85: Amore contro forza bruta

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"Lasciami, Conte Minimo!"
Flor provò ad opporre resistenza, ma il Conte, che non sembrava in sé, le strinse più forte il viso. Aveva preso ad inspirare ed espirare così forte da farla rabbrividire, e la voce inquietante che uscì dalla sua bocca sembrava non appartenergli: era profonda, gutturale, ma non rassicurante come quella di Fede: era completamente irriconoscibile!
"Andiamo, principessa... sei molto bella e adesso non c'è più nessuno che possa impedirmi di rubarti un bacio." le disse, e le sue parole, se possibile, la inquietarono più della sua voce roca.
"Il fatto che io e Fede non stiamo più insieme non significa che puoi fare quello che diavolo ti pare, lasciami!"
Flor provò ancora ad allontanare le mani del Conte dal suo viso, ma la presa aumentò sempre di più. Sentiva il respiro venirle a mancare, un peso opprimente alla bocca dello stomaco e le lacrime le bruciavano il volto. Vedere quelle lacrime aveva ridestato la natura di persona decente del Conte, che nonostante fosse un donnaiolo incallito non era di certo un tipo violento... ma, non appena faceva l'atto di lasciarla andare, una vocina nella sua testa gli diceva d'insistere, di provare ad assaporare quelle labbra così belle, di baciarle fino allo sfinimento e di tenere quella splendida ragazza ancorata a sé. Lei, nel frattempo, cercava di recuperare abbastanza ossigeno da gridare, ma non ci riusciva.
Il respiro caldo dell'uomo la faceva rabbrividire, i suoi occhi sembravano iniettati di sangue e lei, dal canto suo, sentiva le sue membra irrigidirsi, tanto che non poté opporre resistenza in alcun modo quando lui fece il passo successivo. Si sentì tirare con forza, poi le labbra del Conte si scontrarono quasi con violenza con le sue, facendola sussultare. Il bacio non le piacque per niente: sapeva di violenza, di paura e di vergogna, ma quando lo sentì sulle sue labbra non provò disgusto per il Conte, bensì per se stessa, anche se non ne aveva motivo... quindi chiuse gli occhi, sperando che la tortura finisse.
"LASCIALA!" esclamò una voce da dietro le spalle del Conte, e un secchio d'acqua fredda si rovesciò sulla sua testa.
Questo lo fece ridestare dal suo stato di semi-coscienza.
Non ricordava niente, ma vedendo gli occhi sbarrati di Flor capì cos'era successo.
"Mi dispiace... Flor, mi dispiace, non so cosa mi sia preso." balbettò confuso mentre lei, prima che lui la toccasse, si voltava di spalle per allontanarsi. Era fuggita ad occhi chiusi e stava per andare a sbattere contro l'albero quando due braccia forti l'afferrarono per la vita, per impedirle di urtare.
"LASCIAMI! NON TOCCARMI, LA..." gridò Flor, prima che un calore familiare e un senso di pace l'avvolgessero. Lui le aveva premuto delicatamente la mano sulla bocca, senza farle male, e le accarezzava le labbra gonfie e gli zigomi arrossati, mentre con l'altro braccio la teneva stretta a sé. "Signor Freezer..."
Lui rimase in silenzio. Che avrebbe potuto dirle? C'era mancato poco perché desse in escandescenze... questo era troppo, persino per la sua nuova pazienza angelica... lei non doveva trovarsi in quella situazione, e d'altro canto lui sapeva che non era solo colpa del Conte, che una forza esterna lo stava controllando in qualche modo.
"Scusami... perdonami..." balbettò Flor, sentendosi in colpa. Le sue labbra erano gonfie, così come i suoi occhi, e anche se si erano fermati ad un bacio e non era colpa sua, lei si sentiva terribilmente in colpa.
"Non devi chiedere scusa a nessuno, non è stata colpa tua" disse Fede, spostando la mano dalla sua bocca per accarezzarle il viso. "Sei tutta rossa, Flor... mio Dio!"
"Io non volevo! Te lo giuro: non volevo!" singhiozzò disperata Flor.
"Non me lo devi giurare, lo so" disse lui. "Non ci sarebbe stato bisogno di stringerti fino a farti diventare la pelle tutta rossa, se l'avessi voluto... vieni dentro, vieni... ai nostri figli non fa bene che ti agiti. Vuoi che ti prepari una camomilla, o vuoi sdraiarti un po'?"
"No... no, sto bene!" rispose lei. "La strega potrebbe vederci o venire a sapere che ci vogliamo ancora bene..."
"Hai ragione, ma non posso vederti così sconvolta... non posso" disse lui.
"Ci penso io, fratellino, d'accordo?" intervenne Maya, premurosa. "Vieni con me, Flor. Va tutto bene, tranquilla."
Lui le lasciò andare, facendo un cenno d'intesa a sua sorella che stava per: "Prenditi cura di lei." Rimase lì, immobile, e si trovò a fissare il tronco come se lì ci fosse la risposta a tutti i suoi dubbi.
Due figure comparvero accanto a lui. Una era Margarita, l'altra era quella di uno sconosciuto.
"Grazie." disse Margarita. "Grazie di cuore... per come ti occupi della mia Flor."
"Tu sei il ragazzo che ha salvato mio figlio?" domandò l'uomo.
"Io... credo... non lo so, chi è suo figlio?"
"Massimo" rispose l'uomo.
"Ah... capisco. Suo figlio mi ha parlato di lei."
"Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere spontaneamente."
"Lo so... lo sento. Non riesco a spiegarmi per quale motivo, ma sento che qualcuno sta agendo su di lui in qualche modo." disse a mezza voce Fede.
"Hai un gran cuore, ragazzo!"
Andrés De La Holla gli batté una mano sulla spalla, come per incoraggiarlo, e in quel momento Fede vide il Conte inginocchiato a terra, in prossimità del cancello, che stringeva forte a sé una valigia.
"Come ho potuto fare una cosa del genere?" disse tra sé, mordendosi le labbra. Il sapore dolce delle labbra di Flor era ancora sulle sue, e gli piaceva da perderci la testa, ma non gli piaceva il modo in cui l'aveva sentito.
"Mio signore, forse è meglio andare via di qui per un po'."
Evaristo, che era accanto a lui, gli posò una mano sulla spalla. Erano amici, complici, compagni, non solo capo e maggiordomo.
"Hai ragione... chiederò che tu possa rimanere qui... io mi arrangerò in un modo o nell'altro." disse tranquillamente Massimo.
"No, mio signore... io sarò sempre al suo fianco, gliel'assicuro!"
"Non ti posso obbligare" disse Massimo guardandolo con affetto.
Si alzò e prese a trascinare la sua valigia più grande, alla quale aveva legato le altre.
Aveva iniziato a piovere a dirotto, e a Fede nonostante tutto dispiaceva che Massimo passasse la notte sotto la pioggia, ma Margarita e Andrés lo fermarono.
"Ci sarà tempo, caro" disse Margarita.
"Non preoccuparti, ci occuperemo noi di lui... starà bene" assicurò Andrés.
"Adesso tu devi sfogarti" continuò Margarita. "Abbandona le difese, caro. Vedrai che andrà tutto per il meglio."
Lui, pur dubbioso, rientrò. Sapeva che se loro l'avevano detto c'era un motivo ben preciso... lui era stato uno di loro per un po' di tempo.
"Ehi... tutto a posto, Fede?" chiese Matias, vedendolo teso.
"Hai saputo cos'è successo a Flor?"
"Sì... ho sentito che Flor si sfogava con la mia... con... con Maya" si affrettò a correggersi Matias, ma non vide la fronte dell'amico corrugarsi, come in passato.
"Puoi dirlo, amico. Mia sorella è felice con te e so che tu sarai in grado di proteggerla anche meglio di me...."
"Vieni, andiamo dentro o ti verrà un malanno... e per quanto sei teso non è molto difficile" disse tranquillo Matias e i due rientrarono in casa e si recarono nella solita stanza, che oltre che da studio faceva da camera delle consulenze. "Raccontami: com'è andata?"
"Ho visto Massimo che teneva le labbra di Flor incollate alle sue... lei era terrorizzata, ma lui non sembrava farci caso, e... potrà anche essere un inguaribile donnaiolo, ma non è violento."
"Santo cielo, povera Flor!" esclamò Matias.
"Sì... povera Flor... era sconvolta... e non faceva che chiedermi scusa... non sapevo come dirle che non è colpa sua."
"Ma tu sei sicuro che Massimo sia un tipo quantomeno onesto, che non usa violenza alle donne?" chiese Matias, che nutriva una certa ostilità verso quell'uomo da quando aveva sgridato Maya.
"Può essere un disastro in sensibilità, ma non è cattivo." rispose Fede. "Non faceva altro che cercare il tipo che mi ha investito, mentre non c'ero... l'ha trovato solo ieri, ma questi sono dettagli."
"Capisco... e tu cos'hai provato quando li hai visti?"
"L'avrei strangolato per come la stava toccando, per quanto la stava ferendo... ma poi l''ho guardato negli occhi... mi è sembrato che non fosse lucido, che non sapesse quello che stava facendo..."
"Quindi tu credi che questa bella cosa sia stata opera della strega?" domandò Matias.
"Sì... per fortuna non ha visto che ero io che avevo tirato l'acqua in testa al Conte Min... a Massimo."
"Ma guarda! Lo chiami come lei, ora... sei proprio innamorato perso, tedesco!"
"Sì, ma questa non è certo una novità!"
"Evvai! Senza remore, amico, vai!" esclamò orgoglioso Matias.
"Il Freezer non c'è più, amico mio, e ora che devo richiamarlo all'ordine Dio solo sa quanto mi costi! Lei lo sa, non è vero, Capo?"
"Ah, ragazzo mio... lo so! Eccome se lo so!" sospirò il Capo. "Ma so anche che sei forte, che sei coraggioso... so che tu e la tua Flor lo supererete..."
"Credo che abbia almeno una mezza idea" disse tranquillamente l'avvocato, battendogli una mano sulla spalla. "Ma sei riuscito a sopportare quella maschera per anni... vedrai che ce la farai anche stavolta... e in questo caso io ti aiuterò ad essere molto cattivo."
"Solo se penso di tornare ad alzare la voce con i bambini, anche solo per finta... preferirei mordermi la lingua!"
"Lo so, ma che ci vuoi fare, amico mio? La strega lo vuole e noi le diamo il contentino, così farà la brava!"
"Hai ragione... la strega gioca sul nostro punto debole? Beh, noi giocheremo allo stesso modo... quanto gode, quella maledetta, quando può far litigare i membri della mia famiglia..."
"In particolar modo. te e Florencia... con voi due ci gode da diventar matta."
"Diventare? Quella è già matta da legare!" esclamò Fede, esasperato.
"Non al'rei mai pensato di sentire una cosa del genere uscire dalla tua bocca!"
"Davvero? E perché("
"Hai detto che la tua madrina è pazza!"
"Con i cavalli non si possono sempre usare gli zuccherini... a un certo punto provocano la nausea al cavallo di turno, e io ho fatto proprio quella fine."
Intanto Maya aveva portato Flor nella sua camera e l'aveva convinta a sdraiarsi sul suo letto per riprendersi.
"Flor... mi vuoi raccontar.e cos'è successo?"
"Tesoro, io... mi vergogno da matti..."
"Di cosa ti vergogni, Flor?" domandò Maya. "Non è colpa tua, tranquilla..."
"Lui... lui mi ha afferrata con forza e mi stringeva la faccia... come un pezzo d'argilla... come se volesse plasmarmi! Respirava così forte che sembrava fosse in preda ad un attacco d'asma e mi parlava come se non avesse voce, ma quella a cui mancava l'aria ero io... io mi sentivo come se la mia vita si fosse frantumata in quel momento... poi mi ha baciata... è stato prepotente! Invece di quel bacio sarebbero stati meglio un bel po' di ceffoni!"
"Fbor... vieni qui, stai tranquilla..."
Maya attirò a sé la ragazza, che era così tesa da non riuscire neanche a piangere.
"Che ti ha detto mio fratello?" chiese.
"Tuo fratello è stato dolcissimo. Mi ha salvata e ha cercato di consolarmi... eppure è come se l'avessi tradito!"
"Non dire bestialità, Flor! Il tradimento si fa in due, e di solito non con violenza!" disse secca Maya. Flor rimase lì a guardare il vuoto, senza mostrare alcuna heazione anche se dentro di lei c'era l'inferno.
"Il peggio... è che nei suoi occhi ho visto qualcosa di strano... mi ha fatto pena!" balbettò Flor, incerta.
"Cos'hai visto nei suoi occhi?"
"Non lo so... era come se lui non fosse in sé... come se fosse addormentato..."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora