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Chiusi la porta del mio appartamento appoggiandomi contro e scesi lungo il legno spesso, con le lacrime che mi rigavano il viso interrottamente.
Mi tolsi la fede e l'appoggiai nel tavolino al mio fianco, singhiozzando disperatamente con le ginocchia al petto.
Feci scattare la serratura e diedi un pugno al muro dal nervoso non appena mi alzai, ero letteralmente in panico e il dolore che stavo provando dentro al petto era a dir poco pesante e soffocante.
Ne diedi un'altro e urlai dalla rabbia continuando a prendere a pugni quel misero muro che mi provocò un male assurdo, facendomi piangere il doppio.
Piansi sdraiandomi nel pavimento e le mani erano sporche di sangue, ma a chi importava davvero? A nessuno.

2 giorni dopo.
"Saranno da te, mercoledì ok?" disse Tony al telefono e feci un cenno a Sergio, camminando nervosamente attorno al tavolo del suo ufficio.
Gemetti leggermente per le mani e nessuno osò fare domande, tutti avevano sentito le mie urla di dolore e la prima cosa che fece Tokyo fu quella di usare le chiavi di riserva e stringermi per tutta la notte, lasciandomi sfogare per ore.
"Perfetto, allora ci sentiamo." dissi terminando la chiamata e sospirai, il mio amico fece per dirmi una cosa ma uscii velocemente dalla stanza.
Gli altri stavano cenando mentre io avevo dormito tutto il giorno a causa delle troppe lacrime che avevo versato per due giorni interi, dove non avevo visto nemmeno la luce del sole.
Zulema mi guardò non appena sbucai in sala e si fermò, smettendo subito di mangiare e squadrandomi dalla testa ai piedi, non la calcolai minimamente ma sentivo il suo sguardo bruciare nelle fasce che portavo nelle mani.
"Ethan vorrei parlarti un attimo." chiamai il mio amico e si alzò subito di scatto, non guardai a nessuno e lo trascinai in cucina con la mascella contratta e gli occhi gonfi dalle lacrime.
"Capo, tutto ok?" disse lui non appena fummo da soli e quella domanda improvvisa mi spiazzò completamente.
Sospirai chiudendo gli occhi e una lacrima veloce scese lungo la mia guancia, facendomi tremare.
"Lascia perd-" dissi fredda ma Ethan mi abbracciò cogliendomi di sorpresa, non eravamo abituati a questo genere di contatti ma non appena le sue braccia strinsero la mia vita esile piansi, forte.
Con un calcio chiuse la porta per non sentirmi e singhiozzai contro al suo petto, nel mentre che mi accarezzava i capelli.
"Non mi ama, lei non mi ama cazzo." dissi stringendo la sua felpa e il mio amico aumentò la presa, come per trasmettermi una forza assurda.
"Sei sicura?" disse sottovoce e annuii, stringendolo fino a fargli male ma non disse niente e ascoltò i miei lamenti per alcuni minuti fino a quando non chiusi gli occhi completamente esausta, da tutto.
"Scusami." mormorai staccandomi e presi dei fazzoletti dal ripiano, asciugando tutto il trucco che mi era colato.
"Per cosa? Non farlo mai con me." disse lui scuotendo la testa e gli diedi un bacio veloce sulla guancia dolcemente.
"Volevo dirti che vorrei fare un'esercitazione in città, puoi avvisare tutti gli altri? La svolgeremo domani." dissi piano e la gola mi faceva male da morire a causa di tutte le lacrime versate.
"Perfetto, vado ora a dopo." disse stringendomi il braccio sorridendomi e ricambiai, uscendo anche io.
Purtroppo dovevo passare per forza in sala da pranzo e notai il mio posto vuoto, feci rumore con i tacchi dirigendomi nel mio appartamento ma Saray mi bloccò.
"Bionda, non mangi?" disse dispiaciuta e mi fermai di scatto, guardandola seria.
"È una presa per il culo? Sai, perché per quelle sono abituata eccome." dissi acida e Zulema sbuffò, scuotendo la testa incredula per la mia palese frecciatina.
"Puoi anche rivolgerti a me mentre stai parlando con la mia migliore amica, non risolvi un cazzo facendo così." disse il mio scorpione e tremai per il suo tono di voce, apatico e distrutto.
Mi mancava tanto.
"Cosa dovrei fare allora? Comportarmi come se niente fosse mentre tu, te ne stai lì tranquilla come sempre?" sbottai alzando la voce e a quel punto Zulema perse la pazienza, dando un pugno fortissimo nel tavolo spaventandomi.
Me ne andai scuotendo la testa ma non appena feci per rientrare nel mio appartamento la mia schiena andò a sbattere contro al muro, ma avendo dei riflessi incredibili la spinsi, lontana da me.
Ovviamente doveva raggiungermi.
"Cosa vuoi fare adesso? Parlare?" dissi scoppiando a ridere e una lacrima mi rigò il viso, cogliendomi di sorpresa.
"Smettila di fare così, smettila di evitarmi per giorni come stai facendo. Stavamo benissimo insieme, perché devi rovinare tutto quanto?" disse guardandomi dritta negli occhi e le diedi le spalle aprendo la porta, tentai di chiuderla ma essendo più forte riuscì ad entrare comunque, senza replicare.
"Quello che ci siamo dette, è la verità." dissi togliendomi i tacchi e la mia regina araba si sedette nel mio letto, guardandomi con tantissima tensione addosso nel mentre che mi scioglievo i capelli, facendoli ricadere nelle mie spalle aspettando che parlasse come al solito.
"Tu non sei stata il mio rimpiazzo." disse alzandosi di scatto e rimasi al mio posto guardandola malissimo, abbassò lo sguardo afferrandomi le mani ed ero stanca di litigare così tanto con lei.
"Che hai fatto?" disse cambiando discorso e non le risposi, limitandomi a guardarla con tantissimo dolore in corpo.
Mi baciò le nocche dolcemente e averla così vicina mi fece tremare le gambe dall'emozione, il suo profumo era buonissimo e mi mancava sentirlo addosso a me.
"Hai tolto la fede al dito, seria cazzo?" disse ad una certa e feci spallucce, togliendo le mani dalla sua presa e dirigendomi verso al letto per sdraiarmi.
"Voglio riposare, ho mal di testa." sussurrai appoggiando il viso nel mio cuscino e le diedi le spalle, triste in viso.
"Ovviamente, non dormi e non fai altro che piangere dalla mattina alla sera!" urlò furiosa e feci una risata amara, non avrei pianto mai più in vita mia per lei.
"Non sto piangendo per te, odio le prese per il culo e tu di lui, sei ancora innamorata sennò avresti negato." sussurrai serrando la mascella e percepii il materasso abbassarsi, si era seduta e non ebbi il coraggio di voltarmi.
"Non lo so nemmeno io perché ho reagito così, veramente.." tentò di parlare ma ancora una volta si bloccò, non sapeva nemmeno lei quello che voleva e chiusi gli occhi esausta.
"Vattene." dissi dopo alcuni minuti di totale silenzio e Zulema mi sfiorò il fianco facendomi rabbrividire ed era incredibile l'amore che provavo per lei.
"Manteniamo un rapporto civile." mi propose e trattenni le lacrime perché nemmeno lei voleva perdermi.
"Pensaci bionda, davvero." aggiunse dopo vari minuti di totale silenzio e sospirai tristemente, tolse la mano dal mio fianco velocemente e senza dire una parola uscì dalla stanza in silenzio.
Ma in realtà mi stava urlando tante di quelle parole che era difficile capirle.

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