(115: L'equilibrio va e viene)

50 1 0
                                    

Intanto, in ospedale, Michelle si era addormentata tra le braccia di Massimo. Il Conte la teneva stretta a sé, ma in quel momento sentiva che qualcosa in lui stava cambiando. La pelle morbida, calda e invitante della donna sembrava una trappola più che un angolo di Paradiso. Le respirava sul collo, lentamente. Sentiva che le sue forze stavano tornando, ma nel suo cuore c'era qualcosa di diverso.
Quella creatura celestiale, quel "fiorellino", come diceva lui, sembrava appassire ai suoi occhi... ma non perché avesse visto un'altra donna. Non riusciva a togliersi dalla mente il volto leggermente imbarazzato di Evaristo. Aveva forse immaginato quel cambiamento, ma aveva visto la sua fronte corrugarsi appena. Era come se provasse disappunto per qualcosa, e Massimo sentiva che questo "qualcosa" aveva a che vedere con lui.
Si alzò lentamente, cercando di non svegliare la donna che era entrata di nascosto per allietare il suo ricovero, e si avvicinò al telefono della camera ospedaliera. Tutte le sue membra erano scosse da brividi, era malfermo sulle gambe e la testa gli girava leggermente, ma non gl'importava granché.
Con dita tremanti compose un numero. Attese tre o quattro squilli, poi gli rispose una voce maschile: "Massimo! Vecchio mio, ma che fine hai fatto?"
"Ciao Segundo" disse incerto Massimo. "Ho saputo che sei a Buenos Aires. Potresti passare dall'ospedale di...?" E gli diede il nome dell'ospedale in cui si trovava.
"Che succede, cugino? Stai male?" chiese Segundo, decisamente preoccupato. Erano di pasta totalmente diversa: Segundo era inesperto con le donne, ma molte di esse lo cercavano per il suo cuore generoso. Non era timido, ma neanche tanto spavaldo. Amava molto la lettura e la scrittura, gli piaceva suonare diversi strumenti, ma soleva farlo di nascosto, perché era decisamente riservato, ma era forte, atletico... e paradossalmente, pur essendo il suo opposto, era uno dei pochi a cui Massimo mostrasse la sua parte più fragile... forse proprio per la sua spiccata sensibilità.
"Fisicamente sono in via di guarigione... è dentro che mi sento strano. Ti prego, appena puoi passa da qui."
"Stai tranquillo, non sono lontano. Spero solo che mi facciano entrare." disse pacato Segundo.
Dopo circa mezz'ora, Segundo batté delicatamente alla porta di Massimo. Michelle, che tanto sciocca non era, si rivestì rapidamente ed uscì di soppiatto, lasciandoli da soli.
"Massimo!" esclamò Segundo, entrando. "Per fortuna mi hanno permesso di entrare! Cos'è successo?"
"È successo che sono un completo disastro, Segundo" rispose Massimo. Segundo si mise a sedere sul letto. Era solito ascoltare, cercando di giudicare il meno possibile.
"Raccontami." disse semplicemente.
Massimo gli raccontò di Flor, di come aveva cercato di estorcerle un bacio, di come l'aveva spaventata per una bramosia che non aveva mai provato prima... di come avesse perso tutto, vivendo per strada, di come si fosse trovato in ospedale e del tarlo che aveva iniziato a rodergli la mente e il cuore.
"Credi che Evaristo sia risentito per qualcosa e questo ti spaventa." Segundo era un uomo empatico e acuto. A volte capiva cose che lo stesso Massimo non riusciva a capire di sé. In cuor suo sapeva che c'era qualcosa dietro quel suo cambiare e scambiare donne come fossero state paia di scarpe, ma non gliel'aveva mai fatto notare. Sapeva che, a suo tempo, Massimo avrebbe capito da sé che doveva scavare nel suo cuore per capire per quale motivo il suo corpo sentisse un bisogno così impellente di sentire il calore di corpi di donne diverse, perché la sua anima desiderasse ammaliarle, dominarle e poi spingerle via.
"Spaventa? No, spaventarmi no" balbettò Massimo. "È che... non so, sento... qualcosa, qui, nel petto... che non so spiegarmi. Voglio dire..."
Massimo s'interruppe: era a corto di parole e non gli accadeva che durante le sue notti di follia.
"Io l'ho capito, Massimo." disse Segundo, accarezzando il materasso. "Ora sta a te capire cosa ti provoca questa... sensazione. Andiamo con ordine: da dov'è partita? Quando è iniziata?"
"Non saprei spiegartelo... sai, Evaristo è sempre così indecifrabile, è un maggiordomo impeccabile, ma ieri, quando Michelle è entrata... ho avuto l'impressione che avesse più fretta del solito di andarsene." spiegò. "E non mi sono spaventato, ma la cosa mi ha turbato."
"Ti ha turbato" disse Segundo, "allora perché non provi a chiedergli se va tutto bene?" Sospirò: si era accorto da tempo dei sentimenti di Evaristo per suo cugino, ma molto spesso la natura di Massimo l'aveva spinto ad essere indelicato con il maggiordomo e il poveretto avrebbe rischiato il posto se si fosse venuto a sapere quel che sentiva per il Conte.
"Non sarà strano che un nobile si preoccupi per il suo maggiordomo?" chiese Massimo.
"Ma dove siamo, nel Medioevo?"
Massimo rise: "Beh, spero che domani torni... è andato a casa di Fritzenwalden."
"A proposito: dove abita questa famiglia?"
"Perché lo vuoi sapere, Segundo?"
"Voglio saperlo perché devo ringraziare il padrone di casa per averti salvato la vita. Non so come abbia fatto a tornare, ma sono felice che ti abbia salvato la vita. Sai che ti voglio bene."
Massimo, convinto, diede l'indirizzo di casa Fritzenwalden al cugino.
Il mattino seguente, abbastanza presto, Segundo si congedò dal cugino e si diresse verso casa Fritzenwalden.
Aveva il cuore in tumulto: per ovvi motivi la sua famiglia non era molto ben vista, ma lui sentiva il bisogno di ringraziare l'uomo che aveva salvato la vita di suo cugino, che, al solito, si era messo nei guai a causa del suo passatempo preferito, invischiandosi con una donna decisamente pericolosa.
Suonò il campanello e venne ad aprirgli una donna minuta, con un visetto tondo e cordiale.
"Chi essere?" chiese.
"Buongiorno. Conte... Segundo De La Hoja. Mi perdoni... io... cerco il signor Fritzenwalden" disse Segundo.
"Perdonare, lui stare dentro, con ginecologica di Floricienta, signora Mercedes..." balbettò Greta.
A sentire quel nome, gli occhi di Segundo s'illuminarono. Mercedes era il nome di una donna speciale: il suo primo amore. Purtroppo la zia Anna, sua tutrice dato che lui era orfano, l'aveva allontanato da lei perché era una donna comune. Erano ragazzini, all'epoca, e si erano ripromessi di ritrovarsi, un giorno. Chissà com'era, se si era rifatta una vita? Lui aveva tentato, ma non riusciva a dimenticarla, e non essendo tipo da tradimenti neanche con il pensiero, preferiva chiarire da subito con le poche donne che aveva frequentato. Purtroppo le nobildonne che gli erano state presentate erano perlopiù frivole e la cosa non lo aiutava affatto.
"Stare bene lei, Herr Conte? Lei folere un poco di acqva?" chiese premurosa la governante.
"Oh, no... non c'è bisogno. Mi perdoni, mi ero distratto... posso aspettare qui il signor Fritzenwalden?"
"Yah! Lei entrare, me chiama Herr Federica!" rispose Greta.
"Grazie!" rispose il giovane, entrando in casa.
In quel momento sentì una voce: "Florencio! Piccolo monello, dove sei finito?" Quella voce gli suonò subito familiare, ma rimase sconvolto quando vide la donna alla quale quella voce apparteneva.
"Mercedes!" esclamò, vedendo la donna seguita da un bimbo che le trotterellava accanto.
"Segundo!" esclamò quest'ultima. "Ma che ci fai tu qui?"
"Voi... vi conoscete?" chiese Flor, che cercava di tenere a freno il suo figlioccio.
"Lascialo giocare! Ci penso io, Flor" disse Fede, inginocchiandosi accanto al bimbo e passandogli una macchinina. "Su, campione, corri!"
"Oh, che carino il mio Freezer! E chissà come sarà bello quando avremo altri quattro bei bambini!"
"Freezer, ha detto, signorina?" chiese Segundo.
"Sì, il mio Freezer! Ma perché, qualcosa non va?"
"Allora lei è la signorina Florencia e lui il signor Fritzenwalden."
Fede guardò Segundo, decisamente preoccupato.
"Come mi conosce, signore?"
"Lei... lei ha salvato la vita a mio cugino Massimo... io volevo ringraziare lei e scusarmi con la signorina Flor, per tutto quanto... grazie, davvero" disse pacato il giovane.
"Perdoni la schiettezza, signor Segundo, ma come fa ad essere cugino di un insensibile come... come il Conte Minimo?"
"Ehm... amore mio, fermati!" disse piano Fede, notando che Evaristo era appena entrato ed era diventato pallido, oltre allo sguardo incerto di Segundo.
"Mi perdoni, ma... oddio, non posso crederci! Ha trovato un soprannome a mio cugino!" esclamò, scoppiando in una risata. "Conte Minimo non l'avevo mai sentita!"
"Flor è fatta così, è molto originale, spiritosa... a volte irriverente..." disse ridendo Fede.
"Freezer!" lo rimbeccò Flor. "Cosa penserà di me il nostro ospite?"
"Che sei la padrona di casa più pazza del mondo e che ti amo proprio perché sei così" le rispose lui.
"Comunque è possibile: siamo proprio cugini. Sua madre mi ha cresciuto, io e lui siamo molto legati. Io sono appena arrivato e cerco casa, altrimenti gli avrei dato un tetto, ma appena troverò casa lo farò senz'altro... vi ringrazio per averlo salvato e ospitato... se posso fare qualcosa io..."
"Non si preoccupi, signor Segundo. È bello quello che dice" disse Flor, sorridendo. "Suo cugino è fortunato. Comunque sia, ha delle persone che gli vogliono molto bene."
"Intanto ti ospito io" disse Mercedes.
"Ma... ma tuo figlio... tuo marito..." disse Segundo, incerto. "Non vorrei che avessi problemi a causa mia."
Florencio Federico, il figlio di Mercedes, camminò verso Segundo e gli mise in mano una macchinina.
"Che c'è, giovanotto? Vuoi giocare?" chiese il giovane conte, sedendosi vicino a lui e prendendo a spingere la macchinina. "Io sono una frana! Dai, fammi vedere come si fa!"
"L'unico uomo della mia vita è mio figlio, e a lui piaci" rispose Mercedes, lasciandogli intendere che un marito non ce l'aveva più da parecchio tempo.
Segundo continuò a giocare con il bambino, che, pur essendo così piccolo, sembrava cercare una figura di cui non sapeva neanche il nome proprio in lui. Fece girare la macchinina con un dito, facendo ridere Florencio.
"Che ne dici di fare una corsa vera, giovanotto? Io e te, in giardino! Se loro permettono" aggiunse indicando Flor e Fede.
"È il nostro figlioccio, signor Segundo. Qualunque cosa per lui e per chi lo ama." rispose Flor, ridendo.
"Vengo con voi. Flor, mi raccomando: cerca di non stressarti. Ancora pochi mesi e sarai la donna più felice del mondo. Stanca, ma felice. E tu, Fede... continua a fare quello che stai facendo. Continua ad amarla, coccolarla... ricorda quel che ti dissi tempo fa: tutto l'affetto che la mamma riceve lo sentono anche i bambini."
"Non lo dimenticherò, Mercedes!" rispose il giovane, sorridendo.
Quando Mercedes fu uscita, Flor, in preda agli ormoni, si mise a piangere.
"Ehi! Cos'hai, amore mio?" chiese Fede, amorevolmente.
"Florencio... povero amore, avrebbe bisogno di un papà come quel giovane. È cugino del Conte, ma sembra... così diverso. Hai visto come si sono guardati, lui e Mercedes? Da innamorati. Magari..."
"Lascia che le cose facciano il loro corso, piccola" le disse Fede. "Se il destino vuole che si ritrovino, vedrai che sarà così. Come noi, ricordi? Alla fine ci siamo ritrovati."
"Sì, ma... io non riesco a togliermi dalla testa quel sogno orribile. Promettimi che partorirò qui, tra le mura di casa, e che tu accorrerai, per favore... tanto abbiamo già avuto un parto in casa e siamo stati bravi, no? Io non ti darò il tormento con le simulazioni del parto, non ti terrò sveglio, non..."
"Shh..." le disse lui, premendo dolcemente le labbra su quelle di lei. "Non devi promettermi nulla. Se preferisci partorire in casa, vorrà dire che partorirai in casa... se decidessi di partorire in ospedale, andremo in ospedale. Ma basta con questi continui timori, ti prego. Fa male a te e a questi angioletti."
Nel frattempo, in giardino, Segundo rincorreva Florencio, che sembrava un grillo per quanto saltellava. Per coglierlo di sorpresa, Segundo urlò: "MI ARRENDO!", e convinse il bimbo, che tornò indietro... poi lo prese al volo e, dopo aver esclamato: "PRESO!", iniziò a fargli il solletico. Il bimbo si dibatteva, ridendo come un matto, finché Segundo non lo lasciò andare, impietosito.
Dopo un po', sfinito dal tanto saltellare, il piccolo si distese sotto l'albero di Flor e si addormentò placidamente.
"Tuo figlio è meraviglioso" sussurrò Segundo, prendendolo in braccio e sedendosi sotto l'albero.
"È l'unica cosa buona che ha coinvolto anche mio marito... il mio ex marito."
La voce di Mercedes s'incrinò: odiava ricordare come Facundo l'avesse umiliata e presa in giro senza ritegno.
"Non mi crederai, ma non è colpa tua" le disse semplicemente il giovane conte.
"Sei veramente nobile. Fuori e dentro. Mi dispiace che la tua famiglia non approvasse, all'epoca" sospirò Mercedes. "A quest'ora il mio bambino avrebbe un padre. Flor e Fede sono due padrini straordinari. Questa famiglia è straordinaria, a dir la verità, ma cosa dirò al mio bambino, quando crescerà e vedrà gli altri bambini accompagnati da una mamma e un papà?"
Non voleva piangere. Quel tipo non se lo meritava e il bambino non meritava di vedere il dolore sul suo viso, ma era sempre stata sola. Certo, Flor, Fede e anche sua madre l'avevano aiutata come potevano, ma quella ferita bruciava ancora.
"Quando tuo figlio te lo chiederà, tu rispondi che quando gli angioletti te l'hanno mandato, hanno visto che era così perfetto da rischiare di suscitare l'invidia degli altri bambini... bello, buono, intelligente e tutto... e allora hanno dovuto fare in modo che suo padre andasse via."
"E... e se fossi tu suo padre? Adottivo, certo... senza che ci sia nulla tra noi... ho notato che con te sembra star bene, sai? Insomma..."
"Potrà chiamarmi papà e per me sarà un figlio... a prescindere da quello che faremo noi."
Mercedes sorrise. Sembrava che Segundo non fosse affatto cambiato, e sentiva che nemmeno i sentimenti che provava per lui erano cambiati di una virgola. Nonostante qualche esperienza l'avesse fatta, rivedere quell'uomo aveva risvegliato in lei le farfalle nello stomaco... una sensazione che non pensava di poter più provare con un uomo, dopo quello che era accaduto... ma del resto, tra Segundo e Facundo c'era solo un'assonanza. Lei era sicura che Segundo fosse rimasto l'uomo gentile e retto che conosceva e questo significava che era totalmente l'opposto del suo ex.
(Nota Autrice: devo ammettere che per molti versi il personaggio di Segundo mi è stato decisamente simpatico. Non l'avrei visto con Flor, perché per me l'unico amore di Flor sarà sempre Fede, e soprattutto non lo vedevo come un seduttore incallito né in urto con Massimo... praticamente non impazzisco per la storia che Cris Morena ha raccontato in Flor 2, quindi ho deciso di prendere i personaggi che mi ricordo e plasmarli e farli agire a modo mio.)

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora