(61: Ci risiamo!)

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Ma qualcosa ruppe l'incanto.
Un grido, seguito da un frastuono proveniente dal pianterreno fece sussultare entrambi.
Infatti, mentre gli altri erano giù, la strega aveva staccato il lampadario dal soffitto... solo le sorelle di Flor erano rimaste di sopra e Sofia in quel momento si trovava sotto il lampadario in questione. Reina, vedendo l'oggetto precipitare verso di lei, aveva agito d'istinto.
"NOOOO!" aveva gridato con tutta la forza che aveva nei polmoni. Si era buttata addosso a sua sorella e l'oggetto l'aveva colpita al volto.
Quando Flor e Fede arrivarono in corridoio, trovarono Reina sdraiata a terra, con una ferita alla tempia che perdeva sangue e il corpo scosso da spasmi.
"No..." sussurrò Flor, vedendo che la sorella aveva ancora il lampadario addosso.
"Resta lì! Ci vado io!" disse Fede per poi trasformarsi in fantasma e sollevare senza sforzo l'oggetto.
"Reina! Ehi!" disse afferrando il braccio della giovane mezza svenuta.
"Fede..." disse piano Reina, mentre Flor, vedendo com'era ridotta, stava chiamando i soccorsi.
"Ehi! Continua a guardarmi, ti prego!"
"Mi sento così stanca..."
"Hai preso un colpo alla testa... non devi addormentarti..."
"Non so se ce la faccio, Fede!"
"No! No, ti prego! Resta con me!" insisteva lui. Si strappò una manica della maglietta, non avendo altro a portata di mano, per tamponarle il viso.
"Dobbiamo prendere l'auto, non ci sono ambulanze" disse Flor, per poi passargli un secchio d'acqua fredda che si era appena procurata, in modo che gli fosse possibile bagnare il tessuto.
"Va bene... piccola, va' a cercare Franco, io mi occupo di portarla fuori" disse Fede, infilando la parte asciutta del tessuto nel collo della maglia di Reina in modo da avere le mani libere.
Sollevò da terra la ragazza, i cui occhi erano sempre più appannati, e correndo verso l'uscita continuava a ripeterle: "Resta con me!", e a farle domande perché non chiudesse gli occhi.
Flor si era precipitata a cercare Franco, e Matias, che nel frattempo li aveva raggiunti, si stava prendendo cura di Sofia, che era sotto shock.
"Flor, che è successo?" chiese Franco.
"R-Reina... il lampadario... Fede ti aspetta fuori! Vai, presto!" supplicò Flor.
"Vado. Rientra in casa e stai tranquilla" la rassicurò lui, anche se il suo cuore era stato scosso. Corse fuori e raggiunse Fede.
"Franco... apri l'auto, fa' presto!" lo supplicò Fede. "Resisti ancora un po', tesoro" sussurrò poi, rivolgendosi a Reina. "Resisti ancora un po', ci siamo quasi."
"Ti ho fatto del male... e tu sei così buono..." balbettò Reina.
"Non ti agitare, tesoro" le disse Fede, "pensa che... che devi avere dei figli, che adesso che hai una famiglia te la devi tenere stretta..."
"Non so... se farò... in tempo..."
"Sì... sì che farai in tempo!"
"M-mia madre... ora mi odia, ma io... le voglio bene."
"Non ci pensare, ti prego!"
Anche Maya li aveva raggiunti e reggeva un cuscino.
"Mettiglielo dietro la testa, Franco."
Franco appoggiò il cuscino sui sedili posteriori dell'auto e Fede vi sdraiò la ragazza e riprese a tamponarle la ferita.
"Vengo con voi" disse Maya, e, non aspettando neanche la risposta dei due, saltò sul sedile del passeggero.
"Tenetevi forte!" disse Franco. Fece del suo meglio per essere veloce e liberare il passaggio gridando: "NON CI SONO AMBULANZE, ABBIAMO UNA RAGAZZA FERITA A BORDO!" E per fortuna, forse anche grazie all'intervento di Margarita, Maria e Derick, la strada fu sgombrata rapidamente.
Arrivarono rapidamente in ospedale: Franco andò a cercare aiuto e Maya aiutò Fede a tirar fuori Reina dall'auto.
"Ce l'abbiamo fatta... ce l'abbiamo fatta" disse rivolgendosi alla ragazza, che aveva gli occhi sempre più spenti.
Due portantini vennero fuori con una barella, Fede vi adagiò la ragazza e una giovane infermiera le mise una flebo.
"Andrà tutto bene" disse gentilmente per poi sparire.
"Come... com'è successo?" chiese Maya.
"Non lo so... ma credo che quel maledetto lampadario stesse per cadere addosso a Sofia, perché l'ho vista appiattita contro il muro e Reina dev'essersi buttata su di lei per proteggerla..." rispose brevemente Fede sfregandosi forte la fronte.
In quel momento gli cedettero i nervi e si lasciò cadere per terra.
"Ehi! Ehi! Se lei è viva è per merito tuo e di Flor... non farti venire nessun senso di colpa, capito?" disse Franco, che sapeva come sarebbe andata a finire. Lui, infatti, si sentiva in colpa perché si era distratto, aveva creduto che stesse andando tutto bene... ma dopotutto chi avrebbe potuto sapere che la strega ne avrebbe combinata un'altra improvvisamente?
Chi avrebbe potuto dire che la sua intenzione fosse spaccare la testa a una delle sue figlie? Ma aveva fatto male i conti: voleva colpire Sofia, ma Reina l'aveva coperta.
Intanto, a casa, Sofia era rimasta con Flor e Matias.
"Ti senti meglio, tesoro?"
Flor le posò le mani sulle spalle, delicatamente, e la scosse.
"Se le succede qualcosa è colpa mia..."
Erano dieci minuti che Sofia non faceva che ripetere questo.
"No, non devi dire così, sorellina!" le disse Flor... e le parve di vedere una cosa che era accaduta una volta, quando in ospedale c'era lei, tra Franco e Fede.
Come lei faceva con Sofia, anche lui, a suo tempo, aveva cercato di rassicurare Franco. E sapeva che, una volta rimasta sola, sarebbe crollata.
"Lei... lei mi ha spinta via e si è messa in traiettoria... se le succedesse qualcosa io..."
"Non lo potevi sapere!" le disse Matias posandole una mano su un braccio. Gli occhi della ragazza erano inondati di lacrime. "Flor... se vuoi va' di là con i ragazzi... non ti fa bene sottoporti ad uno stress del genere in questo periodo." aggiunse l'avvocato rivolgendosi stavolta a Flor che lottava con tutte le sue forze contro se stessa per non scoppiare a piangere.
"No... è mia sorella... non posso!" gli disse con un filo di voce.
"Se ti senti male ti servirà a ben poco essere sua sorella" insistette Matias, "e poi ho promesso a Fede di starti vicino ora che lui è in ospedale con Reina..."
Flor si sfregò la fronte, nello stesso istante in cui l'aveva fatto Fede, anche se non poteva saperlo. Glielo doveva: in fondo era merito suo se Reina in ospedale c'era arrivata viva... lui si era strappato la maglietta per drenare l'emorragia, l'aveva portata giù per le scale a rotta di collo, aveva fatto l'impossibile per tenerla vigile.
"Amore mio... glielo devo..." sospirò Flor. "Se lei è arrivata in ospedale è merito suo."
"Appunto... per questo te lo dico: vai, prendi un po' d'aria e cerca di calmarti. Questo non fa bene né a te né alle tue sorelle... resto io qui con lei, promesso!" Era la seconda volta che Matias prometteva a qualcuno di proteggere una persona, ma per la futura moglie del suo migliore amico, quella che lo amava veramente, l'avrebbe fatto.
"Sei un tesoro" disse Flor, gettandogli le braccia al collo, "se non ci fossi bisognerebbe inventarti!"
Poi, però, si fermò: "I ragazzi lo sanno, vero? Lo sanno!"
"Sì... hanno visto Fede mentre la portava fuori."
In un certo senso, Flor preferiva questo alle parole della strega.
Appena lasciata la camera di Sofia, Flor si trovò davanti Roberta, che le corse incontro e la strinse in un abbraccio.
"Andrà tutto bene." le disse.
E non ci fu bisogno d'altro.
In quel momento, però, Flor vide Emma appiattita contro il muro.
"Oh mio Dio... piccola, che ti prende?"
La ragazzina aveva una mano davanti agli occhi.
"Fallo smettere, Flor, ti prego... fallo smettere!"
Flor le si avvicinò e le prese le mani.
"Tranquilla, tranquilla... vieni qui... adesso andiamo in ospedale, vieni." disse velocemente. Guardò i suoi occhi: erano così pieni di sangue che la ragazza non riusciva nemmeno ad aprirli.
"Ti prego... ti prego, fallo smettere!"
Ma Flor non fece in tempo a fare nulla, perché, stordita dal dolore, Emma perse conoscenza.

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora