(30: Un'innocente con una maschera di fango)

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Intanto due uomini in uniforme erano entrati in casa.
La strega aveva riunito i ragazzi in salotto e i due li tempestavano di domande su di lei e su Flor.
I bambini avevano detto la verità, ma il poliziotto più "maturo" pareva capire esattamente l'opposto di quello che loro dicevano, e guidò il più giovane al piano superiore. Quest'ultimo sembrava conoscere molto bene la casa, ma non fu possibile identificare chi fosse, perché il suo volto era parzialmente coperto da un casco.
I due fecero irruzione nella camera di Flor.
La guardarono e il più giovane, che sembrava conoscere già la ragazza, cercò di aiutarla.
"Io non ci credo che una ragazza così possa aver fatto cose del genere" disse.
"Hanno tutte la faccia d'angelo" disse il capo, "ma è raro che siano innocenti. Ora dobbiamo portarla via!"
Fede si frappose fra lei e i due. "Che significa "portarla via"?"
"Questa ragazza è stata accusata di maltrattamento ai danni di otto minori."
"Mi tolga una curiosità... per caso la denuncia è stata fatta da una certa signora Marialaura Torres Oviedo vedova Santillan? Si è firmata così?"
"Sì, esatto!"
"Bene, allora non dovete permettervi di sfiorarla!" disse, allargando le braccia come per farle da scudo.
"Si tolga da lì, signore" disse il capo.
"Lasciateli fare" disse Flor con voce esile, "vi prometto che starò bene. Me l'hai detto tu, amore mio. Ti ricordi?"
Lui scosse la testa per accennare un sì: ricordava quel momento. Lo ricordava benissimo, perché era andato da lei in veste di fantasma e le aveva giurato che ci sarebbe ssato un finale felice.
"Lasciati salutare, tesoro" disse, e lui le tese le mani. Lei le afferrò e, rovesciando tutte le convenzioni, vi lasciò un bacio per parte, non potendo arrivare più lontano. Lui fu scosso dai brividi, mentre quelle labbra minuscole e incandescenti sfioravano dolcemente la sua pelle morbida. "Se ti sentirai solo, metti le mani sulla bocca, così ti sentirai come se ci fossi anch'io."
"Dobbiamo andare!" disse il capo. La ragazza cercò di alzarsi in piedi, per seguire i due uomini, ma appena ci riuscì crollò a terra e perse i sensi.
"Flor! Piccola, che cos'hai? Flor!"
Fede e il conte si avvicinarono e sollevarono da terra la ragazza inerme.
"Ma mi volete spiegare come pretendete di arrestarla ridotta così? Non capite che sta male? Dove volete portarla?" Il conte prese la faccenda molto sul serio e non capiva il perché.
Non gli era mai accaduto di provare tanto affetto per una ragazza e non sapeva come spiegarselo, ma non gl'importava più di cercare di capire.
"Non m'importa cosa pensate! Dobbiamo portarla dove merita di stare!" inveì il "poliziotto" più anziano. L'altro si avvicinò alla ragazza e stava per prenderla in braccio, ma Fede lo riconobbe e disse: "Aspetta, Pedro!"
L'ex autista di casa Fritzenwalden si spostò e lui si avvicinò a Flor, le prese le mani e premette dolcemente le labbra su di esse.
"Quando ti sentirai sola, passati le mani sulle labbra" le disse. "Sarà come scambiarci un bacio."
Pedro la guardò. Non aveva il coraggio di portarla via. Il suo viso dolce e sofferente esprimeva tutto tranne la colpevolezza.
"No, aspetti!" disse. "Che prove abbiamo contro questa ragazza? La denuncia di una donna che i bambini di casa detestano! Ci sarà pure un motivo per cui la detestano così tanto, capo!"
"Il motivo è che hanno paura che questa ragazza dal viso d'angelo faccia loro del male! La prenda e la porti subito via! Non abbiamo tempo da perdere qui!"
Pedro, sconfitto, prima di portare via Flor si voltò verso Fede e sussurrò: "Le giuro che mi prenderò cura di lei."
Prese tra le braccia la ragazza, la portò in auto e chinandosi disse: "Mi dispiace molto, Flor! Perdonami!" Lasciò un bacio sulla sua fronte e quasi provò l'impulso di riportarla a casa.
L'altro rapitore in uniforme raggiunse il più giovane, si mise alla guida e Flor fu portata via da svenuta. Il più giovane prese tra le braccia la ragazza e la strinse a sé durante tutto il tragitto. Così, pensava, l'avrebbe protetta.
Quando Flor si svegliò, si ritrovò in una stanza sconosciuta. Era distesa su un letto ed era scossa dai brividi. Poi qualcuno entrò nella camera e si avvicinò a lei.
"Dove mi trovo?" chiese Flor con un filo di voce.
Il ragazzo si avvicinò per guardarla.
"So che non avrei dovuto portarti qui, ma ti scongiuro, perdonami" le disse.
Flor si tirò su come poté per guardarlo e quando lo riconobbe fu molto stupita.
"Pedro! Che cosa ci fai qui?" chiese.
Pedro guardò la ragazza. Non sapeva cosa dirle. Si sentiva in colpa per averla portata là in quel modo, ma gli ordini della strega erano stati questi e lui era un infiltrato perché teneva a quella famiglia e non sarebbe stato lì per far del male a Flor, ma per proteggerla.
"Flor, per farmi uscire dal carcere c'è voluto il bello e il buono, lo sai. Ho pensato che quelle due fossero molto più che due streghe solo di soprannome."
"Una, Pedro... ne è rimasta solo una."
Flor ripensò a sua sorella e scoppiò in lacrime.
"No, ti prego, non fare così" disse lui avvicinandosi a lei per abbracciarla.
"Io ho bisogno della mia famiglia!" gli disse Flor. "Perché mi hai portata qui, Pedro? Che cosa ti ho fatto("
"Flor, ti prego, ascoltami! Voglio solo proteggerti! Fidati, riuscirò a riportarti a casa!"
"Perché fai questo?"
"Perché per conoscere i piani della strega devo fingere di essere dalla sua parte. Flor, so che tu e il signor Fritzenwalden aspettate un bambino... e io voglio aiutarti perché ti voglio bene e per un po' siamo stati nella stessa situazione, ricordi? Ricordi quanto abbiamo sofferto?"
"Sì, Pedro! Me lo ricordo benissimo!"
Nel frattempo in casa tutti cercavano di confortarsi, ma quella che stava peggio era Bella oltre a Fede e le sorelle di Flor.
Nicolas andò da lei che si era chiusa in camera sua. Stava davvero malissimo.
"Bella, che cos'hai?" chiese Nicolas.
"N-niente..." balbettò Bella.
"Che cosa ti succede? Io ti conosco... hai qualcosa!"
"Non posso, Nico! Non ce la faccio!"
"Bella, ti prego! Confidati con me..."
"Io... ho già vissuto il terrore di una persona cara che viene sequestrata!"
"Davvero? E chi è questa persona?"
"Io... io ho... una sorella..."
"Una sorella?" chiese Nicolas.
"Sì! Vedi, lei... ha avuto lo stesso incidente di tuo fratello e una volta... uno dei due poliziotti di prima... il più grande... l'ha portata via! All'epoca avevamo una piccola somma di denaro da parte... e quell'animale le ha staccato tutti i tubi e l'ha portata via davanti ai miei occhi!"
"Santo cielo, è terribile!"
"L-lei... lei è tutta la mia vita e dopo cinque anni ho perso la speranza di trovarla!"
"Siete gemelle? Come me e Franco?"
"No, lei è più piccola, ha più o meno l'età di tua sorella."
"Come si chiama?"
"Emma!"
Nicolas l'abbracciò forte. Avrebbe fatto qualunque cosa per trovare quella ragazza e riunirla a sua sorella. Era convinto che anche ad Emma mancasse Bella, soprattutto dopo la descrizione che la ragazza gli fece: Emma era una ragazza dolce e molto timida e si faceva amare per la sua innocenza. Ma quello che Bella non sapeva era che sarebbe stata proprio Flor a riportagliela.
Infatti Pedro fece entrare una ragazzina nella stanza di Flor.
La piccola aveva i capelli e gli occhi castani, come Flor, era piccola e magra e nonostante avesse quindici anni fisicamente ne dimostrava molti di meno, mentre mentalmente ne dimostrava di più.
"Signore, per favore, non mi faccia del male" disse la piccola. "Io ho voglia di rivedere mia sorella, mi manca tanto!"
"Non piangere, Emma!" le disse Pedro.
Si avvicinò e le accarezzò il viso. "Tu e questa ragazza state vivendo la stessa esperienza e io ti prometto che tu rivedrai la tua sorellina! Capito?"
Pedro là dentro era l'unico di buon cuore, ma davanti agli altri fingeva per non mettere nei guai né Flor né Emma.
"Vieni qui, piccola" le disse Flor.
Emma si mise a sedere sul bordo del letto, accanto a Flor.
"Sai che somigli molto a una persona?"
Emma sorrise d'istinto. "Ho una sorella signorina Flor" disse.
"Non la vedi da molto tempo, vero?" le chiese Flor.
"Da cinque anni" rispose Emma.
"Se si chiama Bella la rivedrai quando usciremo di qui" disse Flor. "Non fare così, piccola! Vieni, sdraiati! Sembra che anche tu abbia la febbre!"
Emma si distese accanto a Flor e la strinse forte. "Sì, si chiama Bella!" disse. "Mi manca così tanto! Non riesco più a ricordare il suo viso... ma ricordo perfettamente la sua voce!"
"È meglio che dimentichiate i vostri cari perché non li rivedrete mai più!" La voce della strega rimbombò nelle loro teste colpendole come una freccia.
"È meglio che tu dimentichi di tenerci qui per sempre, strega!" le gridò Flor.
Emma si strinse più forte a quella ragazza gentile che le aveva promesso che avrebbe rivisto presto sua sorella.
La strega le tentò tutte per demoralizzare Flor, ma lei, che aveva un vago ricordo di una frase che le aveva detto Fede, si portò la mano sinistra alle labbra. Percepì subito il contatto del suo principe e capì che lui aveva fatto esattamente quello che aveva fatto lei. Si lasciò cingere dall'abbraccio immaginario del suo Fede, lasciò che quelle labbra immaginarie toccassero le sue, prima in un bacio leggero, poi più intenso, poi nuovamente leggero. Le sue mani le accarezzavano la schiena e, tra un bacio e l'altro, le sussurrava: "Ti amo."
"Anch'io ti a..." disse Flor, poi si ricordò che non era più lì.
"Signorina! Signorina Flor, che cosa le prende?"
"Scusami. Vedi, anch'io ho una persona che desidero rivedere il prima possibile."
"E posso chiederle chi è, signorina?"
"È un principe: un principe bellissimo" disse sorridendo Flor. "È biondo... come i principi delle favole, ha due occhi azzurri, profondi come il Mare... ha una faccia d'angelo che, parola mia, te lo mangeresti di baci! E poi... ha la voce profonda... tipo gli eroi dei film, per intenderci... ed è vero, prima aveva una corazza... ma, devi credermi, quando l'ha buttata giù e mi ha rivelato il vero se stesso è stato addirittura meglio che nei sogni."
"Signorina Flor... Cavolo, dev'essere davvero una bellissima persona."
"Sì! E visto che tua sorella è a casa sua quando ce ne andremo te lo presenterò. Gli piacerai, ne sono sicura!"
"Lei crede?"
"Ma sì, tesoro! Te lo giuro: ora che ha buttato giù la maschera di ghiaccio è l'ex Freezer più buono della terra!"
"Cosa? Non mi dirà che lo chiama così?"
"Sì, lo chiamo così! Ti dirò: prima non gli stava tanto bene... ma ora mi ha chiesto lui stesso di chiamarlo così... sai, dovrò prepararti su molte cose prima di presentarti la mia famiglia..."
Un velo di tristezza calò sui suoi occhi.
"Signorina, tutto bene?"
"Sì... vedi, la storia che devo raccontarti è un po' triste... e ha dell'inverosimile, sai? Dubito che mi crederai!"
"Anche la mia famiglia vive cose che hanno dell'incredibile, quindi non mi stupisco più di nulla" disse Emma. Sembrava perfettamente adatta per conoscere le "mirabolanti imprese della famiglia Fritzenwalden".
E ora è proprio lì che dovremmo voltare lo sguardo: sulla grande casa Fritzenwalden, che era sprofondata in un'atmosfera silenziosa.
Fede era riuscito a togliere la tutela alla strega, ma quest'ultima aveva fatto portare via Flor.
Dopo ciò che aveva visto, una volta rimasto solo nella camera della ragazza, Fede si era accasciato a terra, vicino al letto, ma non osava sfiorarlo, come se temesse di comprometterne l'integrità con un tocco di troppo.
"Piccola mia! Come si può essere così malvagi con una ragazza dolce e generosa come te? È orribile! Perdonami mia piccola Flor! Perdonami per averti fatta star male!"
Poi, praticamente nello stesso istante in cui l'aveva fatto lei, si portò la mano destra alle labbra e subito sentì le farfalle nello stomaco. Le labbra brucianti di lei parvero catturare le sue in un valzer. I suoi occhi si colmarono di laclime e, non riuscendo a resistere oltre, premette il viso pallido contro il materasso, tese le braccia e prese ad accarezzare dolcemente le coperte, le lenzuola ed il cuscino che lei stessa aveva ricucito dopo un piccolo incidente con le piume. Gli pareva quasi di sentire sotto le dita frementi la sua pelle candida. Ebbe quasi la sensazione che le mani della ragazza gli scompigliassero i capelli e, premendo il viso sul materasso, il sapore delle lacrime si mischiò a quello della sua pelle. Lui chiuse gli occhi e quasi gli parve di sentirla cantare.
"En mi alrededor veo miles de caras,
que están tristes, que están tristes.
Cada día todos estamos listos
a correr sin
saber dónde.
Nuestras lagrimas que rellenaron unos vasos, y espreciones.
Y escondiendome yo quiero ahogar mi sufrimiento en mañana.
Y parece triste pero ridículo también, dejarnos morir por sueños en que no creemos más.
Es extraño estár aquí a contar y sufrir esta gente indiferente que curre en un mundo loco... loco..."
E infatti Flor e la piccola Emma avevano preso a camtare davvero. Anche ad Emma piaceva cantare, le piaceva il tamburo africano e a volte traduceva canzoni. Una di queste era: "Mad world".
Per qualche strano motivo, Fede poteva ascoltare quella voce, quella canzone... ed era tutto vero: il mondo gli sembrava così triste... così folle... il mondo correva e senza la ragazza che gli aveva stravolto la vita, a lui sembrava di rimanere sempre allo stesso punto: restava sempre indietro.
I suoi occhi erano ormai rossi, gli facevano un male terribile, e lui se ne stava lì, ormai speranzoso che in quell'ammasso di stoffa e spugna che era rimasto e sul quale teneva premuta una parte del suo corpo, potesse esserci qualcosa di lei.
Qualunque cosa!
Ma quel materasso sembrava freddo.
Franco entrò nella cameretta di Flor e vi trovò il fratello, inginocchiato accanto al letto, con gli occhi lucidi e il volto premuto contro quel materasso.
Si avvicinò al letto e abbracciò il fratello da dietro per dargli conforto.
"Mi dispiace." Poté dire solo questo.
"Franco, mi hanno portato via Flor! O forse dovrei dire che ce l'hanno portata via! Mi sento un mostro per averla lasciata con quei due... te lo giuro!"
"Non me lo devi giurare, Fede. Io so che questo ti fa male! Lo vedo da come guardi il suo albero, dal fatto che sei qui, in questa posizione, accanto a questo letto, e non hai la forza di stare in piedi! Io lo so! Fede, io ho provato le stesse cose per Flor, te lo ricordi? Adesso mi dispiace che stia male e che l'abbiano portata via, mi fa male quello che ho visto e mi fa male vederti così! Ma non stare male. Flor è forte, sarà capace di venirne fuori. La conosciamo."
"Lo so, ma adesso che sta male ed è da sola difendersi le sarà più difficile."
"Flor riuscirà a cavarsela e io farò di tutto per scoprire dove l'hanno portata quei due, Fede. Però tu non agitarti, di questo passo rischi di ammalarti anche tu ed è l'ultima cosa che ti serve in questo momento. Per la strega sarebbe troppo facile, con te fuori combattimento, fare i suoi comodi con i bambini, non ti pare?"
Il tono con cui Franco pronunciò le ultime parole fece sorridere tutti e due i fratelli, i quali si strinsero forte.
"Grazie Franco" gli disse Fede con affetto sincero.
"E per cosa, Fede? I fratelli si aiutano quando ce n'è bisogno, non devi dirlo nemmeno per scherzo! E poi io voglio solo che la nostra sia una famiglia felice!" rispose il ragazzo.
"Lo sai che sei cambiato molto, Franco? Una volta il tuo unico pensiero era il tennis.. insieme alle ragazze! O forse no! Sei sempre stato così, generoso, apprensivo, positivo..."
"Dai, non c'è bisogno di tutte queste lodi, fratello! E lo sai che anche tu sei cambiato moltissimo, vero? Da Don Freezer, ti sei trasformato del tutto in un romantico aperto e allegro. O, per dirla meglio, sei tornato ad esserlo. Da quanto tempo quel fratello era rimasto nascosto sotto quella maschera di ghiaccio.. come dice Flor?"
"Non lo so, Franco. Così come non so da quanto tu ed io non parlavamo così!"
"Così come, Fede? Che cosa intendi?"
"Da veri fratelli, voglio dire. Era da un bel po' che non ci accadeva di dirci le cose con calma, di confidarci l'uno con l'altro, di confortarci in questo modo, come invece sta accadendo adesso!"
I due fratelli provarono una sorta di gioia perché si erano ritrovati, avevano riscoperto quell'affetto che il dolore aveva seppellito sotto un ghiacciaio. I dispiaceri, la paura di non rivedersi, il dolore per una separazione che rischiava di essere eterna perché di solito l'ostacolo che si era frapposto fra Fede e la sua famiglianon poteva essere superato in alcun modo. Lui non poteva credere di poter abbracciare in quel modo suo fratello, di poter parlare con lui senza il timore che lui non potesse sentirlo, di poter stare anche accanto a Flor, anche se in quel momento la cosa sembrava più difficile.
Dopo quell'incidente Fede aveva avuto paura di non poter più vedere la sua famiglia tanto da vicino, di non poter fare più nulla per proteggere Flor da quella cattiveria che l'aveva più o meno ucciso. Più o meno perché lui aveva lottato fino allo stremo delle sue forze per tornare a stare insieme alla sua famiglia, una famiglia che amava troppo perché la lasciasse o perché affidasse l'incarico di proteggerla a qualcun altro. Infatti una volta aveva sognato di dover occupare un altro corpo per poter proteggere la sua famiglia dalla strega e dalla Reina cattiva che adesso tutti si erano lasciati per sempre alle spalle. Forse era stato un premio per il coraggio che tutti loro avevano avuto e un sollievo per la stessa Reina che adesso che era cambiata si sentiva molto più leggera di quando faceva del male.
Infatti fu lei a dare conforto alla stessa sorella che all'inizio era stata l'unica ad affezionarsi a Flor, una sorella che non si aspettava di avere ma alla quale era profondamente legata.
Reina la vide scoppiare in lacrime.
"Che ti prende, tesoro? Che cos'hai?"
"È per Flor che mi sento così male!"
(Nota Autrice: la strofa della canzone è la prima strofa di: "Mad World", ed ho scelto di mettere la base karaoke per lasciarvi immaginare che sia la voce di "Floricienta y su banda" su questa base. Approfitto per pubblicizzare la storia di
veronicagreco3982
che ha scritto una fanfiction su Flor e Fede, e ne ho letto più della metà. I nostri beniamini soffriranno molto, ma sono sicura che ne sarà valsa la pena!)

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora