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"Bionda sto andando a farmi ricoverare, prepari tu le valigie?" disse Zulema in panico cercando di alzarsi ma scoppiai a piangere e risi dall'emozione allo stesso tempo per la sua affermazione così idiota.
Le mostrai il test e mi abbracciò forte accarezzandomi i miei lunghi capelli biondi, tranquillizzandomi del tutto.
"Scusa per prima, non volevo." mormorai baciandole le labbra dolcemente e ricambiò alzandosi per poi appoggiarmi sopra la sua scrivania.
"Scusami tu, ero nervosa e amareggiata perché non volevo vederti stare male così, sono sincera." disse contro le mie labbra ma le accarezzai il braccio facendola tranquillizzare.
"Sto bene, ora va molto meglio." dissi emozionata e mi prese in braccio trascinandomi in camera veloce.
"Voglio fare l'amore con te, posso?" disse incerta facendomi sdraiare nel letto e scoppiai a ridere togliendomi un peso dal petto a dir poco enorme.
" che puoi, sono tua moglie." dissi accarezzandole il viso e mi tolse la felpa, baciando ogni centimetro del mio seno fino a scendere nel mio ventre piatto.
"Non fare cazzate, ti vogliamo tra noi." sussurrò lasciandomi dei piccoli baci e mi emozionai il triplo, le accarezzai i capelli dolcemente e la sua guancia calda si appoggiò sopra alla mie pelle.
"Amore." la richiamai in lacrime e mi baciò calmandomi del tutto nel mentre che la passione prendeva il sopravvento tra di noi, letteralmente.
"Diventeremo mamme, di nuovo." disse emozionata piangendo contro al mio collo e le accarezzai piano i capelli.
Era il giorno più bello di tutta la mia vita.
"Devo chiamare Saray, subito!" esclamò dopo un po' afferrando il telefono ma la bloccai scuotendo la testa.
"Sei pazza? Quella è capacissima di fare un flashmob nuda per tutta Madrid, oltre ad un gay pride enorme." dissi ridendo e Zulema si piegò in due dal ridere, si inginocchiò nel materasso e si tolse la felpa mostrandomi il suo addome scolpito che tracciai con le mie unghie.
Mi morsicai il labbro e se pensavo che tutto questo ben di Dio era solo mio uscivo letteralmente fuori di testa.
Fece un sorrisetto malizioso e mi sfilò i pantaloni facendomi rimanere in intimo, aprii istintivamente le gambe e si mise in mezzo lasciando una scia di baci umidi e caldi che mi fecero tremare.
Chiusi gli occhi rilasciando dei gemiti strozzati e morsicò piano un lembo di pelle nel mio interno coscia facendomi sussultare di scatto.
Salì nuovamente verso al mio addorme e abbassò piano i miei slip, lasciandomi dei baci umidi e caldi sotto all'ombelico.
Il labbro inferiore mi fece male talmente me lo stavo mordendo e l'afferrai per i capelli inarcando del tutto la schiena.
"La mamma è impaziente? Non trovi?" mi sussurrò appoggiando nuovamente il viso nel mio ventre accarezzandomi la coscia nuda e sorrisi vedendola parlare con quel piccolo mostriciattolo che avevo in pancia e che presto sarebbe cresciuto.
"Sono molto impaziente." sussurrai eccitata e il mio scorpione mi fece il dito medio borbottando qualcosa.
Le sue braccia toniche circondarono le mie cosce e sorrisi incantata osservando i suoi tatuaggi a dir poco meravigliosi.
"Sto parlando con lui, silenzio." disse lanciandomi un'occhiataccia e risi accarezzando i suoi capelli lunghi e neri.
"E se fosse una lei?" sussurrai con vocina esile e Zulema si emozionò il doppio annuendo, incominciò a baciarmi ripetutamente la pancia e sorrisi.
"Non vedo l'ora di vederti." disse lasciandomi altri piccoli baci ed era incredibile tutto ciò che stavo provando.
Kabila non aveva mai fatto nulla del genere e realizzai che Zulema era proprio unica nel suo mondo, i suoi occhi ardevano di amore e già non stavo più nella pelle nel vederla mamma al 100%.
Fin dal principio.
"Vieni qui." sussurrai aprendo le braccia e il mio scorpione salì verso di me baciandomi ogni centimetro della mia pelle fino ad arrivare alle mie labbra che baciò con una dolcezza e passione unica.
Non riusciva mai ad essere innocua, aveva sempre quel suo lato possessivo e forte anche quando stavamo a letto.
"Ti amo." disse sfilandomi il reggiseno facendomi ansimare piano e si inchinò per mordicchiare i miei capezzoli e leccarli con la sua lingua esperta.
Chiusi gli occhi spalancando la bocca e strinsi i suoi glutei spingendola verso di me senza farla staccare mai.
Scese di nuovo in basso facendo scivolare gli slip lungo le mie gambe snelle e senza replicare, si leccò le labbra ed entrò di me facendomi tremare.
Aprì le mia gambe mettendosi meglio in mezzo e cercai la sua mano che mi strinse per farmi rimanere un attimo lucida, stavamo facendo l'amore dopo tantissimo tempo nella quale non mi sentivo all'altezza di niente con lei.
E non dovevo farlo mai più.
Richiamai il suo nome esaltata e la sentii gemere nel vedermi godere così tanto, quello che riusciva a farmi provare era unico e spinsi forte la sua testa contro di me affinché potesse farmi di più.
Infatti sembrò percepirlo perché aumentò il ritmo di scatto strappandomi un urlo incontrollato che riecheggiò in tutta la stanza fino a farla ridacchiare.
"Figlia di puttana." sbottai portando gli occhi all'indietro e per vendicarsi fece delle piccole circonferenze con la punta della lingua nel mio fascio di nervi pulsanti e urlai il doppio alzandomi sui gomiti spingendo il bacino verso di lei ma crollai nuovamente nel materasso.
La richiamai arrivando all'apice e dopo vari minuti venni urlando il suo nome.
"Sto per partorire." dissi con la voce colma dal piacere e Zulema scoppiò a ridere asciugandosi le labbra con la mano per poi baciarmi con passione.
Ricambiai regalandole un gemito ma la mia parte dominante prese il sopravvento e la inchiodai sotto di me dopo un po'.
Squadrò il mio corpo nudo e si alzò mordendomi le labbra ma strinsi i suoi polsi contro al materasso, era completamente inerme e sorrisi fiera.
"Ora mi leghi?" disse innocentemente e feci finta di pensarci un po' su, ero ancora stordita dall'orgasmo che mi aveva dato.
"Decido io ora, stai zitta Zulema." dissi autoritaria e sgranò gli occhi, vederla dal basso era la mia cosa preferita al mondo e i suoi lineamenti si notavano di più.
"Insultami, puoi anche picchiarmi." disse eccitata e alzai gli occhi al cielo per quanto fosse idiota, mi legai i capelli sotto al suo sguardo e sgranò gli occhi pronta ad agire ma la rimisi al suo posto.
"Quanto ti farò urlare." sussurrai incominciando a provocarla ed era da troppo tempo che non lo facevo.
Non in questo modo.
La gravidanza sarebbe stata impegnativa quindi dovevo regalarle questi momenti.
"Davvero?" disse fingendosi sorpresa e mi morsicai il labbro spogliandola, fino a farla rimanere nuda sotto di me.
Mi infilai tra le sue gambe nude e baciai ogni centimetro della sua pelle, sfiorando poi la cicatrice che aveva sul cuore.
"Non è più spezzato, piccola." disse accarezzandomi il braccio e le lasciai un piccolo bacio sulla fronte per poi combaciare le nostre intimità, con un colpo secco incominciai a spingere ma non appena fece per toccarmi la bloccai.
"Scordatelo." sussurrai senza fiato gemendo e inchiodai i suoi polsi distendendomi meglio sopra di lei.
Zulema si morsicò il labbro e il fatto che non poteva toccarmi la faceva godere ancora di più quindi di conseguenza urlò il mio nome, quasi piagnucolando.
Anche lei aveva il bisogno di toccarmi ma dominarla al 100% mi piaceva da morire.
"Divorziamo." disse spalancando la bocca ansimando e le morsicai il labbro facendola gemere, diedi una spinta con il bacino e strinse la mia vita con le cosce, inarcando la schiena di scatto.
"Col cazzo." dissi furiosa gemendo e strinsi ancora di più i suoi polsi, facendole urlare il mio nome dal piacere che solo io ero in grado di darle tutto quanto.
Si stava contorcendo sotto di me regalandomi non so quanti gemiti e chiuse gli occhi stringendo le sbarre di ferro, imprecando a bassa voce.
Me l'avrebbe fatta pagare.
Eccome.
"Guardami." dissi afferrandole la gola di scatto e gliela strinsi nel mentre che mi muovevo ancora con più forza e precisione.
"Sei mia, tutta quanta Zulema." le sussurrai marchiandole il collo e dopo un paio di spinte venimmo all'unisono.
Rimasi ancora sopra di lei e la liberai, affondò subito le unghie nella mia schiena vendicandosi e scese, lacerandomi.
"Piano." dissi recependo fiato e mi baciò intrecciando le nostre lingue, chiusi gli occhi rilassandomi e mi fece distendere nuovamente sotto di lei.

"Menomale che sono andata a quella festa del cazzo, Macarena Ferreiro."

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