il tempo di aggrapparsi come si deve a te."
"Non sapevo che l'avessi fatto" disse Thomas.
"Scherzi? Quando eravamo piccoli gli chiedevo sempre di farmi fare un tuffo e mi ha insegnato lui a nuotare!" esclamò Franco. "E adesso io lo sto facendo con la ragazza che amo."
Roberta s'insinuò tra Flor e Fede.
"Fallo fare a lei, le piacerà" disse.
"È troppo presto per quello, piccola! Se lo facessi adesso le farei odiare la Festa della Mamma!" disse Fede, notando che Flor aveva fulminato la bambina con lo sguardo. Si mise in ginocchio per arrivare all'altezza di Roberta in acqua e lei gli salì sulle spalle, come avrebbe fatto con suo padre se questi non fosse scomparso.
"Sei pronta, tesoro?" le chiese.
"Stai parlando di me, Fede!" rispose lei. "E tu guarda e impara, nanetto!"
Thomas la fulminò, ma rivolse un sorriso a suo fratello: non l'aveva mai visto così contento, rilassato... così libero!
"Allora al tre" le disse lui, e Roberta sorrise contenta. Contarono insieme, poi lui la lasciò andare e Roberta saltò, tuffandosi e facendo una capriola. Si trovò davanti a lui, che la riprese al volo.
"Bravissima!" esclamò Fede, con orgoglio.
"Dovresti proprio imparare a nuotare, sorellina! È troppo divertente!" la esortò Reina.
"Sì, però... ho paura." balbettò Flor.
"Te lo insegneremo noi" propose  Nico.
Fede tornò indietro e si mise accanto a lei.
"Se mi aiuti tu ci provo!" disse Flor.
"C'è bisogno di chiederlo?" le fece notare lui.
"Guarda: si fa così." disse Reina, mettendosi davanti a lei. Flor cercò di memorizzare i movimenti della sorella, ma quando provò a metterli in pratica fu un totale disastro.
Si trovò con la testa mezza sommersa e, ringraziando i riflessi più pronti che mai, il suo compagno la tirò su al volo.
"Accidenti, sono un completo disastro!"
"Ci siamo scambiati le parti, vedo!" le disse lui. "Di solito sono io quello che non crede di riuscire a realizzare qualcosa dopo il primo fallimento..."
"Dai, ti prego, ci riproveremo un'altra volta!"
"Va bene... allora sdraiati sulla schiena, così ti faccio vedere una cosa più facile." le disse Fede.
"No, no... il cadavere non lo faccio, porta male!" si agitò lei.
"Guarda che ti puoi muovere un pochino" disse Fede, e dopo un po' d'insistenza riuscì a convincerla. Sembrava davvero che in quel momento fosse lui quello impavido e lei quella spaventata. Certo, dopo quello che aveva vissuto, (o non vissuto), pensava Flor, c'era ben poco che poteva toccarlo.
Lei si lasciò andare all'indietro e lui la resse sulle braccia, come un angelo.
Reina e Lorenzo, che erano un pochino più lontani, li guardavano con dolcezza.
"Che belli che sono!" esclamò Reina. "Chissà se sono i loro figli a renderli più belli che mai?"
"Perché non proviamo a sperimentarlo... eh?" le sussurrò lui, ammiccando.
"In mezzo al Mare, Lorenzo? Non mi sembra il caso."
"Allora quando torniamo a casa ci coccoliamo un po' e proviamo a mettere in cantiere un bebè!" propose Lorenzo.
Reina gli rivolse un sorriso: stentava ancora a credere che lei e Lorenzo fossero tornati a stare insieme, senza più intrighi, senza più sotterfugi.
Sembrava che qualcuno avesse gettato su di loro un mantello protettivo e fu questo a permettere loro di godersi la giornata.
Quando uscirono dall'acqua si misero tutti a sedere sugli asciugamani, per un picnic, come avevano sempre sognato.
"Che te ne pare della Festa della Mamma che abbiamo messo su?" chiese il piccolo Thomas sedendosi accanto a Flor.
"Siete stati dei tesori!" rispose Flor sorridendogli.
"Ti posso dire una cosa? Però non ridere!" le disse lui.
"Perché dovrei, scusa?"
"Perché da quando ti conosco... sei stata come una mamma per me. Peccato che tu e Fede non possiate adottarci... perché siete mio fratello e mia cognata."
"E chi dice che c'è bisogno della legge per fare questo, piccolo?" chiese Flor. "Anzi: a volte i giudici perdono fin troppo tempo per i miei gusti! Il cuore, invece, no... e io sarò quello che vuoi tu."
Thomas sedette sulle ginocchia della ragazza e, come il piccolo Fede con Maria, prese a giocare con i suoi capelli umidi.
"Tale fratello... tale fratello? Come si dice in questi casi?" chiese Flor.
"Nom lo so, ma ti ho capito. Ti dà fastidio?"
"No, amore mio. Certo che no!"
E mentre Thomas stava lì e Flor lo faceva giocare, dal lato opposto della spiaggia l'ex Freezer li guardava commosso. Era veramente felice di poter essere lì, guardare quella scena con i SUOI occhi.
Sì, perché un altro dei suoi tormenti era che gli venisse posta la condizione di tornare nel corpo di un'altra persona: solo il pensiero di far godere quella meraviglia a qualcun altro lo tormentava. Nei suoi incubi peggiori si era visto nel corpo di un maschilista donnaiolo che si comportava persino peggio di come faceva lui prima, con la sola differenza che lo faceva apposta... e probabilmente il Capo Supremo l'aveva capito. Aveva capito che sarebbe stato troppo per lui da sopportare. Non puoi passare l'eternità in Paradiso se la tua anima vive le pene dell'inferno!
"Sono carini, i nostri fratellini, non è vero?" disse Reina, andando a sedersi al suo fianco.
"Sì... sono bellissimi. Avevo paura che non avrei potuto godermi questo." le disse lui. "E ora che posso io... mi sento... sì, in Paradiso! Mi sente, Capo? MI SENTO IN PARADISO!" esclamò lui, lasciandosi poi andare ad una delle sue stupende risate.
"Lo vedo, ragazzo, lo vedo!" disse quella voce tonante, e il Capo sorrise.
E non solo lo vedeva: ma pensava che il "Fritschencomesichiamava", o il "Ragazzo", come lo chiamava lui, meritasse alla grande quella pace dopo tutto quello che aveva passato.
Naturalmente Fede non poteva più sentirlo, ma averglielo detto lo faceva sentire bene, perché sapeva che il Capo poteva sentire lui e questo gli bastava e gli avanzava.
(Nota Autrice: non me ne vogliate: quando ho descritto l'incubo di Fede mi sono lasciata prendere la mano, perché quel finale per me è stato orribile).

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora