(139: La camera stregata [parte 2])

52 1 2
                                    

(Nota Autrice: v'invito a passare dalla fanfiction: "El Amor Siempre Triunfa" di
Rockerhf
che da quel che ho potuto capire renderà felici moooolte  Freezerine... bene, detto questo mi levo subito di torno. Ciao, e Fedecienta siempre!)
Sofia era entrata nella stanza in cui dormiva sua madre subito dopo l'arresto di sua sorella. Si sentiva in colpa, perché la ragazza era finita nei guai per proteggerla.
Quando i figli di Flor si misero a piangere, disperatamente, lei era appena tornata lì dentro. Non sapeva perché lo stesse facendo: aveva sempre odiato quel posto da quando Fede l'aveva lasciato ed era stato occupato da sua madre. Eppure sentiva di dover pagare in quel modo per quello che era successo a sua sorella.
Entrò nella stanza. Non sapeva bene perché, ma si lasciò cadere su quel letto. Il materasso era ghiacciato, sembrava volesse pungerla... tutta quella stanza aveva un che di sinistro.
""Hanno ragione... hanno ragione, quando dicono che sei una strega... non te ne importa di niente, di nessuno, pensi solo ai tuoi soldi, ai tuoi vestiti! Non hai mai fatto un gesto affettuoso, mai un asola parola d'incoraggiamento! Tu sei una strega... e io ti odio, lo sai?" singhiozzò Sofia. Non ricordava perché stesse piangendo, perché avesse risposto in quel modo a sua madre, ma ricordava che lei, per l'ennesima volta, l'aveva sminuita e insultata.
"Non devi parlare così a tua madre!" esclamò la donna, assestandole un manrovescio."
Sofia si riscosse: la guancia le bruciava, come se sua madre, se tale si poteva definire, le avesse alzato le mani davvero, per l'ennesima volta. Avrebbe voluto gridare, afferrare quel materasso e farlo a pezzi, mettere sottosopra tutta quella stanza. Ma ricordò che prima di lei, in quella stanza, c'era stata una brava persona... cercò di soffermarsi su quello.... doveva farlo, per trovare la forza di alzarsi di lì e uscire.
Ma qualcosa l'attirò nuovamente verso il letto.
""E ti giuro che vorrei che passasse un'auto e m'investisse, perché voglio morire..." singhiozzava la ragazza, mentre la povera Greta, vedendola così sconvolta, cercava di calmarla."
Sofia si agitò violentemente. Sentiva la testa pesante, il cuore le martellava nel petto come un'auto di Formula Uno che si dirige a tutta velocità verso il traguardo. Scosse violentemente la testa. Odiava quel pensiero... lo odiava, perché alla fine sotto un'auto c'era finito il povero Fede.
"Andiamo, piccola mia... perché vuoi allontanare quel pensiero? Hai pensato una cosa che è accaduta a qualcun altro" sussurrò una voce.
"No..." sussurrò Sofia.
"Chissà, magari se non fossi andata in Brasile non sarebbe andata com'è andata..."
"Tu mi ci hai mandata, in Brasile! È stata colpa tua, non mia!" cercò di difendersi Sofia... ma si stava difendendo dal nulla. La strega non era lì.
""ATTENTO!" gridò Fede in direzione del Conte. Questi, però, non parve sentirlo. Allora Fede gli diede una spinta, mandandolo a cadere dal lato opposto della carreggiata, ma finì per cadere anche lui. Non ebbe il tempo di realizzarlo, perché il conducente, che non si era accorto di nulla, lo travolse, sicuro di aver colpito l'uomo che gli aveva rubato le attenzioni della moglie. Il giovane rimase lì, con le braccia spalancate a mo' di crocifisso e gli occhi chiusi... gli occhi di quel corpo non si sarebbero riaperti mai più..."
"Perché mi fai vedere questo? TI ODIO!" gridò Sofia. Fu colta da violenti spasmi, tanto che finì per colpirsi da sola al volto... la testa le girava vorticosamente, tutto il corpo le doleva e il freddo le penetrava fin nelle ossa. Provò ad urlare, ma era come se le sue corde vocali si fossero congelate. Tutte le sue membra erano congelate, tanto che, infine, si lasciò scivolare per terra... voleva che finisse. Voleva che tutto finisse.
Per fortuna Maya e Franco si stavano occupando della stanza adiacente e poterono sentire il colpo.
La piccola Fritzenwalden si gettò subito verso la porta.
"Veniva dalla camera della strega... l'ex camera della strega!" esclamò preoccupata. In quel momento non le importò di entrare nella tana del lupo. C'era stata, in quella stanza, dopo la scomparsa di suo fratello, mentre la strega non c'era, ma di lui non aveva trovato niente.
Entrò senza esitare, ma si bloccò quando vide Sofia, riversa sul pavimento, con il viso pieno di graffi e gli occhi lucidi di lacrime.
"Sofia! Sofia, ti prego!" supplicò, disperata. "Franco, aiutami! Dobbiamo portarla fuori!"
Franco accorse in aiuto della sorella, insieme sollevarono il corpo esanime di Sofia e la portarono fuori.
I figli di Flor e Fede non volevano saperne di calmarsi, e i genitori ne compresero il motivo della loro agitazione.
Agostina aveva visto tutto ed era entrata nella stanza per cercare aiuto.
"Ago! Sirenetta, che hai?" chiese preoccupata Flor.
Agostina provò a cercare la sua lavagnetta, ma si rese conto che per la fretta l'aveva completamente dimenticata.
"Zia... Sofia..." balbettò, agitatissima.
"Vado io... tu rimani con lei!"
Detto questo, senza lasciare il tempo a Fede di ribattere, Flor lasciò la stanza e si diresse, non sapendo perché, verso la camera che era stata della strega.
"Oh santo cielo! Ragazzi, che è successo?" chiese preoccupata. In quel momento, per la prima volta dopo molto tempo, Maya scoppiò in lacrime, indicando la porta di quella stanza maledetta.
"È entrata lì dentro, Flor!" singhiozzò disperata.
"Piccola... vai di là..." disse Flor, indicando la stanza  in cui c'erano Fede e quasi tutti i suoi figli. "Andrà tutto bene, stai tranquilla."
Flor prese il posto di Maya e insieme portarono Sofia in giardino, sotto l'albero.
Nel frattempo, la piccola Fritzenwalden fece irruzione nella stanza in cui erano Fede e i bambini.
"Oh mio Dio... piccola, cos'è successo?" chiese premuroso Fede, raggiungendo la sorella e stringendola a sé.
"Sofia... Sofia era..." balbettò la ragazza, cercando inutilmente di ricomporsi. "Nella... nella camera di quella strega... quella che ti ha fregato, ricordi?"
Il giovane avrebbe voluto uscire dalla stanza, per non se la sentiva di lasciare da soli i bambini. Agostina, dopo quello che era accaduto con Margarita, aveva paura di non essere una buona sorella per i piccoli, e stare da sola con loro, per il momento, era fuori discussione.
"Piccola, ascoltami: cerca di calmarti, adesso..." le disse gentilmente il fratello, spostandole i capelli dal viso. "Cos'è successo?"
"Non lo so... quando siamo entrati... io e Franco... ho visto il suo viso coperto di segni... ed era... svenuta."
Non sapeva bene perché, ma la prima cosa che venne in mente a Fede fu: "E se si fosse fatta quei graffi da sola?"
Evitò di dirlo a Maya, che era già decisamente sconvolta, ma si costrinse a richiamare, per metà, il buon vecchio signor Freezer.
In quel momento sopraggiunse il suo migliore amico, che era appena stato messo al corrente delle ultime novità.
"Non ti preoccupare, amico. Se vuoi posso restare io qui con i bambini... questa volta tua sorella ha bisogno di te."
Il giovane ringraziò il suo amico. Sapeva quanto tenesse a lui, e soprattutto quanto tenesse a sua sorella: si erano quasi scontrati per quella storia, ma in quel momento il giovane avvocato sentiva di non poter fare abbastanza per la piccola, (e forse neanche tanto piccola), di casa.
La notizia arrivò ben presto anche al carcere. Era notte inoltrata quando una guardia andò ad aprire la cella in cui erano Reina e Camilla.
"Fazarino! Una telefonata per te!" disse secco l'uomo.
"Che è successo? Qualcosa di grave?" chiese la sua compagna.
"Non ti riguarda, Camaleòn!" rispose, sempre in modo glaciale, la guardia.
Reina si alzò e si affrettò a raggiungere la saletta del parlatorio, quella in cui era il telefono.
"Ecco... prego, signor Fritzenwalden."
"Signor... come?" chiese Reina, preoccupata.
"Reina, sono io, Franco!" disse la voce dall'altra parte.
"Franco... che succede?" chiese preoccupata la ragazza.
"Ricordi la vecchia stanza di tua madre? Sofia... da ieri pomeriggio è entrata lì dentro più volte e... e ora sta male..."

Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora