Matias si riscosse dal ricordo che gli si era presentato davanti agli occhi, sollevò lo sguardo e vide Fede che si era caricato in spalla Bonilla. Di fronte a lui c'era Flor, che teneva tra le mani una busta per i rifiuti completamente aperta.
"Amore, sei sicuro?" domandò Flor, mentre Bonilla rigettava anche l'anima e Fede lo teneva sollevato, infilandogli due dita in gola.
"Lascia che lo faccia io, Flor. Aspetti dei figli, non te lo farei fare neanche per sogno, un simile sforzo" rispose lui. Non gli piaceva la viscosità della roba che tirava fuori dal corpo di Claudio, ma in quel momento non gliene importava nulla.
Flor rimase con la busta, che diventava sempre più pesante, tra le mani. Bonilla aveva gli occhi di fuori, ma forse, il fatto che il suo corpo avesse respinto quel veleno era un buon segno.
"Senti come respira?" chiese Flor, agitata.
Fede rimise Bonilla sul divano, ma lo tenne seduto ancora un po' e appoggiò l'orecchio alla sua schiena. Rimase in ascolto per un po', poi lo lasciò andare giù lentamente e gli mise un altro cuscino sotto la testa, perché non si sentisse male di nuovo.
"Il rantolo è un po' diminuito, ma non se n'è andato del tutto. Diamogli ancora un po' d'acqua, Flor."
"Sì... ci penso io" disse lei, ma Fede la fermò.
"Va' a sdraiarti un po' sul letto, tesoro. Non devi agitarti." le disse Fede.
"È solo un po' d'acqua. Che vuoi che sia?" chiese Flor, passando a Fede un bicchiere con una cannuccia. Fede lo prese e avvicinò la cannuccia alle labbra riarse del malato. Quest'ultimo vi si attaccò come se all'interno di quel licchiere ci fosse linfa vitale. Fede dovette stringere la cannuccia con due dita, per farne affluire di meno in modo che il poveretto non soffocasse.
"Sembra che l'acqua riesca a fare un effetto di contrasto a quella porcheria che gli ha dato la strega" fece notare Flor.
"Spero che tu abbia ragione, amore mio." le rispose Fede. "Sai, nonostante tutto tengo molto a Claudio."
"Anch'io" intervenne Matias. "Sai, Flor, il fatto è che... quando era bambino ci siamo presi cura di lui e ora... pensare che stia male non mi rende precisamente felice."
"Oh..." disse semplicemente Flor. "Come vi siete conosciuti?"
Fede glielo raccontò, sperando che questo potesse bastare a togliergli un peso dal cuore.
"Freddo... tanto.. freddo..." biascicò Bonilla.
"Sì, sì!" esclamò Maya, correndo con una coperta tra le braccia. "Matias, mi aiuti a coprirlo?" L'avvocato aiutò la ragazza a coprire il malato e gli sistemò meglio il cuscino.
Il povero Fede era pallido, stravolto... sembrava che sentisse anche lui il dolore di Claudio.
"Ehi! Amore, non ti preoccupare" gli disse Flor, amorevole. "Andrà tutto bene, vedrai."
"Lo sento lontano, Flor."
Questo lo disse piano, così piano che Flor stentò a sentirlo. Le si ghiacciò il sangue a quelle parole, e sperò che quella sensazione cambiasse la sua intensità quanto prima.
"Ragazzi, andate tranquilli. Il nostro turno dura altre due ore" disse Matias. "Se ci dovessero essere delle novità vi avvertiremo subito, promesso."
"Non posso, non posso!" balbettò Fede.
"Fratellino, sei molto provato. Ci penseremo noi, stai tranquillo" sussurrò Maya.
"Io non vado a letto se non ci vai anche tu" aggiunse Flor, sapendo che lui non voleva farla stancare.
Fede si lasciò convincere da quelle parole.
"Andiamo, tesoro... vieni, sfogati un po' con me" gli disse Flor, calma. "Anche se non possiamo manifestarlo, io ti voglio bene. Parliamo, ti farà bene."
Andarono al piano di sopra, in camera di Flor, e si misero a sedere sul letto.
"Tira fuori tutto... so che sei abituato a cavartela da solo, ma ora che ci siamo... conosciuti bene, fatti aiutare."
"Se dovesse succedere qualcosa a Claudio, non potrei perdonarmelo." sussurrò lui, crollando sulla spalla di Flor.
"Oh, povero amore mio! Tu stai facendo tutto il possibile per Bonilla, non ti devi sentire in colpa. Dovresti evitare di prenderti sulle spalle fardelli più grandi di te. Ci sei abituato, forse, ma dai e dai il cuore rallenta, non ne può più, capisci?"
Il giovane si passò una mano sulla fronte.
"Ce ne occuperemo insieme, io e te" disse Flor, sorridendogli amorevolmente.
"Però... però io..." balbettò incerto lui.
"Ehi! Ricordi che tu mi dicevi di non mentire? Ecco... non farlo con te stesso. Non dire a te stesso che ce la devi fare da solo per forza, c'è un intero battaglione pronto a sostenerti, starti accanto."
"Lo sai che non sono fatto così. Sei tanto cara, però... però..."
"Tesoro, guardami! L'esperienza che hai vissuto ti ha aiutato ad aprirti con i tuoi cari, e questo può solo farti bene, davvero! Aspetta... ho una cosa per te" disse Flor, iniziando a scavare tra i suoi amuleti. Istintivamente il giovane chiuse gli occhi. Flor gli prese la mano e vi mise un cuore di cristallo.
"Che... che cosa...?" le chiese incerto.
"Tienilo nella tasca che hai qui sul petto." disse Flor. "Ti toglierà di dosso una parte del tuo fardello, ti aiuterà a sopportarlo meglio."
"Tu mi togli un grosso peso dal cuore. Quest'amuleto è magico perché ci hai messo le mani, non soltanto per le fatine... delle quali non metto in dubbio l'esistenza."
La ragazza sorrise: "Io penserò a te, sempre, amore mio... sempre."
Improvvisamente il giovane cambiò espressione.
"A che pensi?" chiese Flor.
"Ai nostri ragazzi. Magari avessero un attimo di pace!"
"Anch'io penso sempre a loro... ma ultimamente sto pensando che siano molto più forti... sai, da dopo... da dopo... l'inferno che hanno vissuto con la stre... con... con la mia matrigna..."
"Me lo daresti un abbraccio?" le chiese il giovane, anche se un po' intimidito. "Di nascosto... come... come le poche volte in cui non ci prendevamo per i capelli?"
"Vieni qui, Freezer scongelato..." lo esortò lei. "Andrà tutto bene, andrà tutto bene... tranquillo..."
Mentre erano stretti in quell'abbraccio, la ragazza impallidì.
"Flor! Flor, per l'amor del cielo, che hai?"
"Non... non è niente." rispose lei, ma era scossa dai brividi.
"Siediti un attimo, piccola" le disse Fede.
Le mise una mano sotto il mento e le alzò delicatamente il volto, poi la lasciò andare lentamente e le afferrò le mani.
"Oh mio Dio... sei gelata, Flor!" le disse Fede.
"Stai... stai... tran..."
Non fece in tempo a finire la frase, perché iniziò a barcollare.
"No! No, no... continua a guardarmi!" le disse lui. "Alberello, fa' qualcosa... fai comparire una foglia magica, butta giù dell'acqua o quello che ti pare, ma sbrigati!"
Il ramo dell'albero si piegò verso l'alto e fu come se si fosse scrollato delle foglie.Fede tese una mano e una foglia gli cadde sul palmo.
Le mise la foglia sul petto e le disse: "Questa è... è magica. Ti farà stare meglio... tienila sul petto."
Poco a poco, le guance di Flor ripresero lentamente colore e le sue dita gelide si riscaldarono.
"Come stai? Come ti senti?"
"Va meglio, tranquillo... sono cose che succedono alle donne in gravidanza, tutto qui... dico davvero..."
"Ti prego, stanotte riposati. Starai domani vicino a Claudio, Flor."
"Ma io non voglio lasciarti solo."
"Stanotte non andrò neanche io. Contenta?"
"Va bene..." disse la ragazza, prendendo la mano del giovane. "Loro ti vogliono molto bene... anche per questo mi sono ripresa in fretta, perché loro sapevano che eri qui con me... anzi, con noi."
"Non vedo l'ora di vedervi, angioletti... e dite alla mamma che è molto bello essere buoni come lo è lei, ma... per il suo bene e per il vostro deve riposarsi."
Flor sorrise: era così contenta che le sue attenzioni fossero rivolte a lei, ai suoi figli... era felice, anche se le toccava far finta di niente.
"Io... io vado. Mi raccomando, piccola: riguardati."
"Anche tu" gli disse lei, tranquilla.
Chiuse lentamente la porta e si diresse verso la camera dei bambini.
Si avvicinò ai bambini, che dormivano placidamente. Si chinò su di loro e sistemò loro le coperte, come, ne era certo, avrebbero fatto i suoi genitori.
"Perdonatemi, ragazzi." pensò, stringendosi le mani per non dirlo ad alta voce.
La fatina che di solito si rivolgeva a Flor fece il suo ingresso nella stanza e si mosse in cerchio sui letti dei bambini addormentati.
"Flor ha scelto bene" disse con voce dolce. "Stai tranquillo, principe azzurro... non ti devi scusare con i ragazzi... stai facendo del tuo meglio e questa è la cosa importante. Il fatto che al piano di sotto ci sia una persona ferita e che tu la stia curando nonostante tutto quello che ti ha fatto, è un grande insegnamento per i tuoi fratelli e loro, durante tutta la loro vita, tenderanno la mano a chi ne ha bisogno."
"Ma tu sei..." disse mentalmente Fede.
"Io sono la lucetta che parla con Flor. Così mi chiamavi, vero?"
"Mi dispiace, fatina, io..." fece l'atto di dirle, sempre mentalmente, Fede, ma la fatina gli si posò semplicemente sulla spalla e disse: "Tesoro, stai tranquillo. Non pretendo che si creda in me, ma chiedo che le persone che io e le mie compagne proteggiamo siano buone... anche tu hai dei protettori... e uno di quelli è l'angioletto che ti ha accolto in Paradiso..."
Fede sgranò gli occhi: non poteva crederci!
"Sì, e lui. Quando avrai bisogno, chiama l'angioletto o i tuoi o anche me, Fede... noi saremo sempre qui a proteggervi... tu e Flor siete l'esempio dell'amore eterno, dell'amore che sopravvive all'ignoto, della vita che va via e ritorna per amore." gli disse affettuosa la fatina.
"Aspetta, non andartene" pensò intensamente lui. "Non voglio più far soffrire i ragazzi... che cosa devo fare?"
"Il dolore fa parte del cammino, caro... i ragazzi si sono rafforzati. Il tuo coraggio li ha contagiati. Tu non sei un codardo e hai trasmesso a queste creature i tuoi valori." gli disse lei, per poi sparire.
Lui stava per ribattere, ma la fatina era già sparita. A quel punto, Fede si avvicinò a Thomas e rimase lì a guardarlo.
Thomas scattò a sedere.
"Guardia... il mio turno di guardia..." balbettò agitato.
"No, no... dormi, tesoro... dormi tranquillo. Se vuoi aiutarci lo farai domani, quando saranno scomparse lo occhiaie."
"Fratellino, io..."
"Tranquillo, tranquillo. Mettiti giù e riposati. Andrà tutto bene, vedrai."
"Fratellino, ti posso dire una cosa bella?"
"Ne ho un gran bisogno, credimi!"
"Quando mi sei vicino mi sento più sicuro. Soprattutto da quando sei tornato, perché ho la conferma di quanto sei speciale... ora sei un angelo tornato sulla Terra, vero?"
"No... sono uno che non avrebbe potuto vivere senza di voi neanche dopo morto."
"Davvero?" chiese lui. "Sono così contento che tu sia tornato... puoi restare con me?"
"Ma certo, però ci dobbiamo stringere o cadremo tutti e due... e fai piano, altrimenti sveglieremo gli altri."
Il ragazzino si fece piccolo piccolo e Fede lo prese in braccio.
"Saremo tutti protetti finché ci sarai tu, vero?" gli chiese Thomas.
"Non sono io a proteggervi. Ci sono gli angeli che ci proteggono... i nostri genitori, la mamma di Flor... e anche l'angelo che mi ha fatto entrare... le fatine di Flor, e non so chi altro... non li conosco tutti."
"Però tu sei un mezzo angelo, no?"
"Non sono un angelo, te l'ho già detto... ma se lo fossi ti aiuterei... e ti farei fare solo dei bei sogni."
STAI LEGGENDO
Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||
FanfictionA Fede viene concesso di tornare sulla Terra, ma dovrà superare alcune prove. La prima ad incontrarlo sarà Flor, attraverso una visione. Infatti l'incontro con Fede della prima serie non sarà l'ultimo. Dopo il ritorno, poiché le leggi della natura s...