26.

862 71 96
                                    

Finii di prepararmi sistemandomi i miei capelli mossi lungo le spalle e nonostante fossero passate alcune ore non mi era passata quella sensazione di gelosia che mi stava logorando il fegato.
"Tutto bene, bionda?" disse Saray affiancandomi e notai il suo sguardo lungo il mio corpo fasciato da un vestito abbastanza stretto che faceva risaltare tantissimo il mio fisico slanciato.
"No Saray, non va bene un cazzo." dissi sbuffando e mi portai una sigaretta alle labbra facendo un rumore assordante con i tacchi, anche io avevo appena finito una riunione e la verità era che non avevo ascoltato nulla.
Proprio per niente.
Perché la mora era sempre dentro alla mia testa e mi mancava da morire.
"Okay calmati, raccontami e vedremo se potrò aiutarti coraggio." disse afferrandomi per un braccio e i suoi occhi mi scrutavano attentamente speranzosi che mi aprissi con lei tranquillamente.
"Voglio stare di nuovo insieme a lei, ufficializzare la cosa come prima ma ancora non me lo permette e diciamo che oggi mi sono arrabbiata." dissi mordendomi il labbro inferiore nervosa e la gitana sorrise leggermente.
"Zulema per tanti anni ha avuto una paura tremenda di non essere amata come si deve per colpa di Hanbal. So che ti sembrerà strano ma l'unico consiglio che ti posso dare è di essere paziente e di capirla per davvero. È difficile e credimi si vede che vi volete a vicenda però in questa situazione dovete essere forti perché una relazione così esposta comporterebbe solamente guai." disse accarezzandomi la spalla nuda e annuii capendo appieno la situazione ma ero ancora un pochino arrabbiata.
"Grazie, Saray." sussurrai regalandolo un sorriso sincero e la donna davanti a me mi abbracciò forte.
"È la mia migliore amica e so che tu puoi darle il mondo, ma attente ok?" mi sussurrò all'orecchio e annuii staccandomi dopo alcuni minuti.
Presi un lungo respiro profondo e notai Sergio farmi cenno di raggiungerlo, inarcai un sopracciglio confusa e Saray si mise al mio fianco.
"Che è successo?" gli domandai in panico e alzai gli occhi al cielo non appena notai che stavamo andando nella sala riunioni dov'era Zulema.
"Riunione urgente." disse aprendo la porta ed entrai subito abbastanza annoiata, avevo gli occhi di tutti puntati addosso ma ovviamente quelli del mio scorpione erano i più taglienti.
Saray mi fece sedere al suo fianco nonostante le mie proteste e mi sedetti facendo un cenno ai miei uomini che assunsero subito un atteggiamento serio e rigido davanti al mio sguardo autoritario.
"Macarena Ferreiro, che piacevole sorpresa averti qui." disse un uomo allungandomi la mano per stringerla ma lo guardai dritta negli occhi facendolo sussultare e non ricambiai la stretta.
"Non avevo dubbi." dissi serrando la mascella e accavallai le gambe scoprendo la mia coscia tonica.
Zulema strinse un pugno dalla rabbia e richiese subito dell'alcool, feci finta di niente e non la considerai esponendo subito le mie opinioni riguardo ad un somma di denaro che volevano attuare.
Ad un certa la mano di Zulema si infilò sotto al mio vestito e mi strinse la coscia facendomi sussultare leggermente.
"Ne è sicura della somma di denaro?" disse un uomo sentendo quello che avevo da offrire e la mano del mio scorpione salì ancora più in alto ma la tolsi furiosa rispondendo tranquillamente.
Mi stava provocando alla grande e afferrai un bicchiere di alcool bevendo leggermente e rilassandomi un minimo.
Fece per toccarmi la coscia di nuovo ma serrai le gambe facendola sbuffare incredula per il mio comportamento.
"Due milioni di euro per quelle armi." proposi giocherellando con gli anelli che portavo alle dita ma dopo vari secondi di silenzio il mio scorpione parlò.
"Manco per il cazzo, un milione e il restante lo investiamo per prenderne delle altre più efficaci." disse accendendosi una sigaretta ed è a quel punto che i nostri occhi si incontrarono.
La guardai male e sostenne il mio sguardo eccome facendo sussultare la gitana al suo fianco.
"Perché non possiamo spendere una cifra alta e chiudere il conto così? Ti ricordo che quella laureata in economia sono io, ci so fare con i soldi e lo sai benissimo anche tu." sbottai toccandomi i capelli e Zulema si innervosì il doppio per il fatto che avevo incominciato ad evitarla di nuovo.
"Certo che lo so, però in questo caso la mia proposta è migliore perché se spendi tutto in una sola cosa come puoi occuparti del resto?
Sii ragionevole bionda e accetta la proposta del nostro socio firmando." disse facendo un cenno all'uomo al mio fianco e la mia mascella era contratta da morire.
"Giusto, mi ero scordata che tu non prendi il pacchetto completo quando si tratta di una cosa ma ne pensi solamente ad una, sbattendotene il cazzo del resto senza problemi." dissi ad una certa e la vidi boccheggiare leggermente per la mia frecciatina.
"Senza problemi dici? Se me ne frego è perché magari ci ho sofferto abbastanza in passato non credi bionda? Do il giusto peso alle cose al contrario tuo che nemmeno dici la verità su determinate persone." disse alzando di poco la voce e mi mancò il fiato perché sapevo a chi si stava riferendo.
Fatima.
"A volte non parlarne è la scelta più giusta se vuoi proteggere qualcuno ma tu questo ancora non lo capisci!" esclamai con le lacrime agli occhi e la vidi scuotere la testa furiosa.
In sala era calato il silenzio e Sergio mi guardava intimandomi di smetterla ma non gli diedi ascolto.
"Capisco molte cose Macarena, e mi sorprendo dal fatto che tu invece non ne hai capito nemmeno una su di me." disse dando un colpo al tavolo dal nervoso e sussultai non appena la vidi alzarsi furiosa con la mascella contratta.
"Finite pure questa cazzo di riunione senza di me, ho di meglio da fare." disse facendo un cenno alle sue guardie del corpo e uscì sbattendo la porta.
Non ci pensai due volte e afferrai quello stupido foglio e lo firmai accettando la richiesta dell'uomo al mio fianco che sorrise vittorioso e ovviamente inseguii il mio scorpione come una furia.
Salì le scale di corsa trattenendo un singhiozzo e la raggiunsi al terzo piano dove c'erano ancora degli uffici vuoti in fase di restauro.
Eravamo da sole.
"Zulema, fermati cazzo!" urlai afferrandole un polso ma si tolse subito dalla mia presa ringhiando furiosa e continuando a camminare verso al balcone enorme dell'enorme villa.
"Vattene." disse dandomi le spalle ma l'attaccai contro al muro con forza, tentò di liberarsi ma infilai una coscia in mezzo alle sue gambe facendola tremare.
"Smettila di fare così, per favore." la implorai inchiodandole i polsi sopra alla sua testa e dopo mezzo secondo la spinsi dentro ad una stanza vuota.
"Così come? Non ti rendi conto che quello che esce dalla tua bocca sono stronzate? Vaffanculo, Macarena." disse toccandosi i capelli nervosamente e una lacrima mi rigò il viso.
"Tu le reputi cazzate solamente perché non le vuoi accettare, perché una parte di te mi odia per quello che è successo con Fatima e non riesci ad andare avanti con me. Per te sono tutte parole, scopate prive di senso ma per me non è così!" urlai con le lacrime che mi rigavano il viso e la vidi sgranare gli occhi puntandomi un dito contro mordendosi il labbro furiosa senza aprire bocca dalla rabbia.
Sospirò chiudendo gli occhi e si appoggiò nella scrivania facendo dei respiri profondi, strinse i bordi scuotendo la testa e andai dietro di lei sfiorandole la vita ma mi spinse con forza facendomi barcollare.
Alzai le mani cercando di calmarla e i suoi occhi erano tanto lucidi e il suo tatuaggio sotto all'occhio si risaltava ancora di più.
"Non sono scopate prive di senso le nostre, ma pensa al cazzo che vuoi." disse congedandomi con un gesto della mano e le afferrai il viso saldamente cercando di baciarla ma mi evitò.
"Non dire che non ho capito nulla di te, non ti azzardare minimamente." dissi afferrandole la mascella e appose resistenza per alcuni secondi ma appoggiai per una frazione di secondi le labbra sulle sue.
Tentò di staccarsi ma le strinsi il viso infilandole prepotentemente la lingua in bocca strappandole un piccolo gemito.
Continuai a baciarla con forza e la trascinai facendola indietreggiare fino a sbatterla sopra alla scrivania.
"No, Macarena." disse non appena le aprii le cosce con forza e mi infilai in mezzo sollevandole la gonna forte.
"Stai zitta, ti amo da morire e non puoi dirmi queste cose perché mi fai male." dissi staccandomi per un attimo ed era arrabbiata da morire anche nel trovarsi così inerme con me infilata tra le sue gambe nude.
"Tu no invece? Mi fai incazzare." disse cercando di togliersi ma la baciai facendola ansimare contro le mie labbra.
Fece ancora resistenza e decisi di lasciarla andare dandole ovviamente i suoi spazi e il suo tempo.
"Va bene, ho capito Zulema." dissi con le lacrime agli occhi sistemandomi il rossetto leggermente sbavato e mi toccai i capelli nervosamente allontanandomi.
"Non hai nient'altro da dire? Cazzo!" esclamò inseguendomi nel mentre che percorrevo il corridoio e i nostri tacchi facevano un rumore assurdo.
Le lacrime mi rigavano il viso e non l'ascoltai raggiungendo la mia stanza con il mio scorpione alle mie spalle.
"Cosa Zulema? Sei arrabbiata e in questo momento non ragioni quindi forse va bene così." dissi entrando nel mio appartamento e mi tolsi i tacchi gemendo per il dolore ai piedi.
"Sono arrabbiata per colpa tua." disse appoggiandosi nello stipite della porta e risi leggermente abbassandomi la cerniera del vestito nella schiena.
"Perché non stiamo insieme?" le domandai rimanendo in intimo davanti a lei e mi stava mangiando con lo sguardo.
Si morsicò il labbro guardando ogni centimetro del mio corpo esposto e alzai gli occhi al cielo avvicinandomi a lei.
"Allora?" dissi ad un centimetro dal suo viso e mi sfiorò la vita serrando la mascella, la sua forza di autocontrollo stava andando a puttane e si vedeva.
"Non stiamo bene così? No? Lo sai che ti amo e che sono innamorata di te quindi non capisco perché stai rompendo le palle, Maca." sbottò aprendo le braccia e la guardai dritta negli occhi facendo un sorriso triste.
"Buonanotte, Zulema." dissi afferrando una maglia larga e lunga e la indossai andando a lavarmi i denti e a togliermi tutto quanto il trucco.
Si era calmata parecchio e mi strinse la vita da dietro nel mentre che mi struccavo ma l'allontanai innervosendomi.
"Sei una cazzo di bipolare." dissi risciacquandomi il viso e avevo tolto ogni residuo di trucco nella mia pelle.
"Ha parlato l'acida bisbetica." disse il mio scorpione ironica e la scansai andando verso al mio letto e infilandomi sotto le coperte.
Zulema rise per il mio comportamento e se ne andò sbattendo la mia porta con forza facendomi sussultare.
Non andava bene proprio un cazzo.

end gameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora