(8: 'il pentimento della cantante)

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Flor, mentre cantava con la sua voce dolce, ricordò cos'era successo con la cantante e disse: "Perdonami Fede!" Poi scappò via, in lacrime. Ricordò di non avergli detto nulla della cantante, di aver sofferto, di essersi sentita un mostro nel guardare gli occhi infuocati dalla rabbia di Fede. Ricordò d'aver pianto tanto per quella storia e che dopo c'era stato quel maledetto, ma in fondo anche benedetto, incendio, che aveva fatto ritrovare lei e Fede.
E adesso voleva curarlo con la sua voce? No, gli avrebbe fatto molto male.
Gli chiedeva perdono mentre correva per il cortile. Poi, all'improvviso, si gettò per terra e prese un mucchio di terriccio tra le mani. Cominciò a rigirarlo nervosamente tra le dita e disse: "'non volevo farlo star peggio, mamma, davvero! Sono una sciocca, una bugiarda e ho anche la memoria corta per i guai che combino e che... Oh, mamma, perché?"
Fede e Margarita la stavano ascoltando. Lui non riusciva a trattenere il dolore e le diceva: "Non è vero, Flor. Non più."
Margarita gli si avvicinò e lo strinse.
"Peccato che lei non possa sentirti, le farebbe così bene sentire queste cose!"
"Ma perché è tutto così difficile? Non basta il dolore per quello che stiamo attraversando? Proprio ora deve saltare fuori questa vecchia storia?"
Si portò le mani sugli occhi. Non poteva vedere quel viso inondato dalle lacrime, non poteva più sentirle pronunciare parole che manifestavano ed accentuavano il suo senso di colpa. Un tempo le avrebbe rovesciato addosso tutte quelle cattiverie che ora lei rivolgeva a se stessa solo perché lei, temendo la potenza devastante della corazza che lui si era costruito per proteggersi, gli aveva nascosto la storia della band... ed era stato così, almeno per qualche tempo.
"È vero! Non è giusto! Ma il dolore la rende fragile e le fa ricordare le peggiori cose, e se c'è una cosa di cui sono certa è che quella strega di Maria ci ricamerà sopra."
(Maria perché il nome completo della strega maggiore era Marialaura).
"Potresti almeno andare tu a parlarle?"
"Forse attraverso quella terra puoi andarci tu direttamente. Vieni con me."
Fede la seguì, sperando che, qualunque cosa imtendesse fare Margarita, potesse far star meglio la ragazza che amava. Si avvicinarono silenziosi e Fede rimase in piedi, incantato, a guardarla.
Flor era china sul mucchietto di terra.
"Perdonami amore mio, ti supplico! Non intendevo ferirti e se avessi potuto evitare di mentirti l'avrei fatto, te lo giuro!"
"Che posso fare, Margarita?" chiese Fede, sempre più irritato dal fatto che quella storia le provocasse un senso di colpa fortissimo e soprattutto insensato.
"Adesso quel mucchio di terriccio le sfuggirà di mano e tu farai come hai fatto con i piatti." rispose Margarita.
Fede soffiò leggermente e il mucchietto di terra sfuggì di mano a Flor, che sussultò, ma si calmò subito quando vide che la terra si disperdeva nell'aria e si posava al suolo formando una scritta.
"Sono io che devo chiederti perdono!"
"Amore mio!" disse Flor tra i singhiozzi. "Amore mio, sei tu? Fede!"
Lui scompose quella scritta e poco dopo ne apparve un'altra che diceva: "Sì!"
"Allora sei andato via per sempre?" La gioia di Flor si trasformò in paura.
"No, tesoro mio! Solo che posso comunicare con te solo in questo modo... fa' finta che ti sia arrivato un messaggio sul cellulare, se vuoi!" fu la risposta. "Tu sei brava a lavorare con la fantasia e l'hai insegnato a me!"
"Io... io non volevo mentirti, credimi!" balbettò Flor.
"Lo so, Flor!"
"Davvero?"
"Certo, ma l'ho capito in ritardo. Tutti mentiamo, tesoro. Mentiamo a noi stessi o agli altri, a volte senza neanche rendercene conto... e se mentiamo agli altri, in casi come il tuo, lo facciamo per paura o per amore."
"Ma io... io credevo che tu..."
"Non amavo le bugie, ma adesso ti capisco. Mi volevi bene e avevi paura di come avrei reagito se l'avessi saputo. E sai qual era il motivo per cui non volevo saperne della musica? I miei genitori. Entrambi amavano la musica. La classica, sì, ma anche il pop, il rock, tutto ciò che era musica."
Gli occhi della giovane, da pieni di lacrime, divennero comprensivi.
"Ora capisco... ti faceva molto male il fatto che i ragazzi amassero la musica. Ti faceva pensare a loro."
"Sì."
"Sai, dopo che mia madre se n'è andata io non volevo più cantare... prima che ci entrassi io, nella band che conosci c'era un'altra e io ero la sarta della band, non la cantante. Quando ho cominciato a cantare ero impacciata, spaventata... e, sai, mia zia Titina ha fatto di tutto per convincermi. Io le dicevo sempre che mi vergognavo, ma la verità era che mia madre cantava e io non volevo saperne più niente di musica. Poi, però, ho sentito che lei era molto più vicina a me quando cantavo..."
"E anch'io lo sarò. Farò come faceva lei quando mi sveglierò: una Demo, se lo vorrai, la incideremo insieme e quando sarà pronta apriremo tutte le finestre, come farebbero i nostri genitori. Io riprenderò la chitarra e tu la tua bella voce e anche se magari non diventeremo famosi, di notte andremo insieme sulla spiaggia, ci metteremo a sedere su un asciugamano, magari a guardare le stelle, e lì canteremo la nostra canzone."
Gli occhi di Flor a quel punto divennero sognanti. Le parve di vederlo, il suo ex Freezer, seduto su un asciugamano, vicino a lei, con lo sguardo rivolto verso le stelle, che accarezzava dolcemente le corde della sua vecchia chitarra e che cantava con lei.
Intanto, però, sentì il calore che l'avvolgeva affievolirsi come una fiammella di candela ed esclamò: "Fede, no, aspetta!"
"Dimmi, Flor."
"Pensi che potremo vederci ancora?" gli chiese lei, speranzosa.
"Non so dirtelo, Flor. Se ne hai bisogno tu prendi un mucchietto di terra o qualcosa di malleabile o che si possa infrangere. Comunicheremo così finché non sarò riuscito ad uscire di qui." Poi la scritta si dissolse e quel calore si posò un attimo sulle sue guance per poi scomparire del tutto.
La ragazza si alzò a fatica, tornò in ospedale e andò a lavarsi le mani. Per lei era orribile vedere Fede in quel modo e si sentiva in colpa per tutte le volte che non gli aveva detto la verità.
I ragazzi, intanto, erano in casa. La strega continuava a tormentarli con i peggiori presagi riguardo alla salute di Fede. Loro non ce la facevano ad ascoltarla.
La figlia era andata a confessarsi, ma nelle parole del prete non aveva trovato quel sollievo che tanto sperava. Era stato quello il motivo che l'aveva spinta ad apportare un cambiamento drastico nella sua vita. Aveva deciso di chiudere con la vecchia se stessa, tanto che aveva cambiato nome e cognome.
Ora, anziché Delfina Santillan, si chiamava Reina Fazarino e come tale voleva essere l'opposto di quello che era stata fino a quel momento. Per lei doveva iniziare una nuova vita, fatta di amore, di umiltà, di affetto. Voleva recuperare ciò che poteva e in particolare l'affetto delle sue sorelle.
Ora cercava di confortare i ragazzi. Anche loro l'avevano perdonata, anche se all'inizio avevano mostrato riluttanza nel concederle fiducia, ma lei non biasimò mai quel comportamento, perché dopo tutto quello che aveva fatto loro in passato, era il minimo che si aspettava.
"Ragazzi, non dovete darle ascolto! Vi assicuro che Fede non vorrebbe vedervi così."
"Come facciamo a non star male?" chiese Thomas. "È nostro fratello, anzi: per Roberta è il padre che le è mancato... e come facciamo a non sentire?"
"Pensando che lui sa che stiamo male e trasmettergli energia gli farà molto più bene che vedere le nostre sofferenze... sapete, anche se  in passato non lo davo a vedere, io ascoltavo quello che diceva Flor. Quelli che ci amano e in questo caso sono in bilico, hanno bisogno di sapere che noi stiamo bene per stare bene a loro volta."
"Ma anche lei soffre, e tanto" disse Roberta.
"È ovvio che queste cose facciano stare male, bambini! Ma dobbiamo farci forza per noi e anche per il nostro Fede!"
In quel preciso istante suonò il campanello e, quando andò ad aprire, Reina si trovò di fronte un altro membro acquisito della famiglia Fritzenwalden: la piccola Dominick. Era molto agitata e piangeva a dirotto.
"Dominick, Dominick!" Roberta le andò incontro e la strinse in un abbraccio. "Dominick, che ci fai qui? Perché sei così scossa? Ti è successo qualcosa?"
"Fede! Come sta?" chiese la ragazzina.
"Sei venuta fin qui perché l'hai saputo?" chiese Thomas, abbracciandola.
"Sì" rispose Dominick, singhiozzando. "Mi sono state dette cose strane... che è tornato dall'aldilà, che ora rischia di tornarci, non capisco!"
"Beh... ecco... per quella storia te la spiegheremo poi con calma... e quanto a come sta adesso... lui..." balbettò Martin, cercando di non suonare crudele o sadico, ma qualunque parola sarebbe suonata indelicata in un momento simile.
Raccontarono a Dominick di Reina, perché la sorpresa di trovarsela davanti e vederla così bendisposta ovviamente era inevitabile, ma a differenza degli altri lei ebbe subito fiducia nella ragazza. La strinse forte a sé e pianse sulla sua spalla. Reina provò un forte calore nel petto, perché era la prima volta che qualcuno le permetteva di consolarlo, e soprattutto era la prima volta che lo faceva una bambina con la quale aveva sempre avuto problemi, ma al contempo avvertì una stretta al cuore nel vederla in quelle condizioni e, nel tentativo di calmarla, le sussurrò all'orecchio: "Lui starà bene!"
"E Flor? Dov'è Flor? Come sta?" chiese la bambina, sempre più preoccupata.
"Flor è con lui, Dominick" disse Roberta. "Vuoi vederla?"
"Vorrei tanto" rispose la bambina. "E vorrei rivedere anche Fede."
"Dominick, non so se ti conviene..." disse Reina. "Sei già molto agitata e hai affrontato un lungo viaggio!"
"Ho tanta voglia di vederli, Reina!"
"Anche noi!" dissero Thomas, Martin e Roberta, unendosi a quell'abbraccio.
"Va bene, bambini" disse Reina, "ci andremo, ma mi promettete che sarete forti e che aiuterete Flor e Fede? Anche a loro serve un po' di conforto."
Andarono in ospedale. Flor uscì dalla camera di Fede e rimase molto sorpresa.
"Dominick!" disse correndole incontro. "Dominick, tesoro, che bello rivederti! Come stai?"
Dominick non rispose. I suoi grandi occhi vispi erano spenti, gonfi e rossi.
"Amore mio... su, calmati adesso!" disse Flor, asciugandole il viso fradicio di lacrime. "Vieni, vieni dentro! Don ex Freezer, guarda chi ti ho portato!"
Flor sapeva che lui poteva sentirla e dopo quello che era successo a lei, anche Dominick se nera convinta. Si gettò vicino al letto e, incurante dei tubi, appoggiò il viso sul petto di Fede e, con la voce soffocata dal tessuto della maglia di lui, disse: "Tu mi hai aiutato con i miei genitori; Non mi lasciare, Fede, non mi lasciare!"
Flor staccò un piccolo specchio da una parete e lo gettò a terra.
"Perché l'hai fatto?" chiese Roberta.
"State a vedere!" rispose lei, e dopo pochi istanti, ecco apparire una scritta: "Che bello! È tornata la mia francesina pestifera!" diceva la scritta. "Asciugati quegli occhi stupendi che hai, che quando ridi sei più carina, Dominick!"
"Visto? Il Freezer non è per nulla freddo come voleva far credere!" disse Flor. "E sono strafelice che sia qui anche tu, Domy!"

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora