even if I tried to pretend you
were not on my mind
even if your doubts always
shut me out of your life
even if the rain took away all
the secret signs
we were the crusaders of this
invisible night.I giorni passarono velocemente e mi stavo riprendendo alla grande, filai dritta in doccia dopo essermi allenata e sorrisi notando che dopo che i punti furono stati tolti non si vedeva praticamente nulla.
Sul fianco era rimasta una piccola cicatrice e andava bene così, ero tanto orgogliosa di me stessa di ciò che avevo fatto e tornando indietro, avrei rifatto la stessa identica cosa.
"Festa da noi alle 9, vieni?" disse Tokyo non appena risposi al telefono e accettai, era da più di una settimana che non la vedevo e mi mancavano tutti.
Avevo un'oretta di tempo e decisi di indossare un vestito corto, la casa era addobbata con le lucine di Natale e per la prima volta in vita mia forse riuscivo e passare una festa senza preoccupazioni.
Mi truccai evidenziando tantissimo i miei occhi verdi e i capelli li lasciai semplicemente mossi, infilai i tacchi insieme al capotto e filai dritta in macchina non vedendo l'ora di vedere il mio scorpione anche se non dovevo.
Arrivai dopo giusto mezz'ora a destinazione e scesi dalla macchina, i miei amici stavano facendo il barbecue e mi strinsi al mio capotto nero che con il mio vestito blu notte faceva un distacco a dir poco bellissimo.
"Ciao!" esclamai felice e Tokyo mi diede subito un bacio sulla guancia, felice.
"Vi ho portato una cosa." dissi facendo rumore con i miei tacchi nel mentre che andavo dove stavano gli altri e non degnai di uno sguardo a Zulema che in questo momento mi stava mangiando con gli occhi, ipnotizzata da me.
Tirai fuori dalla mia busta dei vini costosissimi e a Sergio gli si illuminarono gli occhi, li collezionava e mi ringraziò.
"Ci sei mancata, tesoro." disse Raquel abbracciandomi e ricambiai, c'era un fuoco enorme e la piscina era illuminata interamente dalle luci, quasi tutto il giardino lo era ed era stupendo.
"Anche voi, tantissimo." dissi togliendomi il capotto e Zulema sgranò gli occhi nel vedere la mia scollatura profonda, mi sedetti vicino al fuoco enorme e Denver stava scherzando insieme a Rio cuocendo tantissimo cibo.
"Ciao." disse Fatima toccandomi la spalla nuda e le feci un piccolo sorriso, mi portai una sigaretta alle labbra e fumai incominciando a scherzare con i miei amici in assoluta tranquillità.
Finalmente.
Ne avevo bisogno.
"Maca puoi andare a buttare queste bottiglie vuote dentro in cucina?" disse Saray dandomi delle buste piene e annuii, buttando la cicca nel portacenere.
Feci un sospiro di sollievo non appena entrai dentro al caldo e sospirai, stare con Zulema mi faceva uscire letteralmente fuori di testa.
Infatti la vidi entrare grazie ai suoi tacchi che facevano rumore e sussultai, alzando poi gli occhi al cielo, innervosendomi.
Non poterla toccare, baciare o parlare tranquillamente mi faceva male da morire, infatti anche lei se ne accorse.
La evitai buttando le buste e mi lavai le mani dandole le spalle, la sentii arrivare alle mie spalle e mi strinse la vita.
Tremai facendomi scappare un piccolo sussulto e le sue mani salirono lungo ai miei fianchi, depositandosi nelle mie braccia toniche tatuate, scoperte.
Non dissi una parola e rimasi immobile non sapendo cosa fare, era da troppo tempo non mi toccava e il suo tocco mi era mancato terribilmente tanto.
Spostò i miei capelli di lato e chiusi gli occhi mordendomi il labbro, mi baciò piano e la sua mano si intrufolò sotto al mio vestito accarezzandomi la coscia.
"Zulema, che fai facendo?" sussurrai senza fiato e strinse i miei capelli in un pugno ben saldo, facendomi portare la testa di lato per avere un maggiore accesso, l'altra sua mano strinse la mia coscia più forte e gemetti sottovoce.
"Due settimane che non ti vedo." disse contro al mio orecchio ma la spinsi bruscamente lontana da me.
"Non puoi fare come cazzo vuoi con me, evita di toccarmi cazzo! E non pensare minimamente di portarmi a letto perché con me hai chiuso." sbottai cercando di non alzare la voce e mi asciugai le mani nel mentre che il mio scorpione mi afferrava per il polso.
"Non ti rendi conto che facendo così distruggi ancora di più il mio cuore? Non mi ami Zulema, lasciami andare." continuai di fretta senza darle nemmeno il tempo di replicare ma scosse la testa.
La squadrai e come al solito era vestita in un modo impeccabile, serrai la mascella andandomene ma la mia schiena andò a sbattere contro il bancone della cucina.
"Stai zitta, bionda." disse puntandomi un dito contro e la colpii forte, cercando di toglierla dal mio corpo ma mi spinse sopra quella misera superficie e mi spalancò le gambe mettendosi in mezzo.
Gemetti non appena appoggiò le labbra sul mio collo e circondai la sua vita stretta con le mie cosce, ansimando forte.
Chiusi gli occhi lasciandola fare perché essendo più forte non mi permetteva di lasciarla andare, marchiò il mio collo a piacimento e strinsi ancora più forte la sua vita, inarcando poi la schiena.
"Sei soddisfatta? Ora levati." sussurrai nel mentre che mi baciava il seno scoperto ma io ero lì come una stupida, a gambe aperte solo per lei.
"Chi ha detto che non ti amo?" disse ah certo punto afferrandomi per la vita e mi trascinò verso di lei, di scatto.
"Tu, tutto il tuo discorso e mi hai fatto capire di amare quel figlio di puttana." sbottai gemendo non appena mi afferrò un lembo di pelle, succhiandolo.
"Devo capire ancora molte cose bionda e vederti non mi aiuta, perché voglio trascinarti in quel cazzo di letto e farti urlare il mio nome fortissimo." mi sussurrò afferrandomi per la gola e la guardai con un'eccitazione incredibile.
"Chiama qualcun altro Zulema, sono sicura che saprà soddisfarti tanto quanto me, lasciami stare." dissi spintonandola ma mi afferrò i polsi.
"Nessuno riesce a soddisfarmi come fai tu, è te che voglio Macarena." disse ad un centimetro dalle mie labbra e le bramavo con tutta me stessa.
Se l'avessi baciata, probabilmente non mi sarei mai staccata in tutta la mia vita.
"Non puoi considerami solamente per una scopata, sono tua moglie ma non un'oggetto che puoi usare come vuoi." sbottai arrabbiata e le sue labbra si infransero con le mie, sgranai gli occhi e ricambiai il bacio afferrandole con forza i capelli facendole scappare un gemito.
Non la capivo, proprio per niente.
La mia lingua percorse il suo labbro inferiore e si addentrò dentro alla sua bocca, facendole aumentare la presa.
"Vieni a letto con me, bionda." sussurrò tra un bacio e l'altro e scossi la testa, tirandole i capelli all'indietro.
"Vaffanculo, figlia di puttana." dissi serrando la mascella furiosa ma il mio scorpione non si arrese, mi morsicò il labbro fino a farlo sanguinare e scese in basso, inginocchiandosi.
Mi aprii le cosce e cercai di scendere dal ripiano, ma ero inerme con lei.
"Scordatelo, no." sussurrai non appena incominciò a baciarmi l'interno coscia e chiusi gli occhi, ansimando forte.
Le mie mani finirono nei suoi capelli e stuzzicò il mio punto sensibile con la lingua, facendomi dannare come sempre.
"Sei fradicia, bionda." mugugnò gemendo e mi morsicai il labbro, ma dovevo staccarla in qualche modo.
Infatti stava per togliermi gli slip ma la bloccai, affondando le unghie sul suo polso, dovevo ingannarla per non soffrire.
"Zulema, baciami." dissi con un tono di voce falso e si alzò, afferrandomi il labbro inferiore con i denti per poi baciarmi.
Con uno scatto veloce la spintonai fino a farla barcollare e scesi dal ripiano, Zulema sgranò gli occhi incredula e si avvicinò a me velocemente, sorpresa.
"Se provi a rifarlo, ti uccido." mormorai minacciandola e mi sistemai, rossa in viso talmente ero arrabbiata.
Ritornai dagli altri senza darle nemmeno il tempo di replicare e passai la serata insieme ai miei amici, sfiorai le mie labbra gonfie a causa dei suoi baci e speravo che mettesse apposto le idee perché mi mancava terribilmente e la volevo mia.
Una volta per tutte.
Toccava a lei mettere da parte l'orgoglio.
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end game
Action➸ ZURENA. (gxg) Sequel ➵ Revival. Macarena lascia l'America ritornando a Madrid dopo aver ribaltato la sua vita, un caso importante non è mai stato chiuso e Zulema avrà bisogno del suo aiuto per reclamare la sua vendetta. Siamo davvero arrivati all...