"NO ,NO, NO!" gridò Martin. "LASCIALO, STREGA! SMETTILA!"
"Ehi, Martin!"
Pas gli sfiorò la fronte: Martin era accaldato, sudato e tremante.
"Ancora incubi, vero, amore?" chiese. Gli sfiorò la fronte e sfiorò delicatamente il letto. Per fortuna stavolta non era successo quello che accadeva di solito.
"Vuoi che avverta Flor o tuo fratello?" chiese con calma Pas, prendendogli le mani ghiacciate.
"No... no, ti prego! Non voglio che pensino che sono un bambino che non sa cavarsela da solo!" disse Martin, e giù a piangere.
"Non dire così" disse Pas. "Ascoltami: ne abbiamo passate tante... chiunque, al tuo posto, non saprebbe cavarsela per niente... o diventerebbe cattivo..."
"Vorrei che Flor e Fede fossero contenti di me... che mi ritenessero in grado di farcela da solo, e invece... sono un completo disastro."
"Adesso voglio che mi ascolti."
Pas lo tirò su, con forza, ma senza violenza e, stringendogli le mani, disse: "Flor e Fede lo sanno che te la puoi cavare... siamo stati rapiti da quella maledetta strega, abbiamo fatto di tutto per aiutarci tra noi, per resistere... loro ci vogliono solo aiutare... non perché non siamo capaci di farcela da soli, ma perché ci tengono... ci vogliono bene, amore, capisci?"
"Pas, io... dopo che Fede... che ho rischiato di non vederlo mai più... a volte ho desiderato seguirlo."
"Non dire queste cose, Martin... tuo fratello non ti avrebbe mai lasciato solo... non così, non senza combattere. E Flor... lei ti vuole bene... io la conosco, Flor, da quando ero piccola, e lei non è il tipo che ti abbandona."
"Pas... so che forse ti sembrerà una richiesta assurda, però... mi racconti una storia? Una qualsiasi."
"Ma certo, tesoro." rispose Pas. Lo spinse delicatamente giù, facendolo sdraiare di nuovo, e gli fece posare la testa sulle sue gambe, per poi accarezzargli il viso. "C'era una volta un piccolo principe... un piccolo principe che aveva due genitori meravigliosi e tanti fratellini che lo amavano. Il principe, un giorno, dovette separarsi dai suoi genitori... e questo lo faceva soffrire, ma sapeva che, in mancanza dei genitori, doveva essere lui a prendersi cura dei suoi fratelli... allora cominciò a costruire una parete di ghiaccio, blocco su blocco, e se la mise attorno al cuore. In questo modo il dolore non entrava più nel suo cuore, ma era diventato distante, distaccato, con i suoi fratelli. Continuò a vivere così... fino a quando un bellissimo giorno, una ragazza entrò nella sua vita."
"E questa ragazza si chiamava Floricienta" disse qualcuno che era entrato nella stanza. Martin si era rilassato, finalmente, ascoltando la sua ragazza che gli raccontava quella fiaba. Aveva chiuso gli occhi, ma il suono di quella voce glieli fece riaprire... Martin si girò e vide suo fratello, in piedi sulla porta. Lo vide avvicinarsi, a passo sicuro, e gli sfiorò il viso, per accertarsi che non avesse la febbre.
"Fede... non è niente, io... io sto bene. Guarda, sto benissimo... sono forte!" esclamò, saltando in piedi.
"Lo so, non me lo devi mica dire" lo tranquillizzò Fede. "Lo so che sei forte... ma è giusto che anche gli eroi più valorosi stacchino la spina, per una volta."
"O che ricarichino le batterie" aggiunse Pas.
"Esatto. Vuoi che ti racconti io, il resto?" chiese Fede, sedendosi sul letto accanto a Martin.
"È più giusto che la racconti tu, la storia" disse Pas, facendosi da parte... ma lui l'attirò più vicina al letto.
"Io posso fare il narratore, ma la carica di mio fratello sei tu" ribatté lui.
La ragazza sorrise. Riprese la la sua posizione precedente e continuò ad accarezzare i capelli del suo piccolo principe.
"Floricienta aveva perso i suoi genitori... proprio come il piccolo principe di ghiaccio. Ma lei era diversa: non aveva avuto bisogno di congelarsi. Lei aveva le sue fatine, i suoi amuleti, la sua passione per l amusica... questo la faceva andare avanti."
Fede chiuse gli occhi. Voleva rivivere tutto. Tutta la storia che aveva visto lui e Flor come protagonisti d'eccezione.
"Si amarono subito, ma forse se ne accorsero un po' tardi... o forse trovarono la forza di dirselo troppo tardi... ma sta di fatto che loro erano legati da un filo rosso... un filo rosso che ti si lega addosso fin dalla nascita e non si stacca più. Erano legati... e il loro filo rosso era legato così bene ed era così resistente che neanche il peggiore degli incidenti riuscì a tenerli lontani l'uno dall'altra."
Quando Fede riaprì gli occhi, vide che anche Thomas e Roberta si allungavano verso di lui, per ascoltare il racconto. Il cuore gli saltò letteralmente nel petto dalla gioia, quando vide l'espressione raggiante dei suoi ragazzi. Aveva capito da parecchio che Thomas e Roberta erano molto legati, che si caricavano a vicenda, che si aiutavano a vicenda.
"Allora, ragazzi? Ci andiamo, a far colazione?" chiese il giovane, alzandosi.
"Sì, dai, andiamo" rispose Thomas. Saltò giù dal letto, seguito a ruota da Roberta, Dominick e Ramiro. Quest'ultimo tornò indietro, prese la mano di Agostina e scese con lei... Fede non aveva mai visto Ramiro avere un atteggiamento così... cavalleresco. Sorrise, vedendo le guance della sua bambina tingersi di rosso.
"Pas, puoi andare avanti, per favore? Cioè, non mi fraintendere, ecco, io..."
"Non ti preoccupare, Fede" disse Pas, saltando giù dal letto. "Avete bisogno di parlare. A dopo, amore mio" aggiunse, stampandogli un bacio sulle labbra per poi recarsi al pianterreno, insieme a Tiago.
"Andiamo in soffitta, ti va?" chiese Fede, una volta rimasto solo con il fratello.
Martin scese lentamente dal letto e indossò una vestaglia.
"No, lascia stare... ci penso i opiù tardi, al letto" disse Fede, vedendo che Martin stava facendo l'atto di risistemare le lenzuola.
Salirono in soffitta e Fede aprì la finestra.
"Ora vorrei che tu facessi una cosa" disse. "Vorrei che prendessi un bel respiro e che lanciassi un bell'urlo, con tutte le forze!"
"Un urlo? Perché?" chiese Martin.
"Tu fallo. Poi capirai da solo perché" rispose Fede.
Martin provò a respirare e fece l'atto di gridare, ma il respiro gli si mozzò in gola.
"No, eh? Proprio non ti viene... suonare la batteria è un po' più facile, perché tu colpisci, ma è lo strumento a far rumore" disse lui. "Proviamo così. Facciamolo insieme. Grida: "Sono libero", va bene?"
"Ci provo" rispose Martin.
"Bene. Uno, due, tre..." Fede afferrò la mano del fratellino, insieme presero un respiro profondo e... no LIIIBEROOOO!"
Dopo aver lanciato l'urlo, Martin inciampò letteralmente su se stesso. Fede lo prese al volo, gli sollevò il mento con un dito e lo guardò intensamente negli occhi. "Allora? Come ti senti, adesso?"
"Meglio... però la verità è che mi fa rabbia il fatto che debba essere sempre tu ad aiutarmi."
"Martin, ti ricordi di quando Claudio è stato male e tu sei venuto a portarmi il caffè?" chiese Fede. "Quel giorno io ero a pezzi, avevo una rabbia tremenda dentro che non so spiegarti. Tu sei stato gentile, mi hai incoraggiato e confortato. È così che funziona. Io aiuto te e tu aiuti me."
Anche Maya si era svegliata presto. Si era messa a studiare delle dispense che le aveva fornito Christian. Era riuscita a farsi assumere a mezza giornata da lui, alla serra, per il pomeriggio. Voleva sapere perfettamente cosa fare, una volta giunta lì, e aiutare la sua famiglia, che stava vivendo un momento decisamente difficile.
"Ehi, Maya!" disse Flor, entrando. "Che fai lì al buio?"
"Io? Niente... stavo ripassando un manuale di botanica" rispose la ragazza. "Chris mi ha assunta part-time alla serra."
"Oh, capisco... ma che c'è? Hai una faccia" chiese Flor.
"Penso a quanto sono stata sciocca" rispose Maya. "Ho sempre dato del vigliacco a mio fratello, e mi sono resa conto del fatto che non lo era solo quando l'ho perso... e quando l'ho visto rientrare a casa tutto coperto di fango e di ferite, mi sono sentita veramente una scema."
"Ah, piccola... vieni, metti giù quel libro e parliamo un po' io e te." disse Flor, sedendosi accanto a Maya.
Maya appoggiò il libro sul comodino lì accanto. Flor le prese la mano e le disse: "Anche a me è successo, amore. Anche a me è successo di dare addosso a tuo fratello. Poi c'è una cosa che credo sia meglio che tu sappia. Ricordi cos'è successo, quando tuo fratello ha scoperto di te e di Matias?"
"Sì... è stata una delle... delle cose più sorprendenti che abbia mai vissuto in tutta la vita."
"Devi sapere... che questa storia ha avuto due sbocchi. Due finali, due sviluppi diversi... io li conosco entrambi. Vedi, lui ha... ha dovuto fare un viaggio indietro nel tempo. Il finale peggiore era questo. Tuo fratello si è innervosito, anzi: si è infuriato... lui e Matias si sono scontrati con le spade, si sono dati addosso, e tu sei scappata. Per questo lui era preoccupato, quando la strega ti ha costretta a fuggire."
"M-ma perché... perché mi stai dicendo questo?"
"Per farti capire che non devi sentirti in colpa... io sono contro gli scontri, però... però questi scontri vi sono serviti a vedere quanto vi somigliate, quanto siete forti, quanto vi volete bene l'un l'altra. Anch'io ho litigato con lui. Siamo arrivati anche alle mani, una volta. Cioè, io ci sono arrivata, non lui... e guardaci adesso. Abbiamo capito entrambi che darci addosso, schierarci contro le nostre reciproche corazze, non serve. Ora, se qualcosa ci divide, ci sediamo e ne parliamo con calma."
"M idispiace così tanto, Flor" disse Maya, sfregandosi le mani sulla fronte.
"Tranquilla" le disse Flor con calma. "Senti, perché non vai a dirlo a lui, se la cosa ti fa sentire così? Parlagli con il cuore... con quello è sempre tutto più facile."
"Magari... magari sì" disse Maya. "Grazie, Flor. Grazie mille."
"Di niente, piccola."
In quel momento qualcuno entrò nella stanza. Matias, che era rimasto ad ascoltare, raggiunse la sua ragazza e le diede un bacio sulla guancia. Solo quando restavano soli arrivava a baciarla sulla bocca, e solo se anche lei lo voleva. Aveva promesso al suo amico che si sarebbe preso cura di lei, gli aveva giurato che l'amava tanto, e per lui questo era un modo di dimostrarlo.
"Ehm... io vi lascio, eh? Con permesso" disse Flor. Andò nella stanza dei gemellini, agganciò le carrozzine l'una all'altra, assicurò i piccoli ai sedili e scese giù. Anche Fede e Martin erano arrivati proprio in quel momento.
Matias, intanto, si mise a sedere accanto a Maya.
"So che sei un po' triste, oggi" disse con tenerezza. "Non ti ho mai sentita parlare così di tuo fratello."
"Sono stata una stupida, Matias... per tutto questo tempo, sono stata una stupida."
"No, ma che dici? Tuo fratello sa perché ti sei comportata in un certo modo... a lui è passata."
"Sì, ma a me no... e la verità è che sono stata ingiusta con lui e anche con te" disse la ragazza.
"Beh... parliamone, allora... vuoi?"
Maya si limitò ad accennare un sì con la testa.
"Vediamo se indovino... dici di esserti comportata da sciocca quando hai insistito tanto con me per farmi dire cosa provavo? Hai fatto benissimo, altrimenti non me ne sarei accorto. O forse il problema è stato quando ti ho detto che dovevi fidarti di tuo fratello, anche quando ti sei arrabbiata con lui, per Facha? O quando ti sei irritata perché facevo il geloso? O quando ho provato ad allontanarti con Nata?" Sì, solo con Nata, perché Fede non aveva posto problemi, quindi lui non aveva fatto l'idiota con Giulietta, o meglio: Paloma nelle vesti di Giulietta. "Senti, l'idiota sono stato io, ad averti allontanata per tanto tempo... e sai quando l'ho capito? Quando ho rischiato di perdere il mio migliore amico."
Matias sospirò, sentendosi dolere il cuore solo a pensarci.
"E mi sento in colpa anche per non aver potuto fare niente per fermarti, quando sei andata a lottare contro quella strega." aggiunse poi. "Tu non... non immagini quanta paura ho avuto, in quel momento." Le prese il piccolo viso tra le mani, delicatamente, e la baciò, piano, ma intensamente. Maya non si sottrasse: sorrise contro le sue labbra, sentendo sotto le dita i battiti frenetici di quel cuore che forse era sempre appartenuto a lei, come il suo apparteneva a lui.
Rimasero così, a scambiarsi tutti i baci arretrati, che le disgrazie non avevano permesso loro di darsi, dimenticandosi del mondo, della porta socchiusa, delle voci che venivano dal pianterreno. Fu la buona Greta a riportarli, involontariamente, alla realtà, facendo irruzione nella stanza per chiamarli per la colazione.
"Piccola Maya, me... ach, mein Gott, me capire innamorati, ma foi afere un poco di decorazione!"
"Decoro, Greta! Decoro" disse ridendo la piccola Fritzenwalden.
"No prendere in giro la povera Greta, bite!" esclamò la governante.
"Oh ,andiamo!" intervenne Fede, ridendo. "Non ti preoccupare, Greta" disse Fede, raggiungendoli. "Non fanno nulla di male... si vogliono bene, si coccolano..."
"Ti senti bene, tedesco?" chiese Matias.
"Meglio che mai, amico" rispose Fede. "Abbiamo rischiato grosso tutti quanti... giusto che ci si scambi un po' di effusioni... però ora venite giù, che forse vi mangerete le labbra, ma non vi sosterrete tanto, così... e io e te abbiamo un bel po' di seccature, oggi. Specialmente per me..."
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Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||
FanfictionA Fede viene concesso di tornare sulla Terra, ma dovrà superare alcune prove. La prima ad incontrarlo sarà Flor, attraverso una visione. Infatti l'incontro con Fede della prima serie non sarà l'ultimo. Dopo il ritorno, poiché le leggi della natura s...