112: I dubbi di Agostina

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Fatti gli opportuni controlli, Agostina Fritzenwalden Fazarino fu dimessa dall'ospedale. Prima di andare via, però, la famiglia passò da Mercedes per l'ecografia e anche in quel caso tutto si risolse nel migliore dei modi.
Agostina osservava tutto con i suoi dolcissimi occhi innocenti. Vedere la sua mamma così felice e i suoi fratellini in arrivo, suo padre che la baciava e abbracciava come se dovesse nutrirsi del suo contatto, e sentire il cuore di quei bambini che ancora dovevano nascere la rendeva felicissima, ma dopo quelle poche parole che aveva detto non era più riuscita a parlare. Le veniva sempre in mente la suora, che non voleva sentire la sua voce per nessun motivo al mondo.
"Che c'è, piccolina?" chiese Fede, chinandosi su di lei. "Hai perso un'altra volta la voce?"
La piccola sussultò e fece un passo indietro. Era spaventata. Il viso della suora troneggiava su di lei: le sue grosse e rozze mani si erano serrate attorno ai suoi polsi e uno sguardo infuocato. sembrava bruciare la pelle della bambina, come a dirle di stare zitta.
"Amore, tranquilla" le disse Fede, notando che si era innervosita.
La prese in braccio e se la strinse forte al petto mentre la sua Flor camminava accanto a lui, dopo essersi rivestita, con Santiago che si stringeva a lei con tutte le sue forze.
"Tranquilla, va tutto bene" continuò Fede. "Ho ancora la netta e finché preferirai questo metodo, potrai usarla."
"Ma perché, Ago?" chiese Santiago, mentre Fede metteva giù Agostina e tutti e quattro camminavano verso la macchina. Prima di uscire vi avevano creato attorno uno scudo per evitare altri incidenti come quello di Ago, e la bimba lo sentiva mentre si avvicinava.
"Santiago, non è facile per lei riprendere a parlare, come per te non è facile aver fiducia nelle persone" disse Flor, chinandosi per dargli un bacio.
"Ma perché, mamma? Io voglio che Ago torni a parlare! È tanto bella, la sua voce!" disse Santiago.
"Lo so che è bella" disse Flor, "ma dalle tempo. Se prende qualcosa da me, magari quella sarà la parlantina. Dicono tutti che sono una chiacchierona!" E mentre Fede si metteva alla guida, Flor gli sedette accanto e Santiago prese la mano di sua sorella.
"Presto riuscirai a parlare come prima, te lo prometto!" disse piano, e le baciò dolcemente la mano come un cavaliere.
Quando arrivarono, Agata e Tecito, i due gatti, si mossero lentamente per raggiungerli. Si stesero a terra, come in attesa di qualcosa, e quando Agostina li raggiunse cominciarono a miagolare.
"Non può essere!" esclamò Flor. "Agostina capisce quello che dicono! Guarda, Fede!"
Fede si avvicinò: rimase in ascolto per pochi secondi e guardò la lavagnetta della bambina: lei stava rispondendo ai gatti!
"Ma... ma questo sarebbe possibile solo... solo se lei..." balbettò Fede, stupito.
"Ago! Piccola, ciao!" le disse una voce. Agostina si voltò verso Alberto, che la strinse in un caloroso abbraccio. I due gatti si stesero a terra, accanto a lui. Anche Alberto poteva capirli.
"Piccola, sembri turbata."
La piccola poté solo annuire.
"Ti va di raccontarmi cosa ti è successo?"
La bimba tornò ad annuire.
"Vieni" le disse Alberto prendendola gentilmente per mano.
Flor li guardò allontanarsi.
"Ha trovato un grande amico in mio padre" disse Flor, sorridendo.
"E lui ha trovato una te bambina in lei."
"Fede! Fede!" Roberta corse incontro al giovane e lo abbracciò.
"Robertina, tesoro, come stai?" chiese lui, prendendola tra le braccia.
"Fede... Fede, posso farti una domanda?" gli chiese Roberta.
"Ma certo, piccola!" le rispose Fede.
"Perché Ago non parla?" gli chiese Roberta.
"Ehm... io... io vado a... a mettere a posto l'ecografia. A dopo, amore mio. Ciao Robertina." disse Flor, stampando un bacio sulla guancia ad entrambi. In realtà voleva andare a vedere Agostina e suo padre. Anche Fede l'avrebbe voluto, ma non poteva lasciare Roberta in sospeso, con quell'interrogativo senza risposta.
"Allora, Fede? Perché Agostina non parla?" ripeté Roberta.
"Vedi, piccola, il fatto è che Ago ha passato tante cose... e queste l'hanno portata a chiudersi sempre di più. La sua mamma e il suo papà le sono stati portati via in un incidente, e lei non è riuscita neanche a gridare, capisci? E poi le suore... forse erano invidiose della sua voce... io l'ho sentita due volte, ma ti assicuro che è così bella che farebbe invidia ad una sirena... a un'altra sirena, veramente, perché anche lei lo è."
"E non si può fare niente per aiutarla, per farla parlare di
nuovo?"
"Sì... qualcosa si può fare, ma tu devi promettermi che avrai molta pazienza e che non sarai insistente. Ago parlerà, un giorno, perché lo desidera tanto, però dobbiamo aiutarla a sentirsi sicura. Lei è come me: ha bisogno dei suoi tempi per aprirsi..."
"E se le parlassi io?"
"Puoi farlo tranquillamente, Robertina. Ma non forzare le cose... promesso?"
"Parola d'onore!" rispose lei.
"Brava, tesoro! Ora va' con gli altri e cerca di stare tranquilla, va bene?" le disse lui, premuroso, per poi stamparle un bacio sulla guancia.
"Okay!" rispose Roberta, ricambiando il bacio.
Mentre la piccola si dirigeva verso la playroom, Fede si recò in cantina. Ago e Alberto erano lì.
"Che ti prende, piccola? Sembri triste."
Ago prese a scrivere febbrilmente.
"Ho trovato la mia voce."
"Ma questo è fantastico!" le rispose lui. "Però... ora l'hai persa un'altra volta!"
Agostina stavolta si limitò ad annuire lentamente. Alberto poteva capire. In modo diverso, ma era stato anche lui prigioniero del suo stesso corpo.
"Non devi avere fretta, tesoro" le disse prendendole la lavagnetta dalle mani e stringendogliele forte tra le sue. Agostina lasciò che lui le stringesse le mani. Erano ruvide, sia quelle di lei che quelle di lui, ma scambiandosi calore reciproco entrambi si sentirono subito meglio
"Anche Ariel è rimasta senza voce, ma poi l'ha recuperata" disse Alberto.
Agostina assunse un'espressione interrogativa. La sua mamma biologica le raccontava tante fiabe, ma lei purtroppo non le ricordava più. Se n'era andata troppo presto perché le fosse concesso di raccontarle ancora. E così Cenerentola, La Sirenetta, Biancaneve, per Ago erano nomi familiari, ma al tempo stesso anche sconosciuti. Afferrò la lavagnetta e scrisse rapidamente: "Chi è Ariel?"
"È una sirenetta come te... ma di lei ti parleranno la tua mamma e il tuo papà. Loro di fiabe ne conoscono tante, sai? Specialmente la mamma..."
"Anche la mamma che ho perso ne conosceva" scrisse la bimba. "Non le dispiacerà se mamma Floricienta me le racconta?"
"La tua mamma e il tuo papà, quelli biologici, vogliono solo che tu e tuo fratello siate felici... e i vostri genitori adottivi possono aiutarvi ad esserlo. Vedrai che la mamma non sarà dispiaciuta se Flor ti racconta le fiabe, perché le sembrerà di poterlo fare lei stessa."
Gli occhi della piccola si allargarono e ne sgorgò qualche lacrima. Alberto si affrettò ad avvicinare le sue mani al viso della piccola per asciugare quelle goccioline che gli straziavano il cuore.
"No, amore mio, non piangere... vedrai che quando darai un abbraccio ai tuoi genitori del cuore, sentirai vicini anche quelli che ti hanno messa al mondo... chi ama non se ne va mai."
Flor e Fede s'incontrarono all'esterno dello scantinato e rimasero ad ascoltare la voce di Alberto e il lieve rumore della lavagnetta di Agostina, ma a quelle parole non ressero più.
"Scusate..." disse piano Fede, ma Alberto lo fermò subito: "Non dovete scusarvi. Al contrario: siete venuti al momento giusto."
"Papà... grazie mille per tutto" disse Flor sorridendo.
"Grazie a te, piccola... per avermi permesso di far parte della tua vita."
Fece per andarsene, ma poi si voltò verso Fede. "E grazie a te per avermi liberato. Se non fossi stato tanto coraggioso non sarei qui."
Fede non fece in tempo a ribattere, ma si limitò a rivolgere un sorriso ad Alberto.
Agostina guardò negli occhi Flor, che le rivolse un sorriso. Stringendo tra le dita la sua lavagnetta, scrisse: "Mamma, è vero che le sirene hanno una bella voce?"
"Oh, sì che è vero, piccola!" le rispose Flor.
"Ma la suora diceva sempre che io dovevo stare zitta!" scrisse la bimba. "E visto che ho smesso di parlare, lei è stata contenta."
"Perché la suora era invidiosa" rispose Fede. "Tu hai una bellissima voce, piccolina, e la suora avrebbe voluto averla tutta per sé..."
"Facciamo una cosa, piccola" le disse Flor, "andiamo nella stanza dei giochi."
"Che vuoi fare, Flor?" chiese sottovoce Fede.
"Fidati di me."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora