93: Rivogliamo il nostro Fede

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"Ha detto mamma... mi ha detto mamma... oh, santo cielo" sussurrò Flor, sconcertata, stringendosi al petto la piccola Agostina. Sembrava che il suo respiro si fosse regolarizzato quando si era ritrovata lì, tra le sue braccia... era come se il battito del suo cuore le risultasse molto familiare e piacevole.
Flor, dal canto suo, trovava molto piacevole il calore del corpo di Ago e il fatto di poterla tenere tra le braccia la faceva sentire più tranquilla e sicura...
Nel frattempo Titina era andata nella cella in cui era Fede. Alélie, l'altra detenuta, lo assisteva come se fosse stato suo figlio, e lui se ne stava lì e si stringeva forte alla sua giacca, tastando continuamente la tasca in cui Flor aveva infilato la sua noce magica.
"Come si sente, caro?" chiese Titina, chinandosi per controllargli la temperatura con il vecchio metodo.
"Perché non mi dai del tu?" propose lui rivolgendole un sorriso stanco, ma sincero.
"D'accordo, come vuoi. Come ti senti?"
"Come se mi avessero dato un colpo in testa!" rispose stancamente il giovane.
"È per la febbre... passerà presto." lo rassicurò amorevole Titina, spostando una ciocca di capelli dalla sua fronte.
"Vorrei uscire di qua... mi mancano tanto i miei ragazzi..."
"Ma certo, certo che li rivedrai!" gli disse Alélie, che pure gli camminava accanto. "Io in genere non lo direi, ma la tua Flor mi ha insegnato ad essere ottimista, quando mi ha riconosciuta..."
Purtroppo ci vollero due settimane per preparare a dovere la protesta, ma quando tutto fu pronto, una folla smisurata si riversò in strada. Tramite il passaparola, i ragazzi avevano mobilitato un'intera città.
Anche Santiago e Agostina avevano voluto unirsi alla protesta. Flor aveva dato ad Ago un suo cappotto perché non prendesse freddo e lei reggeva un grosso cartellone con su scritto: "Fate tornare a volare l'Angelo del Parco."
Greta la prese in braccio affinché il cartellone si vedesse meglio e per l'ennesima volta si sorprese di quanto fosse leggera.
"Her Federica sarà contento rivedere te, cuoricino." le disse sottovoce, e Agostina sorrise.
Franco teneva in braccio Thomas, e tutti i fratelli Fritzenwalden, Robertina, Dominick, Pas e Ramiro gridavano: "Rivogliamo il nostro Fede!", quelli con le mani libere suonando dei tamburelli. Emma e Bella, invece, portavano degli altri striscioni, mentre Reina consegnava bigliettini ai passanti, che, leggendo di cosa si trattava, perlopiù si univano alla causa, girando attorno al carcere.
Poi i ragazzi si misero a suonare e cantare e un coro che avvolgeva l'intera città scosse la prigione.
"Guarda... guarda là!" esclamò Titina.
Fede, alzandosi a fatica, si avvicinò alla finestra sbarrata e vi guardò attraverso. Vide i suoi familiari girare intorno al carcere... li sentiva gridare le frasi più disparate, come: "Liberate l'Angelo del Parco!", o: "Rivogliamo nostro fratello!", o: "Se libero non lo vediamo, la prigione distruggiamo!" Quella era senz'altro opera di quella piccola peste di Thomas che aveva sempre voglia di far rivoluzione.
"I miei ragazzi..." disse a mezza voce.
"I tuoi ragazzi ti vogliono un gran bene, caro" disse Titina, posandogli un braccio sulle spalle. "Guarda cosa sono riuscitii a fare per liberarti!"
Da quello che il giovane poteva vedere, la fila si estendeva per chilometri e i manifestanti cantavano in coro: "Pobres los ricos": la canzone di Flor e del suo gruppo. L'elettricità gli aveva invaso il corpo e l'affetto dei suoi cari sembrava avergli fatto scendere rapidamente la febbre senza conseguenze.
"Sono così belli..." esclamò, contento.
Tra quelle sagome si sorprese di distinguere addirittura Ariel, affiancato da una ragazza. Sembrava che anche lui lo volesse liberare. Fede si sollevò sulle ginocchia e iniziò a salutare con la mano, per far capire ai ragazzi che li stava guardando.
"Ragazzi, guardate là!" esclamò Flor, vedendo una mano sventolare da dietro la finestra.
"È lui, è Fede!" esclamò felice Nico.
"Il mio migliore amico!"
Matias, al settimo cielo, ricambiò il saluto.
Fede, in mezzo alla marmaglia, vide anche la sua Flor, che sorrideva. Finalmente, da quello che vedeva, il suo ventre era un po' più pronunciato e vide che lei gesticolava e gli mostrava le labbra.
"Yuhuuuu, Signor Freezeeeer, sono qui sottoooo!" cantilenò Flor.
Reina aveva bloccato a sua madre e a Bonilla qualsiasi visione e così Fede, elettrizzato, poté ricambiare.
"Cara la mia Floricienta!" esclamò lui, prendendo a gesticolare verso di lei come per dirle: "Ti vedo, piccola!"
Nilda le circondò le spalle e presero a camminare intorno al carcere.
"Aspetta! Vado a prendere una cosa..."
"Che cosa vuoi fare?" chiese Fede.
"Tu stai tranquillo. Ci pensiamo noi a liberarti! Metteremo sottosopra il carcere, ma tu fai il bravo, non l'eroe, come tuo solito!" esclamò Titina.
"Tranquillo." aggiunse Alélie, mentre Titina si dirigeva fuori. Passò cella per cella e diede pentole e mestoli a tutti gli altri detenuti, compreso Eduardo.
"Ascoltate cosa cantano i ragazzi che stanno lì fuori e cantate anche voi portando il tempo!" esclamò sicura Titina e il carcere si riempì di voci, alcune un po' fiacche, altre troppo marcate, altre ancora al punto giusto, ma la protesta si diffuse in tutta la prigione, perché tutti i detenuti erano d'accordo su una cosa: quel povero ragazzo non c'entrava assolutamente nulla con quel posto.
Alcune guardie provarono ad intervenire per far smettere i ragazzi in strada ed i detenuti, ma erano troppi per tenerli a freno, e più la gente li sentiva, più accorreva in strada per manifestare. La rivoluzione per l'angelo si allargava a macchia d'olio e quella notte l'intera città fu in subbuglio.
"Ma che succede?" si chiedeva la strega ascoltando la radio.
"Stanno protestando per liberare il tuo figlioccio, mia regina!" rispose a comando Bonilla. "Non li reggo più, voglio dormire!"
"Stai zitto, stupido!" intimò la donna.
Continuò a tenere sotto il suo controllo i poliziotti, che presero a scendere in strada, cercando di far smettere quell'assurda "festa", ma molti di essi finivano per ridestarsi quasi subito dall'ipnosi e unirsi al chiasso, che mai come stavolta il giovane apprezzava, perché a far tanto rumore era il cuore della sua grande famiglia. Era la festa più bella mai organizzata.
E, gli risultava difficile crederlo, era per lui... tutta per lui, per il ragazzo cresciuto troppo presto, per il sognatore che non sapeva più sognare, per il musicista che non riusciva più né a suonare né a cantare, per l'uomo che amava volare, ma ci aveva rinunciato... per il buon vecchio signor Freezer, che di freddo non aveva proprio più niente.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora