(3: La prova della verità)

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(Nota Autrice: il video l'ho montato io e probabilmente ho dimenticato di togliere la funzione "tenda-schermo", che oscura lo schermo, appunto, quindi potrebbe non vedersi nulla... eventualmente fate finta che sia solo un Audio).
Passò una settimana. Per fortuna Fede sarebbe risultato visibile alle streghe solo una volta ultimato il processo di Rinascita Avanzata, come la chiamava Margarita che, di volta in volta, comunicava a Fede cosa bisognava fare.
Quella della seconda prova era una giornata di Sole e Fede, approfittando dell'assenza delle streghe che si erano recate a far compere, fece uscire Flor dalla sua stanza e la portò sotto il suo albero.
"Tu mi hai curato mettendomi le foglie del tuo albero magico sul petto, te lo ricordi?" le disse. "Mi sa che per te ci vorrà come minimo la vicinanza stessa dell'albero... ti ricordi quando volevo potare il ramo con il fioretto e tu mi hai minacciato di... trasformarmi in uno scolapasta?"
"Non potrei mai dimenticarmene" rispose lei. "Mi ero spaventata, perché, vedi, quello che succede al mio albero è il riflesso di quello che succede a me e io... temevo che... che volessi..."
"All'epoca avrei detto che eri una pazza, ma dopo il bacio avrei aggiunto che volevo che fossi così e che ti amavo precisamente per quello... ad oggi non mi è difficile credere che l'albero abbia in sé una parte di te e che tu abbia dentro di te una parte di lui... sai, dopo aver fatto una gita turistica nell'altro mondo credo che nulla possa più sorprendermi."
Quelle parole fecero tornare i due giovani alla realtà. Dovevano terminare quelle dannate tre prove, e dovevano farlo il prima possibile. L'attesa stava diventando snervante per entrambi.
"A proposito... ti hanno detto qual è la prossima tappa?"
"Sì, me l'hanno detto."
Fede aveva evitato di dirle che era sua madre, la madre di Flor, a guidarlo. Rimaneva sul vago, perché sapeva quanto fosse straziante l'idea di sapere che i tuoi cari ci sono e non poter interagire in alcun modo con loro.
"Bene, e... cosa dobbiamo fare, adesso?" chiese Flor, dopo qualche attimo di silenzio.
"Dobbiamo far scoprire al conte tutta la verità" rispose Fede.
"Tutta la verità? E come? Non abbiamo elementi che provino quanto spregevoli possano essere quelle due!" disse Flor.
"Ce li abbiamo, invece! So io dove trovarli." disse Fede. "Tu stai tranquilla e riposati, non hai ancora recuperato tutta l'energia."
"La strega non me lo permetterà" disse Flor, "ora che vede che sto un po' meglio, mi farà tornare Cenerentola!"
"Non sforzarti troppo, almeno" disse Fede. "E poi a me non importa che a lei serva il tuo aiuto, devi stare calma e riguardarti. Lei ha voltato le spalle a tutti quando serviva il suo aiuto, non vedo perché per una volta non possa farlo qualcuno a lei questo scherzetto!"
"Oh, amore mio" disse Flor, con voce fioca. Gli accarezzò il viso: era contratto come non mai. "Ti fa molto male, vero?"
Lui la guardò con affetto e disse: "Mi fa male, ma almeno so che tutto questo servirà per tornare con te e con i ragazzi!"
"Io sarò sempre con te" promise Flor, "e i nostri ragazzi staranno bene, saranno felici."
Fede stava per andarsene, ma lei lo trattenne.
"Ma... aspetta. Sei sicuro che quella roba sia ancora lì? Potrebbero aver distrutto tutte le prove. È passato del tempo, e..."
"Ci ho pensato" rispose Fede. "Mi è dispiaciuto, eh? Ma quell'amico di Lorenzo che doveva far sparire le prove ha perso la memoria, Lorenzo crede che le cassette siano andate distrutte e io so dove si trovano e posso recuperarle quando voglio!"
"Che fantasma geniale che sei!" disse la ragazza. Stava per allungarsi verso di lui e baciarlo, ma poi si fermò. "No, forse è meglio di no... ora dobbiamo restare lucidi e se ci baciamo staccarci non ci risulterà semplice."
Lui le sorrise complice per poi allontanarsi.
Il percorso che lo separava dal rifugio fu una vera e propria Odissea. Ci vogliono nervi saldi per avere la consapevolezza di essere un fantasma che sta attraversando una transizione inversa e se poi ci sommate lo stress di una persona che diceva di amarvi e ha inventato di tutto per legarvi a sé per una mera questione economica, almeno un po' di senso di malessere è il minimo... e Fede lo sentiva, il suo cuore che tornava a fare il suo lavoro, ma lo faceva quasi con violenza.
Una volta giunto di fronte al rifugio, fece un profondo respiro prima di aprire la porta mezza sfondata e dopo essere arrivato al luogo in cui tutte le cassette erano custodite sentì gli occhi bruciare tanto che gli toccò chiuderli.
Raccolse le cassette una ad una, alla cieca, e le nascose nella sua veste evanescente per poi riaprire gli occhi e allontanarsi da lì in tutta fretta. Non voleva vedere quel posto un secondo di più. Certo, quegli inganni lo avevano liberato, ma ciò non toglieva che lui a quella donna ci avesse tenuto.
Quando tornò a casa vide Flor intenta a spolverare l'argenteria. Ficcò le cassette in una vetrinetta e andò verso di lei per poi bloccarle le braccia.
"Non voglio che tu faccia più niente per quell'essere spregevole!" disse.
"Amore, sai che devo farlo. Mi caccerà se non lo faccio, e finché non la manderai via tu non posso permetterlo... dobbiamo farlo, per i ragazzi."
"Per favore, smetti di pulire quella roba, Flor... ti prego!"
A quel punto lei si fermò.
"Vieni" gli disse, e si rifugiarono in camera sua.
Sedettero sul letto. Lui era scosso e lei gli teneva la mano.
"Tesoro, tu non mi hai mai detto come hai fatto a sapere la verità" gli disse.
"Vedi... il suo ex, o marito, o quello che diavolo è, la spiava. Era stato lui a mettere i microfoni dappertutto. La registrava costantememte... poi sono diventati complici e... anche amanti..."
"Ehi!" gli disse Flor, sentendolo molto teso. "È passato. Ci sono io con te e ti giuro che l'unica cosa che non voglio è farti del male."
"Beh... lui stava litigando con... Paloma, te la ricordi?"
"Oh, sì! Quella che ha causato tanti problemi a Nicolas e che, per inciso, non è mai stata cieca, vero?"
"Esatto. Loro stavano litigando e io volevo aiutarla... sono entrato e quelle cassette hanno attirato la mia attenzione... c'era tutto... tutto!"
"Quindi tu l'hai... saputo per caso?"
"Sì! Per quello le ho fatto una sorpresa davanti a tutti!"
"E io che non ti capivo, perdonami!"
"Invece no, tu l'avevi detto, ricordi?"
Lui era teso, agitato, amareggiato. La rabbia permeava ogni centimetro del suo corpo.
"Ehi... tranpuillo, tranquillo! Va tutto bene, mio principe!" disse piano Flor.
Gli si avvicinò e lo avvolse con le sue esili braccia. Fede appoggiò il viso sulla sua spalla e respirò profondamente, rilassandosi, come se in quel corpicino ci fosse un concentrato di ossigeno e camomilla... ma era il semplice fatto di averla accanto a rilassarlo. Gli faceva bene sentirla così vicina: quel corpicino caldo e delicato sembrava cullarlo nel suo calore.
"Flor, si può sapere dove sei?" La voce della streghetta suonava come una sveglia fastidiosa.
"Oh, eccola che inizia!" disse Flor. Lo baciò dolcemente sulla spalla: per lei semtire il suo principe così vicino era un toccasana: il battito del cuore di lui la calmava e la sua voce pareva accarezzarla.
"Vai, altrimenti sospetterà qualcosa, ma non sforzarti troppo" le ricordò lui, "lei non merita tanti riguardi."
"Starò attenta, te lo prometto" lo tranquillizzò la ragazza.
Andò da sua sorella che aveva gli occhi pieni d'odio come al solito.
"Potrei mandarti via, lo sai, Flor?"
"Non lo faresti, non ti conviene" disse la ragazza con tono glaciale. "Dove la trovi un'altra cameriera capace di sopportarti?"
"Beh, non importa. Prepara tutto, tra poco avremo una visita molto importante."
"Sì, sì, lo so, non ricominciare!" disse Flor, visibilmente irritata. "So già chi deve arrivare, stai tranquilla! Non c'è bisogno che tu me lo ripeta!"
La faccenda degli inganni l'aveva portata totalmente contro sua sorella e la sua matrigna. Era infuriata. Si era sforzata di calmare Fede, ma non poteva negare che lui avesse ragione ad essere maldisposto verso quelle due.
Preparò tutto senza dire una parola di più, ma quando arrivò il conte, per concedere a Fede il tempo di inserire una cassetta, si mostrò molto allegra.
"Le andrebbe di vedere un film?" chiese all'improvviso.
"Perché no? Come si chiama?"
"Si chiama: "L'inganno" e credo sia molto interessante!" rispose la ragazza.
Un brivido percorse il corpo della strega, che impallidì all'improvviso e si accasciò su di una sedia, terrorizzata.
Flor la guardò con un po' di pietà e si mise al suo fianco. Dopotutto erano sorelle e Flor non l'aveva dimenticato.
Il titolo di quel film, che tra l'altro esisteva davvero, era il segnale. La regisstrazione fu riprodotta e lì ebbe inizio il declino della reputazione della maggiore tra le sorelle Santillan e della sua mamma-complice.
"Non può essere... ha inventato tutto!"
Il conte, in un primo momento sconcertato nel riconoscere quei volti e quelle voci, sentendo quelle cose orribili pensò che non fosse il caso di prolungare la sua permanenza in quella casa: si alzò di scatto e fece per andarsene.
"No, Max, aspetta, aspetta!" diceva la strega, rincorrendolo. "Non è come sembra!"
"Aspettare cosa? Cosa devo aspettare?"
"Signor conte, si calmi" disse Flor. "Mi scusi se ho agito così, ma..."
"No, non preoccuparti" rispose lui, per poi fare l'atto di andare a fare un favore a tutti loro, ovvero denunciare la strega.
Quest'ultima, però, lo trattenne.
"Massimo, aspetta... devo parlarti... ti prego!"
"Parlarmi di che? Di quanto sei stata falsa anche con quel povero Fritzenwalden?"
Il Conte, per qualche strano motivo, sentiva il dolore di Fede come se fosse stato il suo.
"È stata Flor. È per colpa sua che hai la testa piena di dubbi e odio..."
Flor serrò la mascella e Fede la strinse a sé, per rassicurarla.
"Massimo, per favore, torna in te. Flor mi odia: farebbe di tutto per distruggermi. Il giudice del tribunale dei minori non le ha affidato la tutela dei ragazzi perché lei è una squilibrata e una spregiudicata... metterebbe in mezzo loro, poverini, e persino te, per i suoi scopi. Fattene una ragione!"
"Ma io la..." sussurrò Flor, ma Fede le premette dolcemente una mano sulla bocca.
"Calmati, Flor. Andrà tutto bene." la rassicurò.
"Io non ti credo... no, non ti credo!" sussurrò il Conte, guardando in tralice la donna che gli teneva le mani sul braccio.
"Non ti ho mentito. Guardami, Massimo! GUARDAMI!" urlò, esasperata, la strega minore.
"Se puoi fornirmi una confessione, io ti ascolto... altrimenti stai zitta... zitta!"
Guardò un punto alle spalle di Flor, come se potesse vederlo.
"Il bambino, la malattia, la storia di Florencia che non è una Santillan e il tuo... finto amore... ora capisco perché ha cercato di allontanarti, povero Fritzenwalden."
"Non è mica finita qui, Massimo!" sussurrò Fede, ridendo.
"Cosa vuoi, che menta? È questo che vuoi?"
"VOGLIO CHE TU MI DICA LA VERITÀ!"
Il suo grido fece sussultare la strega.
"Ma ti ascolti? Come pensi che io possa essere capace di fare una cosa simile? È una follia!"
"Una follia, eh? Ma quella era la tua voce, non me lo sto inventando" disse il Conte. "Non so come può essere, ma tu l'hai fatto!"
Spinse via la donna così forte da farla quasi cadere.Si diresse all'uscita, seguito da Flor e Fede, che era invisibile, e sbatté la porta in faccia alla strega.
"Signor Conte... Conte Minimo!" gridò Flor. Fede si passò una mano sulla fronte: anche il Conte aveva un soprannome.
"Oh... perdonami, Flor... perdonami" disse piano l'uomo, prendendole il braccio.
"Va tutto bene" sussurrò in risposta Flor.
"Eri felice che si fossero scoperte le carte della strega... volevi bene a Fede, è così?"
"No... io gli VOGLIO bene... anzi: lo amo!"
"Flor, lui..."
"Ehm... per favore!" disse Flor, interrompendolo.
Gli rivolse un sorriso gentile, poi rientrò in casa, mentre lui andava a sporgere denuncia contro le streghe.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora