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C'è una ragione se dicevo che sarei stata meglio da sola, non è perché pensassi che sarei stata felice da sola.
Era perché pensavo che se avessi amato e poi fosse finita, potevo non farcela.
È più facile stare da soli: perché se impari che hai bisogno dell'amore, e poi non lo hai, e se ti piace, e ti appoggi ad esso, se fondi la tua vita su di esso e poi tutto crolla?
Potresti sopravvivere ad un dolore del genere?
La verità è dolorosa e nessuno vuole conoscerla, soprattutto quando ci tocca troppo da vicino.
A volte diciamo la verità perché è l'unica cosa che abbiamo da offrire.
Alcune volte diciamo la verità perché abbiamo bisogno di dirla ad un'altra persona per poterla sentire noi stessi.
Altre volte la diciamo perché è più forte di noi.
E qualche volta la diciamo perché è l'unica cosa che resta da fare.
Il brutto della dipendenza per qualcuno è che non finisce mai bene.
Perché ad un certo punto qualunque cosa sia quella che ti fa stare bene smette di farti bene e comincia a farti male.
Eppure dicono che non ti togli il vizio finché non tocchi il fondo.
Ma come fai a sapere quando l'hai toccato?
Hai sfruttato al massimo la tua vita bellissima, terrificante e incasinata?
Hai abbandonato tutte le cose che ti bloccavano per aggrapparti a quello che conta davvero?
È così che rimani vivo.
Quando soffri tanto da non riuscire a respirare, è così che sopravvivi. Ricordando che un giorno, chissà come, inspiegabilmente, non ti sentirai più così. Non soffrirai più così tanto.
Ti farà male ogni volta che ci penserai, ma col tempo il dolore si affievolirà e alla fine ci ripenserai e farà male solo un po'.
"Maca, fermati!" urlò Ethan cercando di afferrarmi per un braccio ma mi staccai e continuai a camminare nel corridoio per poi entrare nel mio ufficio.
Composi il numero di Sergio e al primo tentativo non mi rispose, era l'unico numero che ero riuscita a salvare non appena cambiai telefono.
"Rispondi, professore del cazzo." mormorai serrando la mascella e mi sentivo come se da un momento all'altro il mondo potesse esplodere.
Le parole di Hanbal erano incise nella mia mente e se pensavo che poteva accadere qualcosa alle persone più importanti della mia vita mi sentivo svenire come non mai.
Sembrava che stesse per arrivare l'apocalisse e non c'era scampo per nessuno, poi pensavo a Fatima che era senza protezione lasciata nelle mani di un grandissimo figlio di puttana.
Che aveva causato solamente del male alla donna di cui ero innamorata da praticamente tutta la vita.
Non l'avrei persa una seconda volta.
"Maca, è notte fonda cazzo." disse Sergio ad un certo punto con la voce impastata dal sonno e feci avanti e indietro cercando di calmarmi.
"Non me ne frega un cazzo Sergio, devi ascoltarmi attentamente perché siete in pericolo tutti quanti." dissi mordendomi il labbro e subito il mio amico mi fece cenno di continuare.
"Che significa Maca? Parla perché mi sto seriamente preoccupando." disse serio e sentii Raquel dall'altra parte del telefono mugugnare qualcosa.
Gli raccontai di ogni singolo piano che ormai stavo seguendo da settimane, per incastrare alla grande quel figlio di puttana, poi gli raccontai di Tokyo e di tutte le cose che mi aveva riferito.
"Come hai fatto a sentire quella chiamata? Maca ti rendi conto di quanto la tua mente sia stata più avanti rispetto alla nostra?" disse incredulo e subito gli inviai gli audio tradotti tramite email senza perdere tempo.
"Siete in netto svantaggio Sergio perché in questi mesi ho monitorato la situazione al meglio e credimi che Hanbal ha molte più risorse rispetto a voi ma mai quanto me. Avete bisogno del mio aiuto, siete le persone con la quale sono cresciuta e stando a miliardi di km lontano da voi mi fa sentire la persona più inutile di questo cazzo di mondo." dissi dando alcune indicazioni ai miei uomini di prepararsi e Ethan mi fece un sorriso soddisfatto capendo subito le mie intenzioni, c'era troppa connessione tra noi e lo sapevamo bene.
Dall'altro capo del telefono sentii un silenzio assordante e Sergio pianse silenziosamente facendomi boccheggiare, sorpresa dal suo comportamento inaspettato.
Non l'avevo mai sentito così distrutto.
"Hai ragione Maca, ho cercato di essere lucido durante tutti questi anni e credimi che se non ci fosse stata Zulema sarei caduto nel buio più totale perché ho paura anche io. Ho paura di perdere mia moglie, voi, tutto quanto e , ho bisogno anche di te perché sei tanto importante cazzo." disse singhiozzando e trattenni le lacrime calmandomi un minimo.
Stavamo piangendo entrambi e non potevo rimanere ancora in questo posto quando il male peggiore era lì, vicino a loro.
Quella che un tempo era casa mia.
Con tutti i miei ricordi appresso.
Avevano bisogno di me, della mia forza, della persona che ero diventata grazie al mio impegno e alla mia dedizione.
Non potevo lasciarli ora dato che loro non l'avevano mai fatto con me, mai.
Possiamo ricominciare da capo.
Ogni singolo giorno abbiamo delle seconde opportunità per diventare la persona che abbiamo sempre voluto essere.
Possiamo lasciarci il passato alle spalle o possiamo imparare da esso e rendergli onore.
Possiamo decidere che non è mai troppo tardi per cambiare.
In quel minuto il tuo mondo si ferma, il tempo si sospende.
A dirla tutta, quel momento è un vero inferno ma per fortuna delle volte il pianto arriva e tutti noi torniamo finalmente a respirare.
In quel minuto il tuo mondo si ferma, il tempo si sospende.
A dirla tutta, quel momento è un vero inferno ma per fortuna il pianto arriva e tutti noi torniamo finalmente a respirare.
Il corpo non conosce la differenza tra la rabbia e l'euforia, tra il panico e il dubbio, tra l'inizio e la fine.
Il corpo ti dice semplicemente che devi andartene, a volte lo ignori, questa è la cosa più comprensibile da fare.
Ma altre volte gli dai retta.
Devi fidarti del tuo istinto, no?
E quando il tuo corpo ti dice di scappare..
Scappa.
"Sergio, se hai paura significa che hai qualcosa da perdere e credimi se ti dico che non voglio perdere una seconda volta Zulema, per davvero." dissi con le lacrime che mi rigavano il viso interrottamente.
Dovevo prendere una saggia decisione e sperare che non mi ammazzasse, perché se non l'aveva fatto 3 anni fa non si sarebbe posta nessun tipo di problema nel farlo ora.
Sergio non disse una parola e chiusi la chiamata incominciando a raccogliere le mie cose e a sommergere il mio ufficio da cima a fondo.
Raccolsi tutte le cose più importanti e diedi ordini precisi perché ora sarebbe iniziato l'inferno vero e proprio.
"Tony, voglio che dirigi tu questo posto in mia assenza, anche se sarò lontana ci teniamo comunque in contatto con tutti i mezzi possibili. D'accordo?" dissi andando dal mio allenatore e quest'ultimo annuì abbracciandomi calorosamente, era come se fosse un secondo padre.
Intanto comunicai a tutti di prepararsi per lasciare l'edificio e Will aprì la porta di scatto alzando le braccia confuso.
"Mi spieghi che stai facendo Maca? Stai capovolgendo tutto come al solito, che dobbiamo fare?" disse nervoso e lo guardai notando che avevo praticamente svuotato mezzo ufficio.
Mi avvicinai e gli afferrai saldamente il viso tra le mani calmandolo subito, l'emozione che provavo era immensa.

"Torniamo a Madrid e tutti voi verrete con me, nessuno escluso cazzo."

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