(56: Ritorni e commozione)

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Quella sera in famiglia si diede una piccola festa perché finalmente i genitori in attesa potevano occuparsi un po' dei loro figli.
Tutti si passavano l'ecografia, vi stampavano un bacio e parlavano con i piccoli Fritzenwalden in arrivo, come se questi ultimi fossero stati già lì.
"Che bello, fratellino! Mi hai resa zia con la ragazza più buona del mondo!"
Maya saltò in braccio al fratello, cogliendolo di sorpresa, e lui la sollevò e la fece girare come una ballerina, poi le lasciò un bacio tra i capelli ribelli.
"Poi tocca a te e al mio amico farmi questo regalo, diavoletto... ma tra almeno dieci anni, hai capito?" le disse, stavolta con un tono dolce e scherzoso. "Niente sorprese o ti faccio smettere di fare il diavoletto!"
"Dai, Fede, non iniziare!" gli disse Matias. "Ti giuro che proprio perché la amo farò il bravo, d'accordo?"
"Benissimo, altrimenti... mano alle armi, cavaliere!" gli disse Fede, sempre ridendo.
Era assurdo come all'epoca fossero venuti alle mani per quella ragazzina così vivace... anzi: che fossero venuti direttamente ai fioretti, e ora ne parlassero in modo così tranquillo, leggero...
Ma l'atmosfera fu per un attimo intrisa di commozione quando Fede vide la sua incredibile governante, Greta, accoccolata in un angolo, con una foto tra le mani, e gli occhi pieni di lacrime. Le si avvicinò e le posò dolcemente una mano sulla spalla.
"Ehi, Greta... che cos'hai, ti senti male?" le chiese dolcemente... poi vide la foto. "Ma quello..."
"Yah, Mein Her... quello essere lei piccolino... me non potere credere lei diventato papà!"
"Dai, non fare così... sono sempre io... in una versione migliore del bacchettone di prima... e tu avrai tanti pargoletti da tirare su, vedrai!"
"Danke, Her Federica..." gli disse lei, con gli occhi lucidi che evitavano rigorosamente il contatto.
Lui le rivolse un sorriso dolce. "Perché non facciamo una bella cosa?" le disse. "Tu mi hai cresciuto... chiamami solo Fede, senza signore e senza nome completo... così non avrai neanche problemi di genere! Eh?"
"Che cosa dolce, Fede!" intervenne Reina.
La donna fece un piccolo cenno d'assenso, poi anche Flor le si avvicinò.
"Davvero hai una foto del mio Fede... cioè... insomma: hai una sua foto da piccolo? Voglio vederla, ti prego, ti prego!"
"Spero non sia qualche foto imbarazzante!" le disse Fede, mentre Greta la passava a Flor. Niente d'imbarazzante: c'era un piccolo Freezer tra le braccia di sua madre, la quale lo coccolava e lo faceva giocare con i suoi bellissimi capelli. Come se l'avesse colpito un fulmine, Fede ricordò quel momento. Maria lo teneva stretto al cuore, lui aveva più o meno un anno, e gli piaceva un sacco sfiorare i capelli della sua mamma. Lei lo lasciava fare, perché amava sentirlo ridere.
"Tesoro... perché non lo fai anche con me?" propose Flor, vedendo un velo di malinconia calare sui bellissimi occhi dell'uomo che amava. "Vedo che ti piaceva così tanto... non mi dà fastidio se lo fai tu!"
Lui le sorrise.
"È stata lei a mandarti qui, ne sono sicuro!" disse avvicinandosi e dandole un bacio sulla fronte.
Tutti i bambini si erano intanto radunati attorno alla governante, ancora piuttosto scossa, e continuavano a dirle: "Ci siamo ancora noi, Greta! Cresceremo fra tanto tempo!"
E così andò avanti la serata, con qualche breve ballo e scambi di baci e abbracci... poi Fede portò Flor al centro della sala e Franco ed Emma si esibirono in una canzone che di solito cantavano loro, rendendoli felici. Lui abbracciava la ragazza come se fosse stata di porcellana, e al tempo stesso come se temesse di sentirla scivolare via come una saponetta.
Quando venne il momento di andare a letto, però, scoprirono che ad attenderli c'erano altre sorprese.
Nascosti dietro la porta c'erano Antonio, Amélie, Ramiro e un Gonzalo redento. Da quando c'era suo figlio, il gitano rigava dritto e conservava la parte più bella della sua cultura, cosa che aveva portato i due a riappacificarsi.
"Non ce la facevo più a stare senza di voi!" esclamò Antonio. "Flor, che bello! Sei diventata ancora più bella!"
"No, non ci posso credere! Antonio!" esclamò la ragazza, andando ad abbracciarlo. "Fede! Fede, guarda chi c'è!"
Anche il giovane si diresse verso l'ex chef, che rimase un po' sorpreso nel vederlo.
"Signore... ma allora è tutto vero! Lei è riuscito a tornare da... da lì... insomma."
"Sì... ho avuto fortuna... e ti presento la mia futura moglie!"
Prese per mano Flor e la portò davanti a sé.
"Ah, che bello! Sei come... come la cara signora Maria... un'altra splendida signora Fritzenwalden!"
"Ah... ti sei perso un sacco di cose, Antonio!" esclamò Flor, ridendo come una bambina e prendendo a saltellare da una parte all'altra.
"Attenta, tesoro: se continui così al posto di quattro pargoletti ci nasceranno quattro grilli!"
Fede la fermò solo per la gravidanza, perché sarebbe rimasto per ore a guardarla mentre sembrava che volasse.
Il povero Antonio, dal canto suo, parve molto sorpreso.
"Grilli? Pargoletti? Non vorrà mica dirmi che..." balbettò Antonio.
"Sì! Sono incinta!" gli rispose Flor.
"Che bello!" intervenne Amélie.
"Ehi! Che ci fa qui quello?" chiese Franco, puntando il dito contro il padre di Ramiro.
"Ehi, ehi, frena!" disse quest'ultimo. "Vengo in pace, te lo giuro! Siamo rimasti senza casa, e volevo chiedervi se vi fosse possibile ospitare mia moglie e mio figlio per qualche giorno!"
"Ma... ma io..." balbettò Amélie, imbarazzata.
"Fede, che facciamo? Mi dispiace che non abbiano più una casa!" disse Flor.
"Perché non restate tutti e tre, invece? Ramiro se vuole può stare in camera con i ragazzi, tanto i letti non mancano... voi due potete andare in camera mia, magari..."
"E tu starai con me, amore mio!" disse Flor. "Non voglio che ti venga in mente di dormire sul divano!"
Franco fece l'occhiolino al fratello, che gli disse: "Non pensare male come al solito, piccolo rubacuori!"
Si sistemarono tutti e quando finalmente andarono a letto, Flor e Fede si sistemarono vicino alla finestra.
"Oh, amore mio" disse piano Flor. "Sono così contenta di averti vicino!"
"Anch'io... alla fine Amélie è capitata a proposito, eh?" disse Fede.
"Sì. Hai visto, mio Freezer? Tu volevi due figli, io ne volevo una moltitudine... e le fatine ce ne hanno mandati quattro!" disse Flor, stringendoglisi addosso come un piccolo panda in cerca di coccole... e lui l'accontentò accarezzandole il viso e giocando con i suoi capelli, come lei aveva detto.
"È vero! Le fatine sono state proprio intelligenti." confermò lui, sorridendo.
"Le mie fatine sono sempre intelligenti e sempre pronte ad aiutare!" disse Flor con fervore.
"Lo vedo, amore mio. Lo vedo."
Le accarezzò il ventre, ancora poco pronunciato.
"Non vedo l'ora che questi angioletti si facciano notare un po'... senza farti male, ovviamente." le disse dolcemente.
"Ma ti piacerò lo stesso? Anche quando sarò brutta e grossa?" chiese Flor, e gli ormoni si fecero sentire di nuovo.
"Che fai, piccola? Ti metti a piangere? Tu mi piacerai sempre... e non perché sei magra o non lo sei... semplicemente perché sei la mia piccola. Anzi: dovrò stare attento a non esagerare, perché da mamma mi renderai impossibile qualunque resistenza." Si spostò e si mise a sedere sul letto, vicino a lei.
E lo pensava davvero. Non poteva importargli un accidente di come fosse il corpo della meravigliosa craatura che si stringeva a lui e gli aveva cambiato la vita da quando aveva varcato per la primaa volta la porta di casa sua, tutta coperta di schiuma. Non poteva interessargli un fico secco di cosa pensava la gente... non più. Non dopo aver incontrato lei.
"Dormi bene, angelo mio" le disse, qemendo le labbra sulle sue palpebre in quello che qualcuno chiama proprio "bacio d'angelo".
"Solo se ci sarai tu con me" gli disse piano lei, lasciandosi andare al sonno.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora