(13: La strega di nuovo all'attacco)

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Erano tutti felici per lo scampato pericolo, ma c'era qualcosa che non andava. Flor sentiva che qualcos'altro stava per accadere e che ci sarebbero stati non pochi froblemi.
Infatti il giorno dopo Thomas entrò in casa correndo. Era molto preoccupato.
"Flor! Flor! Roberta non c'è!" gridò.
"Come non c'è? Hai visto dappertutto?"
"Dappertutto! Non l'ho incontrata oggi e la cosa mi preoccupa molto, Flor!"
Roberta, infatti, era stata portata via durante la notte da un complice della strega, più precisamente l'ex amico di Fede: il dottor Bonilla. L'uomo si era avvicinato alla bambina, che sotto un incantesimo della strega non si sarebbe resa conto di nulla, e l'aveva portata via.
"Eccola qui, amore mio!" disse lasciando andare con lentezza la bimba. Stava per adagiarla su un lettino, ma la strega lo fermò.
"Mettila per terra, stupido!"
"Come per terra?"
"Per terra! Questa mocciosa non ha il diritto di stare comoda!" gli disse la strega.
Lui, pur essendo esitante, lasciò andare Roberta distesa sul pavimento.
Si sarebbe risvegliata ore dopo e i suoi familiari si sarebbero accorti troppo tardi della sua assenza.
Flor, infatti, cercò per tutta la casa, ma la piccola non c'era.
"Oh, santo cielo! Roberta, se questo è uno scherzo non è divertente!" esclamò, presa dal panico. "Tommy, tesoro, va' a chiamare Fede, sbrigati!"
Thomas fu di ritorno cinque minuti dopo.
"Cos'è successo?" chiese lui, agitato.
"Roberta non si trova!"
"L'avete cercata in tutta la casa? Anche in cantina?"
"Sì, anche lì."
"Oh santo cielo, ogni giorno ce n'è una! Bene, prova al Passaggio dei Baci, io intanto vado ad allertare la polizia! Non sappiamo da quanto tempo è scomparsa, quindi non si attiveranno prima di stasera o domani!"
"Potrebbe essere troppo tardi per allora!" esclamò Flor, presa dal panico.
Lui, che per primo riusciva a stento a mantenere il controllo, provò a sfruttare una parte della sua vecchia natura, fredda e riflessiva, per rimanere lucido.
Afferrò le mani della ragazza e disse: "La troveremo, stai tranquilla! Sono certo che c'entri quella... quella donna! Su, ora vai! Ci rivediamo a casa tra un'ora esatta!"
Flor lo guardò negli occhi: lui era spaventato, come lei, ma sapeva che crogiolarsi nel panico non sarebbe stato utile né a lui né a Roberta.
Dopo un'ora si ritrovarono sul portico.
"L'hai trovata?" chiese la ragazza.
"No, non è da nessuna parte, Flor! Sembra che la terra l'abbia inghiottita... ho provato a mostrare la sua foto ai passanti mentre andavo a sporgere denuncia. Mi hanno detto che non possono ancora intervenire, ma passate le ventiquattr'ore si metteranno in movimento."
"Questa è bella! Potrebbe essere troppo tardi!" esclamò lei, più agitata che mai.
"Lo so, ma non so cos'altro fare! Tu hai novità?"
"No... ho fatto come te, ho chiesto al signor Martinez, quello del capannone, d'informarsi, gli ho dato la sua foto, ma niente!"
"Va bene... ora dobbiamo cercare di stare calmi, però!"
"Oh, santo cielo! Cosa le è successo?"
"Ehi! Ascolta: ora ho bisogno che tu sia attenta, vigile, e per farlo devi rimanere calma."
Le prese nuovamente le mani e le strimse nelle sue.
"Roberta sa cavarsela, non preoccuparti, e nel frattempo la cercheremo, se necessario rivoltando la città intera da cima a fondo, promesso!"
"Non sarebbe mai andata via senza avvisarmi, Fede..."
Su questo Flor aveva ragione. Roberta era una ragazzina un po' vispa a volte, ma non si sarebbe mai sognata di spaventare qualcuno di loro andandosene senza avvertire.
"Tesoro, ricordi come ti sentivi quando me ne sono andato?"
"Mi sentivo persa... ero spaventata..."
"Ecco! E anche se in un modo che ha dell'assurdo l'abbiamo superata, giusto? Vedrai che la troveremo! Andrà tutto bene!"
"Come fai ad esserne sicuro?"
"Non lo sono, ma ho bisogno di aggrapparmi a questo per non permettere alla mia mente di venire offuscata dal panico."
La povera Roberta non poteva sapere nulla del putiferio che si era scatenato in casa, perché non sapeva nemmeno più di non trovarsi lì, ma, come se qualcosa la collegasse a Fede, si riebbe dal suo torpore forzato proprio quando lui pronunciò quelle parole. Aprì gli occhi e si guardò intorno: si trovava in uno scantinato angusto e polveroso.
"Dove mi trovo? Dove sono gli altri?"
"Tranquilla Roberta, sei qui con me!"
Roberta ebbe un sussulto nell'udire la voce della strega. Provò a tirarsi su a sedere, ma scoprì di essere incatenata.
"Non posso stare tranquilla! Sono legata, in compagnia di due psicopatici, non so dove mi trovo, come vuoi che resti tranquilla? Non toccarmi!" disse Roberta, vedendo le lunghe dita della strega avvicinarsi alla sua fronte.
"Non gridare, non gridare" disse il dottore che se l'era portata via. "Mia moglie non ti farà del male, piccolina!"
"Se starai buona buona qui non ti farò niente! Che ne dici, eh, Roberta?"
"Non ti credo! Tu non mantieni mai la parola, mai! Sei una bugiarda!" rispose la ragazzina, agitandosi per liberarsi.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Vi prego!"
"Stai sprecando la voce, bambina mia!"
"Perché? Che cos'hai fatto, strega?"
"Qui nessuno può sentirti, tesoro mio!"
"Non chiamarmi in questo modo. e non toccarmi, mi fai paura, lasciami stare!"
Forse Roberta era legata anche ad un'altra persona, e quella era Flor.
"Amore, cos'hai?" chiese Fede prendendo le sue mani.
"Roberta... l'ho sentita gridare!" riuscì a rispondere Flor.
"Gridare? Come sarebbe?" chiese Reina sorpresa.
In un altro momento Fede si sarebbe preoccupato per la sua salute mentale sentendole pronunciare quelle parole, ma stavolta sapeva che c'era un motivo per il quale lei aveva sentito quella voce.
"Sei riuscita a vedere dov'è?" chiese.
"Era... era in una specie... di scantinato, con le braccia e le gambe legate... e c'erano la strega... e quel dottore, Claudio!"
"Maledetto!" esclamò Fede serrando i pugni, poi si rese conto del fatto che Reina era impallidita. "Ehi! Reina... santo cielo, cos'hai? Di' qualcosa!"
"Scantinato..."
"Che?" Flor le si avvicinò. "Cosa intendi?"
"Io e la mamma ci nascondevamo nello scantinato di una vecchia casa diroccata!"
"Oh santo cielo! Dobbiamo andarci subito!" esclamò Flor.
"No, sorellina! Ascolta: se la mamma ha preso Roberta è perché vuole sfruttare il tuo punto debole: i bambini. Si aspetta di vedere te, capisci? Se tu vai lì prenderà anche te e potrai fare ben poco per Roberta..."
"Se mi vuole io sarò pronta!" disse la ragazza, alzandosi. "Se non te la senti di portarmi lì cercherò di arrivarci da sola!"
"Flor, ti scongiuro, lascia che vada io a prendere Roberta!" le disse Reina.
"Facciamo così: io entro e se dovesse accadere qualcosa mi metterò a gridare e tu verrai a chiedere aiuto."
Reina non era assolutamente convinta, ma alla fine, non sapendo cos'altro fare, annuì e si alzò anche lei.
Si diressero insieme al rifugio e una volta lì rimasero in allerta. Un rumore di catene proveniva dal sotterraneo.
"Sei sicura? Se vuoi ci vado io, Flor!" insisteva ancora Reina, ma Flor scosse energicamente la testa e le rispose: "È la mia bambina, la tirerò fuori da lì, fosse l'ultima cosa che faccio!" Ed era quello il più grande timore di Reina, ma non si oppose oltre.
Flor scese le scale e vide una porticina socchiusa. La spinse e, in uno spazio angusto, vide Roberta, stesa per terra e con braccia e gambe legate.
"Flor!" esclamò Roberta vedendola correre proprio nella sua direzione. La strega e il dottore l'avevano lasciata sola, per cercare di farla stare tranquilla. Almeno così avevano detto.
"Sei qui! Oh, povero tesoro mio! Che ci fai legata in quel modo?"
La bambina scoppiò in lacrime. Aveva resistito come aveva potuto, ma era terrorizzata all'idea di non rivedere mai più la sua famiglia.
"No, no, non fare così, Roberta! Non ti agitare, adesso ti libero e andiamo via, stai tranquilla!"
Flor iniziò a slegarle una caviglia quando qualcuno l'afferrò per le spalle.
"Non provarci un'altra volta!" disse a bassa voce il dottore.
"Lasciami andare!" gli intimò Flor.
"Non posso! Ordini della regina!"
"E chi sarebbe questa regina, dottore?"
"È la strega, Flor!" disse Roberta, divincolandosi per liberarsi dai fili.
"La strega?" ripeté Flor, molto confusa. "Come la strega è la regina?"
"Ora tu e la tua Roberta siete ai miei ordini! Potrebbe essere un po' pericoloso per voi disobbedirmi, sapete? Quindi vi consiglio di comportarvi da brave servette e di obbedirmi! Chiaro?"
Flor si liberò dalla stretta del medico e gli diede uno schiaffo. "Se non ci lasci andare subito io..." disse, guardando la strega in malo modo.
"Che cosa farai? Pregherai le tue fatine di lanciarmi qualche maledizione o qualcosa del genere, piccolo cardo?"
"Questo lo fanno quelle come te, non le fate! E poi non ne avrò bisogno!" E detto questo Flor le sferrò un colpo.
"E così non sei una sprovveduta!" disse la strega, ridendo e scagliandosi contro la ragazza che se lo aspettava, ma non voleva farle troppo male. La strega, invece, non si risparmiò. Due mostri afferrarono Flor e la chiusero in una piccola cella dove fu incatenata.
Soddisfatta, la megera salì le scale ed avrebbe incontrato sua figlia se lei, riconoscendo i suoni e capendo che da sola non avrebbe potuto fare nulla, non fosse uscita da una finestra distrutta.
Arrivò a casa di gran carriera ed esclamò: "Fede! Fede! Hanno preso Flor!"
"Come sarebbe?"
"Sì! Lei stava cercando di liberare Roberta, ma quell'imbecille di Bonilla l'ha bloccata e mia madre l'ha chiusa da un'altra parte!"
"Aspetta..." disse Fede, nonostante si sentisse più che sconvolto. "Io e lei siamo legati. Forse posso comunicare con lei telepaticamente."
E detto questo chiuse gli occhi e si concentrò intensamente. Gli ci vollero dieci minuti buoni prima di riuscire a vedere dove si trovasse Flor. Era in una piccola cella e aveva le catene alle braccia e alle gambe. Quando finalmente vide il suo volto, le chiese: "Dove sei?"
"Mi hanno rinchiusa in una cella! Non posso muovermi, mi hanno legata, Fede!"
"E Roberta? Hai incontrato Roberta?"
"Sì, l'ho incontrata, ma per poco tempo e anche lei è legata, Fede! Ora non so cosa le stiano facendo e ho paura!"
"Andrà tutto bene, vedrai!" disse lui prima di crollare in ginocchio.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora