8.

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Una volta che sistemai tutto nel mio appartamento all'interno della villa mi feci una doccia veloce vestendomi con abiti più comodi ma che facevano risaltare il mio fisico allenato comunque.
Percorsi il lungo corridoio guardando la camera di Zulema che era praticamente affianco alla mia e mi mancò il fiato, non ero pronta a rivederla e chissà se lei lo era invece.
Ma non aveva paura di niente.
E nemmeno io.
Raggiunsi gli altri nella sala da pranzo e notai il tavolo ricoperto da cose da mangiare, stavo letteralmente morendo di fame e subito bevvi del caffè per svegliarmi del tutto a causa del viaggio.
"Come ti sembra?" domandò Raquel riferendosi alla villa che era stata ristrutturata da cima a fondo e sorrisi.
"Bellissima, come sempre d'altronde." risposi sedendomi a tavola e incominciammo a fare colazione tutti insieme parlando del più e del meno.
Non mi sentivo in soggezione nonostante avessi gli occhi di tutti puntati addosso e mangiai masticando lentamente.
"Il viaggio è andato tutto bene?" disse Tokyo dolcemente e annuii addentando un pezzo di pancake buonissimo.
"La vostra assenza è stata dura per tutti questi anni devo ammetterlo, ma stare qui mi fa sentire meglio." dissi rilassandomi e finii di mangiare.
"Ci sei mancata tanto e mi dispiace che ci siamo dovuti riunire per queste circostanze un pochino difficili." disse Raquel dispiaciuta ma feci spallucce rassicurandola subito.
"Non preoccuparti, va tutto bene." le risposi tranquilla e sorrisi notando Rio con un bambino bellissimo tra le braccia.
Mi si illuminarono gli occhi e sorrisi non appena me lo porse, i suoi occhioni neri mi guardavano con curiosità e lo presi in braccio felice.
"Ti presento nostro figlio, Pablo." disse emozionata ed ero al settimo cielo non appena il bambino rise tra le mie braccia.
"Gli piaci di già, non avevo dubbi." disse Rio ridendo e contagiò anche a me.
Non ridevo così in modo genuino da anni e mi sentivo terribilmente bene.
"Ovviamente io sono la zia figa che lo riempirà di regali ogni secondo." dissi fiera e il bambino afferrò una ciocca dei miei capelli biondi giocandoci subito.
"Sta già facendo conquiste il mostriciattolo, sono sconvolta." disse Tokyo divertita e mi vennero le lacrime agli occhi perché mi sarebbe piaciuto assistere alla sua gravidanza e starle vicina ogni secondo.
"Hai sentito Pablo? Sei incredibile." dissi al bambino tra le mie braccia e rise dicendo parole a caso.
Restammo così per alcuni minuti fino a quando non lo ridiedi a sua madre, finii di bere il caffè e mi domandai dov'era il mio scorpione.
Forse noi due ci cercavamo molto più di quanto noi stessi pensassimo.
E così abbiamo finito per prendere la strada più lunga e più contorta.
Forse io non avrei dovuto fare quello che ho fatto.
Ma non ho potuto farne a meno.
E volevo che la sensazione di intimità e tenerezza che ho provato per lei, è stata un'emozione che non avevo mai sentito prima nella mia vita.

Sergio fece per dirmi una cosa ma ad un certo punto Ethan fece il suo ingresso, raggiungendomi con il suo solito passo sicuro e forte.
"Capo." mi richiamò serio e mi alzai finendo di mangiare, lo raggiunsi e strinse il mio braccio facendomi quasi sorridere.
"Page ha individuato una macchina che forse ci stava inseguendo nel mentre che stavamo venendo qui." disse afferrando il tablet che aveva tra le mani e sbuffai afferrando velocemente il telefono per chiamare Tony.
"Hey capo, com'è andato il viaggio?" disse felice e gli risposi subito sentendo la sua voce squillante dall'altro capo del telefono.
"Benissimo, ti mando la posizione e devi farmi il favore di controllare il perimetro grazie alle telecamere che ci sono. Inoltre, recupera la targa di qualsiasi macchina vicino a noi nelle ultime due ore, fammi sapere tutto cazzo." dissi autoritaria e il mio amico annuì per poi chiudere.
"Wow, non credevo fossi così." disse Denver sorpreso e serrai la mascella sedendomi nuovamente a tavola.
"Beh, Los Angeles è un posto diverso da qui, le armi sono più avanzate e le persone sono assai pericolose. Ho imparato ad essere pronta a tutto e a non lasciarmi intimorire." risposi toccandomi i capelli leggermente umidi e Denver annuì ammirato.
"Quindi Zulema ha fatto bene?" disse Tokyo titubante e mi vennero le lacrime agli occhi, mi morsicai il labbro e guardai altrove cercando di calmarmi.
"Sì, ha fatto bene e mi dispiace se la nostra storia si è conclusa così ma non avevamo altra scelta." dissi sorridendo tristemente e una lacrima mi rigò il viso, facendomi tremare.
"Beh, mentirei se dicessi che lei non ci è stata male ma credimi che ha sofferto veramente tanto in questi 3 anni perché Maca, lei ti ama davvero." disse Sergio rassicurandomi e feci spallucce appoggiando i gomiti sul tavolo.
"Anche io la amo, e voglio vederla." sussurrai con la voce tremolante e tutti sgranarono gli occhi per la mia confessione che era la prima volta che dicevo.
Ma non importava.
"Lo sapevo io." disse Berlino felice e ridacchiai riprendendomi un attimo.
"Comunque, sa del tuo arrivo però ora credo che sia nel suo ufficio ma ti sconsiglierei di andarci perché sta lavorando giorno e notte." disse Tokyo stringendomi la mano e annuii sbadigliando leggermente, il fuso orario mi rendeva stanca e volevo riposare un pochino.
Feci un cenno alle mie guardie e salutai gli altri salendo le scale, si posizionarono all'inizio del corridoio per assoluta protezione e mi rinchiusi dentro sbadigliando un'altra volta.
Mi accoccolai sotto le coperte e vari ricordi colpirono la mia mente facendomi ricordare di tutte quelle volte in cui avevamo fatto l'amore con Zulema in questo letto, mi mancava da morire e l'istinto era quello di andare da lei ma non sapevo come poteva reagire.
Mi voleva morta, ed io non potevo fare nulla a riguardo se non adattarmi alla nuova persona che era diventata.

end gameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora