13.

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Mi svegliai piano e notai che erano quasi le dieci del mattino, avevo dormito recuperando in gran parte le mie ore di sonno e non fui sorpresa nel trovare il letto completamente vuoto.
Zulema se n'era andata però il suo profumo riecheggiava ancora nell'aria facendomi rilassare come niente.
Mi aveva lasciata da poco.
Gemetti sentendo ancora i lividi doloranti e mi bevvi un antidolorifico sperando che il dolore passasse prima e riuscii ad alzarmi senza nessun problema.
Mi preparai vestendomi comoda e scesi al piano inferiore con la speranza di trovare del caffè già pronto.
"Buongiorno, splendore." disse Denver sorridendomi e ricambiai felice non appena mi porse una tazza fumante della mia salvezza suprema.
"Tutto bene?" mormorai sedendomi nel divano e mi portai le ginocchia al petto rilassandomi un pochino.
Il mio amico annuì e incominciò a raccontarmi determinate cose riguardanti le prossime mosse ed ero ancora scossa dal messaggio di Sandoval.
Era assurda come cosa.
Ad una certa notai Zulema entrare in sala con alcuni documenti tra le mani e la guardai squadrandola dalla testa ai piedi innamorata come non mai.
"Dove sei stata ieri notte?" disse Kate al suo fianco ma il mio scorpione aveva lo sguardo fisso su di me.
Lo distolsi e continuai a bere il mio caffè facendo finta di niente e soffocando una risata per il suo atteggiamento.
"Non devo darti nessuna spiegazione perché faccio quello che voglio." sbottò Zulema sedendosi nel tavolo e la
bionda mi lanciò un'occhiataccia venendo verso di me a passo spedito.
"E tu che cazzo hai da guardare?" disse con quella sua voce stridula e mi alzai in tutta la mia altezza, facendola leggermente indietreggiare impaurita.
"Scusami?" dissi alzando le braccia incredula e Zulema si avvicinò toccandosi i capelli nervosamente.
"Smettila di guardarla, lei è mia." disse
indicando la mia regina araba che alzò gli occhi al cielo infastidita.
Appena sentii quella frase un senso di gelosia mi pervase e feci un lungo sospiro profondo cercando di calmarmi.
Ma dopo un po' la guardai bene in viso e le feci un sorriso, indifferente.
"Va bene, tutta tua." dissi facendo spallucce e bevvi il mio caffè evitandola per poi appoggiare la tazza vuota nel lavello andando in cucina.
Zulema era sorpresa dal mio atteggiamento e si appoggiò nello stipite della porta, fissandomi incredula e mandando via la sua ipotetica ragazza.
"Desideri?" dissi accennandole un sorriso cercando di mascherare la mia gelosia e scosse la testa serrando la mascella.
"Se fossi stata la mia ragazza a quest'ora l'avresti uccisa come niente ma vedo che il tuo menefreghismo nei miei confronti è alle stelle." disse senza nessuna espressione in viso e inarcai un sopracciglio confusa perché non sapevo cosa fare nei suoi confronti.
Bingo.
"Hai detto chiaramente che non vuoi saperne niente di me, cosa vuoi che faccia? Vuoi che la uccida davvero?" dissi incredula e la vidi chiudere gli occhi cercando di riflettere.
Avanzai con cautela non riuscendo più a trattenermi e arrivai ad un centimetro dal suo viso, sfiorandole appena la guancia.
"Dimmi che non è colpa mia, dimmi che sono tutto ciò che vuoi, anche quando ti spezzo il cuore anche se non lo vorrei." mormorai fissandole le labbra e se le morse facendomi perdere le mia forza di autocontrollo.
"È colpa tua, se sono diventata per una frazione di secondi debole e odio sentirmi così, devi lasciarmi stare." disse tentando di allontanarmi ma scossi la testa furiosa affondando il viso contro il suo collo perfetto.
Mi vennero i brividi per la troppa vicinanza ma Zulema mi spinse con una forza assurda facendomi sbattere contro al bancone della cucina, gemetti dal dolore a causa dei lividi e imprecai.
"Come posso perdonarti? Dimmelo." urlò perdendo la pazienza e volevo che sfogasse tutta quanta la sua rabbia perché ne aveva veramente tantissima.
"Non lo Zulema, non lo so cazzo!" urlai anche io senza più fiato in corpo e scoppiai a piangere mettendomi le mani sul viso respirando a fatica.
Erano passati troppi anni, e noi eravamo nuovamente al punto di partenza.
"Vuoi sapere se sono pentita? Da morire cazzo ma guarda in che situazione siamo, se tu non mi avessi mandata in quel carcere sarei morta. Però ho incontrato Fatima, ho fatto una cazzata a non dirtelo ma cosa potevo fare in quel momento?" aggiunsi urlando a squarciagola e Zulema incominciò a camminare nervosamente mettendosi le mani sui fianchi furiosa.

Ma quando ami qualcuno,
quando quel qualcuno diventa il tuo porto sicuro,
quando diventa il posto
in cui poterti fermare,
in cui poter stare
finalmente a posto,
quando qualcuno diventa tutto
e tremi se pensi che in fondo
non hai altro
e se non lo senti prima di dormire
e se lo senti dentro anche quando
sei piena di vuoti
allora è difficile
non avere ogni istante paura
che lo perderai
e che ritornerai
a non avere niente.

Si è innamorata una sola volta nella vita ed è stato prima un amore adolescenziale, e poi invece una cosa "momentaneamente eterna".
Uno di quegli amori, cioè, che credi davvero non finiranno mai.
E invece è finita, e le ha fatto male al punto da farla piangere fino alle sei del mattino, con lo stomaco in subbuglio e una parte in meno del cuore nel petto, da conservare in un cassetto per ricordare meglio, ma solo a giorni alterni, solo quand'è il momento.
"Potevi fare tante cose bionda ma hai scelto di fare quella peggiore." mormorò furiosa e le lacrime non riuscivano a smettere di scorrere lungo il mio viso magro.
Feci per andarmene per evitare di peggiorare la situazione ma afferrò il mio polso stringendolo con forza e rimettendomi al mio posto arrabbiata.
"Non scappare quando ti sto parlando, scappi sempre da me cazzo." disse avvicinandosi e le fissai intensamente le labbra abbassando lo sguardo.
"Cosa vuoi da me, Zulema? Le mie scuse? Perché te le ho già fatte." dissi guardandola dritta negli occhi ed era a dir poco apatica, sembrava di essere tornate indietro nel tempo e vedevo che stava cercando di farmi cedere.
"Voglio la verità, nient'altro." disse semplicemente e incrociò le braccia al petto decidendo se dirglielo o meno.
L'aveva capito fin dal principio.
Voleva sentirselo dire da me.
Voleva avere certezze.
Sicurezze.
Nessuna presa in giro o bugia.
I peggiori non sono quelli che non sanno ciò che vogliono, sono quelli che non apprezzano ciò che ricevono.
Era tutto talmente chiaro che non sapevo da dove cominciare.
Era come avere una mappa dettagliata, ma così dettagliata da diventare inservibile.
Non si dimentica e basta.
Nemmeno un giorno, nemmeno quando non hai voglia e non ti ricordi, nemmeno quando dimentichi puoi dimenticare.
Ecco perché sono su questo pianeta, in questo tempo.
Adesso lo so.
Per molti più anni di quanti non ne abbia mai vissuti, ho continuato a precipitare dall'orlo di un luogo immenso e altissimo.
E in tutti questi anni, precipitavo verso di lei.
"Ho passato molto tempo a sostituire la verità con il sarcasmo, ed ho maledetto la mia lingua per le cattiverie. E senza peso, senza fiato, immobile e in modo assoluto mi ha aperto in due. Succhiando il veleno da una ferita vecchia." dissi dopo alcuni secondi avvicinandomi a lei e percorsi con cautela il suo avambraccio per la prima dopo 3 anni con la paura di romperla in due.
È così che rimani vivo.
Quando soffri tanto da non riuscire a respirare, è così che sopravvivi.
Ricordando che un giorno, chissà come, inspiegabilmente, non ti sentirai più così.
Non soffrirai più così tanto.
"Perché ti ostini a volere il mio perdono? Io ti ho lasciato andare via Macarena ma tu, insisti nell'avermi ancora nella tua vita. Perché? Mi hai mentito in tutti i modi possibili ma sei ancora qui, con me." disse con le lacrime agli occhi e le afferrai dolcemente il viso avvicinandolo al mio appoggiando la fronte contro la sua.
Per quanto sia bello non avere più preoccupazioni, perdi anche le cose belle.
E se speri di avere una vita che valga la pena vivere ti serviranno sicuramente le cose belle.
Scappi dal dolore.
Lo facciamo tutti.
Accade qualcosa di terribile, ci incolpiamo e non vogliamo sentirlo, quindi scappiamo.
Scappiamo anche dalla felicità perché pensiamo di non meritarla.
Ma è un pacchetto completo: non c'è felicità senza dolore.
Se ami qualcuno, devi dirglielo.
Anche se hai paura che non sia la cosa giusta, anche se hai paura che creerà problemi, anche se hai paura che potrà rovinare completamente la tua vita, diglielo, e diglielo con forza!
Quindi comincia da lì.
La guardai dritta negli occhi per alcuni minuti e realizzai che anche se era troppo tardi potevo avere una seconda occasione per dimostrarle che tenevo a lei e che l'amavo davvero senza nessuna paura.
Era il momento giusto.
Lo leggevo dai suoi occhi che voleva la verità e aveva sperato fino all'ultimo che io ricambiassi ma peccato che quella felicità volevo dargliela solo ed esclusivamente io, e basta.
"Perché ti amo, Zulema." dissi liberandomi dal peso enorme che avevo sul petto, da anni.

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