Nilda venne a sapere cos'era successo, e, più preoccupata che mai, si recò in camera di Maya per controllare come stava la nipote.
La trovò sdraiata sul letto di Maya ed entrò proprio nel momento in cui Flor aveva detto che il Conte sembrava confuso, come addormentato...
"Beh, mi sa che mia nuora ha fatto un'altra vittima" sospirò entrando. "Tu come ti senti, amore mio? Sei più tranquilla?"
"Sì... va molto meglio, grazie" rispose Flor, allungando una mano verso la donna e stringendogliela forte. Nilda sedette vicino a lei e le spostò una ciocca di capelli dal viso. "Come vanno gli allenamenti di Reina?" domandò la ragazza, per cambiare argomento.
"S'impegna molto... le costa molta fatica, ma nonostante non sia riuscita a bloccare il mio controllo, ha una buona resistenza." rispose tranquilla Nilda.
"Ah, meno male! L'ultima volta si è sentita talmente in colpa, poverina" sospirò Flor, giocherellando con i suoi stessi boccoli.
"Vedrai: ora che è cambiata sarà un'alleata fondamentale e farà di tutto per proteggerti" assicurò Nilda. "Ora però devi cercare di stare tranquilla... fallo per i tuoi figli e anche per quel povero ragazzo, che ti ama tantissimo."
In quel momento qualcuno entrò, con passo leggermente esitante, e Maya e Nilda si alzarono dal letto. Flor ci mise un po' a comprendere cosa fosse successo, ma quando una mano afferrò la sua e la strinse, un senso di calma invase il suo corpo leggermente cambiato dalla gravidanza. Solo una persona poteva stringerla così, con forza, ma senza farle provare alcun tipo di dolore fisico.
"Come ti senti?" chiese semplicemente.
"Bene... sto bene" rispose lei. "Posso chiederti dov'è andato... lui?"
"Ha deciso di andarsene di casa, Flor" rispose lui. "Volevo fermarlo, ma tua madre e suo padre mi hanno detto di non farlo, poi ho incontrato Matias, che mi ha chiesto cosa fosse successo."
"Hai un grande amico, tesoro... e non venirmi a dire che non te lo meriti." lo bloccò Flor, prima che lui potesse pronunciare la solita frase: "Sì, ma non so se me lo merito."
"Se vuoi non lo dico, ma è vero."
"Su, andiamo... adesso dobbiamo pensare a qualcosa da fare per lo spettacolino, così la strega è contenta e ci lascia vivere in pace!" disse Flor, sorridendo leggermente. Averlo vicino le dava la forza che le serviva.
"A proposito, ti devo chiedere una cosa" disse lui, dubbioso. Gli era venuta un'idea, ma gli costava chiederle di assecondarlo.
"Che cosa, don Freezer?" chiese Flor.
"Ecco... uno di questi giorni ci toccherà litigare molto violentemente... io dovrò dirti delle cose che già in passato ti hanno ferita, Flor... e tu mi dovrai dare uno schiaffo..."
"Che?"
"Sì, mi dovrai dare uno schiaffo. A un certo punto la strega vorrà vedere una delle nostre scenate dei vecchi tempi, e mi sono ricordato della più brutta e di una cosa che... solo il Grande Capo sa quanto mi faccia male solo l'idea di averti detto che ti giudicavo una... una specie di..."
"Doppiogiochista" completò la frase Flor, capendo dove voleva arrivare.
Fede strinse le labbra: il ricordo di quello che era accaduto quel maledetto giorno lo feriva, ma non tanto per il ceffone che lei gli aveva mollato, quanto per il viso sofferente che aveva quando l'aveva colpito sulla guancia.
"Io non ti voglio dare uno schiaffo, però."
"Flor, ti giuro che non te lo chiederei, ma so che la strega vuole vederci soffrire... e dobbiamo correre ai ripari, cercare di farle vedere tutto quello che vuole, così abbasserà la guardia."
"Piuttosto che picchiarti io ti mangerei di baci, se non mi vergognassi" si lasciò sfuggire Flor.
"Di che ti vergogni, Flor? Anzi: è meglio che inizi ad abituarmi." disse, impostando la faccia e la voce per imitare la sua vecchia maschera. "Di cosa ti dovresti vergognare, Florencia?"
"Di quello che è successo con il Conte Minimo... mi vergogno molto."
Lui non riuscì a mantenere la faccia da duro, allungò una mano e le accarezzò delicatamente il viso.
"Facciamo così: quando io ti dirò delle cose orribili, intenderò dirti che ti amo più della mia vita."
"E... e quando io ti dirò: "Ma stai scherzando?", vorrà dire: "Anch'io"! E poi... quando ti tirerò lo schiaffo e ti farò voltare il viso, fingeremo che sia un bacio..."
"Molto bene! Faremo così per tirare avanti!"
"Sì... però ho paura! Quella strega ha più antenne di un intero formicaio, e se venisse a sapere che la stiamo ingannando potrebbe essere pericoloso."
"Ha solo le antennine da formica, ma ti assicuro che non le andrebbe di lavorare neanche se qualcuno la ipnotizzasse come fa lei con gli altri."
"Non hai tutti i torti, Fede!"
"Ehm... bene... ti lascio tranquilla... ti prego, cerca di riposarti un po' che domani sarà una lunga giornata."
Lei gli sorrise gentilmente e aspettò che lui uscisse per poi dirigersi nella sua stanza. Lui, per lasciarla tranquilla, si era trasferito nella camera degli ospiti, nonostante lei avesse insistito perché facessero il contrario. Era un cavaliere, un vero cavaliere!
"Quella strega ha detto solo una cosa vera in tutta la sua vita, mio principe" disse tra sé Flor, prima di chiudere gli occhi. "Nessuno è dolce e sensibile come te... nessuno."
Il mattino seguente, per svegliarla dolcemente ma senza far sentire la sua presenza, Fede chiese a Greta di portare qualcosa a Flor, e la governante si recò al piano superiore reggendo un vassoio.
"Gut Morghen, Floricienta!" disse con dolcezza, scuotendola delicatamente per un braccio e accarezzandole i capelli con l'altra mano.
"Oh, ciao mam... cioè, Greta!" disse piano Flor, tirandosi su a sedere. Vide il vassoio poggiato su un tavolino e sorrise. "Oh, che carina... grazie!"
La governante sorrise: la sua Floricienta era la persona migliore che potesse ricoprire il ruolo di "signora Fritzenwalden": poco ma sicuro!
"Ti prego, scusami se ti ho chiamata mamma, però... di solito chi mi portava la colazione a letto era mia madre... o in alternativa..."
Greta non riusciva a guardare negli occhi Flor, perché era l'"alternativa", la verità!
"È stato lui... lui ti ha mandata?" le chiese Flor.
"Ya, Mein Liebe." disse piano Greta.
"Oh... e tu sei venuta a svegliarmi con una carezza tra i capelli, come faceva la mia mamma..." disse commossa Flor. "Che bella famiglia che ho! Però... dico davvero: scusami se ti ho detto..."
"Me molto contenta, invece, piccolina!"
E la donna si mise a sedere vicino a lei per poi metterle il vassoio sulle ginocchia.
"Oh, quante cose!" esclamò Flor. "Questa è stata una tua idea, invece, è vero?"
"Ya, Floricienta!" rispose lei.
"Oh, meno male! Oggi mi sono svegliata con una fame tremenda!" le disse Flor.
"Piccolini finalmente fare sentire, eh?" disse la governante.
"Eh sì! Finalmente si fanno sentire, i miei angioletti!" disse Flor, afferrando un cornetto. "Però mi chiedo: anche se non è il momento di pensare a queste cose perché devo fingere di detestarlo, secondo te il mio principe mi amerà ancora, anche con una corporatura più... ehm... ecco..."
"Vostro amore arrivato anche a Paradiso e tu preoccupa per qveste cose stupide, piccola mia? Tuo principe ti vorrà bene anche più di prima..."
Lui era dietro la porta e il fatto che Flor nutrisse quei dubbi lo fece cedere all'istinto di entrare nella stanza.
"Oh... mi hai sentita?" sussurrò Flor, imbarazzata, vedendolo entrare.
"Sì, ti ho sentita" rispose tranquillo, sedendosi accanto a lei per poi cingere la sua vita con un braccio. "Non devi farti venire qâesti dubbi. Ti ho già detto che sarai ancora più bella quando i pargoletti si manifesteranno."
"Perché fai tutto questo?" chiese Flor con un sospiro.
"Perché oggi la strega manderà qui Bonilla e dovremo fingere di detestarci" rispose a mezza voce il giovane, avvicinandole un bicchiere di latte. "Allora ho pensato di svegliarti dolcemente, ma speravo di non farmi scoprire."
"Oh no, di già? Comincia subito, quell'arpia?" disse con tristezza Flor.
"Sì, purtroppo. Credo abbia fatto fare quella cosa al Conte perché mi credeva ancora disposto a credere che tu... come si dice?" mormorò lui, mordendosi il labbro inferiore. Non sapeva come esprimere il concetto senza ferirla, ma per fortuna, dalla sua espressione, notò che Flor aveva compreso perfettamente.
"Capisco" disse Flor, sospirando, e quella conferma rassicurò del tutto Fede.
Terminata la colazione, Flor si voltò e guardò Fede, interrogativa, indicandogli ill petto con un dito.
"Posso mettermi qui? Ho bisogno di sentirti vicino, prima che venga lei..."
Senza dire una parola, Greta le tolse dalle mani il vassoio, guadagnò la porta e li lasciò da soli'
"Davvero? Allora vieni qui, tesoro." disse Fede, attirando a sé la sua Flor e facendole posare la testa sul suo petto. Lui, dal canto suo, prese a scompigliarle i capelli e questo lo portò a rilassarsi. "Vedrai che ne verremo fuori insieme, piccola... okay("
"Ah, se solo potessi essere la tua piccola per sempre..." mormorò lei, rasserenata da quel tocco leggero, che sembrava venire da un'altra dimensione. Era innegabile che il suo corpo avesse in qualche modo dei segni di quello che gli era successo, e uno di questi era che bastava stargli vicino per provare una sensazione di sollievo, di serenità.
"Tu lo sei, Flor... solo che ora... ecco, mettiamola così: stiamo giocando a "Facciamo che io ero": lo conosci?"
"Oh, sì... s'inventa una storia e la si recita, giusto?"
"Esatto! Facciamo che io ero un uomo testardo, accecato dal senso del dovere, che se la prendeva sempre con un dolcissimo angioletto terreno: una ragazza che solo se le prendi la mano ti migliora la giornata e se le dai un bacio ti fa star bene per un mese!" E le lasciò un bacio tra i capelli, per confermare quello che aveva appena detto di lei.
"E facciamo che io ero una cameriera... innamorata dell'uomo accecato dal senso del dovere e che finiva sempre per desiderare un suo abbraccio piuttosto che le sue grida, però spesso sentiva la mancanza. persino di quelle." aggiunse Flor.
"Sì... e poi facciamo che la strega era una signora che mi aveva incantato con i suoi giochi di prestigio, e per questo ero diventato... così... così freddo."
"Ah... fatine delle bugie a fin di bene, fate che vada tutto per il meglio" esclamarono in coro per poi scoppiare a ridere.
"No! Questo è un evento: ti ho appena sentito nominare le fatine!" esclamò lei raggiante.
"Sì, ma tu non sai che non è la prima volta!" esclamò Fede. "Le ho nominate due volte subito dopo l'incidente, sai?"
"Dopo l'incidente..." sussurrò Flor.
Ricordò che delle labbra eteree si erano posate sulla sua guancia, in seguito all'incidente, e aveva riconosciuto il sapore dolce delle labbra del suo principe in quel bacio... l''aveva sentito in quella leggerezza.
""Oh... FATINE, NON POTETE FARE QUALCOSA PER FARLA STARE UN PO' MEGLIO? VI PREGO!" aveva gridato rivolto al cielo, disperato. "Vi prego"..."
"Flor! Flor!" cercò di riscuoterla lui agitandole una mano davanti al volto.
"Eri così disperato quando mi hai vista piangere?"
"Sentivo l'anima lacerarsi" rispose lui stringendosela forte al petto.
Flor, colta dagli ormoni, scoppiò a piangere. Se lui non fosse tornato, forse lei non ce l'avrebbe fatta: era troppo da sopportare per chi aveva già sofferto a sufficienza per più vite.
"Ehi, tesoro... che cos'hai?" le chiese lui, abbracciandola. "Piccola Flor, di' qualcosa... che ti prende?"
"Quando te ne sei andato... avevo incubi ogni notte! Sognavo che i ragazzi finivano in collegio, che solo la strega poteva liberarli, ma non lo faceva e io... io ero sola, non potevo fare niente... giurami che non te ne andrai di nuovo, ti prego! Se ti perdo io..."
"Eri una bambina spaventata, ma cercavi di essere forte come mi avevi promesso! Flor, ascolta: il tuo Freezer non ti abbandonerà mai, qualunque cosa accada!"
E Flor non fu l'unica a reagire così. Thomas, acquattato dietro la porta, appena aveva sentito parlare dell'incidente era scoppiato in lacrime.
Dopo un po' Fede se ne accorse.
"Aspetta" disse alzandosi dal letto.
"Cosa...?" chiese Flor, agitata.
"Thomas... che ci fai lì, tesoro?"
Al sentire la porta aprirsi, Thomas saltò in braccio a suo fratello e si strinse forte a lui. Il ricordo dell'incidente gli bruciava ancora molto e ogni volta che se ne parlava, il piccolo Thomas si metteva a piangere. Il suo legame con Fede era speciale: era sì un amore fraterno, ma anche quello di un figlioletto con suo padre.
"Ehi, ehi... che ti succede, fratellino?" domandò lui, accarezzandogli la schiena.
"Fede, Fede!" continuava a ripetere il nanetto, singhiozzando sul petto del fratello.
"Oh, Tommy!" disse lui con dolcezza. Non aveva mai parlato seriamente dell'incidente, il giorno prima aveva scherzato, ma ora si rendeva conto di quanto Thomas fosse rimasto scottato da quello che era successo.
"Anch'io ho gli incubi." ammise Thomas vergognandosi di se stesso. "Non lo sa nessuno, ma perderti è stato come perdere papà un'altra volta, Fede..."
Flor riprese coraggio in quel momento e si alzò per abbracciare il bimbo.
"Non c'è niente di cui vergognarsi nell'avere gli incubi, piccolo" disse, mentre Fede stringeva il fratellino tra le braccia.
Si chinò su di lui e gli diede un bacio delicato sulla fronte. "Mi senti?" gli chiese. "Sono qui con te, campione..."
"Resta, ti prego!" lo supplicò Thomas.
"Credi che mi farò sfuggire la vita un'altra volta? È brutto starti lontano, piccola peste!"
E istintivamente optò per una scelta che non pensava che avrebbe mai fatto. Il suo gnomo non smetteva di piangere, perché si vedeva ad abbracciare un altro che gli ricordava lui, o tra le mura di un orfanotrofio, e lui poteva sentirlo.
"Ascolta questa, vediamo se te la ricordi" disse dolcemente, per poi iniziare a cantare sottovoce quella ninna-nanna che aveva composto quando il suo fratellino era appena nato.
"C'è una storia
che mi ha portato un giorno il vento,
che mi fa ridere
e m'insegna a vivere,
dove esiste la magia,
niente più malinconia ed in aprile,
fiori di mille colori sono qui
fiori di mille colori sono qui...
C'è una storia
in cui vive un sentimento
che mai potrà morire
e mi tiene unito a te,
dove non c'è sofferenza,
c'è soltanto gente buona, è così...
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Dona agli altri il tuo racconto e sii felice.
Fa' che la tua storia valga la pena, fai dei tuoi sogni un'illusion...
e che ritorni la primavera a illuminar le strade del tuo cuor...
Fa' che il tuo angelo non se ne vada e cura il bimbo che c'è in te...
e non lasciarlo andare crescendo, perché con lui perderai il tuo cuor..."
Thomas si calmò ascoltando quella voce, quella canzone. Flor, invece, era meravigliata: amava sentirlo cantare, ma non conosceva quella canzone. Non sapeva da dove diavolo l'avesse presa, e sembrava che Tommy la conoscesse bene.
"Da dove l'hai presa? È bellissima..."
"Beh... ecco..." provò a dire lui, piuttosto in imbarazzo.
"La conosce perché l'ha scritta lui!" rispose Thomas.
"Che? Quando?"
"Quando... quando è nato Thomas..." balbettò incerto lui, mentre il piccolo si asciugava le lacrime e gli sorrideva.
"Ogni giorno sei una sorpresa!" esclamò Flor, rivolgendogli un sorriso dolce.
"Sì... e non voglio più vedervi tristi, promesso?" disse Fede, stringendo a sé Flor e Thomas.
"Hai ragione... ma io non voglio cercarti negli occhi di un altro, Fede! Io voglio mio fratello, non una copia, o magari una controfigura malriuscita!"
"Ti sembro una copia, Thomas?"
"No, il fatto è che ho sempre paura di perderti un'altra volta e non voglio..."
"Freezer o non Freezer, tu sei parte dei nostri cuori" disse Flor, "quello che ti è capitato ci ha fatto molto male e le cicatrici sono ancora visibili..."
"Lo so, vi guardavo tutto il tempo mentre ero lì... una volta ho dato una botta allo schermo, ma quello non si è nemmeno scheggiato un pochino!" esclamò Fede.
"Potreste andare a fare un giro insieme, magari... a Tommy farebbe bene uscire un po'" disse Flor, allegra. "Tra fratelli."
Flor sapeva che tutti avevano sofferto, ma Thomas in quel momento era il più fragile: da fratello minore protetto da tutti, aveva finito per trovarsi quasi solo, se non per Maya e per la stessa Flor, perché tutti erano crollati in quel dolore, nonostante si sforzassero di non darlo a vedere, e l'unico modo per far stare più tranquillo il piccolo di casa era fargli passare del tempo da solo con suo fratello. Una volta il Conte era andato a trovarli e, nonostante non avesse nulla a che fare con suo fratello, credendo che fosse lui Thomas gli era saltato al collo chiamandolo Fede. A quella scena, anche il cuore di Massimo si era spezzato... un bambino così piccolo, così legato al fratello nonostante tutto... e lui era coinvolto in quello che gli era successo, purtroppo, anche se non era colpa sua se un'auto stava per travolgerlo!
"E tu che farai?" chiese Thomas.
"Io allestirò la casa e mi preparerò per l'arrivo della strega!" esclamò Flor, imitando una risata malvagia.
"Bene... vieni, tesoro... Flor, quando la gallina cattiva inizierà a beccare, tu dammi una voce!"
"Va bene... co-co-coccodèèè!" esclamò Flor, e Fede scoppiò a ridere. Thomas si attaccò alla manica della maglia di suo fratello, pronto ad uscire.
"Fermati, aspetta! Non vorrai mica uscire in pigiama?" fece notare Fede.
"Oh, è vero!" esclamò Thomas.
"Coraggio, Speedy Gonzales, va' a vestirti che dopo ti porto fuori, e ti prometto che ti farò fare quello che vorrai, purché tu non ti faccia male..."
E Thomas filò via, contentissimo.
"Ora vado anch'io, o il mio fratellino farà prima di me" disse Fede, dando un bacio sulla guancia alla donna che gli aveva cambiato ben due vite!
"Sono contenta di vederti così" disse Flor.
"Così come?" le chiese lui.
"Così vicino... ai ragazzi... così pronto a consolarli, ad asciugare le loro lacrime. Questo dimostra che sei un grande uomo, un vero cavaliere!"
"Credimi: mi sento l'uomo più fortunato del mondo... è così bello abbracciarli, sentire che possono rispondermi quando dico loro qualcosa... sentire il loro calore..."
"Ed è bello anche poter abbracciahe te."
(Nota Autrice: in questo capitolo doveva esserci altro, ma per cercare una cosa che diceva Flor nellaa seconda serie e mi è toccato vedere i primi cinque episodi... io già la detesto, ma il peggio è che ad ogni scena in cui si diceva: "Fede" o persino: "Fratello maggiore", scoppiavo a piangere... il principe non può essere sostituito. Per la traduzione, mi dispiace, ma è un po' approssimativa: ho fatto di tutto per renderla al meglio, ma non è un granché, perché non è proprio letterale.)
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Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||
FanfictionA Fede viene concesso di tornare sulla Terra, ma dovrà superare alcune prove. La prima ad incontrarlo sarà Flor, attraverso una visione. Infatti l'incontro con Fede della prima serie non sarà l'ultimo. Dopo il ritorno, poiché le leggi della natura s...