prologo.

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3 anni dopo.

Esistere è cambiare, cambiare è maturare, maturare è continuare a creare se stessi senza fine.
Traversare gli oceani, cambiare città, a cosa serve? Se vuoi liberarti dai tuoi affanni non devi trasferirti altrove, ma diventare un altro.
C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo.
La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso.
Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale.
La mia vita era cambiata radicalmente, così come la mia persona e forse questo era stato un bene.
Come al solito, Zulema aveva ragione e da una parte volevo ringraziarla perché se ero diventata questa persona era solo ed esclusivamente grazie a lei.
Più intraprendente, più autoritaria e avevo tantissimo la testa sulle spalle, ormai i sensi di colpa erano andati a farsi fottere e mi avevano trasformato nella donna che avevo sempre visto nei miei sogni.
Portandola nella realtà, letteralmente.
Grazie al mio impegno e dedizione ero riuscita ad avere al mio fianco altre 10 società a nome mio, avevo sempre tutto sotto i controllo e ormai vivevo nella ricchezza più assoluta senza farmi mancare niente.

"Dimostrami che sei una donna a tutti gli effetti."

La sua voce era sempre impressa nella mia mente e non passava giorno in cui non la pensassi, chissà com'era diventata, se stava con qualcuno o semplicemente era la classica Zulema stronza e fredda di cui mi ero innamorata ma che con me nascondeva da sempre un lato dolce e amorevole.
Volevo tanto vederla ma semplicemente non potevamo, non riuscivo a togliermi dalla testa la nostra ultima conversazione e a come mi aveva guardata.
L'avevo spezzata in due e se potessi ritornare indietro nel tempo avrei impedito anche la minima cosa nei suoi confronti.
Ma ormai era andata così e col tempo avevo imparato la brillante capacità di archiviare ogni aneddoto del passato.
Il futuro e il presente erano il mio obbiettivo ora ma non negavo il desiderio che provavo di poter rivedere quegli occhi nero pece che mi facevano tremare l'anima.
Avevo sperato di poterla rivedere tra le persone ma qui a Los Angels il caos è in ogni angolo della città, rendendola incredibilmente magica sotto ogni punto di vista.
Ad un certo punto due braccia forti mi cinsero la vita e mi rilassai guardando tramite lo specchio il ragazzo dietro di me.
"Sei scappata, stanotte." sussurrò spostandomi i capelli da un lato e mi baciò teneramente il collo nel mentre che finivo di truccarmi.
"Non hai ancora imparato a conoscermi? Cazzo che delusione." dissi ironica e sorrisi notando quanto i miei lineamenti fossero cambiati rendendomi ancora più donna in ogni cellula del mio corpo.
"Mi scappi sempre, Macarena." disse lui facendo scorrere la mano lungo la mia vita incredibilmente stretta e mi morsicai il labbro eccitata per come riuscivo a far cadere ai miei piedi ogni singola persona.
Anche il mio corpo era cambiato parecchio, mi allenavo duramente ogni giorno e avevo stravolto la mia vita.
Quando avevo messo piede per la prima volta in questo posto uno degli uomini di Zulema mi aveva condotto in una villa enorme arredata da cima a fondo.
Ethan e Will erano venuti insieme a me e purtroppo avevo lasciato tutti i miei amici a Madrid, ero stata male all'inizio ma fortunatamente ero riuscita ad ambientarmi subito.
Ero diventata una delle criminali più spietate del paese e tutti ardevano dalla voglia di avermi come alleata ma se c'era una cosa che Zulema mi aveva insegnato era giocarmi bene le mie carte.
Ed io vincevo sempre le mie partite.
"Non mi piace rimanere." dissi continuando a truccarmi e subito la sua mano abbassò la spallina del mio vestito per baciarmi la spalla nuda.
I tatuaggi erano aumentati rispetto all'ultima volta e nella mia spalla destra mi ero tatuata il simbolo della mia società.
I nomi dei vari sicari erano aumentati notevolmente ma avevo deciso di smettere di tatuarli perché volevo archiviare assolutamente la vecchia Macarena del passato.
Anche tutti gli altri lo avevano e il ragazzo alle mie spalle era una mia recluta, mi divertivo e basta ma niente era in confronto a ciò che riuscivo a provare con il mio scorpione.
Tutti mi temevano e infatti chi trascinavo via grazie al mio tocco era sempre terrorizzato, perché non ero più la classica Macarena ingenua ma bensì una persona che sapeva quello che voleva.
Senza più nessun filtro.
Ed io volevo terribilmente la mia regina araba più di ogni altra cosa al mondo e non vederla mi faceva uscire fuori di testa.
"David, come sei ingenuo." dissi voltandomi verso di lui e notai la paura nei suoi occhi nel toccarmi.
Mi chiedeva il consenso con lo sguardo e lo afferrai dal colletto della camicia per baciarlo con passione, mi strinse i fianchi per reggersi e lo trascinai in camera mia senza staccare il nostro bacio.
Lo spinsi nel mio enorme letto matrimoniale e ancora una volta mi immaginavo di vedere Zulema sopra di me, mi mancavano i suoi baci, il suo tocco possessivo e la sua voce.
Mi mancava tutto di lei, fino all'ultima briciola e non potevo fare niente per riaverla tra le mie braccia.
"Quanto sei bella." disse David infilandosi in mezzo alle mie gambe e con i denti strappò la bustina del preservativo per poi infilarselo velocemente dopo avermi tolto l'intimo come niente.
Ormai la mia vita era sempre uguale e non mi interessava più niente se non unicamente al mio piacere e ai miei obbiettivi, c'era una parte che mi mancava ed era assolutamente quella del mio scorpione.
Era parte di me, fino infondo.
Non provavo più niente, e non appena il ragazzo entrò dentro di me dando delle leggere spinte non provai neanche il minimo piacere se non in casi rarissimi.
Chiusi gli occhi cercando di lasciarmi andare un pochino e un piccolo gemito fuggii dalle mie labbra facendomi spalancare la bocca.
"Niente segni, scordatelo." sussurrai non appena le sue labbra si appoggiarono nel mio collo, solamente una persona poteva marchiarmi e non era sicuramente lui come tutti gli altri che mi portavo a letto.
Ero il desiderio di tutti ma nessuno poteva avermi per intero, mai.
A meno che non ero io a deciderlo.
"Okay, capo." disse estasiato aumentando le spinte e affondai le unghie nella sua schiena possente incominciando ad ansimare un pochino ma un senso di nausea mi assalii come niente perché anche questa volta non era Zulema ad appagare i miei piaceri ma uno sconosciuto che per me non valeva nulla.
I suoi gemiti mi arrivarono alle orecchie e i suoi occhi azzurri si scontrarono con i miei verdi nel mentre che si avvicinava per baciarmi, ma strinsi il suo viso spostandolo e per vendicarsi diede una spinta fortissima con il bacino facendomi urlare sotto di lui.
Lo guardai male e allacciai le gambe nella sua vita nel mentre che premevo il tacco nella sua caviglia facendolo imprecare contro al mio collo ma non si fermò e continuò a godere sopra di me.
Il mio sguardo era perso nel vuoto e ancora una volta pensai a quella donna che mi aveva fottuto il cervello, fissai il soffitto diminuendo la presa e dopo alcuni minuti venne rimanendo ancora sopra di me, mi lasciò dei baci lungo il mio collo e sbuffai togliendomelo di dosso.
Quando stavo con lui non mi sentivo sicura, non mi sentivo a casa e il calore del mio corpo con il suo non si fondeva in una cosa sola facendomi stare bene.
Era tutto così sbagliato ma era la mia unica distrazione che mi permetteva di andare avanti senza la presenza di Zulema.
Non ero riuscita neanche a venire e il mio umore cambiò radicalmente, il suo profumo mi irritava parecchio e volevo sparire nel vuoto più totale.
"Whoa." disse David coprendosi con il lenzuolo e i suoi muscoli scolpiti si risaltavano ancora di più, recuperò fiato e voltò la testa di lato per guardarmi.
"Che?" dissi guardandolo e mi sistemai il vestito che portavo rinfilandomi l'intimo.
"A volte mi chiedo perché non vorresti avere una relazione con me, scopiamo praticamente tutte le notti ma ti ostini ad essere fredda e apatica con tutti." disse accarezzando il mio avambraccio e alzai gli occhi al cielo per poi ridere piano.
"Appunto per questo, fai troppe domande quando dovresti ringraziare di essere sempre nel mio letto. Sei solamente un novellino per me e tra di noi non potrà esserci nulla." dissi seria e lo vidi serrare la mascella interrompendo le sue carezze.
"Ammettilo che sono il tuo preferito però, sennò non sarei qui." disse mettendosi comodo nel mio cuscino e indicò l'enorme stanza facendomi solamente innervosire.
"Sei bravo David, nulla di più." dissi alzandomi e mi sistemai i capelli lungo le spalle che mi arrivavano quasi alla vita, erano di un biondo acceso tendente al bianco e facevano risaltare appieno la mia bellezza in tutte le sue sfumature.
Sentii il ragazzo ridere e mi rinchiusi in bagno lasciando che le lacrime uscissero e lacerarono il mio viso ancora una volta.
Mi ripresi dopo alcuni minuti esausta e mi lavai il viso aggiustandomi il trucco, guardai la mia mascella scolpita e sfiorai la piccola cicatrice che mi aveva causato il mio scorpione a causa del suo schiaffo.
Strinsi i bordi del lavandino con forza e prima che potessi ricadere nel buio più totale spensi nuovamente tutti i sentimenti che provavo, riassumendo per intero tutto il mio autocontrollo.
E le parole che uscirono dalla mia bocca non erano nient'altro uno dei miei tanti obiettivi che mi ponevo da 3 anni.

"Non è ancora arrivato il mio end game, grandissima figlia di puttana."

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