12.

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Fissai la ragazza in questione con una rabbia disumana e l'stinto era quello che di prenderle la testa e sbattergliela nello spigolo del tavolo.
"Ciao." disse con la sua voce squillante salutando il mio scorpione e ricacciai indietro le lacrime studiandola attentamente e faceva prima a venire nuda che era meglio.
Ethan fece una smorfia schifata a vedere quella scena mentre un senso di nausea mi assalii percependo il mio cuore rompersi in due, in mille pezzi.
Zulema ricambiò il bacio stringendola al suo corpo forte e mi evitò come se non valessi assolutamente nulla, pugnalandomi una seconda volta dritta al cuore come niente.
Poi la bionda si staccò e mi guardò quasi con odio, sicuramente aveva saputo che ero la sua ex ragazza e ovviamente doveva fare il suo spettacolo.
Non vedevo l'ora.
"Kate, piacere." disse un attimo dopo guardandomi e mi sorrise, ma si vedeva palesemente che era una sorriso falso.
"Macarena, piacere mio." dissi ricambiando il sorriso e Zulema si accigliò notando il mio comportamento menefreghista e tranquillo.
Ecco la mia corazza, fortissima.
"Ho sentito parlare molto di te qua dentro e non vedevo l'ora di conoscerti, sei l'idolo di tutti." disse incominciando ad accarezzare i capelli neri di Zulema e il mio scorpione si rilassò guardandomi con uno sguardo di sfida.
Voleva che cedessi, voleva dimostrarmi che poteva andare avanti benissimo senza di me, dimostrandosi la più forte.
"Ah bene, non avevo dubbi. Comunque, mi piace veramente tanto il tuo colore di capelli e devo dire che Zulema ha buon gusto, non trovate?" dissi ironicamente e gli altri scoppiarono a ridere, schioccai la lingua sul palato e ripresi a mangiare con un sorriso in viso.
Potevo percepire la rabbia di Zulema scavarmi la pelle e le feci un sorrisetto strafottente senza scompormi dalla sedia.
Will fece alcune battute e incominciai a ridere parlando come se non fosse successo niente, in questi tre anni avevo imparato a regolare le mie emozioni e a fregarmene altamente.
Infatti anche Saray lanciò un'occhiata al mio scorpione stranita e quest'ultima fece spallucce con ancora Kate tra le braccia.
"Ho bisogno assolutamente di andare in un locale questo fine settimana." disse Cassandra alzando gli occhi al cielo e annuii concordando con lei.
Ne avevamo bisogno, tutti.
"Hai ragione, però dobbiamo stare comunque attenti senza abbassare la guardia intesi? Non voglio casini." dissi finendo il mio pasto e mi legai i miei lunghi capelli biondi facendo quasi svenire Zulema al mio fianco che non aveva per un attimo staccato gli occhi dal mio corpo nonostante Kate cercasse di baciarla ma lei non ricambiava per niente.
Will appoggiò una mano sulla mia fossetta ogni qualvolta che ridevo e risi ancora più forte facendolo ridere.
"Ti devo ancora offrire quel Sex on the beach che hai rifiutato a Los Angeles." disse mettendo il broncio e risi scuotendo la testa incredula.
"Quando andremo in quel locale me lo offrirai. Però non devi provarci con me intesi? Tanto ti conosco." dissi sbuffando e tutti risero non appena Ethan gli diede un pugno sul braccio esclamando un "emerito coglione!"
Zulema sbuffò togliendosi dalle gambe Kate che la guardava stranita e bevve del
vino cercando di farsi notare ma le avevo dato le spalle evitandola come niente.
"Vi ricordate quando Maca ha incominciato a ballare in quella sbarra di ferro? Tutti stavano svenendo." disse Ethan ridendo e gli diedi uno schiaffo sul braccio arrossendo.
"Amica, ma davvero sei arrivata a tanto? Non è giusto volevo esserci anche io." disse Tokyo sbuffando e feci spallucce nel mentre che il mio scorpione aveva gli occhi sgranati.
Kate se ne andò sbraitando contro di lei e soffocai una risata perché Zulema non l'aveva considerata per niente, mantenendo fisso lo sguardo serio su di me.
Sicuramente voleva farmi ingelosire ma non ci riuscì minimamente, poteva fare quello che voleva senza problemi.
Non mi sarei abbassata a così tanto.
Ero diversa ora.
"Era una scommessa e mi hanno fatto indossare quei costumi provocanti. Ho fatto un bellissimo spettacolo, mi hanno addirittura lanciato tantissime banconote da un migliaio di dollari." dissi scuotendo la testa divertita e ad un certo punto il fiato caldo di Zulema era sul mio collo facendomi sussultare.
Non mi mossi e le sue labbra sfioravano a stento il mio lobo facendomi tremare.
"Balletto? Cazzo bionda." sussurrò sensualmente apposta e mi voltai verso di lei serrando la mascella.
"Perché non vai dalla tua ragazza?" sussurrai furiosa e un sorriso compiaciuto si formò sul suo viso per la mia reazione.
"Non è la mia ragazza, semplicemente me la scopo quando mi va. Lo sai che non sono tipa da relazioni." ringhiò l'ultima parola facendomi sobbalzare facendomi intendere che con me aveva fatto una bella eccezione.
"Ok Zulema, buon per te." dissi voltandomi nuovamente ma la sua mano strinse il mio fianco facendomi gemere dal dolore e mi vennero le lacrime agli occhi a causa dei lividi.
"Buon per te un cazzo, bionda." sussurrò innervosendosi ma non appena feci per replicare bussarono al portone insistentemente facendoci sobbalzare.
Zulema si alzò afferrando la sua pistola e io la mia, mi afferrò per la vita e mi spinse dietro al suo corpo.
"Sei debole, non rischiare." disse tesa ma non le diedi ascolto e mi incamminai verso al portone che Ethan aprì con forza, urlai dallo spavento e scoppiai quasi a piangere per lo scenario che avevo davanti.
"Porca troia." sussurrò Sergio e davanti a noi c'era la testa appesa dell'interprete che aveva tradotto gli audio in America.
"Cazzo è quell'uomo che ci aveva aiutato a tradurre gli audio?" disse Will voltandosi verso di me e annuii prendendo il foglio attaccato davanti alla porta, ero arrabbiata da morire.
Andai in soggiorno mettendolo sopra al tavolo e tutti si riunirono attorno per vedere cosa c'era scritto e senza replicare lo lessi ad alta voce, ero sconvolta e le mani mi tremavano.

"Bentornata in Spagna, Macarena. Spero che il regalo sia stato di tuo gradimento, mi piacerebbe riparlare con te in modo pacato e civile. Non ho dimenticato le tue minacce in carcere a proposito di Fatima sai? Puoi dire alla tua regina araba che sta bene e che suo padre si sta prendendo cura di lei ma vorrei farvi una piccola raccomandazione: guardatevi le spalle molto bene.

- Carlos Sandoval.

Non appena finii di leggere alzai lo sguardo e gli occhi neri di Zulema erano sui miei facendomi tremare leggermente.
Stavamo pensando la stessa cosa e appoggiò con forza la pistola contro al tavolo serrando la mascella.
"Figlio di puttana, lo ammazzo." disse Will prendendo un lungo respiro profondo ma in stanza calò il silenzio perché non riuscivamo a dire assolutamente nulla.
Era stato un momento iconico.
Devastante.
Ma non dovevo cedere proprio ora che i miei amici avevano bisogno del mio aiuto quindi mi affrettai a salire le scale nonostante i dolori e Zulema mi inseguì chiamandomi ripetutamente.
"Che cazzo vuoi fare?" disse chiudendo la porta e alzò le braccia incredula.
Non le risposi e afferrai il mio mac appoggiandolo nel letto insieme al mio telefono, avevo ancora la pistola in pugno e chiusi le tende guardando fuori dal mio balcone, sembravo una pazza isterica.
"Stai avendo un attacco di panico." disse il mio scorpione non appena mi sedetti nel letto e incrociai le gambe.
Ma la evitai e feci alcune telefonate urgenti fregandomene del fuso orario.
I miei uomini mi dovevano rispondere sempre, anche in questi casi estremi.
"Tony, sono io dovresti farmi un favore enorme. Controlla le ultime chiamate dal nostro centro di controllo e se ci sono avvicinamenti sospetti non esitare a mandarmi un messaggio a qualunque ora." ordinai furiosa per poi chiudere la chiamata in ansia.
Mi massaggiai le tempie cercando di bloccare il mio battito cardiaco accelerato e percepii il materasso abbassarsi.
Zulema si sedette al mio fianco e si tolse i suoi anfibi portandosi le ginocchia al petto e appoggiandosi nella testata del letto.
"Ci ha incastrate un'altra volta." sussurrai appoggiando la testa sul cuscino e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi.
Zulema non proferì parola e sussultai non appena si sdraiò al mio fianco spegnendo la luce, il mio corpo era rigido come una statua e tremai un po' per il freddo e un po' anche per le mie preoccupazioni.
Le sue braccia forti mi abbracciarono da dietro e posò semplicemente un braccio lungo la mia vita stretta.
"Rilassati, non risolvi un cazzo se sei così maledettamente tesa okay?" disse alzando di poco la testa e non mi voltai prendendo un lungo respiro profondo.
Sapeva che avevo bisogno di qualcuno e il suo tocco era l'unica cosa che riusciva a calmarmi per davvero.
Lo sapeva bene.
Infatti anche i suoi muscoli erano tesi ma non appena appoggiai una mano sul suo braccio la sentii mugugnare e rilassarsi.
"Sono stata un'idiota con te e , mi sono pentita da morire." mormorai dopo alcuni minuti e la sua presa aumentò facendomi gemere dal dolore dovuti ai lividi che avevo a causa sua.
"Dormi." disse con un tono di voce gelido e alzai gli occhi al cielo perché tanto era impossibile.
Gli incubi mi perseguitavano.
"Voglio chiederti scusa e rimediare a questo cazzo di casino, per te." dissi voltandomi nella sua direzione e si irrigidì nell'avermi così vicina dopo tanto tempo.
I suoi occhi neri brillavano in tutta quella oscurità e rimanemmo così a fissarci insistentemente per minuti infiniti.
"Eri il mio pensiero fisso, per tutti questi anni e il senso di colpa mi sta lacerando ogni secondo di più perché avrei potuto comportarmi diversamente per il nostro rapporto." aggiunsi decidendo di dirle tutto quanto in assoluta tranquillità e la vidi serrare la mascella senza staccare il braccio dalla mia vita.
"Per poter rendersi conto di determinate cose bisogna essere segnati da alcune esperienze ed essere in pace con se stessi e credimi che io mi sono odiata da morire imponendomi non so quanti divieti. Però stare lontana da te per così tanto mi ha fatto capire un'infinità di cose." dissi chiudendo gli occhi e sospirai percependo la sua presa aumentare per farmi capire che aveva sentito tutto quanto.
Non avevo il coraggio di guardarla negli occhi e mi gustai il suo profumo meraviglioso, l'istinto era quello di avvicinarmi ma rimasi al mio posto senza essere invadente altrimenti l'avrei ferita come niente.
Sentivo il suo sguardo addosso e i nostri respiri si stabilizzarono diventando quasi una cosa unica, come io e lei.
Averla così vicina mi rendeva la persona più felice del mondo intero e mi gustai il momento, poi senza pensarci nemmeno le parole uscirono veloci dalla mia bocca.
"Spero potrai perdonarmi, un giorno." le bisbigliai nel cuore della notte, lentamente.

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