(32: Innamoramenti)

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Emma era rimasta lì, in mezzo al salotto, incantata. Non faceva che pensare al principe più piccolo, così lo chiamava nella sua testa. Era la copia del fratello, soprattutto nell'espressione dolce. Era un principe vero e proprio, ne era certa.
"Emma, tutto bene?" le chiese Franco, riscuotendola dai suoi pensieri.
"Credo... credo di sì." rispose la ragazza.
"Mi permetti di accompagnarti nella tua stanza?" le chiese lui con gentilezza.
"Grazie" disse Emma arrossendo, "sei un cavaliere!"
Franco le offrì di appoggiarsi al suo braccio e la portò in una stanza che non veniva utilizzata, ma era bellissima.
"Ecco qua" disse, "questa è la sua camera, mademoiselle!"
"Sei simpatico" disse Emma con tono dolce. Era da molto tempo che la sua condizione di ostaggio non le permetteva di sorridere.
"Questo ed altro per te, principessa!" disse lui. "Posso dirti una cosa?"
"D'accordo" disse Emma con un sorriso.
"Se dovesse servirti qualcosa, quello che vuoi, grida e io correrò qui da te!"
"Ah, ecco... d'accordo... ti ringrazio!"
"Di niente, Emma!" disse Franco e si chinò verso di lei per lasciarle un bacio sulla guancia. "Sogni d'oro!"
"A-anche a te" balbettò Emma agitata.
Franco andò nella sua camera ed Emma chiuse la porta e si mise nel suo letto.
I suoi sogni, però, furono tutt'altro che ristoratori.
Era in ospedale, ma nonostante fosse attaccata a delle macchine, qualcuno le si avvicinò, le staccò tutti i tubi senza riguardi e la portò via. "La prego, non mi faccia del male!" disse tra i singhiozzi. "Non mi faccia male!"
"Calmati bambina, andrà tutto bene!" le disse uno dei rapitori: l'uomo che cercava di conquistare Maya molto tempo prima. Infatti, quando lei si era svegliata, era stata la sua la prima faccia che aveva visto.
Emma iniziò a piangere, ma non solo in sogno, piangeva sul serio.
Intanto Franco si girava e rigirava nel letto, come se avesse un brutto presentimento. Non si era mai preoccupato così tanto per una persona appena conosciuta.
"Franco, che cos'hai?" chiese Nicolas.
"Sono preoccupato per Emma" disse lui.
"Allora non stare qui a tormentarti, vai a vedere come sta!" consigliò Nico.
"Grazie gemello!" disse Franco andando a dare un colpetto sulla spalla di Nico.
Detto questo andò nella cameretta di Emma. Entrò silenziosamente e la vide agitarsi, era presa dal panico e molte lacrime rigavano le sue guance! Franco corse verso di lei e la prese tra le sue braccia per cercare di calmarla.
"Piccola, svegliati, ti prego!" disse.
"Franco..." sussurrò la ragazza tra le lacrime, tremando come una foglia.
"Calmati piccola, è passato!" disse lui facendole una carezza sulla testa.
"Mi vuole portare via..." disse Emma.
"Nessuno ti porterà via da qui, Emma!"
"Quell'uomo mi farà del male, Franco!"
"Ehi! Guardami! Tu ssarai qui con me se questo ti fa piacere! Hai capito? Io voglio che tu stia bene, voglio proteggerti!"
"Posso dirti com'è fatto?" chiese lei.
"Sì, se la cosa ti fa sentire meglio!"
Quando Emma gli raccontò il sogno Franco la strinse più forte a sé e percepì il suo battito accelerato.
"Allora lui è peggio di come credevo!"
"Perché, tu hai conosciuto quel tizio?"
"Sì, lui faceva l'idiota con mia sorella Maya!"
"Con Maya?" chiese Emma, sorpresa.
"Sì, con Maya!" rispose il ragazzo. "Ma ora non pensarci più, piccola! Ti prego, calmati!"
"Non posso dimenticare... è un incubo che mi tormenta ogni singola notte!"
"Ora è tutto passato, Emma!"
"Franco, ti prego, se non puoi restare tu con me puoi chiamare mia sorella? Ho molta paura di restare qui da sola!" disse Emma con voce dolce e tremante. Si vergognava un po' di chiedergli di dormire con lei.
"Tranquilla, io resterò qui con te, piccola! Nessuno ti farà più soffrire!"
Franco la pose sul letto con moltissima delicatezza e si sdraiò accanto a lei.
Quella piccola creatura innocente tremava tantissimo tra le sue braccia.
Si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio: "Non aver paura, tesoro!"
"Tesoro? Nessuno mi ha mai chiamata così! Nessun... r-ragazzo... voglio dire!"
"Beh, allora dovrai farci l'abitudine."
Lui abbracciò più forte la piccola Emma e le fece appoggiare la testa sul suo petto. Lei, cullata dalle carezze che lui le faceva sul viso, dal calore del suo corpo e dalla musica dei suoi battiti, si addormentò e i suoi sogni questa volta furono i più belli del mondo perché sognò il ragazzo che la stringeva a sé.
Il suo cuore in sottofondo era come una musica speciale, che la coccolava in modo che non avesse più paura.
A poco a poco anche lui si addormentò e guardacaso anche lui fece quel sogno.
Nel frattempo Flor e Fede erano rimasti al piano di sotto: erano troppo felici di rivedersi per andare ognuno in camera sua, e avevano avuto una tale paura di non rivedersi da avere quasi la necessità di abbracciarsi.
"Amore mio, mi sei mancato moltissimo!"
"Anche tu mi sei mancata, piccola mia!"
"Ho avuto paura di non rivederti più!"
"Anch'io ho avuto molta paura, tesoro!"
"Com'è che hai detto?" chiese Flor stupita.
"Di che cosa parli, Flor?" chiese lui.
"Cioè, voglio dire, come mi hai chiamata?" chiese Flor.
"Tesoro! Perché tu sei il mio tesoro!"
"Amore mio, amore mio, ti ringrazio di cuore, ti ringrazio!" gli disse Flor.
"Piccola, adesso calmati!" disse Fede.
Si avvicinò alla ragazza e la baciò con tenerezza, quelle labbra gli erano mancate e aveva temuto che non avrebbe mai più sentito quel sapore così dolce! Non avrebbe saputo accostare quel sapore a qualcosa, ma sapeva che tutta la sua pelle era intrisa di quel "qualcosa". Ne aveva bisogno, tanto che spostò lentamente le labbra e si fermò sulla sua spalla sinistra. Premette le labbra contro di essa, come per curarle una ferita, e rimase così per un pezzo. Aveva bisogno di sapere che la donna che stringeva tra le braccia non era un miraggio. Spostò una mano dalla sua schiena e prese ad accarezzarle il volto e i capelli.
Lei lo lasciò fare. Sapeva che lui aveva infinitamente bisogno di questo.
Poi tutto accadde senza che i due lo prevedessero. Lui si staccò lentamente da lei, le s'inginocchiò di fronte e, con la voce rotta dall'emozione, chiese: "Principessa Floricienta, vuoi sposarmi?"
"Come... come hai detto?" chiese lei, che sarebbe caduta se lui non avesse tenuto le sue mani.
"Principessa... vuoi sposare questo Freezer sciolto sotto il Sole e renderlo l'uomo più felice della Terra?"
Non aveva potuto prenderle né anelli né fiori, e questo gli era dispiaciuto. Ma lei era felicissima: non avrebbe mai immaginato che lui potesse fare una cosa del genere, così, di getto, senza fare preparativi... per come lo conosceva, le sembrava strano.
"Amore mio... io... sì, sì, lo voglio!"
Lui si alzò, prese la ragazza tra le braccia e la portò in camera sua come se fossero stati già sposati. Era felice.
Anche Flor era felice, non avrebbe mai creduto che quel sogno si sarebbe avverato, soprattutto dopo l'incidente.
"Perché non resti qui?" gli chiese. "Roberta non c'è, è andata a dormire di là con Tommy e Dominick... e nel mio letto ci staremo tutti e due!"
"Fai attenzione a quello che mi chiedi, piccola folle principessa!" le disse lui, con quel suo tono basso e ipnotico.
"Correrò il rischio!" gli disse lei.
Fede non se lo fece ripetere: lei si accoccolò vicino alla finestra e lui le si sdraiò accanto, cingendole la vita con le braccia. Lei aveva posato la testa sul suo petto, e quel battito regolare le era mancato e aveva paura che non l'avrebbe sentito mai più.
Lui, dal canto suo, lasciò che i capelli della ragazza gli solleticassero il volto, godendosi quel contatto, e ogni tanto si chinò  baciare quella chioma ribelle. Ribelle... come lei.
Nel frattempo Reina era in camera sua e pensava e ripensava alla sua fuga con Lorenzo. Era stata felice in quel periodo. Dopo che la madre l'aveva trovata e trascinata via, però, tutta la sua vita era stata immersa nel buio. Forse per questo era diventata cattiva.
E forse per questo lui, nel tentativo di aiutarla, l'aveva seguita nel buio. Lei si sentiva terribilmente in colpa per questo. Lorenzo non era così quando si erano incontrati: era davvero un figlio dei fiori, uno che credeva nel bene.
Mentre pensava a quanto fosse stata fortunata ad essere stata perdonata dalla sua famiglia e a quanto odiasse la vecchia se stessa, qualcuno batté energicamente sul vetro della sua finestra. La ragazza si alzò e quando aprì la finestra non poteva credere ai suoi occhi. "Lorenzo, amore mio, sei qui!" disse tendendogli le braccia, ma vedendolo aggrappato al davanzale della finestra si ritrasse di scatto. "Ma sei impazzito?" gli chiese. "Dai, scendi!"
"Sono qui per te, non voglio andarmene" disse Lorenzo.
"Allora dammi le mani, ti aiuto ad entrare" disse Reina tendendogli di nuovo le braccia, ma stavolta più lentamente per non rischiare di farlo cadere di sotto. Lorenzo si aggrappò a lei e in poco tempo si ritrovò nella sua stanza.
"Tu sei proprio matto!" disse Reina. "Come ti è venuto in testa di salire in camera mia dalla finestra, amore mio?"
"Sì, sono pazzo, ma di te!" disse lui.
Si avvicinò alla ragazza, la prese tra le braccia e la baciò con passione e dolcezza al tempo stesso. Reina non si era mai sentita così strana prima, il battito del suo cuore accelerò, avvertì una sensazione stupenda allo stomaco e tremò leggermente tra le braccia di Lorenzo che non se l'aspettava affatto.
"Piccola, ti senti bene?" le domandò.
"Sì, è che anch'io sono pazza di te!"
"Mmm, una Reina così romantica non me l'aspettavo, ma mi piace davvero molto!"
Questa volta fu lei a baciarlo, si misero a letto e non si separarono più.
Il cristallo sul tetto crebbe e divenne sempre più luminoso e resistente: l'amore lo rafforzava moltissimo. La casa era sprofondata nel silenzio, ma l'amore attraversava le stanze e s'infiltrava nei cuori di ognuno di loro per restarvi e legarli... per sempre!
Il giorno seguente, dopo la colazione, Fede chiese a Franco: "Posso parlarti un attimo, per favore?"
"Sì, d'accordo" rispose Franco in tono tranquillo.
Era da un po' che suo fratello non gli diceva quella frase, e suonava strana.
I due fratelli entrarono nello studio.
"Siediti fratellino, mettiti comodo" disse Fede a Franco, che si mise seduto.
Franco ricordò quante altre volte era stato lì, e di solito l'espressione di suo fratello non era esattamente rassicurante, ma questa volta lui era tranquillo e gli sorrideva come se sapesse qualcosa di lui che nemmeno lui riusciva a comprendere.
Dopo un po' di tempo in cui ci fu un imbarazzante silenzio Fede chiese: "Ti sei innamorato di Emma, non è vero?"
"Credo proprio di sì" disse Franco. "Ma ti prego, non chiedermi di dimenticarla perché credo che questa volta non potrò farlo in nessun modo!"
Fede lo guardò con un'espressione diversa da quella che aveva quando indossava la sua vecchia maschera fatta di ghiaccio. Non voleva che Franco soffrisse, non voleva che dimenticasse Emma, sapeva che gli sarebbe stato impossibile, se n'era accorto da come la guardava, le stava vicino, tutto! Lei non era lì neanche da ventiquattr'ore e Franco vagava con la mente, ma sembrava accarezzare il pensiero di lei'
Questa volta Fede era convinto che la vicinanza della ragazza non gli avrebbe fatto altro che bene.
"E chi ti ha detto che voglio dirti questo, Franco?" disse Fede. "Anzi, è bello che tu le voglia bene, lei ti ricambia, si vede da come ti guarda!"
"Cioè, mi stai dicendo che non è una cosa da definire grave?" chiese Franco.
"Niente era grave, era solo un legame troppo stretto con la testa invece che con il cuore! L'amore non è un delitto, ma io l'ho capito un po' in ritardo! Io voglio solo che tu sia felice, voglio vedervi tutti felici, sul serio!"
"Posso dirti una cosa?" chiese Franco.
"Quello che vuoi" gli rispose Fede.
"Ieri lei era terrorizzata, aveva avuto un incubo e quando l'ho vista in quello stato ho avuto una fitta al cuore! Non so come spiegartelo, volevo proteggerla! Volevo che stesse meglio!"
"Tu sei sempre stato così buono, ma con lei in particolare lo sei davvero molto perché non vorresti vederla piangere e io so benissimo che non sarai tu a farla soffrire, anzi, le offrirai conforto!"
"E come fai a saperlo, Fede?" chiese Franco.
"L'ho provato quando ho visto piangere la mia Flor per qualcosa che avevo provocato io, come la storia della cantante! Si soffre molto in questi casi e si farebbe di tutto perché l'altro tornasse a sorridere, ma provando rabbia non lo sentiamo subito!"
"Ma allora è come dice Flor! Che ti hanno fatto dall'altra parte? Sei tornato mio fratello: quello che suonava la chitarra, quello che voleva volare!"
"Quel fratello è stato messo a dormire per troppo tempo, ma ora ho trovato un equilibrio... il Freezer mi serve solo in situazioni di pericolo: per il resto niente maschera! Ma promettimi di fare il bravo, o, come direbbe Flor, ti metto in una vaschetta per pesci rossi!"
"Questa non gliel'ho mai sentita dire!"
"Beh, diciamo che mi ha contagiato con il suo essere una pazza meravigliosa..."
Nel frattempo Emma era andata da Bella, aveva bisogno di confidarsi con lei. Non capiva cosa le fosse successo.
"Ciao piccola!" disse Bella e in quell'istante il cuore di Emma saltò nel suo petto: anche Franco la chiamava così e le piaceva molto quel nomignolo.
"Ciao Bella!" disse Emma andando verso la sorella e sedendosi accanto a lei.
"Volevi dirmi qualcosa?" chiese Bella.
"Ho bisogno di confidarti una cosa, sorellina!" disse Emma un po' esitante.
"Ti sei innamorata di Franco, vero?" chiese Bella.
Emma non rispose, si portò le mani sul cuore, indecisa, e arrossì. La sorella comprese il suo stato d'animo, le appoggiò un braccio sulle spalle e la tirò a sé per abbracciarla e calmarla.
"Capisco" disse, "non devi vergognarti, tesoro! Se lui ti ha colpito non credo che tu possa fare qualcosa per evitarlo o nasconderlo, l'amore ha un marchio speciale che si vede anche se lo copri!"
"Bella, io sono molto timida, lo sai."
"E ti vergogni perché lui ha qualche anno più di te o qualcosa del genere?"
"No, non mi vergogno di questo, Bella! È che non so se lui ricambia, non so se dirglielo, lo conosco appena, non so che cosa fare! Questa notte è stato così gentile con me! Ho avuto un incubo in cui rivedevo quell'uomo che mi aveva portata via da te e dalla mia famiglia, lui è venuto da me, mi ha presa in braccio ed è rimasto a farmi compagnia perché avevo paura..."
"Questo è molto bello, piccola mia! Se lui ti ha protetta in questo modo per me un motivo dovrà pur esserci, o no?" disse Bella. "Se non te la senti di dirglielo non farlo per il momento, ma goditi quello che provi, non starci male perché quest'emozione è davvero unica!"
Poco dopo si udì battere leggermente alla porta. Emma andò ad aprire e si ritrovò davanti proprio... Franco.
"Ciao..." gli disse con molta timidezza.
"Ciao piccola! Come stai?" chiese lui prendendo entrambe le mani della ragazza.
"Ah, sto bene, ti ringrazio" disse lei.
"Beh, volevo dirvi che Flor e Fede vorrebbero darci una notizia" disse Franco, "visto che sono in trepidazione credo si tratti di qualcosa di bello!"
"Allora... ci vediamo... di sotto" disse Emma, anche se sperava di non ottenere una risposta affermativa.
"E se invece ci andassimo insieme?" chiese Franco e quella era proprio la frase che Emma sperava di sentirsi dire da lui.
"D'accordo, andiamo insieme" rispose. Si vedeva benissimo che era molto felice della proposta.
Andarono al piano di sotto e si diressero nel salone ddove Flor e Fede li stavano aspettando con impazienza.
Erano tutti lì, seduti attorno a quello che chiamavano il Tavolo delle Novità, quando Flor si alzò e disse: "Ragazzi, c'è una bellissima notizia che dobbiamo darvi! Siete pronti?"
Era da un bel po' che i ragazzi non ricevevano buone notizie ed erano un po' emozionati all'idea. Contarono tutti fino a tre, fecero un respiro profondo e chiesero: "Che cosa dovreste dirci?"
"Beh, io e Fede questa notte abbiamo parlato a lungo e abbiamo deciso che..."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora