(53: Proteggimi, ti prego!)

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La strega si rese conto del fatto che non avrebbe ottenuto niente né da Fede né da Flor, per quanto lui fosse disperato e lei fosse incinta e anche ammalata.
Comprese che doveva far leva su quella che lei considerava la componente più debole del gruppo: Emma. Lei sarebbe stata solo un avvertimento...
Chiamò a rapporto un suo seguace, un tale che, l'anno prima, aveva cercato di rubare a casa Fritzenwalden.
"Ho bisogno che tu mi faccia un grande favore."
"Di che si tratta?" domandò il ragazzo che, fortunatamente, almeno per come lui vedeva le cose, ogni volta che lei gli chiedeva un favore lui ci guadagnava, e anche parecchio.
"Vedi questa ragazza?" chiese mostrandogli una fotografia.
"Certo, è un bel bocconcino!"
"Bravo! Voglio che tu ti diverta con lei, che tu la faccia soffrire" disse la strega con un sorriso malefico dipinto su quel volto che Flor aveva sempre definito "di porcellana".
"Mmm, la cosa si fa interessante..."
"Molto bene! Conosci l'indirizzo, no? Devi tornarci, cercare Emma durante la notte e fare quello che vuoi con lei. Conto su di te."
Il giovane, fregandosi le mani dalla gioia che gli procurava stringere tra le mani il suo nuovo "giocattolino" andò ad appostarsi vicino alla casa, travestendosi, in modo che nessuno potesse accorgersi della sua presenza.
In casa Fritzenwalden, intanto, c'era una gran festa. Le terapie che Flor stava facendo avevano finalmente iniziato a sortire qualche effetto e si prospettava un futuro lieto per lei e per Fede, che avevano deciso di sposarsi al più presto. Lui non aveva mai avuto un sorriso tanto luminoso, nemmeno durante il loro matrimonio segreto... e per lei si poteva dire lo stesso, per il suo sposo e per la vita che stava iniziando a farsi spazio dentro di lei e che un giorno avrebbe stretto tra le braccia.
Nessuno di loro pensava più alla strega, anche perché lei per due mesi si era letteralmente dileguata... non avrebbero mai creduto che quella notte non sarebbe stata bella come quelle che avevano trascorso precedentemente.
Emma era appena entrata nella sua stanza quando percepì una presenza.
"Ciao, principessa!" la salutò quel tipo.
"Chi è lei? Che cosa vuole da me?" chiese Emma, terrorizzata.
"Te" le rispose lui e, senza neanche darle il tempo di replicare, la spinse sul letto ed iniziò ad osservarla come si osserva un bellissimo trofeo. La ragazza, terrorizzata, provò a dibattersi, ma l'uomo che la teneva ferma le fece sbattere la testa contro la spalliera del letto e la strega, che osservava tutto, le tracciò una riga negli occhi che ebbe su di essi un effetto a dir poco devastante. Gli occhi di Emma bruciavano e la ragazza notò che la sua vista si stava sfocando.
Quel tizio la prese di peso e iniziò letteralmente a girarla tra le sue braccia come un giocattolo. La maglia della ragazza si attorcigliò su se stessa e fu allora che lei urlò un nome, l'unico nome che era associato a un volto che sperava di vedere prima che i suoi occhi smettessero di funzionare.
"FRANCOOOOOO!"
La porta si spalancò e il ragazzo biondo comparve sulla soglia, tolse Emma da quella morsa e tirò un pugno sul volto del suo aggressore.
"Toccala ancora con un dito e te ne troverai due in meno!" lo avvisò.
"È carina la tua ragazza! Peccato, stavamo giocando un po'" disse l'uomo.
Franco gli tirò una serie di pugni.
"O te ne vai o ti faccio volare dalla finestra" lo avvisò.
Questi, ricevuto il messaggio, si trascinò verso la porta, dolorante.
Emma era rannicchiata sul letto e guardava i contorni del viso di Franco, che sembravano sempre meno definiti. Lui le si avvicinò, ma lei sussultò e si ritrasse.
"No, non posso! Ti prego... non mi toccare!"
Lui fece qualche passo indietro, ma quando la vide tremare non riuscì a trattenersi dal farle una carezza sul volto. La pelle della ragazza era bagnata, la sua testa segnata da una ferita e i suoi occhi stavano perdendo colore.
"Piangi, Emma. Non vergognarti di quello che provi, ti posso assicurare che è normale."
"Non ti vedo più, Franco..."
Emma temeva che lui si staccasse di colpo da lei, ma il giovane, che evidentemente l'aveva capito, le baciò entrambe le palpebre e continuò ad accarezzarle i capelli.
"Non ti preoccupare. Se necessario ti terrò la mano per tutta la vita, ma non chiuderti. Non vergognarti, non è stata affatto colpa tua e non è giusto che tu la veda in questo modo. È chiaro?"
"Oh, Franco... stringimi, ti prego! Ho molta paura" sussurrò lei continuando a singhiozzare.
"Certo che ti stringo forte... anzi, vieni con me... ti porto sotto le stelle" le disse Franco tenendola in braccio e portandola con sé in giardino. Emma non protestò dicendo che non poteva vedere le stelle perché le bruciavano gli occhi, si lasciò semplicemente trasportare, ascoltò quei campanellini del cielo che davano un suono alle stelle e si lasciò coccolare dal suo biondo.
"Lascia che ti aiuti, Emma, ti prego! Non allontanarmi da te" disse Franco.
"Perché mi stai dicendo questo, Franco?" gli chiese lei con voce tremante.
"Perché so che potresti farlo e voglio farti sapere che io sono accanto a te, principessa. Per sempre..."
Lei sorrise debolmente, perché Franco aveva ragione, e notò che nei suoi occhi stava tornando la luce che poco prima era stata portata via dal bruciore atroce.
Promise silenziosamente a se stessa che non avrebbe mai allontanato quel ragazzo, perché lui l'aveva difesa.
La strega, dal canto suo, si vide sbattere in faccia una dura realtà: Emma non era debole come lei credeva. Il fatto che avesse avuto la forza di gridare aiuto era un'arma che l'aveva salvata dalle grinfie della persona che lei aveva mandato affinché la tormentasse.
"Piccola anima,
che fuggi come se
fossi un passero
spaventato a...
Qualcuno è qui per te,
se guardi bene ce l'hai di fronte,
fuggi anche lui, per non dover scappare.
Se guardi bene ti sto di fronte.
Se parli piano ti sento forte.
Quello che voglio io da te
non sarà facile spiegare,
non so nemmeno come e perché hai perso le parole,
ma se tu vai via porti i miei occhi con te.
Piccola anima,
la luce dei lampioni ti accompagna a casa,
innamorata e sola,
quell'uomo infame non ti ha mai capita,
sai che a respirare non si fa fatica.
È l'amore che ti tiene in vita.
Quello che voglio io da te
non sarà facile spiegare,
non so nemmeno dove e perché hai perso le parole, ma se tu vai via, se tu vai via, porti i miei occhi con te.
Camminare fa passare ogni tristezza,
ti va di passeggiare insieme?
Meriti del mondo ogni sua bellezza.
Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa ed io non te ne farò nemmeno una...
Quello che voglio io da te non lo so spiegare, ma se tu vai via porti i miei sogni con te.
Piccola anima, tu non sei per niente piccola."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora