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Afferrai l'ennesima valigia e la consegnai a una delle mie guardie del corpo pronta per essere caricata in aereo.
"Te ne rendi conto che siamo quasi un migliaio e tu stai chiedendo di portare 20 società in Spagna?" disse Altagracia nel mentre che finivo di preparare l'ennesima valigia con le armi ma era tutto sotto controllo.
Come sempre, avevo pensato veramente a tutto quanto.
"Mi sono già messa in contatto con Sergio e ci ha lasciato un centro di controllo a dir poco enorme, ha costruito un'altra struttura grandissima affianco alla sua villa e credimi che lì ci staremo tutti quanti. Non hai idea della quantità di denaro che possiede il mio amico." dissi svuotando l'altro armadio mettendo accuratamente la mia roba in un'altra valigia, sicuramente qui in America non ci sarei tornata quindi mi stavo veramente portando via tutto quanto.
"Buono a sapersi cazzo, ho sempre sognato di tornare in Spagna sono nata lì e mi manca parlare la mia lingua madre, da morire." disse la mia amica sbuffando e sorrisi andando velocemente in bagno per afferrare alcuni prodotti e tutti i trucchi che avevo.
"Beh, anche a me e onestamente in un momento così delicato non posso lasciare i miei amici. Hanno bisogno di me come io ho bisogno di loro e insieme uniti possiamo fare veramente tante cose. Così questo è anche un vantaggio per voi per imparare a stare in questo mondo fatto di mille pericoli e adrenalina." dissi chiudendo l'ultima valigia e mi legai i capelli per poi alzarmi il cappuccio della felpa.
In America le temperature non erano alte come in Spagna quindi sentivo freddo.
"Possiamo andare cazzo, tanto questa casa sarà blindata fino al mio ritorno." dissi guardandomi attorno e notai che avevo preso veramente tutto quanto.
Non stavo più nella pelle.
"Abbiamo il volo tra meno di un'ora e per fare più veloce ho già dato il consenso a tutti gli altri di partire. Ci aspetteranno direttamente affianco alla villa di Sergio con tutte le attrezzature pronte." dissi sedendomi in macchina e Altagracia mi fece alcune domande nel mentre che diedi il consenso al mio autista di partite veloce.
"Quindi vedrò Zulema Zahir?" disse la mia amica emozionandosi un minimo e ingoiai il groppo che avevo in gola guardando fuori dal finestrino in ansia, eravamo cambiate entrambe da morire e chissà come poteva reagire nel vedermi, era una cosa iconica.
Surreale.
"Scusami capo, non volevo." disse Altagracia stringendomi il braccio per tranquillizzarmi.
"Va tutto bene, acqua passata." dissi rilassandomi un minimo e chissà se Zulema aveva saputo che stavo tornando da lei, per davvero.
"Siete state praticamente i nostri idoli per tantissimi anni e se penso che potreste ritornare insieme non so quante persone uscirebbero fuori di testa per voi, cazzo che figo!" esclamò euforica e risi chiudendo gli occhi fino a quando non arrivammo in aeroporto.

Una volta salita nel mio jet privato mi venne subito servito da bere ma non mi interessava, volevo partire immediatamente e mettermi a lavoro duramente per proteggere i miei amici.
"Partiamo tra pochi minuti, capo." disse il pilota facendomi un cenno e annuii nel mentre che Will ed Ethan si sedevano al mio fianco, Cassandra mi fece un piccolo cenno e ricambiai incrociando le gambe in ansia.
"Andrà tutto bene, sono quasi dieci ore di volo quindi ti consiglierei di rilassarti un attimo e respirare." disse Will afferrando una coperta e annuii accoccolandomi sulla sua spalla.
Gli altri soci ci raggiunsero e presero posizione bevendo qualcosa, mi sentivo terribilmente al sicuro con tutti i miei amici al mio fianco e nemmeno in mezzo secondo le porte del jet si chiusero con forza e il pilota annunciò il volo.
"Cazzo che lusso." disse Mark ad una certa bevendo dello spumante e soffocai una risata accoccolandomi al corpo caldo di Will che mi strinse amichevolmente.
"Rilassati, se vuoi possiamo andare in bagno per alcune ore." disse scherzando e sbuffai dandogli un colpo sulla spalla facendolo ridere.
"Sei un'idiota." dissi chiudendo gli occhi e il ragazzo mi sciolse i capelli per accarezzarmeli dolcemente.
"Sei la donna più bella che io abbia mai visto e non ti sfiorerei neanche un dito, sono serio." disse continuando ad accarezzarmi con una delicatezza unica e gli diedi un bacio veloce sulla guancia.
"Hai sempre la solita faccia da cazzo anche quando dici qualcosa di sensato, sono senza parole." disse Ethan ad un certo punto e scoppiammo a ridere nel mentre che eravamo altissimi nel cielo e un sonno profondo mi colpii in pieno, addormentandomi.
Sì, ma chi ci ama non lo fa a intermittenza come una lampadina che si accende e si spegne.
Perché è vero, in alcuni momenti quando è accesa ci sembra quasi il sole, poi quando è buio cadiamo in fondo a un pozzo.
Ma poi si fulmina.
Buio totale.
Se tiriamo su le serrande per un po' avremo gli occhi disabituati al sole, poi però capiremo che esiste altro fuori.
Forse ci vorrà un po', ognuno ha gli occhi più o meno sensibili, ma diremo basta alle luci artificiali.
Chi sceglie l'amore non ama le luci artificiali ma sa anche che quando è sano non ci chiede di rovinarci gli occhi fissando il sole, e nemmeno vuol tenerci al riparo da tutto, in qualche triste zona d'ombra.
Sono felice? No, ovvio.
Mi manca da morire
Ma non posso fare molto.
Proprio perché l'amavo ho dovuto lasciarla andare.
Vivo guardando avanti.
Non so cosa il futuro mi servirà.
Ho paura? Tanta.
Ho deciso di vivere giorno dopo giorno.
Ho capito che solo donando parte di se stessi agli altri, senza pretendere nulla in cambio, si possa definire una vita degna di questo nome.
Tutto il resto è solo un mondo grigio e sfuocato a cui ti aggrappi per non andare ancora più a fondo, senza renderti conto che in realtà quel fondo lo hai già toccato e ti limiti a trascinarti da una parte all'altra, senza tentare di risalire.
Non è amore se lo sprechi, probabilmente.
Però se lo rubi ti ruba l'anima, restituendoti l'immenso dentro allo spazio della tua stanza.
Credo che l'amore abbia un punto di non ritorno, un punto che una volta varcato non ci permette di tornare indietro.
È in quel preciso istante che ci si spoglia dei vestiti razionali e ci si tuffa in mare dimenticando il salvacuore, anche se non sappiamo nuotare.
Ed era questo che pensavo quando la mia mente arrivava a Zulema.
Per quanto il nostro rapporto si era spezzato così come i nostri cuori quello che sentivo era puro amore e al solo pensiero che l'avrei rivista mi mandava letteralmente fuori di testa.
Perché il desiderio che provavo nei suoi confronti era a dir poco sublime.
Se non conoscessi il bene, non mi salverei dal male, e se non conoscessi il male, non potrei fare il bene.
E Zulema era una miriade di cose messe assieme che rendeva anche quella più insignificante, unica.
"Biondina, apri gli occhi." sussurrò Altagracia svegliandomi e mugugnai nel sonno aprendo gli occhi.
Eravamo appena atterrati ed erano per l'esattezza le 8 del mattino.
Avevo dormito veramente tanto.
Mi alzai non vedendo l'ora di respirare l'aria di casa e mi sgranchì i muscoli notando le mie valigie già pronte in macchina, accesi il telefono e per poco non mi esplose per la miriade di notifiche.
Tokyo non vedeva l'ora di vedermi e mi affrettai a salire in macchina insieme a tutti gli altri.
Durante il viaggio che distava circa due ore chiamai Sergio per sapere determinate cose e fargli domande.
"Il tuo gruppo è già arrivato qui e hanno fatto subito amicizia con gli altri sai? Hanno chiesto di poter usare la palestra con tutte le varie attrezzature e non hanno esitato un attimo. Gli hai allenati benissimo Maca, davvero e non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che stai facendo." disse quasi in lacrime e sospirai sorridendo guardando fuori dal finestrino, lo abbassai leggermente e l'aria calda colpii in pieno il mio viso.
"Sono tanto felice di ciò e credimi che quei ragazzi hanno delle capacità brillanti, appena arrivo ti presento tutta la mia equipe, promesso." dissi ridendo leggermente e Will mi diede un bacio sulla guancia aumentando il volume della radio.
"Va benissimo Maca, comunque vi sto monitorando e per il momento non vedo nessun spostamento sospetto." disse il mio amico usando un tono di voce neutrale e annuii guardando nello specchietto retrovisore notando la trentina di macchine dei miei uomini seguirci con disinvoltura.
"Perfetto, a tra poco." dissi chiudendo la chiamata e mi torturai le mani in preda all'ansia ma nessuno osò aprire bocca perché in questi casi volevo essere lasciata in pace per metabolizzare.
Durante il viaggio restai in silenzio e indossai le cuffie facendo partire dalla mia playlist uno dei miei brani preferiti.
I minuti passarono e non appena in lontananza vidi quella villa maestosa ampliata alla grande per poco non mi venne da piangere.
Sergio mi aspettò impaziente fuori dal cancello insieme al resto dei miei amici e non appena uscimmo dalla mia macchina i miei uomini mi affiancarono protettivamente, insieme all'altro gruppo dei miei amici alle mie spalle.
"Cazzo." disse Berlino sgranando gli occhi e tutti avevano il fiato sospeso nel vedermi dopo 3 lunghissimi anni, non mi staccavano gli occhi di dosso e forse non si aspettavano un mio cambiamento così radicale dalla testa ai piedi.
Mi avvicinai in tutta la mia altezza e Altagracia studiò attentamente ogni singola persona per poi guardare la villa gigantesca davanti a noi.
I miei amici alle mie spalle guardarono incuriositi le persone più importanti della mia vita e soffocai una risata non appena Sergio mi fece cenno di entrare dentro.
"Siamo all'aperto, diamoci un contegno ora perché potrebbero osservarci costantemente." disse serio e serrai la mascella senza dire una parola percorrendo quel famoso viale.
Non appena entrammo dentro venni assalita dai miei amici e Tokyo mi lasciò un lungo bacio sulla guancia.
"Cazzo quanto mi sei mancata." disse in lacrime e Rio fece altrettanto stringendomi amorevolmente.
Berlino invece pianse nel guardarmi e mi emozionai un minimo anche io.
Non appena si staccarono abbassai il cappuccio della mia felpa insieme ai miei occhiali da sole, scoprendo per intero il mio viso e i miei lineamenti da donna vera.
"Non ci posso credere, sei reale?" disse Monica accarezzandomi il viso e Denver aveva la bocca spalancata insieme a tutti gli altri.
Erano sconvolti per la mia bellezza, che negli anni si era raddoppiata, togliendo ogni sfumatura della bambina viziata che ero.
"Bentornata a casa, Maca." disse Sergio abbracciandomi e ricambiai asciugandomi alcune lacrime dal viso.
Finalmente avevo ripreso a respirare in gran parte e questa era una scelta della quale non mi pentivo assolutamente.
Non sarei più tornata indietro.
Mai.

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