79.

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si no encuentras agua
despliega tus alas
ven volando, ven volando.

La macchina si fermò nei sotterranei e una volta entrati tutti quanti, la porta venne blindata da cima a fondo.
Avevo il respiro affannato ed Ethan mi aiutò ad uscire, mantenendomi saldamente per la vita.
"Ottimo lavoro, novellino." dissi dandogli una pacca sulla spalla e Will mi raggiunse con una barella, stavo per svenire e mi aiutò a stendermi portandomi di urgenza al piano superiore.
"Abbiamo vinto." disse lui felice e gli feci un piccolo sorriso stanco, avevo corso tantissimo e la spalla mi faceva terribilmente male, percependo un dolore a dir poco enorme lacerarmi in due.
Mi fecero sedere in un lentino e non richiesi l'anestesia anzi Ethan mi porse una bottiglia di alcool puro e incominciai a bere e piccoli sorsi, per evitare di sentire anche il minimo dolore.
"Sei impazzita cazzo?" urlò Zulema entrando in stanza e vederla così alla luce mi fece leggermente tremare.
"Scusami?" dissi serrando la mascella ed ero in reggiseno nel mentre che un medico estraeva il proiettile dalla mia spalla, strinsi i denti dal dolore ed ero pallida talmente avevo la nausea.
"Non sono stata informata di nulla, avevi un piano di riserva cazzo e mi hai nascosto tutto quanto!" urlò il mio scorpione e mi sdraiai, misero due punti nel mio fianco destro e gemetti nel mentre che la donna della mia vita sbraitava contro di me, con un evidente stato di shock.
Era plausibile, avevamo fatto una cosa letteralmente stratosferica.
"Zulema, forse è meglio se per il momento la lasci stare non ha senso che ti incazzi così dato che ci ha salvato tutti quanti, rilassati." disse Saray venendo a stringermi la mano e le feci un piccolo sorriso di ringraziamento.
Era arrabbiata e dovevo capirlo.
"Tu non parlarmi! Avresti dovuto lasciarmi andare ma invece hai preferito fare degli accordi con lei." disse la mora dando un colpo al tavolo dal nervoso e mi misi seduta goffamente bevendo ancora dalla mia bottiglia.
La gitana non disse niente e abbassò lo sguardo impaurita, il mio scorpione quando era arrabbiata faceva paura.
Fatima sbucò imbarazzata dalla porta e le feci un sorriso smagliante seppur colmo di dolore, non doveva essere facile per lei quindi cercai di smorzare la tensione.
"Hey ragazzina! Ci rivediamo finalmente hai visto? Sono venuta a prenderti per davvero questa volta." dissi serrando la mascella evitando mia moglie che sbuffò, esausta per tutto.
Erano pur sempre le tre del mattino e non avevamo per niente sonno.
Fatima corse verso di me sotto gli occhi di tutti e mi abbracciò scoppiando a piangere a singhiozzi, rimasi senza fiato e ricambiai titubante accarezzandole i suoi lunghi capelli neri dolcemente.
"Mi sei mancata, ti ho pensata spesso e non vedevo l'ora di rivederti." disse contro al mio collo e una lacrima mi rigò il viso nel mentre che la stringevo debolmente, ero abituata a queste ferite da arma da fuoco e già sapevo che in pochissimo tempo mi sarei ripresa.
Era una cicatrice come tutte le altre.
"Buonanotte e vaffanculo" disse Zulema stracciandomi la bottiglia dalle le mani e la ragazza al mio fianco tremò.
Non la conosceva per niente.
"Grazie per i punti." dissi sorridendo al medico e volevo vedere terribilmente Amelia e parlarle, mi mancavano tutti.
In particolare Berlino.
Infatti nessuno parlò e silenziosamente andammo nelle nostre rispettive stanze, realizzando che in ogni caso durante queste guerre c'erano delle perdite.
Troppo grandi.

L'indomani mattina mi alzai dopo essermi fatta una doccia rigenerante e mi sentivo un pochino meglio a causa dei medicinali, erano le dieci del mattino e avevo pochissime ore di sonno.
Mi vestii con abiti più comodi e mi tenni il fianco camminando goffamente, avevo una fame tremenda e sorrisi a Fatima.
Stava mangiando insieme ai miei amici e stavano facendo qualche battuta giusto per farla integrare nel nostro gruppo.
"Buongiorno." dissi mordendomi il labbro e la ragazza mi sorrise, porgendomi gentilmente del caffè.
"Come ti senti?" mi domandò non appena mi sedetti al suo fianco e le sorrisi, rassicurandola subito.
Ero grata ad essere viva, tantissimo.
"Dovrei chiedertelo io, piuttosto." dissi accarezzandole i capelli e appoggiò la testa sulla mia spalla, rilassandosi.
"Mi sento libera e non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi salvata, la situazione con mio padre stava diventando ingestibile ed ero arrivata addirittura ad odiarlo tantissimo." mi spiegò con voce esile e annuii, stanca.
"Non voglio pressarti di niente però sono qui se vorrai parlare, mi dispiace se tua madre ha reagito in quel modo ma devi essere paziente con lei perché è molto difficile ecco, ma ti ama tanto e ha fatto di tutto per ritrovarti." dissi mordendomi il labbro a Fatima annuì.
"Lo so bene, appena ho saputo che tu fossi sua moglie non potevo crederci. Ho visto da sempre le vostre stories su Instagram e sono rimasta incantata dalla sua bellezza, ancora non realizzo di essere la figlia di Zulema Zahir. Insomma, avete una bellissima fama." disse con voce tremolante e sorrisi pensando a quanto amassi quella donna.
Ma non mi era passata inosservata la sua titubanza nell'uccidere Hanbal e dovevo capire perché l'aveva fatto.
"Fate dei piccoli passi insieme." le sussurrai dandole un piccolo bacio tra i capelli e finii di fare colazione pensando a come comportarmi, dopo tutto quanto.
Salii le scale decidendo di raggiungerla e non appena bussai alla sua camera entrai e la vidi, era appoggiata nella ringhiera e stava fumando molto lentamente.
Si era cambiata e potevo percepire l'odore del suo shampoo anche a mille km di distanza, era come al solito perfetta e mi mancava terribilmente.
"Ciao, pensavo che scendessi giù." tentai mettendomi al suo fianco e chiusi gli occhi per il dolore alla spalla.
"Invece no, Macarena." mi rispose acida e alzai gli occhi al cielo, tantissimo.
"Possiamo parlare? Ne ho bisogno." la implorai non appena entrò dentro e tremai per il freddo, dovevamo chiarire.
"Cosa pensavi di fare? Morire in quel cazzo di deserto per me dopo tutto quello che ti ho detto? Come al solito devi fare di testa tua, sei incredibile." disse alzando la voce e la guardavo sconvolta sperando che fosse uno scherzo, non poteva fare sul serio.
"Sei seria? Non puoi semplicemente chiudere questa faccenda e basta? Zulema abbiamo vinto, il caso è chiuso e Hanbal è morto cosa c'è eh?" mormorai alzando le braccia incredula e la vidi scuotere la testa nervosa, stavo cercando di capire quale fosse il problema ma la verità era che non lo sapevo, proprio per niente.
Ne stavo uscendo pazza per tutto, per il il suo comportamento che non riuscivo a decifrare ed ero incerta anche sul fatto che lei mi amasse veramente.
"Odio quando mi nascondono le cose, quindi ti chiedo di lasciarmi stare." disse con le lacrime agli occhi e mi avvicinai, squadrandola attentamente.
"Quel coglione, ti ha violentata?" le domandai furiosa e scosse la testa, trattenendo un singhiozzo a stento.
L'avevo spiazzata con la mia domanda.
"No perché sei arrivata giusto in tempo però mi ha toccato tanto, ." disse con la voce tremolante e non ci vidi più dalla rabbia, diedi un colpo alla porta dal nervoso facendola sobbalzare per poi chiuderla con forza, pensavo di buttarla giù e mi diressi in camera mia.
Mi sdraiai nel letto goffamente e chiusi gli occhi facendo uscire le mie lacrime che mi lacerarono le guance, letteralmente.
Questa esperienza ci aveva segnati tutti quanti e dovevamo darci una calmata, realizzando ciò che era successo.
Afferrai il telefono ormai carico e chiamai Sergio, raccontandogli ogni dettaglio.
Inutile dire che fece un sospiro di sollievo nel sentirmi così sollevata e scoppiai a piangere non appena terminai la chiamata, sfogandomi per davvero.
Piano piano mi addormentai travolta dalla stanchezza e mi addormentai non vedendo l'ora di tornare a casa mia.
Ma per lo meno avevamo vinto e l'ultimo End Game era nostro.
Letteralmente.

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