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past the blood and bruise, past the curses and cries, beyond the terror in the nightfall, haunted by the look in my eyes that would've loved you for a lifetime, leave it all behind and there is happiness.


La sera si inoltrò velocemente e non avevo visto Zulema per tutto il giorno.
Avevamo litigato.
Ma se pensava che io la lasciassi così, senza partire al suo fianco si sbagliava di grosso.
Mi alzai sgranchendomi le gambe e la prima cosa che feci fu quella di andare in camera e di mettermi una felpa enorme con dei pantaloni della tuta.
Tolsi i tacchi e gemetti dal dolore, legandomi i miei lunghi capelli biondi in una coda, avevo terribilmente fame e sicuramente doveva essere l'ora di cena.
Sbloccai il telefono ormai carico e imprecai perché il mio scorpione non mi aveva scritto proprio per niente.
Alzai gli occhi al cielo e mi vennero le lacrime agli occhi, odiavo da morire litigare con lei e sentirla maledettamente lontana.
Non era giusto e per quanto io l'amassi questa volta non poteva decidere per me, questa era la nostra battaglia e avevo deciso di aiutarla fino alla fine.
"Hey, come stai?" disse Tokyo raggiungendomi in corridoio e le sorrisi, tranquillizzandola subito.
In lontananza Zulema era seduta a capo tavola e stava scrivendo alcune email nel suo iPhone, sorrisi per quanto fosse bella e mi avvicinai, alzandole il mento con due dita e lasciandole un bacio sulle labbra.
Ma non ricambiò anzi, girò il viso di lato evitandomi e alzai gli occhi al cielo.
"Sei seria? Non ci posso credere." sbottai alzando le braccia e scossi la testa decidendo di lasciarla stare, era inutile pressarla quando voleva rimanere sola quindi andai in cucina e bevvi lentamente un bicchiere d'acqua.
Serrai la mascella e strinsi il ripiano di marmo dal nervoso, fino a farmi diventare le nocche bianche.
"Maca, tutto ok?" disse Berlino stringendomi la spalla e scossi la testa.
"Non va bene un cazzo, so che non dovrei fare la paladina della giustizia ma non voglio farla andare lì, da sola." dissi mordendomi il labbro e il mio amico sospirò, capendo la situazione.
"Lei ti ama più di ogni altra cosa al mondo, purtroppo con Hanbal ha troppi conti in sospeso, e se solo sapesse che tu sei sua moglie lui punterebbe a te, e questo Zulema vuole evitarlo terribilmente." mi spiegò con un tono di voce pacato per non farmi perdere la pazienza e questa situazione era stata fin dall'inizio, tanto difficile.
In tutti i sensi.
Lei era difficile ed io pure.
"Cosa dovrei fare?" dissi andando nuovamente in sala e il mio scorpione mi guardò serrando la mascella, il suo sguardo si spostò sull'uomo al mio fianco e scosse la testa, arrabbiandosi tanto.
"Purtroppo dovete cercare di capirvi a vicenda, non pressarla di nulla." disse accompagnandomi a tavola e sospirai annuendo e ringraziandolo con un sorriso che fece solamente infuriare mia moglie.
"Avete segreti del cazzo, ora?" sbottò dopo un po' guardandoci entrambi e Berlino si irrigidì come una statua.
"Zulema, non è come pen-" disse il mio amico alzando le mani ma il mio scorpione lo interruppe alzandosi furiosa.
Eccola qui.
"Lasciala stare, è mia moglie e non hai nessun diritto di parlarle dopo tutto quello che hai fatto con me!" urlò puntandogli un dito contro e si avvicinò terribilmente a lui.
"Zulema, stai calma." dissi mettendomi in mezzo ma mi spinse di lato, forte.
Per poco non andai a sbattere il fianco contro lo spigolo ma avevo dei riflessi incredibili che mi salvarono subito.
"Perché ogni cazzo di volta devi mettere in mezzo il passato? Ti ho già chiesto scusa un'infinità di volte!" urlò Berlino ad un centimetro dal suo viso e Zulema scoppiò a ridere, incredula.
"Tu sapevi fin troppe cose Berlino ma hai preferito dare ascolto a quel grandissimo figlio di puttana! Le tue scuse puoi benissimo infilartele su per il culo, non me ne faccio nulla." aggiunse con le lacrime agli occhi e mi morsicai il labbro perché non volerlo vederla così per nessuna ragione al mondo.
"Lo sai che se potessi tornare indietro non ti avrei mai tradita, eri mia amica. Quindi, dovresti darmi una seconda possibilità perché da quando sono in questa società ho cercato in tutti i modi di aiutarti, in qualsiasi occasione ma tu ancora ti ostini a fare la stronza senza approvare nulla di me." disse lui cercando di afferrarla per il braccio ma il mio scorpione si tolse dalla sua presa, arrabbiata come non mai prima d'ora.
Troppi conti in sospeso.
"Oggi non approvo e non disapprovo più niente, è un atteggiamento stupido nei confronti della vita: non veniamo messi al mondo per sciorinare i nostri pregiudizi morali. Non tengo in alcun conto cosa dice la gente comune e non giudico mai cosa fanno le persone che mi piacciono." rispose Zulema alzando la voce e serrai la mascella, colpita dalle sue parole.
"Non volevo tradirti per Fatima." disse Berlino toccandosi il viso nervoso e sgranai gli occhi incredula a sentire pronunciare il nome di quella ragazzina.
"L'hai fatto, aiutando quello che un tempo ritenevo l'amore della mia vita." disse guardandomi velocemente e lo stomaco mi fece male da morire, sentendo un peso a dir poco enorme.
Hanbal non era mai stato scontato per lei.
Le aveva dato una figlia, come potevo competere con lui? Era assurdo.
"Cosa vuoi che faccia? Dimmelo." disse il mio amico urlando e non l'avevo mai visto così combattuto, ferito e stanco.
"Niente Berlino, niente." sussurrò la mia regina araba e a quel punto l'uomo si avvicinò cercando di abbracciarla.
Sotto lo sguardo sconvolto di tutti i miei amici che in quel momento erano rimasti in silenzio, gustandosi la scena.
"Tengo a te, smettila di fare così." disse lui stringendole la vita e a quel punto Zulema appoggiò la guancia sulla sua spalla, piangendo silenziosamente.
Una lacrima mi rigò il viso e mi toccai le labbra nervosamente sentendomi incredibilmente male per tutto quanto.
Che situazione difficile.
"Ti odio, da morire." disse il mio scorpione e Berlino le accarezzò i capelli stringendola molto forte, non ero gelosa per niente perché sapevo che in passato erano amici, e perderne qualcuno era una cosa a dir poco terribile.
"Perdonami, Zulema." disse lasciandole un bacio tra i capelli e la mora scosse la testa, spingendolo e allontanandolo.
"Scordatelo! Ora ditemi di cosa stavate parlando." disse facendomi un cenno e il mio amico scosse la testa, mentre io non parlai.
Avevo paura di sbagliare con lei.
La vidi avvicinarsi nuovamente a Berlino e a quel punto l'afferrai per la vita.
Volevo evitare che facesse cazzate.
"Lasciami, parla con quel traditore!" esclamò spintonandomi ed era veramente arrabbiata, non sapevo cosa fosse successo fino nel profondo e alzai le mani, ricordandomi che quando faceva così voleva solamente i suoi spazi.
Mi sedetti con le lacrime che mi rigavano il viso e Berlino fece la stessa identica cosa, accendendosi una sigaretta nervoso per tutta questa situazione.
Zulema diede un colpo al tavolo dalla rabbia e sussultai nel posto, si sedette con la mascella contratta e avevo terribilmente lo sguardo abbassato, triste in viso.
Non volevo litigare con lei, quindi mi alzai lentamente sotto lo sguardo di tutti che avevo ripreso a parlare tranquillamente.
"Dove vai, Maca?" disse Tokyo con Pablo tra le braccia e le feci un sorriso.
"Non mi sento tanto bene, vado a stendermi un attimo in camera." dissi fredda e Zulema mi lanciò un'occhiataccia scuotendo la testa.
Non la guardai e piuttosto che sentire tutta la sua tensione preferivo rifugiarmi nel mio appartamento.
Non appena entrai lasciai le lacrime uscire e uscii fuori in balcone per prendere una bella boccata d'aria fresca.
"Fanculo." sussurrai singhiozzando e non avevo mai provato così tanta ansia e angoscia in tutta la mia esistenza.
Mi sedetti nel letto prendendomi la testa tra le mani e lasciai le mie lacrime uscire, tutte quante dalla prima all'ultima.
Odiavo avere quella maledetta sensazione di impotenza nei confronti della donna che amavo e più rimanevamo in questa situazione, più Hanbal e Sandoval prelevavano ogni nostra energia, allontanandoci veramente tanto.
E dovevamo evitarlo perché l'amavo.
Appoggiai delicatamente la testa sul cuscino guardando il soffitto cercando di pensare a cosa fare e la porta del mio appartamento si aprí, mostrando la figura di mia moglie in tutta la sua bellezza.
"Perché cazzo te ne sei andata? Hai due anni Macarena? Non cambi mai." disse incredula e fissai nuovamente il soffitto con le lacrime che mi rigavano le guance.
"Zulema per favore, non voglio litigare con te perché in questo momento sei arrabbiata e non ragioni. Quindi se sei venuta qui per discutere ti dico già in partenza, che non mi va." sussurrai con voce flebile e la vidi mettersi davanti al mio corpo, mi afferrò per il braccio facendomi alzare e mi spinse contro al muro con una forza tale fino a farmi tremare l'anima.
"Non puoi scappare ogni volta quando ci sono difficoltà, usa questo atteggiamento del cazzo ancora per molto e giuro su Dio che puoi scordarti di lavorare con me. Tira fuori le palle per favore, non stiamo andando a fare una gita sul bosco ma in Marocco e lì non puoi permetterti di essere così debole!" urlò afferrandomi il viso con forza e mi perforò con i suoi occhi neri, arrabbiati da morire.
Era al limite.

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