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"Polonia, 20 milioni di euro." disse Mark, uno dei miei soci facendomi vedere alcune carte e annuii afferrandole subito.
David mi raggiunse porgendomi un caffè e rimasi impassibile sistemandomi nella mia poltrona comoda.
"Sono stati prelevati, giusto?" dissi autoritaria e la mia segretaria avanzò mettendosi al mio fianco riportando tutto nel mio computer.
"Sì, ovviamente non abbiamo avuto nessuna divergenza e se il prossimo colpo va per il verso giusto il valore aggiunto dei soldi dovrebbe aumentare del 5,8% rispetto all'ultima volta. Ma sta a lei decidere capo." disse Mark riordinando il tavolo e mi torturai il labbro inferiore congedando tutti quanti con un cenno e se ne andarono lasciandomi da sola.
"Che vuoi?" dissi guardando David e mi alzai sbuffando per poi guardare fuori dalla finestra, il traffico di Los Angeles era tantissimo per essere le dieci del mattino.
"Nervosa? Dovresti rilassarti." disse cercando di alzarmi la gonna ma uno schiaffo gli arrivò in faccia, gli spaccai il labbro e mi guardò compiaciuto.
"Ti ho detto che non mi devi toccare senza il mio consenso." sbottai furiosa e ad un certo punto la porta si aprí, Ethan entrò e appena vide il ragazzo ad un centimetro dal mio viso gli diede una spallata facendolo barcollare.
"Spostati, idiota del cazzo." disse puntandogli un dito contro e David gemette uscendo sbattendo la porta con forza.
"Stai bene? Ancora non ci credo che te lo scopi, è un tale coglione." disse Etnan scuotendo la testa e lo abbracciai con forza, sospirando incredula.
Le sue mani strinsero piano la mia vita e la sua presenza mi faceva stare bene, era un buon amico e sapevo che non mi avrebbe tradita.
Mai.
Infatti lo avevo portato con me per ricominciare da zero e avevamo attuato un programma di allenamento molto più pesante con armi altrettanto intense, migliorando le nostre prestazioni tantissimo.
"Lo so che ti manca, ma devi provare ad andare avanti senza pensarla." sussurrò il mio amico accarezzandomi i capelli e annuii contro al suo petto nel mentre che chiudevo gli occhi.
Solamente con pochissime persone mi dimostravo debole ed Ethan era uno di questi, insieme a Will ovviamente.
"Fanculo." dissi staccandomi dall'abbraccio dopo alcuni minuti e solo ora mi accorsi che aveva un grosso taglio nel braccio, aveva bloccato l'emorragia con una cintura e inarcai un sopracciglio confusa.
"Andiamo in infermiera." dissi legandomi i capelli ed Ethan sbuffò scuotendo la testa, sorrisi per come aveva imparato a non cedere con il suo orgoglio e misi la testa di lato arricciando le labbra in una smorfietta.
"Capo, non per forza devi farlo tu." disse nel mentre che gli afferravo il polso e lo trascinavo nei lunghi corridoi, tutti si muovevano freneticamente e al solo pensiero che stavano lavorando per me mi mandava fuori di testa.
"Faccio quello che voglio, ricordatelo sempre!" esclamai facendogli l'occhiolino ed entrai in infermeria facendolo sedere nel lettino, incominciai a guardarmi attorno e infilai i guanti.
Una delle tante cose che Amelia mi aveva insegnato quando era venuta qui per il mio piano di allenamento era prendermi cura di me stessa e delle persone che amavo, ero proprio ripartita da zero.
"Togliti la maglietta." dissi alzando le maniche della mia camicia per non sporcarmi di sangue e non appena mi voltai il ragazzo era a petto nudo davanti a me.
Feci scorrere un dito lungo le sue braccia tatuate e forti e sorrisi notando il mio stesso tatuaggio sotto alla sua clavicola sinistra.
Era incredibile quanto anche lui fosse cambiato fisicamente e averlo al mio fianco mi rendeva più sicura.
Perché sapevo che mi voleva bene.
"Devo per caso, dire a Tony di andarci piano con i piani di allenamento? Mi servi intero cazzo, non è la prima volta che succede questo." sussurrai incominciando a disinfettare la ferita e il ragazzo non emise nessun gemito di lamento, era incredibile quanto fosse diventato forte restando al mio fianco.
"Va tutto bene, oggi ci stavamo esercitando nel lancio dei coltelli e per sbaglio mi sono fatto male, sono solo delle cicatrici stai tranquilla." disse facendo spallucce e annuii incominciando a mettergli i punti in un modo impeccabile e preciso.
Tony era un nostro alleato che mi conosceva dai tempi dell'accademia e grazie ad alcuni contatti riuscii a dargli una sistemazione qui a Los Angeles in modo tale che potesse seguirmi negli allenamenti, eravamo ripartiti da zero e grazie a lui ero diventata ancora più brava, rafforzando tantissimo i miei muscoli e i miei riflessi.
Quando stavo con lui mi aiutava tantissimo a sfogare ogni tipo di frustrazione e rabbia accumulata nel corso degli anni, ovviamente sapeva ogni singolo dettaglio su ciò che era successo con Zulema e ogni volta che piangevo non apriva bocca.
Incitandomi a dare di più, sempre.
"Finito, vai." dissi sorridendo ad Ethan che fece un sospiro di sollievo, improvvisamente una ragazza fece capolinea nella porta ma sgranò gli occhi nel vedermi in carne ed ossa davanti a lei.
"Capo, mi scusi io-" disse imbarazzata ed Ethan si grattò la nuca nervoso, soffocai una risata e le regalai un sorriso ovviamente mantenendo il mio solito atteggiamento autoritario.
"Cassandra, tranquilla vai pure." dissi buttando i guanti nel cestino e la ragazza si incollò subito alle labbra del mio amico letteralmente spaventata nel vederlo così.
Sorrisi vedendoli assieme ed erano veramente una bellissima coppia che tanto amavo.
I miei tacchi riecheggiavano nel pavimento e tutti mi salutarono non appena entrai nei vari uffici per controllare la situazione a proposito dei vari conti bancari destinati a noi.
Ero unita anche con la società di Sergio ma non avevamo avuto modo di parlarci perché avevo cambiato numero di telefono e avevo perso tutti i miei contatti.
Avevo proprio iniziato da zero e il mio profilo Instagram poteva confermarlo, Zulema invece non postava assolutamente niente da quando ci eravamo lasciate e ogni tanto mi capitava di vedere alcune sue stories dal profilo di Will.
Mi aveva bloccata, cancellandomi proprio dalla sua vita una volta per tutte.
"Se solo riuscissimo ad avere quella fottuta tessera potremo accedere a tutte quelle porte di quell'edificio." disse uno dei miei soci con rabbia e mi appoggiai nello stipite della porta osservando quello che stavano proiettando nello schermo enorme.
"Fingetevi loro clienti, solitamente viene consegnata non appena si incomincia a lavorare in quel determinato posto, penso che noi non abbiamo nessun tipo di problema a fare dei contratti falsi, no?" dissi con un sorrisetto sulle labbra e tutti sgranarono gli occhi per la mia idea.
"Dopo aver avuto l'accesso libero a tutte quelle porte, il direttore non farà caso a voi quindi, accedendo ai vari dati del computer potete aprire ogni conto bancario possibile ed immaginabile senza problemi." aggiunsi dopo alcuni secondi e afferrai un foglio scrivendo subito i codici che avevo in precedenza memorizzato.
Avevo imparato ad essere molto più avanti rispetto alle altre persone, svuotando la mente ed esprimendo le mie idee senza nessun timore.
Prima avevo paura del giudizio degli altri, ora invece non mi interessava se qualcuno non osava essere d'accordo con me.
Anche perché ero comunque il capo e le decisioni le prendevo solo ed esclusivamente io senza problemi.
"Partite domani, entro le 15 voglio tutto completato cazzo, avanti!" esclamai uscendo poi da quella stanza e mi accesi una sigaretta facendo uscire lentamente il fumo dalle labbra.
Andai nel balcone enorme dei miei uffici e mi rilassai notando tutto il paesaggio di Los Angeles, era diverso da quello di Madrid però stare qui mi piaceva.
Stare lontana da lei in un certo senso era terapeutico ma ormai il suo nome era inciso all'interno del mio cuore.
Letteralmente.
E non potevo più tornare indietro perché quello che avevamo passato entrambe era stato a dir poco incredibile.
Tutta la passione e il fuoco che riuscivamo a generare insieme era unico, speciale.
"Biondina, che fai?" disse ad un certo punto la mia amica e mi voltai appoggiando i gomiti sulla ringhiera e ridendo alla sua vista.
Altagracia aveva un sorriso smagliante in viso e mi lasciò subito un bacio sulla guancia amorevolmente, aveva appena concluso un compito abbastanza importante e il suo mitra era ancora carico depositato sulla sua spalla tonica.
Tra le mie reclute ovviamente c'erano anche delle ragazze e il modo in cui si affidavano a me era paradossale, era come se fossimo una seconda famiglia e tutti volevano imparare da me.
"Pausa, ho litigato con il coglione." dissi buttando il mozzicone e alzai gli occhi al cielo, per poi entrare dentro.
"Non avevo dubbi, comunque il viaggio è stato bellissimo e ho ucciso tutti quelli uomini che mi hai ordinato." disse entusiasta e sorrisi orgogliosa perché più il tempo passava, più migliorava tantissimo e per avere quasi 30 anni se la cavava eccome.
"Sono tanto contenta, ora riposati." dissi accarezzandole la spalla piano e la mia amica annuì per poi afferrare le chiavi della macchina e salutarmi un ultima volta prima di tornare a casa sua.
Tutti se volevano, avevano a disposizione un appartamento e con tutti i soldi che avevo per me non era un problema.
I nostri edifici erano nascosti dal mondo intero nelle montagne più alte di Los Angeles e nelle periferie di lusso, nemmeno la polizia riusciva a localizzarci, intercettavamo ogni minimo movimento ed era impossibile beccarci.
Avevo pensato proprio a tutto.
Ero cambiata per davvero.

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